Trollhunters, la recensione senza spoiler
Uscita qualche giorno fa su Netflix, Trollhunters è una serie animata di 26 episodi prodotta da Dreamworks e frutto della farina del sacco di Guillermo del Toro. Una serie (volutamente) superclassica, con un eroe che sembra uscito da un film degli anni 80, alle prese con i casini di un mondo fantasy popolato dai troll che continua a tracimare nel suo. Con il look e il feeling di uno di quei tanti film d'animazione in computer graphic, figli di un dio della CGI minore, che affollano il mercato tra una pellicola Disney/Pixar e l'altra. Quelli che magari se li guardi non sono neanche male - anche se non ti fanno MAI ridere - ma va a finire che manco capita, manco li guardi, voglia zero. Eppure Trollhunters te lo sei sciroppato tutto in un paio di serenotti, bingewatchando un episodio via l'altro. Perché? Perché è una gran bella serie [...]
Trollhunters nasce nella mente di Guglielmone del Toro come un film, e si vede, per la cura con cui sono stati realizzati i personaggi e per la struttura di base. Il mondo di Trollhunters - già portato in libreria un annetto fa con un romanzo omonimo, scritto a quattro mani da del Toro e Daniel Kraus, anche se lì il protagonista aveva un cognome diverso e alcuni elementi erano differenti - è un mondo che in un film di un'ora e mezza ci sarebbe stato essenzialmente tutto. Jim Lake Jr. è un liceale quindicenne con la sua famiglia problematica al 50% alle spalle, che come un Marty McFly qualsiasi è bullizzato dallo stronzo della scuola, sogna la compagna di classe carina e di mettere il culo su una Vespa anziché su un pick-up Toyota. Solo che un amuleto decide che il nuovo Trollhunter, il leggendario cacciatore di troll cattivi, con tanto di armatura e spada magica in comodato d'uso gratuito, debba essere proprio lui. Seguono casini, seguono numeri da saltimbanco per far coesistere le sue due vite, che a un certo punto prendono inevitabilmente a intrecciarsi come un tortano da due chili.
Dicevi: ci sarebbe stato tutto dentro un film. Il cattivo prevedibile, l'apprendistato da eroe, il momento di fantozziana rivalsa contro il bullo, eccetera. Però è un gran bene che Trollhunters sia diventato invece una serie di 26 episodi, perché quello che ti ha affascinato di più di questa storia è il modo in cui siano state sviluppate tante piccole sottotracce, il lavoro notevole di worldbuilding per far sedimentare uno sopra l'altro tanti spunti che arricchiscono l'ambientazione e non vengono dimenticati lì, diventano sia motore di tormentoni, sia piattaforma narrativa per quanto viene dopo. Quella roba meravigliosa degli gnomi feroci, la banda dei goblin fratocugini dei gremlin villanzoni, il supplente del fratellino di Claire (Not-Enrique), il secondo lavoro di Graal. Tutti gli episodi sono un'unica trama orizzontale, una pellicola di quasi dodici ore, e ciascun elemento va al suo posto, senza mettere in ombra gli altri. Così le gag affidate alla spalla comica, l'amico del cuore di Jim, Tobias, divertono perché non sono troppo ripetitive, le sparate del mentore non sempre sicurissimo Blinky o il problema con la rabbia repressa del gigante buono Aaarrrgghh idem.
Del Toro puntava alla versione moderna di una delle serie che guardava da ragazzino, come Johnny Quest, e sembra aver centrato il bersaglio. C'è l'avventura, c'è l'umorismo, c'è un fantasy oscuro ad altezza di rEgazzini, che si accoccola nel solco della tradizione dei Labyrinth e delle Storie Infinite e dei Neil Gaiman (hai detto fischiett), ci sono dei personaggi ottimi. Come lo stesso Tobias, come l'insegnante di algebra con grandi aspirazioni da regista teatrale, come lo gnomo accasato con la bambola. Le voci originali, tra cui spunta inevitabilmente anche Ron Perlman, compagno di merende di del Toro da una vita, sono fantastiche e dispiace davvero tanto che quella del protagonista, un riconoscibilissimo Anton Yelchin (il Chekov del reboot di Star Trek) si porti dietro il dramma della scomparsa dell'attore, lo scorso giugno, per un incidente stradale. Ci sono dei punti in cui hanno dovuto usare un nuovo doppiatore, e si notano, ma c'era poco da fare. Per quel poco che durano, comunque, stonano così tanto che fatichi molto ora a immaginarti Jim Lake Jr. con un'altra voce per una seconda serie.
Ma c'è un'altra cosa che si nota subito guardando Trollhunters, ed è il livello pazzesco della grafica. Siamo quasi ai livelli dei film in CGI per il cinema, con la differenza che qui il budget l'hanno dovuto spalmare su almeno sei/sette volte tanto di "girato". Si nota un leggero calo dall'episodio 10 in poi, in particolare in alcune puntate, ma animazioni ed espressioni facciali sono ottime. Probabilmente è la serie in computer graphic più ambiziosa sotto questo punto di vista che tu abbia mai visto.
Insomma, pur partendo da una premessa originale quanto una banconota da 17 euro, e pur sviluppando tutto il canovaccio in modo abbastanza classico, con la scusa sempre valida che è tutto un ritorno ai film della Amblin e a quando i mulini erano blandi e tutti unti di olio di palma, Trollhunters funziona. Decisamente funziona. È divertente, tecnicamente notevole, con dei personaggi riusciti e quel filo di tono dark che non ne pregiudica affatto la visione in compagnia dei pupi familiari. Oh, a meno che non si siano traumatizzati guardando i pupazzi di Labyrinth o di Gremlins, perché il tono - si sarà capito - è grosso modo quello. Sì, manca all'inizio un bassista carismatico per la cumpa, ma poi arriva, tranquilli. Promossone.
Trollhunters nasce nella mente di Guglielmone del Toro come un film, e si vede, per la cura con cui sono stati realizzati i personaggi e per la struttura di base. Il mondo di Trollhunters - già portato in libreria un annetto fa con un romanzo omonimo, scritto a quattro mani da del Toro e Daniel Kraus, anche se lì il protagonista aveva un cognome diverso e alcuni elementi erano differenti - è un mondo che in un film di un'ora e mezza ci sarebbe stato essenzialmente tutto. Jim Lake Jr. è un liceale quindicenne con la sua famiglia problematica al 50% alle spalle, che come un Marty McFly qualsiasi è bullizzato dallo stronzo della scuola, sogna la compagna di classe carina e di mettere il culo su una Vespa anziché su un pick-up Toyota. Solo che un amuleto decide che il nuovo Trollhunter, il leggendario cacciatore di troll cattivi, con tanto di armatura e spada magica in comodato d'uso gratuito, debba essere proprio lui. Seguono casini, seguono numeri da saltimbanco per far coesistere le sue due vite, che a un certo punto prendono inevitabilmente a intrecciarsi come un tortano da due chili.
Dicevi: ci sarebbe stato tutto dentro un film. Il cattivo prevedibile, l'apprendistato da eroe, il momento di fantozziana rivalsa contro il bullo, eccetera. Però è un gran bene che Trollhunters sia diventato invece una serie di 26 episodi, perché quello che ti ha affascinato di più di questa storia è il modo in cui siano state sviluppate tante piccole sottotracce, il lavoro notevole di worldbuilding per far sedimentare uno sopra l'altro tanti spunti che arricchiscono l'ambientazione e non vengono dimenticati lì, diventano sia motore di tormentoni, sia piattaforma narrativa per quanto viene dopo. Quella roba meravigliosa degli gnomi feroci, la banda dei goblin fratocugini dei gremlin villanzoni, il supplente del fratellino di Claire (Not-Enrique), il secondo lavoro di Graal. Tutti gli episodi sono un'unica trama orizzontale, una pellicola di quasi dodici ore, e ciascun elemento va al suo posto, senza mettere in ombra gli altri. Così le gag affidate alla spalla comica, l'amico del cuore di Jim, Tobias, divertono perché non sono troppo ripetitive, le sparate del mentore non sempre sicurissimo Blinky o il problema con la rabbia repressa del gigante buono Aaarrrgghh idem.
Del Toro puntava alla versione moderna di una delle serie che guardava da ragazzino, come Johnny Quest, e sembra aver centrato il bersaglio. C'è l'avventura, c'è l'umorismo, c'è un fantasy oscuro ad altezza di rEgazzini, che si accoccola nel solco della tradizione dei Labyrinth e delle Storie Infinite e dei Neil Gaiman (hai detto fischiett), ci sono dei personaggi ottimi. Come lo stesso Tobias, come l'insegnante di algebra con grandi aspirazioni da regista teatrale, come lo gnomo accasato con la bambola. Le voci originali, tra cui spunta inevitabilmente anche Ron Perlman, compagno di merende di del Toro da una vita, sono fantastiche e dispiace davvero tanto che quella del protagonista, un riconoscibilissimo Anton Yelchin (il Chekov del reboot di Star Trek) si porti dietro il dramma della scomparsa dell'attore, lo scorso giugno, per un incidente stradale. Ci sono dei punti in cui hanno dovuto usare un nuovo doppiatore, e si notano, ma c'era poco da fare. Per quel poco che durano, comunque, stonano così tanto che fatichi molto ora a immaginarti Jim Lake Jr. con un'altra voce per una seconda serie.
Ma c'è un'altra cosa che si nota subito guardando Trollhunters, ed è il livello pazzesco della grafica. Siamo quasi ai livelli dei film in CGI per il cinema, con la differenza che qui il budget l'hanno dovuto spalmare su almeno sei/sette volte tanto di "girato". Si nota un leggero calo dall'episodio 10 in poi, in particolare in alcune puntate, ma animazioni ed espressioni facciali sono ottime. Probabilmente è la serie in computer graphic più ambiziosa sotto questo punto di vista che tu abbia mai visto.
Insomma, pur partendo da una premessa originale quanto una banconota da 17 euro, e pur sviluppando tutto il canovaccio in modo abbastanza classico, con la scusa sempre valida che è tutto un ritorno ai film della Amblin e a quando i mulini erano blandi e tutti unti di olio di palma, Trollhunters funziona. Decisamente funziona. È divertente, tecnicamente notevole, con dei personaggi riusciti e quel filo di tono dark che non ne pregiudica affatto la visione in compagnia dei pupi familiari. Oh, a meno che non si siano traumatizzati guardando i pupazzi di Labyrinth o di Gremlins, perché il tono - si sarà capito - è grosso modo quello. Sì, manca all'inizio un bassista carismatico per la cumpa, ma poi arriva, tranquilli. Promossone.
Onestamente avevo visto la schedina sull'homepage di Netflix e non ci avevo fatto troppo caso, persa in mezzo ad altra roba... Poi però me lo ritrovo sull'Antro, mi incuriosisco, apro, vedo Guillermo del Toro, leggo recensione, *sigh*, "Aggiungi a La mia lista".
RispondiEliminaNo, grazie, eh?
Ho letto un anno fa il libro e mi e' piaciuto di brutto, finalmente un fantasy dark con personaggi davvero ben costruiti, se non lo hai letto te lo consiglio! A proposito DOC, ma che ne pensi di Hellboy??? Non so se ne hai mai parlato...
RispondiEliminaBello Hellboy!
EliminaChe bella notizia!
RispondiEliminaNon ho ancora avuto tempo di attaccarla, ma la voglia c'era e ora s'è aggiunta pure la fretta ^^
La lista è già lunghissima, pare infinita, ma ce la farò...
Quanto rivorrei tutto il tempo libero che avevo quando lavoravo in negozio o facevo i turni in azienda... =,(
Grazie del consiglio Doc, adesso sono proprio curioso di guardarmi questa serie!
RispondiEliminaOra sono molto curioso per una serie a cui prima non avrei dato un euro, grazie Doc.
RispondiEliminaP.S. Il doppiaggio italiano com'è?
Ninzò.
EliminaTi rispondo io! Secondo me è ottimo, sono tutte voci note, il protagonista ad esempio ha la stessa voce di Hiccup di Dragon Trainer, non so se hai presente! A me piace molto!
EliminaGrazie mille, prosegue dunque la striscia positiva dei doppiaggi superlativi in serie animate su netflix, dopo Bojack e Rick e Morty.
EliminaGrazie Doc lo vedrò sicuramente, ora sono alle prese con Dirk Gently (grazie agli antristi per il consiglio...), comunque io sono uno di quelli rimasto traumatizzato da Labyrinth, dai Gremlins e da Ghostbusters...quando ero rEgazzino avevo davvero paura di tutto.
RispondiEliminaE' una di quelle serie che se mi passano davanti sfogliando il catalogo di Netflix il mio cervello bolla velocemente come "no non ti piace la roba ammerichena, meglio la roba giappa". Adesso potrebbe avere qualche possibilità.
RispondiEliminaParlando di serie animate su Netflix Doc hai poi finito Kuromokuro e visto la 2° stagione di Rick & Morty? Rick & Morty finalone della malora e Kuromokuro si lasciava abbastanza guardare.
Poi, benché mi piaccia molto, ho mollato Knight of Sidonia e devo riprenderlo ed ho anche visto il primo episodio di Sinbad. Sinbad non sembra malacccio a parte il character design dei personaggi che non mi convince tantissimo.
Kuromokuro visivamente molto bella, storia insomma. Sono più o meno a metà. Rick and Morty stagione 2 me lo sto centellinando, tipo un episodio a settimana, se no finisce subito.
EliminaKuromokuro come trama è fiacca effettivamente. Alcuni episodi ho avuto modo di vederli con mia figlia che aveva imparato a riconoscere Yukina e tutte le volte che passava ripeteva il nome.
EliminaRick & Morty me lo sono visto tutto durante le ferie estive e merita veramente. La puntata sui parassiti alieni in giro per casa l'hai vista?
@Drakkan
EliminaQuella puntata là di Rick and Morty (Total Rickall - 2x04) credo sia la più bella puntata di OGNI serie animata mai fatta. Devastante!
Dopo Attack on Titan e Rick&Morty ho imparato una cosa:se tu consigli una serie d'animazione,io la guardo.Punto.
RispondiEliminaEhm non vorrei fare il lamentone nel mio primo commento ma....io appena ho visto la locandina ho pensato:" un altro film uguale della dreamworks & soci;Pure il lato visivo non cambia di un H!" Beh io ora dopo aver letto la recensione se riesco lo guardo ma se c' ho preso qualche pazzia la faccio! Eheh
RispondiEliminaP.s. Che cos'é un tortano?
P.p.s. Hellboy era un bel film
Me lo sono visto comparire sulla pagina netflix (dove sto guardando "i 7 peccati capitali") e devo dire che non aveva attirato la mia attenzione. ora vedrò di recuperare
RispondiEliminaGuarda tu le coincidenze, proprio oggi mi sono sparato i primi tre episodi assieme ai pargoli ed ho pensato "devo dirlo al Doc che questa serie non è male!" 😀
RispondiEliminaVa bene Doc, venduta! La aggiungo alla pila alta così di cose da guardare prossimamente...
RispondiEliminaproprio ieri ho finito di vedere Gravity Falls (l'hai vista, doc?), ed ero in profonda crisi di astinenza, quindi il consiglio capacita a fagiuolo, le premesse sembrano interessanti...
RispondiEliminaEssendo finito Gravity Falls, con Star vs Force of Evil in pausa e il nuovo blocco di Steven Universe che deve ancora partire, potrei darci un occhiata sul fronte serie non-anime.
RispondiEliminaMa vogliamo parlarne? Instant classic e Emmy subito!
RispondiEliminaScusate, intendevo Rick & Morty 2x04, ma il mio cellulare mette i commenti dove vuole...
RispondiEliminaDoc, scopro da te che è una serie.. Pensavo che diventasse prima un film. Vabbèh, pazienza..
RispondiEliminaHmmm nn so... Ho visto la prima puntata e non mi ha convinto proprio del tutto, provo a guardare la seconda mi hai incuriosito.
RispondiEliminaHo iniziato a guardarlo ieri (prime tre puntate) e mi è proprio piaciuto; giudizi meglio articolati in seguito :)))
RispondiEliminaMa io speravo fosse incentrata sulla caccia ai trolls di internet! ;)
RispondiEliminaCmq interessante, la proverò!
Doc, brutte notizie è stata cancellata
RispondiElimina