L'8 (che è diventato il 9)

A Paola stasera serviva la casa. Ché aveva organizzato per la festa delle donne una cena con le amiche. Così, per rappresaglia, sono andato a vedere il film più misogino in programmazione (Borat), e al cinema ho incontrato Michele e altri coscritti dell'8 marzo, anche loro spediti al cinema dalle proprie, dolcissime metà. E siccome il film, dopo i primi quaranta minuti di stronzate, aveva smesso di farmi (sor)ridere, ho iniziato a riflettere su quanto sia triste effettivamente la condizione di molte donne, ancora oggi, su questo pianeta. Pensavo ad esempio a quelle ragazze che studiano una vita. Che riescono a laurearsi solo dopo sacrifici, nottate sui libri, pianti, crisi bulimiche, anni da fuorisede, polli arrosto consumati freddi per cena, un sacco di soldi spesi in tasse e tante feste a cui sono arrivate troppo tardi o da cui sono andate via troppo presto. Tutto questo, e poi finiscono a fare le mignotte in Second Life.

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