Modern Times

A volte, quando ti svegli consapevole di essere, oltre che uno stregone fallito, anche uno scrittore fallito, sai che la giornata può prendere una piega strana. Tanto più se lasci a casa i tuoi occhiali neri da saldatore, e la fotofobia ti fa aggrappare al volante della Corsa di colore nero sporco con gli occhi stretti come due prese USB e una canzone grunge a martellarti il cervello (qualcosa dei Pearl Jam, dei Bush, degli Stone Temple Pilots. O magari, più banalmente, Gotta Get Away degli Offspring). Ma quando arrivi in ufficio sai che c'è pur sempre la buona notizia da soppesare, da gustarti con far d'intenditore. Ché, ed era pure ora, Activision ha annunciato trionfale l'abbandono, da parte della serie Call of Duty, dello scenario della Seconda Guerra Mondiale. Niente più replay infiniti dello sbarco in Normandia, crucchi appostati vicino a un cannone, soldati inglesi anonimi che si lamentano della scarsa consistenza delle truppe partigiane transalpine, interi livelli scopiazzati da "Il nemico alle porte" e "Salvate il soldato Ryan", citazioni di Churchill, sequenze scriptatissime. Ah, no, quelle restano di sicuro. E dove si sposterà mai il teatro delle operazioni in Call of Duty 4: Modern Warfare, ti chiedi. Un futuro prossimo dai risvolti inquietanti alla Half-Life 2? Un universo parallelo dalle atmosfere dickiane, in cui gli eventi storici hanno preso una piega diversa (Resistance, se vogliamo)? Un meraviglioso, immaginifico mondo "moderno" in senso classico, ossia uno scenario tardo ottocentesco steampunk, con tecnologia a vapore e... No. Si tratta di terroristi, dice. La solita, trita caccia ai terroristi che ti porterà in giro per il mondo e nei luoghi caldi del pianeta e a farti peso di un carico di responsabilità enorme e scongiurare la catatrofe imminente prendendo a calci in culo un po' di arabi. Centrando migliaia di Franz trasformati, da un rapido cambio di uniforme consumatosi in silenzio dietro le quinte, nel triste mondo delle comparse nei panni dei cattivi da FPS, in un Abdullah o un Mohammed qualsiasi. In fondo basta coprire i tratti ariani e le croci uncinate con una bella kefiah biancorossa. Seguiranno, a stretto giro di press kit, i sequel moderni anche di Brothers in Arms e Medal of Honor, nuove reclute, virtualmente indistinguibili, sugli scaffali piantonati dalla truppa dei Rainbow Six, dei SOCOM, dei Ghost Recon e degli altri mille sparatutto dall'ambientazione simile. Inevitabile.

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