Passengers, la recensione senza spoiler
Oltre i confiniiii e le terre assetateeee. Che grande canzone Miss Sarajevo e che gran disco Original Soundtracks 1. Ah no, aspe', stiamo parlando di quegli altri Passengers, quelli del film fantascienzo omonimo diretto dal Morten Tyldum di The Imitation Game. Cosa fai se sei Chris Pratt e devi trascorrere tipo tutto il resto della tua vita nello spazio con Jennifer Lawrence, e viceversa? Ok, e dopo? [...]
I viaggi in un altro sistema, per raggiungere remote colonie dove tutto è gestito da una compagnia privata, se non hai a disposizione la velocità di curvatura (o non hai avuto il culo di scovare un pratico portale stellare vecchio come il cucco) sono una gran scocciatura. Nel senso che ci vogliono centinaia di anni e l'unica è farsi un pisolone nel sonno criogenico per tutto il tempo, scuola Alien(s). La versione in scala cosmica, in pratica, delle dormitone da 8-9 ore che uno cerca di spararsi in un volo intercontinentale per ammazzare la noia se i film a bordo fanno tutti schifo. La Avalon, astronave con il look da trottola spaziale fantascienza, ha a bordo 5mila coloni e alcune centinaia di membri dell'equipaggio e si trova appena a un quarto del suo viaggio lungo 120 anni verso Homestead II. Solo che due suoi passeggeri, il meccanico Jim Preston e la scrittrice Aurora Lane, si sono svegliati con, uh, novant'anni di anticipo... E che sarà mai.
Passengers non ci avrà messo quasi un secolo ad arrivare sul grande schermo, ma dieci anni buoni sì, uscendo alla fine da un lungo tunnel in cui, nel corso degli ultimi due lustri, al progetto è stato affiancato il nome di chiunque e sua cugina. Assegnone gigante per la Lawrence, assegno comunque di peso per Pratt, e teh, reggetevi il film sulle spalle praticamente da soli. L'idea in sé, il gioco dell'amore tra due tizi che sono usciti dalla loro nanna cosmica un pelo troppo presto, ricorda molto la storia di un vecchio fumetto EC Comics degli anni 50, il celebre 50 Girls 50 di Al Williamson (sì, quell'Al Williamson che anni dopo avremmo visto chinare in modo sublime le matite di Rick Leonardi su Spider-Man 2099), Frank Frazetta e Al Feldstein (autore della storia), ma quello è solo lo spunto iniziale. Che tipo di film è allora Passengers, dite? Bella domanda.
All'ovvio tema della claustrofobia galattica, del senso di disperazione che ti stringe la gola quando vieni a sapere che finirai i tuoi giorni là dentro, quasi da solo, si affianca dell'altro. L'inevitabile storia d'amore tra i due protagonisti, a cui faceva accenno ogni trailer di Passengers, il loro Laguna Blu cosmico, il loro tempo delle mele ma soprattutto delle pere, è venata d'inquietudine. Parecchia inquietudine. Passengers è uno di quei film di fantascienza che chiedono allo spettatore se sia perdonabile una cosa che eticamente non lo è per niente, da nessun punto di vista, e poi ti lascia tutto il tempo di decidere cosa pensi al riguardo. Una sua risposta te la dà, chiaro, ma solo perché ti mostra come reagisce chi quella scelta la subisce. Lo spettatore, come un Laurence Fishburne qualsiasi, è libero di pensarla come crede. Il che ti ha messo in difficoltà, devi ammetterlo. Perché se da un lato non credi che il cinema sia il catechismo e i buoni debbano essere sempre buoni al certo per certo o pagare in caso contrario in modi atroci il prezzo delle loro azioni, dall'altra ti chiedi se certe cose possano passare sotto i ponti come acqua vecchia.
E sì, stai facendo le acrobazie circensi per non scendere troppo nello specifico. Questo comunque, si sarà capito, è il cuore di Passengers e l'unica ragione per cui merita secondo te una visione. Poi c'è l'altro, l'azione, la corsa contro il tempo (ironico, no?), che serve a vivacizzare l'ultima parte, risvegliare chiunque si sia abbioccato sulla poltroncina e - se ci pensi - funge anche da tana libera tutti morale. E ci sta bene con quello che viene prima, narrativamente parlando? Insomma.
Senza, immagini, il film sarebbe stato decisamente più palloso per lo spettatore medio, ok, ma chissene dello spettatore medio. Magari avrebbe avuto la possibilità di sviluppare meglio alcuni temi che sono un po' lasciati lì, far vedere cosa succede se alla mente umana dai troppo tempo mescolato con la solitudine e l'isolamento, virare verso un altro finale. Oppure no, vallo a sapere. Fatto sta che tutta la sua prima parte e i dubbi che si porta dietro ti restano nella testa quando prendono a scorrere i titoli di coda. Un cuore si può davvero riparare così come ripari i temperamatite cosmici e quelle altre cazzabubbole con un cacciavite e un diploma da perito industriale? Per gli improvvisati eroi del vuoto siderale fa curriculum quella sindrome lì?
Quel filo d'inquietudine resta e gli ruota attorno - abbastanza da conferire alla pellicola di Tyldum quel minimo di gravità artificiale per non far fluttuare via tutto - la ragion d'essere del film. Gli amanti del fracasso e delle battute da spacconi astrali restino pure a casa. Tutti quelli che nei film di fantascienza amano l'unico vero motivo per cui la fantascienza esiste, farci pensare a qualche questione spinosa e a come avremmo reagito trovandoci alle prese con la medesima, concedano pure una possibilità a Passengers. Non un filmone, ma la solitudine interstellare resta un tema affascinante, soprattutto se ci getti sopra una secchiata di creepiness. Is there a time to run for cover, a time for kiss and tell...
I viaggi in un altro sistema, per raggiungere remote colonie dove tutto è gestito da una compagnia privata, se non hai a disposizione la velocità di curvatura (o non hai avuto il culo di scovare un pratico portale stellare vecchio come il cucco) sono una gran scocciatura. Nel senso che ci vogliono centinaia di anni e l'unica è farsi un pisolone nel sonno criogenico per tutto il tempo, scuola Alien(s). La versione in scala cosmica, in pratica, delle dormitone da 8-9 ore che uno cerca di spararsi in un volo intercontinentale per ammazzare la noia se i film a bordo fanno tutti schifo. La Avalon, astronave con il look da trottola spaziale fantascienza, ha a bordo 5mila coloni e alcune centinaia di membri dell'equipaggio e si trova appena a un quarto del suo viaggio lungo 120 anni verso Homestead II. Solo che due suoi passeggeri, il meccanico Jim Preston e la scrittrice Aurora Lane, si sono svegliati con, uh, novant'anni di anticipo... E che sarà mai.
Passengers non ci avrà messo quasi un secolo ad arrivare sul grande schermo, ma dieci anni buoni sì, uscendo alla fine da un lungo tunnel in cui, nel corso degli ultimi due lustri, al progetto è stato affiancato il nome di chiunque e sua cugina. Assegnone gigante per la Lawrence, assegno comunque di peso per Pratt, e teh, reggetevi il film sulle spalle praticamente da soli. L'idea in sé, il gioco dell'amore tra due tizi che sono usciti dalla loro nanna cosmica un pelo troppo presto, ricorda molto la storia di un vecchio fumetto EC Comics degli anni 50, il celebre 50 Girls 50 di Al Williamson (sì, quell'Al Williamson che anni dopo avremmo visto chinare in modo sublime le matite di Rick Leonardi su Spider-Man 2099), Frank Frazetta e Al Feldstein (autore della storia), ma quello è solo lo spunto iniziale. Che tipo di film è allora Passengers, dite? Bella domanda.
Star-Lord e Mystica, il cross-over all'improvviso. |
E sì, stai facendo le acrobazie circensi per non scendere troppo nello specifico. Questo comunque, si sarà capito, è il cuore di Passengers e l'unica ragione per cui merita secondo te una visione. Poi c'è l'altro, l'azione, la corsa contro il tempo (ironico, no?), che serve a vivacizzare l'ultima parte, risvegliare chiunque si sia abbioccato sulla poltroncina e - se ci pensi - funge anche da tana libera tutti morale. E ci sta bene con quello che viene prima, narrativamente parlando? Insomma.
Senza, immagini, il film sarebbe stato decisamente più palloso per lo spettatore medio, ok, ma chissene dello spettatore medio. Magari avrebbe avuto la possibilità di sviluppare meglio alcuni temi che sono un po' lasciati lì, far vedere cosa succede se alla mente umana dai troppo tempo mescolato con la solitudine e l'isolamento, virare verso un altro finale. Oppure no, vallo a sapere. Fatto sta che tutta la sua prima parte e i dubbi che si porta dietro ti restano nella testa quando prendono a scorrere i titoli di coda. Un cuore si può davvero riparare così come ripari i temperamatite cosmici e quelle altre cazzabubbole con un cacciavite e un diploma da perito industriale? Per gli improvvisati eroi del vuoto siderale fa curriculum quella sindrome lì?
Quel filo d'inquietudine resta e gli ruota attorno - abbastanza da conferire alla pellicola di Tyldum quel minimo di gravità artificiale per non far fluttuare via tutto - la ragion d'essere del film. Gli amanti del fracasso e delle battute da spacconi astrali restino pure a casa. Tutti quelli che nei film di fantascienza amano l'unico vero motivo per cui la fantascienza esiste, farci pensare a qualche questione spinosa e a come avremmo reagito trovandoci alle prese con la medesima, concedano pure una possibilità a Passengers. Non un filmone, ma la solitudine interstellare resta un tema affascinante, soprattutto se ci getti sopra una secchiata di creepiness. Is there a time to run for cover, a time for kiss and tell...
Passengers
Recensito da: DocManhattan Data: Jan 02 2017
Voto:
Recensito da: DocManhattan Data: Jan 02 2017
Voto:
Ero interessato ma per cercare info in merito mi sono malauguratamente beccato lo spoiler che tu hai abilmente evitato! Mi sa che salto ...
RispondiEliminaNon mi ha interessato molto prima di questa recensione senza spoiler.
RispondiEliminama nonostante la sua non totale promozione, mi ha incuriosito non poco.
Vedremo se sarà da fare, ma tanto nella mia città rogue one è arrivato tipo adesso, quindi chissà.
Jennifer Lawrence.....non so come sia il film,ma so sicuramente com'è fatta lei grazie al fappening day
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=m1S34QCrAjg
"Cosa fai se sei Chris Pratt e devi trascorrere tipo tutto il resto della tua vita nello spazio con Jennifer Lawrence, e viceversa? Ok, e dopo?"
RispondiEliminaE dopo?!? E dopo si continua, Doc! Pensi di poterti stufare della Lawrence, prima o poi? ;P
A me la Lawrence non piace! Faccia gonfia, filmetti da poco. Ragazza come tante dal mio punto di vista!
RispondiEliminaE se mi risveglio in un'altronave con la Lwarence..soli...per 100 anni...beh me la faccio piacere a forza! Perchè 100 anni sono 100 anni. Ma appena spengo la luce mi immagino di stare con un'altra di Hollywood! Una qualunque tanto sarà sempre meglio di "Faccia gonfia Lawrence"
Troppo sopravalutata la Lawrence secondo me
EliminaNoiosetto.
RispondiEliminaE comunque team Chris: il destino é cambiato, la vita ti ha fregato, la sviga esiste, l'inferno è bello in compagnia, ed é anche meglio se riesci ad esserne il re!
Visto ieri sera con ancora i postumi del cenone di capodanno per far contento l'amico che mi ci ha trascinato e che si aspettava una cosa tipo Alien (!). Aspettative bassine in effetti parzialmente confermate da una certa (inevitabile e programmatica) melensaggine e dalle battute sceme che comunque ci sono anche se poche. Il mio amico Fisico ha poi ravvisato un sacco di incongruenze di carattere scientifico ma anche logico. Ben gli sta: io chiedevo solo di rimanere a casa e aspettare che la tachipirina facesse effetto.
RispondiEliminaComunque spettacolare la scena della piscina in assenza di gravità.
Visto ieri sera.Senza aspettative ma soprattutto senza aver capito una beata cippa sulla trama dato che pensavo ad una sorta di novello Alien...
RispondiEliminaComunque mi ha piacevolmente stupito.Carino e leggero fino alla svolta del secondo atto che impenna il film fino al finale anche abbastanza intelligente.
Una visione la merita senz'altro
Visto ieri sera.Senza aspettative ma soprattutto senza aver capito una beata cippa sulla trama dato che pensavo ad una sorta di novello Alien...
RispondiEliminaComunque mi ha piacevolmente stupito.Carino e leggero fino alla svolta del secondo atto che impenna il film fino al finale anche abbastanza intelligente.
Una visione la merita senz'altro
Come disse una mia amica, se mi capitasse, penso che morirei di felicità talmente subito che non riuscirei a gustarmi niente!
RispondiEliminaChi volesse leggere la storia EC Comics di Williamson & Co. a cui l'incipit di Passengers sembra ispirato, la trova qui, nell'anteprima su Issuu del volume Fantagraphics pubblicato nel 2013 e intitolato - appunto - "50 Girls 50 and Other Stories (The EC Comics Library)".
RispondiEliminaL'ultima cosa che ho pensato dal trailer è che fosse un Alien, onestamente. Mi sfugge però come mai Andy Garcia abbia voluto fare un caeo di 3 secondi.
RispondiEliminaIl problema di questo film come di tanti altri è che è, letteralmente, una TAVANATA GALATTICA (cit.) !!!! Sempre meglio di Cloud Atlas, miglior cinepanettone fuori stagione di sempre, ma comunque solita americanata ad alto-budget ma scarsa qualità. Begli gli interni della nave, anche gli esterni però non capisco perchè ormai tutte le navi spaziali abbianoun che o di creepy o di steampunk. Ai miei tempi sarebbe stata la nave di qualche cattivo nell'universo di Leiji Matsumoto o di una atavica razza aliena. la melensaggine qui è alle stelle. Non conoscevo questa attrice, del tutto trombabile in quanto ancora giovane e un pò soda, ma terribilemnte somigliante alla odiatissima Renee Zelwegger. Infatti un sottofondo da commediola d'amore da 4 soldi c'è anche qua, come se non bastasse giaà la banalità del resto. Finale demenziale e incomprensibile. Salvo la scena della piscina a gravità zero, solo perchè in quegli attimi ho desiderato con intensità la terminazione della faccetta di minkia di turno. Scusate il linguaggio : è il mio primo messaggio su questo sito che AMO. Il film, manco a dirlo, è SCONSIGLIATISSIMO se dovete pagare per vederlo.
RispondiEliminaLa prima volta che ne ho sentito parlare ed ho letto la trama ero MOLTO interessato.
RispondiEliminaLa prima volta che ho visto il trailer ero MOLTO demoralizzato e il mio interesse è sfumato in un niente.
Le mie paure erano proprio che si trattasse di una roba melensa "in space" tanto per tirarmi al cinema, una roba asfissiante e interminabile, un cast away spaziale non l'avrei proprio potuto sopportare, e anche i pareri letti qui mi hanno in parte confermato il tutto.
Quindi passo volentieri, Lawrence o meno (che continuo a trovare un'attricetta come tante e a non capire come faccia ad essere tanto considerata), e Pratt devo prenderlo a piccole dosi, un paio di film all'anno o rischia di stufarmi, e il suo posto l'ha già prenotato coi Guardiani 2 ;)
Ma solo a me sono girate le palle nel vedere lui, nella sua prima attività extraveicolare, in assenza di gravità, che piange e la lacrima gli cola lungo la guancia? Eh?
RispondiEliminaPerò, dai, il film non è male e, al solito, concordo col Doc riguardo la parte finale...
se lui fosse stato danny de vito stuoli di femministe starebbero strillando al femminicidio. invece così è solo sindrome di stoccolma da isolamento
RispondiEliminaCon questa recensione, ho deciso di vederlo mercoledì.
RispondiEliminaSolo io non riesco a vedere un film con la Lawrence senza addormentarmi? Cioè ha una sola espressione incollata in faccia in tutti i film, con qualunque personaggio, in qualunque situazione.
RispondiEliminaDavvero non afferro come possa essere la bimba d'oro di Hollywood in questo momento... e no, non credo centri il fappening. :D
Cheers
Sto film per me è come quando un qualche emiro ha appena cacciato mille mila petroldollari per l'attaccante sud americano e questo nella finale della coppa intergalattica contro il real venere ti sbaglia il rigore decisivo a porta vuota allo scadere!
RispondiEliminaCioè... Avevi tutto... Figa, figo, spazio siderale profondo, isolamento, turbe psichiche...e che fai?! Me la trasformi in una sdolcinata (e a tratti surreale) storia d'amore, pure con un accidenti di sensale robotico semovente et infame (che considerato anche il bar alle spalle fa tanto Kubrick!). Ovviamente, visto che qua stiamo parlando del tempo delle mele e non di 2 tizi destinati a rimanere soli su una astronave per il resto della loro vita (e uno dei 2 pure da pezzente) nel bel mezzo del vuoto cosmico (dove tra l'altro nessuno può sentirti gridare...),mi fai pure tutto il film con colori vividi e caldi (che pure la sala colazione sembrava accogliente!)! E che cavolo!