Logan, il trailer del nuovo film di Wolverine pieno di anziani

Una partita alla bocciofila comunale finita male

E venne il giorno. Venne il giorno in cui iniziarono i lavori stradali per la nuova rotatoria, a molti km dalla Contea di Westchester, e tutti i mutanti anziani sopravvissuti accorsero ad assistere e a dare consigli agli operai. Era l'alba dei mutantumarelli. Giornata di trailer, oggi, così dopo quello del Dottore Strano, tocca a Logan, il terzo film personale di Wolverine. Prima il trailer, tutto girato in un reparto di geriatria, poi due paroline sul medesimo. Snikt (ma con dieci secondi di pausa tra un artiglio e l'altro) [...]

Dunque. Charles Xavier c'ha l'Alzheimer (no, davvero) e non può fare più il rattuso. Wolverine c'ha ancora il fisico, ma il fattore rigenerante sta perdendo i colpi, e non ti dico la prostata. I due sono in fuga - in un mondo devastato da Sinistro, dove i mutanti non ci sono più, tutti sono passati ai boxer - insieme a una ragazzina. Una ragazzina di nome Laura, chi sa sa. Ora, le premesse per una roba diversa dal solito, inevitabile polpettone dei mutanti Fox con un nemico di cui non frega una cippa a nessuno (in questo caso, a quanto pare, Donald Pierce e i suoi Reavers) o che ama coprirsi di ridicolo, come l'Apocalisse con l'agenzia di lavoro interinale, ci sarebbero anche. Chi ricorda Wolverine crocifisso dai Reavers in Australia, per dire, sa perché. C'è il postapocalittismo, c'è l'adulto che soffre per salvare il rEgazzino, come in tante robe postapocalittiche degne di questo nome. Ma dopo i due precedenti Wolverine e le risate che ti hanno fatto fare, trovi molto difficile nutrire delle speranze per questo Logan. Tanto più che il regista è quel Man(i)gold(o) di The Wolverine / Wolverine l'immortale e gli sceneggiatori hanno scritto roba tipo Lanterna Verde. Mhhhh. In estrema sintesi: speri, oh se speri, di essere smentito, ma i precedenti portano sconforto e grandine. 

Voialtri deboscia che ne dite? Oh, c'è pure gente a cui i primi due Wolverine sono piaciuti. Il mondo è bello perché è variant.