I salmoni dell'Ontario
Te li ricordi? Te li ricordi i salmoni dell'Ontario?
Era l'oggi di due anni fa. Io ti dico 'Perché una di queste estati non ce ne andiamo a pescare i salmoni in Canada?". Tu rispondi 'In Canada?'. Pensavo mi avresti ripetuto subito la storia che non ti piacciono gli aerei, men che meno per viaggi così lunghi. O che avresti tirato fuori la balla che ormai eri anziano e certe cose non potevi più farle mica. Invece ti interessa. 'Ma a te non è mai piaciuto pescare', dici, ed è vero.
Ma non faceva nulla. Ce ne saremmo andati nell'Ontario o nel Manitoba, avremmo noleggiato un'auto e messo su una di quelle colonne sonore che ti piacevano tanto, tipo quella de L'ultimo dei mohicani. Uno di quei viaggi padre-figlio che si vedono nei film. Faceva tutto parte di un quadro più grande, di questo disperato bisogno che avvertivo da alcuni anni di restituire parte di quanto avevo ricevuto. Lo sapevi, mi dicevi sempre che non c'era bisogno, ma questo non mi faceva sentire meno in colpa, anche se non ho mai capito bene per cosa.
Non so se ci saresti mai venuto davvero, però mi piaceva pensare che ti avrei convinto a farlo. Così a questa storia del nostro viaggio in Canada ci pensavo spesso. Il tempo di metter da parte un po' di soldi, di far crescere PiKi giusto di qualche anno, di... E poi mi hai dato buca. Oggi avresti settantadue anni, pa'. Te ne sei andato a modo tuo, senza far rumore, perché volevi restare il settantenne più fico e sportivo che conoscessi, ormai puoi dirmelo. Sai la cosa buffa? L'altra notte ho sognato che c'eravamo andati davvero, nell'Ontario del Comandante Mark.
Eravamo lì, in uno di quegli scenari bellissimi e freddissimi come quelli portati su tela da quel pittore che ti piaceva, come si chiamava? Russell, Charles Marion Russell. Avevamo gli stivaloni di gomma alti e le gambe a mollo fino al ginocchio in un torrente di acqua gelida e limpidissima, chissà da quanto. Poi tu ti giri, mi dici 'Oh, abbiamo fatto tutta questa strada e non ne abbocca manco uno!' e ridi, con quella tua risata fatta di allegria contagiosa. Mi sono svegliato ed ero triste e sorridevo e non avevo insomma ben chiaro quale stato d'animo dovessi indossare. Mi manchi più di quanto riesca a scrivere: ancora, dopo quattro mesi, non mi sembra vero. A volte mi sembra come se dovessi entrare da quella porta da un momento all'altro. Entrare, fare un bel sorriso e poi dire qualcosa tipo 'Ma esattamente, cosa dobbiamo andarci a fare fino in Canada? Non possiamo andare a pescare in Sila?'.
Era l'oggi di due anni fa. Io ti dico 'Perché una di queste estati non ce ne andiamo a pescare i salmoni in Canada?". Tu rispondi 'In Canada?'. Pensavo mi avresti ripetuto subito la storia che non ti piacciono gli aerei, men che meno per viaggi così lunghi. O che avresti tirato fuori la balla che ormai eri anziano e certe cose non potevi più farle mica. Invece ti interessa. 'Ma a te non è mai piaciuto pescare', dici, ed è vero.
Ma non faceva nulla. Ce ne saremmo andati nell'Ontario o nel Manitoba, avremmo noleggiato un'auto e messo su una di quelle colonne sonore che ti piacevano tanto, tipo quella de L'ultimo dei mohicani. Uno di quei viaggi padre-figlio che si vedono nei film. Faceva tutto parte di un quadro più grande, di questo disperato bisogno che avvertivo da alcuni anni di restituire parte di quanto avevo ricevuto. Lo sapevi, mi dicevi sempre che non c'era bisogno, ma questo non mi faceva sentire meno in colpa, anche se non ho mai capito bene per cosa.
Non so se ci saresti mai venuto davvero, però mi piaceva pensare che ti avrei convinto a farlo. Così a questa storia del nostro viaggio in Canada ci pensavo spesso. Il tempo di metter da parte un po' di soldi, di far crescere PiKi giusto di qualche anno, di... E poi mi hai dato buca. Oggi avresti settantadue anni, pa'. Te ne sei andato a modo tuo, senza far rumore, perché volevi restare il settantenne più fico e sportivo che conoscessi, ormai puoi dirmelo. Sai la cosa buffa? L'altra notte ho sognato che c'eravamo andati davvero, nell'Ontario del Comandante Mark.
Eravamo lì, in uno di quegli scenari bellissimi e freddissimi come quelli portati su tela da quel pittore che ti piaceva, come si chiamava? Russell, Charles Marion Russell. Avevamo gli stivaloni di gomma alti e le gambe a mollo fino al ginocchio in un torrente di acqua gelida e limpidissima, chissà da quanto. Poi tu ti giri, mi dici 'Oh, abbiamo fatto tutta questa strada e non ne abbocca manco uno!' e ridi, con quella tua risata fatta di allegria contagiosa. Mi sono svegliato ed ero triste e sorridevo e non avevo insomma ben chiaro quale stato d'animo dovessi indossare. Mi manchi più di quanto riesca a scrivere: ancora, dopo quattro mesi, non mi sembra vero. A volte mi sembra come se dovessi entrare da quella porta da un momento all'altro. Entrare, fare un bel sorriso e poi dire qualcosa tipo 'Ma esattamente, cosa dobbiamo andarci a fare fino in Canada? Non possiamo andare a pescare in Sila?'.
Come succede a me vedendo una foto in bianco e nero di Mazzola e Corso che si abbracciano.
RispondiEliminalui se ne è andato da una settimana.
Fa male, anche se non c'era più da un po'.
Oh Doc! Non ne ho mai abbastanza di questa tag qui. Se non fosse che penso che sia per te un po' come scavare un una ferita,ti direi di scriverne di piu'. Ma non lo faccio, me ne sto buona qui,in silenzio. E aspetto.
RispondiEliminaPurtroppo la mente, influenzata dal cuore, a volte ti rifila certe scherzoni di notte.
RispondiEliminaSi sogna la persona persa, ci si illude che la Realtà sia quella del Sogno e che tutto il dolore possa passare in un attimo.
Poi ci si sveglia e si deve fronteggiare il mondo, con tutto quello che ha sottratto.
Carissimo Doc, vorrei dirti che sono situazioni che andando avanti si presentano meno spesso ma sarei un bugiardo: prendile così, come una deviazione della mente in posti pericolosi.
Un abbraccio.
ieri sera il mio (che ne ha quasi 72) si è messo a dire che "crede di avere un brutto male allo stomaco", perchè non mangia più con l'appetito di una volta.... ma di andar a farsi gli esami, non se ne parla! ...lui si spaventa...
RispondiEliminaE penso al viaggio che gli sto proponendo da anni: un bel giro in Italia, già basterebbe questo... e mancherebbe solo la sua Lancia Beta Coupè 1600 o - meglio - la sua Fulvia Montecarlo rossa e nera, con i cerchi FPS in lega, ma chissenefrega.... andremmo con la Mazda Mx5 o con la sua Fiat Punto a gas... chè si risparmia pure ...gli ho detto pure "perchè non ti rimetti a giocare a biliardo?", come ai bei tempi quando era tra i primi 20 in Italia nella difficile specialità di "carambola a tre sponde", ma non ne vuole sapere... parlava poco prima, parla ancora meno oggi... non va nemmeno più allo stadio a vedere il "Suo" Palermo...
Penso al tempo che passa, a chi mi sta più o meno vicino e, di questi tempi sta vivendo questo doloroso distacco e cerco di non pensare a quello che accadrà... Un abbraccio forte, caro Doc...
Io ho perso mio Padre questo venerdì, siamo 3 fratelli molto uniti e questo ci aiuta tantissimo a lenire la sofferenza.
RispondiEliminaAmava visceralmente il mare ed è li che sarebbe voluto morire non in un letto di ospedale.
Con il consenso del Comune di Roma avremo la possibilità di spargere le sue ceneri sul litorale ovvimente in un punto 'consono'. Ma credo sia un buon modo di onorare la sua più grande passione.
La nostalgia rimarrà per sempre, sarà una compagna di viaggio a volte invadente e spesso avrai anche ingiustificati sensi di colpa... È la vita nel bene e nel male! Io sogno ancora mio nonno morto più di venti anni fa.. Ogni tanto mi viene a trovare mentre dormo...
RispondiEliminaUn abbraccione
RispondiEliminaCiao Doc... di me lo sai perchè ti ho scritto una mail qualche giorno fa.... anche io spero di incontrarlo nei miei sogni più belli, solo per potergli dire ancora una volta tutto quello che avrei sempre voluto dirgli... Intanto ho il suo ricordo, il ricordo dalla sua vociona, del suo carattere solo all'apparenza scorbutico ma in realtà capace di slanci di bontà immensi... il ricordo di quanto ci volevamo bene.
RispondiEliminaPosso solo provare a immaginare quel che provi.
RispondiEliminaPer quel che vale, ti siamo vicini. Righe emozionanti comunque.
CervelloBacato
Tanti auguri papà-Manhattan.
RispondiEliminaBuon compleanno.
Doc come sempre riesci a farmi lacrimare.
Un abbraccio
Mio nonno in sogno.
RispondiEliminaSvegliarsi col magone.
Poi però una fiammella nel cuore riporta il sereno.
Mi piace pensare che resteranno sempre con noi, parte di noi.
Facciamo tutti parte di un progetto più grande.
Un abbraccio Doc.
A me son passati ormai 16 anni, ma ogni volta che scrivi tu Ale è come se riaffriorasse un ricordo, una di quelle cose di cui quando ti viene in mente esclami "già!! boia me l' ero scordo" (o in toscana si dice cosi perlomeno).. uno di quegli episodi che avresti voluto rivivere, gesti che ti eri dimenticato tuo padre avesse fatto.. che ti scaldano e ti intristiscono al solito momento, una lacrima, a salutare il ricordo, e via, con un emozione in più in questi lunedì mattina.. Auguri BabboManatthan.. Buon Compleanno.
RispondiEliminaDoc.. Ti si vuole bene.
*Abbraccio*
RispondiElimina:) un abbraccio ale :)
RispondiEliminaPer me ne sono passati 13 di anni, ma sembra ieri... Capisco bene quello che dici e come te penso sempre a "quel viaggio" che avremmo dovuto/potuto fare, ma che invece..... Un abbraccio.
RispondiEliminaManca sempre, a volte il vuoto sarà ancora più profondo e mi piacerebbe poterti dire che poi con il tempo tutto passerà e quel dolore non lo sentirai più, ma la verita è che ci si abitua solamente a conviverci, la cura migliore sono tua moglie e tua figlia che riempiono la tua vita di gioia.
RispondiEliminaPerdere un genitore è così. Il dolore che ti rimane è come l'inquilino rompiballe che abita al piano di sopra: certe notti sposta tavoli e sedie fino alle 3 del mattino e ti ruba il sonno e torce lo stomaco, certi giorni il suo rumore ronza sullo sfondo e ti lascia respirare... così, a caso e senza logica. Andarsene, no, non se ne va mai. Ma tu sei uno sveglio e questo lo sapevi già. Mi dispiace così tanto, Doc.
RispondiEliminaUn abbraccio forte!!!
RispondiEliminaSempre grazie.
RispondiEliminaLetto il titolo e vista di sfuggita l'immagine, mi sembrava di essere in procinto di leggere una recensione di qualche film dello Studio Ghibli che mi ero perso e di cui non conoscevo l'esistenza.
RispondiEliminaE invece ho letto dell'amore di un figlio verso il proprio padre, al di là del concetto di vita o di morte.
Dopo la lettura, credo che ci sia la stessa delicatezza di tanti racconti di Miyazaki che abbiamo visto in questi anni, e quindi alla fine non mi sbagliavo poi così tanto.
Un grande abbraccio Doc
Posso solo dire che mi dispiace veramente tanto. Ti sono vicino.
RispondiEliminaNon so cosa dire. A parte che, e penso di parlare per tutti, se un abbraccio in qualche modo ti leva anche solo un grammo delle tonnellate di dolore che devi sopportare, sii pronto a ricevere tutti gli abbracci dell'universo.
RispondiEliminaDoc mi lasci sempre senza parole quando scrivi questi pezzi. l'unico commento possibile è che qui ti si vuole un gran bene
RispondiEliminaEra il suo modo per dirti che adesso, essendo decisamente un po' più libero, ci é andato davvero a vedere come si pesca in Ontario. Se l'é regalato per il suo primo compleanno da anima libera. E siccome ti conosce da sempre, e sa cosa avresti rimuginato in questi giorni, te lo ha fatto vedere in sogno, che bel regalo s'é fatto. Tornerà a trovarti di tanto in tanto. Ti chiederà di PiKi, anche se vedrà i suoi progressi da sé. Ti parlerà dei suoi acciacchi e ti domanderà dei tuoi. Si sforzerà di farti capire che non tutto é perduto mentre sei immerso nel sonno, ossia quando la razionalità della veglia non ti permetterebbe la quiete che serve per accorgerti che é ancora accanto a te.
RispondiElimina💙
RispondiEliminaQuando capitó a me ricordo che entravo a casa, nei giorni successivi, guardavo il divano ed il posto che occupava di solito è pensavo:
RispondiElimina-Non è successo davvero. Ora vado in cucina e lo trovo che sta cucinando la sua carbonara.
Ed invece non c'era rumore di fornelli o bestemmie perché era finito qualche ingrediente e non se ne era accorto.
Un silenzio atroce.
E niente, ti capisco.
E ti abbraccio pure, va.
Ciao Doc, il mio papà é morto il 30 gennaio del 2014. Aveva compiuto 83 anni il 26 gennaio. Dopo anni di malattia, non era più lo stesso, ma l'ho accompagnato fino alla fine. Ti capisco perfettamente. I sogni aiutano, lo rivedo, in forma, lucido e positivo come lui sapeva essere. Smetto di scrivere per non annoiarti ed annoiarvi. La vita continua, mi specchio in mio figlio, negli errori che lui sta facendo nei miei confronti e che ho fatto pure io nei confronti di mio padre. La vita continua. Un caro saluto. Riccardo
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaEhi Doc, per quel che può valere... quando ho letto 'Due figlie e altri animali feroci' ho pensato fosse un peccato che tutti ritenessero Leo "solo" uno che scrive robe da ridere. Ecco... quando leggo i tuoi post su tuo padre penso lo stesso di te.
RispondiEliminatieni duro Doc!
RispondiEliminaAuguri Mr. Apreda Senior, buon compleanno, festeggia e divertiti lassù.
RispondiEliminaE stai tranquillo, che hai di che essere fiero dell'erede. E poi lui qui ha (anche) tutti noi.
Cheers.
Io non so che dire.
RispondiEliminaE forse, in fondo, da dire non c'è niente.
Un abbraccio Doc
Mi padre è , per fortuna e toccando ferro, vivo , vegeto e più rompipalle che mai. Lavoriamo insieme tutto il giorno , l' idea di fare una (non) vacanza con lui francamente mi angoscia perchè la facciamo regolarmente da quando ci sono i bambini e per me sono lavori forzati . Se c'è da andare in giro insieme per lavoro, al limite mangiamo un panino in autostrada , ma discorsi non inerenti al lavoro sono ridotti a zero totale , ed anzi quando iniziamo finisce in cagnara nel giro di pochi minuti. Ma lavoriamo insieme da tanti anni e c'è una reciproca intesa intellettuale che hai voglia. Poi sarà che siamo due tipi cerebrali e entusiasti del proprio lavoro , ma per me è il massimo. E allora papà qua ti scrivo qui che tanto non leggi: ti voglio bene e sei un grande, non te l' ho mai detto ma tanto siamo pari , perchè non me l' hai mai detto neanche tu . Non che mi interessi poi sentirmelo dire , perchè tanto lo so : sei l' unico che no nmi ha MAI voltato le spalle!! sei un grande coi tuoi pregi e difetti assurdi.
RispondiEliminaNon si dice che porta male, ma oh buona pesca e un fortissimo abbraccio!
RispondiEliminaLa prossima volta abboccheranno, ascolta un cretino ;)
We will meet again, some Sunny day ... Cit . Bè strong Doc
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