Big Trouble in Little China

Ieri sera, buttato sul divano, guardavo svogliatamente il TG1. A un certo punto dallo studio mandano in onda le immagini di The Warriors. Il gioco, non il film di Walter Hill. Quelle sequenze in cui Ajax, Cochise e gli altri ragazzi di Coney Island assaltano le altre bande e le auto della polizia e ci salgono sopra e rubano le autoradio e lanciano bottiglie e fanno un sacco di casino, insomma. "Evvai - penso - un altro servizio su come i VG inducono al bullismo e alla violenza e inevitabilmente alla droga. Figata!". Ma proprio mentre inizio a sperare che sia un servizio-traino di un'intera puntata di Porta a Porta sull'argomento, con tanto di maggiori esperti nazionali del problema "videogiochi diseducativi" (ossia Crepet, che da Vespa ci sta sempre, Don Mazzi, la Palombelli, Alba Parietti, e uno a scelta tra Banfi e Cino Tortorella), viene fuori che no, non è una scena di The Warriors. Sono riprese di un grosso casino scoppiato nel quartiere cinese di Milano. A causa, pare, di una contravvenzione elevata a una cinese. Teh. E se per una multa mi scoppia una rivolta, allora io, giusto per rispettare le proporzioni, dovrei scaricare sulle odiate vigilesse cittadine almeno una piccola piaga biblica. Possibilmente le cavallette. Ma, in subordine, anche le rane dovrebbero andare bene.

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