Pop-Up

Quando sono particolarmente stanco, come stasera, i miei pensieri è facile che si facciano confusi. Che la mente inizi a miscelare come un frullatore pop, come in un libro di Aldo Nove, istantanee, sigle, sequenze di videogiochi, pubblicità, film, fumetti rispettivamente giocati, viste, sopportati, consumati negli ultimi trent'anni. L'incubo di uno psicanalista, o il sogno di Andy Warhol. Così, quando sono particolarmente stanco, come stasera, mentre guido verso casa sotto i neon bassi e freddi di una galleria, alla PlayStation 3 su un cartellone si sovrappongono idealmente il galeone e il fortino dei Playmobil. L'iPod Nano e il Nano Telefunken. La Mini e il Maxibon. Parappa e Geppo il diavolo buono. E il Ciocorì, Locoroco, le pubblicità delle Big Babol con la Goggi (non la cantante. L'altra) coi pattini, Kirby, i Pez, il gelato col biscotto di Mazinga. Quando sono particolarmente stanco, come stasera, capisco che questa cosa della rivalutazione della cultura pop, se ci pensi bene, è una gran cazzata.

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