FaceYourWorld®: 0.1

Te la ricordi, Dee? La ricordi questa canzone? 

Quanto mi odiavi quando lanciavo la base dalle casse in Quadrifortune del tuo Personal Life Assistant 1.0 e, in una pessima imitazione del cantante dei Pulp e dei suoi denti da coniglio, ci gracchiavo sopra Perché non ci incontriamo tutti nell’anno 2000? E io ridevo, e tu no. Non subito, almeno. 
Piantala, scemo, il 2000 è stato trent’anni fa, mi ripetevi ogni volta, con aria finto severa. Era il nostro gioco, uno dei tanti. Era il nostro mondo, l'unico, prima che tutto smettesse di avere senso. 

Dove diavolo sei, ora, Dee? Esisti ancora, da qualche parte? [...]

Non c'è nessuno. La stazione della metropolitana è completamente vuota, e buia, e fredda, e nuova, ma in un angolo c'è un neon che flickera. Ovunque tu vada, c'è sempre un neon che flickera, solo che pochi possono vederlo. Per chi ha un innesto artificiale civile iSee™ alle retine, pulsa a una frequenza precisa, per mandarti un messaggio. Sempre lo stesso messaggio. La versione in digitalstream del Dio c'è delle autostrade del secolo scorso. 

Anche fuori non c'è nessuno. Sotto i palazzoni, per strada. Per quanto ne so, un apocalisse nucleare ha spazzato via la civiltà nel tempo di una corsa in metro. Solo quanto resta dei cartelli del Partito universale dell’uomo qualunque che chiamano alla guerra contro i francesi, anneriti dallo smog elettronico e customizzati a pennarello fluo con baffi, bende da pirata, cicatrici, cazzi. 

Alzo il volume della musica in cuffia nel PLA, scivolando silenzioso e indifeso sotto un cielo nero macchiato in modo casuale di grigio e viola e paura. Le scorie digitali degli edream delle spettatrici di Topazio 4.0 mi elettrizzano i peli sulla nuca. Un corvo gigantesco gracchia la sua supremazia del quartiere: i suoi occhi sono chiaramente finti. 
Nell'aria si respirano emoticon mai visti. 

Sei pronto?, mi chiede, al centro della sua stanza da neurocablochirurgo, che puzza di circuiti bruciati e disinfettante, lo stregone che cura la mia vitadepressione. Cambia qualcosa?, rispondo fissando un poster stereogramma in cui cercare il senso della vita proiettato sul muro. No, certo che no. Poggia qui il tuo PLA per il pagamento

Faccio parte dell’87% della popolazione dei paesi occidentali che si sottopone alla roulette dei flash per curare la sua ansia. Ho assimilato tempo addietro da qualche feed la notizia che in Asia si erano raggiunte punte del 92%, ma la nuova rivoluzione cinese e il conflitto con l’impero Nipporusso hanno cambiato tutto. I soldati vanno bene anche vitadepressi. Tanto meglio. Un amico mi diceva che al fronte, oggi, sono proibiti perfino i PLA. Fottuti selvaggi. 

A cosa sta pensando?, mi chiede lo stregone.
A nulla. A tutto. 

La roulette dei flash per me è meno semplice che per altri. Quello che faccio per lavoro, le connessioni continue, ha danneggiato l’impianto neurale, il che richiede un overclocking continuo, per arginare i danni di tanti, troppi interventi sbagliati. La procedura è così dolorosa che non è facile descriverla. Immaginate che vi tirino un canino senza anestesia. E che contemporaneamente vi strappino via tutte le unghie. Ora moltiplicate per un numero di minuti compreso tra i 10 - se va bene - e i 30 - se dice molto male. È allora che succede. 

Mentre stringo i denti per non urlare, mentre i naniti si inseguono tra le vene e il sistema rischia un crollo per il sovraccarico sensoriale, succede. Non si sa perché. Se sia tutta quella droga digitale in circolo o un meccanismo di autoconservazione di quanto di umano ci resta, per non farti svenire dal dolore, ma succede: ti si proiettano all'interno delle palpebre chiuse dei flash, lampi di ricordi più o meno remoti. E allora ti aggrappi a quelle piccole storie, sperando servano a guadagnarti del tempo, a farti arrivare più in fretta alla fine della procedura; ti infili in quei ricordi, come nessuna maschera da realtà reale (RR) o eSogni da PLA ti permetterebbero di fare. Sono veri, sono tuoi. 

Non controllo la memoroulette, nessuno lo fa: i flash arrivano così, come capita. 
Ho sei anni, mi regalano il primo eToy sensoriale. Ne ho 20, faccio sesso per la prima volta, è meraviglioso. È il 2022, vedo il mio primo gatto in carne e ossa, piango di paura. 
È ieri, è oggi. 

Dicono che proprio durante la roulette dei flash un uomo abbia avuto quest’idea di far rivivere alla gente i suoi sogni e i ricordi. Non solo ricostruzioni artificiali, ormai più perfette del reale, ma l’essere lì, di nuovo, davvero. L'imperfezione del vero, strillavano i feed spot, il tuo. Quell’uomo si chiama Marek Wallenberg, e FaceYourWorld®, la più grande invenzione nella storia dell’umanità dopo la ruota e il p0rno iF3el, è nata perché Wallenberg era un altro orgoglioso prodotto della fabbrica mondiale della vitadepressione. In un certo senso è rassicurante e logico, visto che FaceYourWorld® è da anni anche il mio lavoro, penso, mentre nell’aria si fa denso e luminoso l’odore di sogni bruciati. 

Mi perdo in altri flash, è un punto imprecisato del 2028, è il 28 febbraio del 2031. Rido, tremo. Te lo ricordi, Dee? Te lo ricordi quel giorno?

[CONTINUA...]


FaceYourWorld® è una bozza di romanzo che ti trascini dietro sul portatile dal vuvuzelico 2014, circa. Hai pensato fosse il momento di provare a dargli corpo. E no, RPO e Oasis non c'entrano nulla, tutto nasce dalla tua vera roulette dei flash e dal senso dei ricordi e il modo in cui li percepiamo, un tema su cui ti arrovelli da, beh, sempre. FaceYourWorld® è ambientato nello stesso mondo di Italia: la Storia Futura, anche se non nello stesso momento. Per questo tornano i Personal Life Assistant (chi non avesse mai letto Italia: La storia futura, lo trova nell'ebook gratuito È che poi, scaricabile da qui al modico prezzo di niente). Solo che FaceYourWorld© è un thriller fantascienzo e... il resto lo leggerete asap. Ti andava di tornare a scrivere qualcosa di seriale, qui sull'Antro, come ai tempi di Badass Bastards 2. Restate sintonizzati, anche se non avete ancora un PLA (è solo questione di tempo). Intanto. 

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Commenti

  1. Ci sono dei brani dei Pulp che ho ascoltato, e ogni tanto ascolto, in modo ossessivo e Disco 2000 è tra questi.

    Leggendo e conoscendoti da un po' sono naufragato, nel senso leopardiano del termine, tra i vari piani di lettura. Spero di leggere il resto a breve.

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    1. Dimenticavo, per la prossima volta vedrei bene:
      https://youtu.be/38by00DGid0

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  2. Grande! Ci piaceci.

    Anche se un po' ho sperato di vedere il finale di Frankie... ;-)

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    1. Per Frankie, l'idea è sempre quella di farne un fumetto. Prima o poi.

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  3. Sei proprio bravo, Doc. Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo.

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  4. è interessante,spero di leggerne ancora,forza doc legati alla sedia e crea,

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  5. Come sempre Doc, io adoro il tuo modo di scrivere (queste storie in particolar modo) complimentoni!

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  6. Mi fa piacere vederti tornare alla scrittura seriale, e adesso c'è la voglia di leggerlo questo thriller!! Resto tonnato

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  7. Mi ricordi sempre il Tullione Avoledo nello stile Doc

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  8. Interessante, figo, scrivi bene DOC! Mi ricorda Gibson, Dick e strange days, la fantascienza mi piace tantissimo, peccato che ormai si sua estinta a livello letterario. Grande idea DOC, sono curioso di leggere il seguito! Valerio

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  9. Bene bene bene, ottima idea riproporre un serial sul blog.
    Resto tonnato come un vitello.

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  10. Parto con una piccola critica, di un aspetto marginale ma che mi è saltato all'occhio: 20x0 (dove x>40) e tutta sta tecnologia assurda ma ancora c'è la francia, e ci si fa pure la guerra? cavolo, dai con sta integrazione europea! (do per scontato sia ambientato in italia) E al di là di questo, mi pare sia progredito tutto troppo in fretta...

    Detto questo, bel primo capitolo! Mi ha preso assai e ne voglio ancora :D però...ora sono combattuto: leggerlo man mano che viene pubblicato o aspettare il pdf/epub alla fine? si accettano consigli

    Grazie per ste belle cose, Doc!

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  11. Bell'inizio, Doc. In linea puramente teorica quanti capitoli dovrebbero essere?

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  12. come sempre i tuoi scritti rapiscono doc! Inoltre ho appena sccaricato baddass bastards, in procinto di iniziarlo appena finisco un librone da svariate ore di lettura

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