Punisher - Zona di Guerra (2008 - Pocosuper 6)
Nell'ultima puntata di Pocosuper, la rassegna di film di super-eroi degli anni Novanta e Duemila, si diceva del Punisher del 2004 e di come la Sony si sia incaponita per anni a cercare di tirar fuori film del Punitore, prima di confessare con un Minchia, non sono capace che magari era il caso di lasciar perdere, rimollando in mano alla Marvel i diritti nel 2015. Il punto di svolta? Punisher - Zona di Guerra (Punisher: War Zone) nel 2008, reboot del franchise a soli quattro anni dal film precedente, sostanzialmente perché Thomas Jane non era più a bordo. Nuovo Punitore, altra paranza di nemici pescati dai fumetti, flop decisamente più clamoroso al botteghino USA, tanto che in molti paesi, Italia compresa, è uscito poi direttamente in home video. Ma il film, al di là del bagno di sangue in cui si è trovato immerso chi c'ha messo i soldi, com'è? Tanti vi diranno che è il film migliore del Puni, e su questo non ci piove. Buongiorno, direbbe il gigante Ciccio, constatando come gli altri due siano stati girati direttamente su pellicola di carta igienica. Ma preso come film a sé, giudicandolo per quello che vale in senso assoluto, l'hai trovato la prima volta un prodotto insufficiente. Una seconda visione, ieri sera, non ti ha fatto cambiare idea. Anzi. [...]
Punisher: War Zone è uno di quei film nati da una royal rumble tra produttori e regista, una di quelle robe per cui si rincorrono le voci che vogliono il regista allontanato dalla sala di montaggio, costretto a subire un cut che non gli garba, in ginocchio sui ceci. L'assonante e teutonica Lexi Alexander (reduce da Hooligans, il film del 2005 con Elijah Coso) si è detta contenta della versione finale del suo lavoro, ma ciò non toglie che Sony abbia disperatamente tentato fino all'ultimo di scipparle un film PG-13. Se avete visto Punisher: War Zone, sapete quanto inverosimile fosse trasformare qualcosa nato con una R in fronte in una robina PG-13 senza sangue e morti cruente. Dovevano buttare mezza pellicola.
Parte molto bene, War Zone, con le lacrime napulitante che il nome della produttrice Gale Anne Hurd nei crediti di testa si porta dietro. Affiancatelo a quello dell'ex marito Cameron, e negli anni 80 ne vengono fuori alcuni dei migliori film di fantascienza della storia dell'umanità. Ma ti piace anche il fatto che si sia partiti in medias res, con un Punitore già in azione da diversi anni, spauracchio dei villanzoni e sostenuto, neanche troppo velatamente, dai poliziotti fan di Charles Bronson, che sanno perfettamente chi è e come si chiama. Per le origini bastava, giustamente, un flashback di pochi secondi, non c'era bisogno della gita a Puerto Rico di Thomas Jane.
Basta però una manciata di minuti per farti storcere il naso fino a fargli fare contatto con l'orecchio sinistro. Il Punitore entra in scena camminando su un tavolo, con un bengala in mano, poi si appende a testa in giù al lampadario, roteando come un acrobata del circo. Venghino, siore e siori, a vedere i numeri del pagliaccio Frengo Castello. Ora, sai che questo film piace a molti di voialtri debosciati, e sai anche che in un certo tipo di film sboroni numeri del genere sono all'ordine del giorno. Il tuo problema con War Zone è che parte dal secondo zero come una pellicola tamarra anni 80 con vent'anni di ritardo, e picchia su quella linea fino alla fine. Questo ingresso in scena qui, con tanto di coltelli che roteano nell'aere per andarsi a piantare nella fronte dei mafiosi italiani che parlano come Super Mario, a bocce ferme, era molto più affine a Il Vendicatore che all'idea del personaggio che avevi in mente. Credevi allora che un Punitore più sofferto, folle e "realistico" fosse una strada percorribile. I fatti, nella persona di Jon Bernthal, ti hanno dato sette anni dopo ragione.
Di War Zone apprezzi comunque il costume, una roba alla Bradstreet (che ha collaborato alla realizzazione dei poster e viene citato nel film con il nome dell'albergo dello scontro finale), con tanto di giubbotto antiproiettili pesante e con il collo alto da chansonnier esistenzialista giustiziere della notte. Come attore preferivi Thomas Jane, perché questo qui, Ray Stevenson, ti sembrava il cugino idraulico di Bobo Vieri. A ogni modo, per quella visione di Castle, poteva starci, almeno fino a quando non inizia a parlare.
Il che avviene molti minuti dopo la scena in cui il protagonista si spezza nel naso una matita (don't ask)
e fanno la loro comparsa tre delinquenti sfondati di droga e amanti del parkour. Perché sì. E qui occorre un'altra pausa, perché qualcuno potrebbe fare giustamente presente che a anche il tizio rasta, Maginty, viene dai fumetti, come quasi tutti i personaggi del film. Ma quello che funziona su carta non necessariamente gira a modino sullo schermo. Estremizzando: ti hanno divertito le storie in cui Castle diventa Frankenstein o va in giro nello spazio ad accoppare alieni, ma non per questo sono spunti da giocarsi in un film.
E quindi, l'idraulico Adalgiso Vieri, con quei capelli che non sembrano proprio naturalissimi, leccati all'indietro per praticità, il fisico da vecchio soldato più che da super-eroe come Thomas Jane,
con il teschio appena accennato sulla corazza, e che appare sì e no tre volte in tutto il film (ottima cosa),
è circondato da un mondo di character ben noti a chi conosce i fumetti. Andato via Hensleigh, Sony e Lionsgate hanno ripescato l'idea di affiancare al Puni quella sagoma di Microchip (il doppiatore con nome da Pipistrello di Gotham, Wayne Knight),
ma ci sono anche Pittsy e Ink (qui padre e figlio), Budiansky, Martin Soap
e ovviamente Mosaico (Jigsaw), Billy Russo, che qui diventa per qualche ragione Billy Russoti. Il Dominic West di The Wire funziona molto bene come Russoti, perché c'ha la faccia da cattivo, ma quando finisce nel frullatore dei vetri della differenziata e ne emerge con la faccia cucita da nonna Titina con la cataratta grave... boh. Qualcuno deve aver detto a West di fare il Joker senza cerone, e quello l'ha fatto. Ride, gigioneggia, fa il matto, perché un narcisista sfigurato se lo può permettere. Un Joker Frankenstein che parla e gesticola come Super Mario.
Segue gitaall'Arkham al Kentworth Asylum per liberare l'altro matto di famiglia, suo fratello Jim,
l'unico personaggio creato appositamente per il film insieme alla famiglia Donatelli. Famiglia di cui il protagonista ammazza il papà e poi adotta spiritualmente vedova e figlia. E quelle lo seguono pure nel suo covo e si ci fanno una pennica: come non trovare rassicurante un maniaco che ha commesso centinaia di omicidi e ti ha ammazzato marito e padre, se si presenta a casa con le sue scuse e una grasta di stimanza? Qui il naso ti aveva fatto il giro ed era tornato al suo posto, ché va bene la sospensione dell'incredulità, ma con i super-eroi che volano è più facile, con Il Giustiziere della Notte idraulico mica tanto.
Sempre immerso fino alla fronte nelle luci al neon e nel giallo, tanto giallo, giallo ovunque, War Zone si avvicina a passi incerti ma veloci verso il secondo e ultimo scontro con i Russoti Bros, Mario e Luigi mostri.
Subito dopo la loro campagna di reclutamento condotta per stereotipi mafioso-razziali, con un'immaginaria bandiera USA alle spalle, per scimmiottare il reclutamento dell'esercito americano e per rendere ancora più grottesco il film, abbassandone i toni. Se poi siano sufficienti una bandiera e una marcetta a far passare la testa di una pensionata esplosa è un altro paio di maniche.
Ed ecco, per quella decina di minuti che dura, l'assalto al Bradstreet Hotel è l'unica cosa del film che ti sia piaciuta. Un bignamino di The Raid,
con la gente che esplode per far ridere, il Punitore che si comporta da Punitore anziché da pagliazzo Frengo Castello,
e il giallo. Tanto giallo. Tanto tanto giallo. Cifra stilistica della pellicola, o forse il direttore della fotografia c'aveva l'ittero, una delle due.
Gran finale volemose bene, con il saluto con la manina della piccola Donatelli - "Grazie tante, Punitò, che mi hai reso orfana e traumatizzata a vita!" -
e quella cosa della croce al neon in cui si spengono il nome di Gesù (come poco prima si era spenta l'ultima parte dell'insegna Moriarty per lasciare accesa solo la parola Morte) e anche l'ultima speranza di Sony di far dei soldi con il personaggio. Nota finale 1: Colin Salmon (che qui è l'agente Budiansky) non è l'unico che sarebbe tornato a giocare con i super-eroi, apparendo in Arrow. Lo stesso Ray Stevenson sarebbe passato al Marvel Cinematic Universe, nei panni del voluminoso Volstagg nei due Thor:
Nota finale 2: no, esattamente come i due Punitori precedenti, manco Stevenson era effettivamente moro, come peraltro si vede NEL FLASHBACK del film:
Dice che quando è diventato il Puni ha colpito duramente una gang che importava illegalmente colorante per capelli e ne ha approfittato.
NELLE PUNTATE PRECEDENTI DI POCOSUPER:
I Fantastici 4 (2005)
Spawn (1997)
Daredevil (2003)
Lanterna Verde (2011)
The Punisher (2004)
Punisher: War Zone è uno di quei film nati da una royal rumble tra produttori e regista, una di quelle robe per cui si rincorrono le voci che vogliono il regista allontanato dalla sala di montaggio, costretto a subire un cut che non gli garba, in ginocchio sui ceci. L'assonante e teutonica Lexi Alexander (reduce da Hooligans, il film del 2005 con Elijah Coso) si è detta contenta della versione finale del suo lavoro, ma ciò non toglie che Sony abbia disperatamente tentato fino all'ultimo di scipparle un film PG-13. Se avete visto Punisher: War Zone, sapete quanto inverosimile fosse trasformare qualcosa nato con una R in fronte in una robina PG-13 senza sangue e morti cruente. Dovevano buttare mezza pellicola.
Parte molto bene, War Zone, con le lacrime napulitante che il nome della produttrice Gale Anne Hurd nei crediti di testa si porta dietro. Affiancatelo a quello dell'ex marito Cameron, e negli anni 80 ne vengono fuori alcuni dei migliori film di fantascienza della storia dell'umanità. Ma ti piace anche il fatto che si sia partiti in medias res, con un Punitore già in azione da diversi anni, spauracchio dei villanzoni e sostenuto, neanche troppo velatamente, dai poliziotti fan di Charles Bronson, che sanno perfettamente chi è e come si chiama. Per le origini bastava, giustamente, un flashback di pochi secondi, non c'era bisogno della gita a Puerto Rico di Thomas Jane.
Basta però una manciata di minuti per farti storcere il naso fino a fargli fare contatto con l'orecchio sinistro. Il Punitore entra in scena camminando su un tavolo, con un bengala in mano, poi si appende a testa in giù al lampadario, roteando come un acrobata del circo. Venghino, siore e siori, a vedere i numeri del pagliaccio Frengo Castello. Ora, sai che questo film piace a molti di voialtri debosciati, e sai anche che in un certo tipo di film sboroni numeri del genere sono all'ordine del giorno. Il tuo problema con War Zone è che parte dal secondo zero come una pellicola tamarra anni 80 con vent'anni di ritardo, e picchia su quella linea fino alla fine. Questo ingresso in scena qui, con tanto di coltelli che roteano nell'aere per andarsi a piantare nella fronte dei mafiosi italiani che parlano come Super Mario, a bocce ferme, era molto più affine a Il Vendicatore che all'idea del personaggio che avevi in mente. Credevi allora che un Punitore più sofferto, folle e "realistico" fosse una strada percorribile. I fatti, nella persona di Jon Bernthal, ti hanno dato sette anni dopo ragione.
Di War Zone apprezzi comunque il costume, una roba alla Bradstreet (che ha collaborato alla realizzazione dei poster e viene citato nel film con il nome dell'albergo dello scontro finale), con tanto di giubbotto antiproiettili pesante e con il collo alto da chansonnier esistenzialista giustiziere della notte. Come attore preferivi Thomas Jane, perché questo qui, Ray Stevenson, ti sembrava il cugino idraulico di Bobo Vieri. A ogni modo, per quella visione di Castle, poteva starci, almeno fino a quando non inizia a parlare.
Il che avviene molti minuti dopo la scena in cui il protagonista si spezza nel naso una matita (don't ask)
e fanno la loro comparsa tre delinquenti sfondati di droga e amanti del parkour. Perché sì. E qui occorre un'altra pausa, perché qualcuno potrebbe fare giustamente presente che a anche il tizio rasta, Maginty, viene dai fumetti, come quasi tutti i personaggi del film. Ma quello che funziona su carta non necessariamente gira a modino sullo schermo. Estremizzando: ti hanno divertito le storie in cui Castle diventa Frankenstein o va in giro nello spazio ad accoppare alieni, ma non per questo sono spunti da giocarsi in un film.
E quindi, l'idraulico Adalgiso Vieri, con quei capelli che non sembrano proprio naturalissimi, leccati all'indietro per praticità, il fisico da vecchio soldato più che da super-eroe come Thomas Jane,
con il teschio appena accennato sulla corazza, e che appare sì e no tre volte in tutto il film (ottima cosa),
è circondato da un mondo di character ben noti a chi conosce i fumetti. Andato via Hensleigh, Sony e Lionsgate hanno ripescato l'idea di affiancare al Puni quella sagoma di Microchip (il doppiatore con nome da Pipistrello di Gotham, Wayne Knight),
ma ci sono anche Pittsy e Ink (qui padre e figlio), Budiansky, Martin Soap
e ovviamente Mosaico (Jigsaw), Billy Russo, che qui diventa per qualche ragione Billy Russoti. Il Dominic West di The Wire funziona molto bene come Russoti, perché c'ha la faccia da cattivo, ma quando finisce nel frullatore dei vetri della differenziata e ne emerge con la faccia cucita da nonna Titina con la cataratta grave... boh. Qualcuno deve aver detto a West di fare il Joker senza cerone, e quello l'ha fatto. Ride, gigioneggia, fa il matto, perché un narcisista sfigurato se lo può permettere. Un Joker Frankenstein che parla e gesticola come Super Mario.
Segue gita
l'unico personaggio creato appositamente per il film insieme alla famiglia Donatelli. Famiglia di cui il protagonista ammazza il papà e poi adotta spiritualmente vedova e figlia. E quelle lo seguono pure nel suo covo e si ci fanno una pennica: come non trovare rassicurante un maniaco che ha commesso centinaia di omicidi e ti ha ammazzato marito e padre, se si presenta a casa con le sue scuse e una grasta di stimanza? Qui il naso ti aveva fatto il giro ed era tornato al suo posto, ché va bene la sospensione dell'incredulità, ma con i super-eroi che volano è più facile, con Il Giustiziere della Notte idraulico mica tanto.
Sempre immerso fino alla fronte nelle luci al neon e nel giallo, tanto giallo, giallo ovunque, War Zone si avvicina a passi incerti ma veloci verso il secondo e ultimo scontro con i Russoti Bros, Mario e Luigi mostri.
Subito dopo la loro campagna di reclutamento condotta per stereotipi mafioso-razziali, con un'immaginaria bandiera USA alle spalle, per scimmiottare il reclutamento dell'esercito americano e per rendere ancora più grottesco il film, abbassandone i toni. Se poi siano sufficienti una bandiera e una marcetta a far passare la testa di una pensionata esplosa è un altro paio di maniche.
Ed ecco, per quella decina di minuti che dura, l'assalto al Bradstreet Hotel è l'unica cosa del film che ti sia piaciuta. Un bignamino di The Raid,
con la gente che esplode per far ridere, il Punitore che si comporta da Punitore anziché da pagliazzo Frengo Castello,
e il giallo. Tanto giallo. Tanto tanto giallo. Cifra stilistica della pellicola, o forse il direttore della fotografia c'aveva l'ittero, una delle due.
Gran finale volemose bene, con il saluto con la manina della piccola Donatelli - "Grazie tante, Punitò, che mi hai reso orfana e traumatizzata a vita!" -
e quella cosa della croce al neon in cui si spengono il nome di Gesù (come poco prima si era spenta l'ultima parte dell'insegna Moriarty per lasciare accesa solo la parola Morte) e anche l'ultima speranza di Sony di far dei soldi con il personaggio. Nota finale 1: Colin Salmon (che qui è l'agente Budiansky) non è l'unico che sarebbe tornato a giocare con i super-eroi, apparendo in Arrow. Lo stesso Ray Stevenson sarebbe passato al Marvel Cinematic Universe, nei panni del voluminoso Volstagg nei due Thor:
Nota finale 2: no, esattamente come i due Punitori precedenti, manco Stevenson era effettivamente moro, come peraltro si vede NEL FLASHBACK del film:
Dice che quando è diventato il Puni ha colpito duramente una gang che importava illegalmente colorante per capelli e ne ha approfittato.
NELLE PUNTATE PRECEDENTI DI POCOSUPER:
I Fantastici 4 (2005)
Spawn (1997)
Daredevil (2003)
Lanterna Verde (2011)
The Punisher (2004)
per me funziona abbastanza ma quando si vede il puni in poltrona che dorme con la copertina di lana sulle gambe sigh
RispondiEliminaricordo solo che mi era piaciuta molto esteticamente la resa visiva del punitore...e che poi il film mi faceva talmente vomitare che l'ho visto con l'avanti veloce...
RispondiEliminaTalmente degno di nota che non sapevo neanche della sua esistenza :-)
RispondiEliminaAmmetto che anche per me funziona abbastanza. Non è un capolavoro del cinematografo manco per sbaglio, anzi è bel lontano dall'esserlo, ma non mi dispiace.
RispondiEliminaLe robe che mi danno più fastidio del film sono il fatto che il Puni possa riuscire a farsi "amare" dalla famiglia del tipo che ha ammazzato per sbaglio. Altra roba indigesta il fratello pazzo di Mosaico, totalmente senza senso, e il fatto che Mosaico lo chiamano Puzzle.
Ogni tanto eccede con il tasso di mimmaggine nelle scene d'azione come nella scena iniziale dove ci stanno, imho, sia il bengala sia i coltelli ma non ci sta il lampadario. Anche la scena dei fattonni salterini, i personaggi ci stanno pure è il tiro al piccione con il lancia grante e l'atterraggio con gli scarponi con il collo del tipo impalato che fa "crock" che non mi piace poi tanto.
Approfitto del tuo commento anche per chiedere una piccola info:
Eliminati dò ragione sull'esagerazione resa su schermo delle due scene, ma quella del salto sul tizio impalato è una citazione del primo story-arc di Ennis sul Punitore (eseguita su un personaggio molto più pericoloso, e quindi, al netto della pericolosità del gesto, più comprensibile).
Il tiro al piattello è anche essa una citazione?
Sinceramente, per quanto il Puni sia sempre stato uno dei miei preferiti (soprattutto la serie MAX dalla quale questi due film pescano a piene mani situazioni e personaggi) i due film sono due pisciate fuori dalla tazza.
RispondiEliminaQualcosa per forza di cose funziona, ma appunto perché pescato di forza dai testi di Ennis, per il resto...
Le sboronate all'inizio di Punisher War Zone mi hanno sempre fatto molto Il Corvo di Brandon Lee, e se là ci stavano, qui anche molto meno.
Non so se hai mai avuto la sfiga di vederti War Zone col doppiaggio italiano, ma ricordo con orrore ancora oggi quando Mosaico urla "IO SONo...PUZZLE!" e il rumore dei miei co&£ioni caduti a terra.
Cioè, tanto valeva tenere il nome originale a sto punto, Jigsaw ci stava, Mosaico ci stava, ma Puzzle?!
Da dove l'han tirato fuori?!
I soliti doppiaggi fatti a membro di setter da gente non del settore, e ciao...
Ricordo con ANCORA più orrore il gioco per PS3 acquistabile solo onlibe (nessuno ci avrebbe buttato soldi per stamparlo, è comprensibile).
Grazie a Dio poi è arrivato Jon Bernthal!
OT: Doc, mi mancano le tue rece sui videogames qui sull'Antro. Quando torni a buttarci qualche perla?
Cheers!
le trovi giornaliere nella categoria giochi del sito di mtv
EliminaLo so, per quello ho specificato "qui sull'Antro", che purtroppo, dal lavoro, quel sito mi è precluso ;)
EliminaNe scrivo tutti i giorni lì, non avrebbe senso farlo anche qui. So che i firewall aziendali sono una rottura di balls, ma ci sono sempre gli smartphone... e il computer di casa :)
EliminaEh lo so, era più che altro per "sollazzarmi" pure qui XD
EliminaContinuerò a seguirti "out of work" laggiù ;)
Eh...continua a piacermi...
RispondiElimina"ti sembrava il cugino idraulico di Bobo Vieri"
RispondiEliminasarà mica Frank l'Ariete? :)
quando organizziamo una petizione per incoraggiare lo spinoff Punisher della serie di Daredevil?
RispondiEliminaNon c'è bisogno: la serie stand-alone sul Puni di Netflix è già stata confermata per l'anno prossimo ;) YEAH!
EliminaMa Doc, vedo che non c'è un post dedicato a The Wire, segno inequivocabile che non te lo sei ancora visto. È ora di rimediare, lo si dice per te.
RispondiEliminaPrecisinata:
Anche il post su The Punisher 2004 era sottotitolato "Pocosuper 5", questo non dovrebbe essere il 6? (sì, non ho niente da fare).
LOL, vero. Si vede che insieme fanno mezzo film ;)
EliminaA onore del vero non lo trovai granché ma comunque è uno dei miei personaggi preferiti e lo vidi pieno di speranza. Comunque credo che non si "spezzi una matita nel naso" ma si aggiusti il setto nasale rotto poco prima, rimettendolo dritto. (Esperienza personale) :D
RispondiElimina/esponecartello "Era una battuta".
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminamai riuscito a finirlo. ricordo che l'avevo iniziato una sera a casa di mia nonna quando mio nonno era ricoverato ed io facevo il badante.
RispondiEliminaquando mi ricapita sott'occhio mi vengono in mente quei momenti e si imbruschetta tutto
Scusa Doc, ma parlando di supereroi scrausi... come va con i riassuntoni del batman vintaggio?
RispondiElimina
RispondiEliminanel naso la matita la mette per addrizzarlo. il crack che si sente è il setto che va a posto.
a testa in giù, solo i boondock saints. 'nuff said.
i tag pdf sono stati abrasi. scusate.
EliminaPiù che altro è stato già scritto :)
Elimina/riesponecartello "Era una battuta".
me l'ero perso :(
Eliminaora invio e vedo di far figuraccia anche con i boondock :D
MisterZoro, hai ragione. Confermo, nel doppiaggio italiano si sente "IO SONo...PUZZLE!... credevo di essermelo sognato, ma da quanto dici siamo stati in due a sentire sto orrore.
RispondiEliminaCome se il film gia` non facesse pena, col doppiaggio alla googletranslate l'hano pure peggiorato. Peccato, graficamente il personaggio mi piaceva...
La cosa assurda e' che mosaico era anche la scelta meno problematica per la corrispondenza del labiale, davvero mi chiedo se l'errore e' stato fatto in fase di traduzione o di adattamento.
EliminaL'errore temo sia sempre quello: affidare doppiaggi a gente che 1)non è del settore, 2)non si prende minimamente la briga di controllare, 3)viene pagato comunque.
EliminaE' una roba che ti segna a quanto pare: appena ho aperto il blog ho visto la locandina e la prima cosa che mi è venuta in mente è stato proprio "IO SONO PUZZLE!"
#riderepernonpiangere
"e il giallo. Tanto giallo. Tanto tanto giallo."
RispondiEliminaE dietro quelli di Deus Ex - Human Revolution a prendere nota.
l ultima battuta sui capelli mi ha ucciso!! :)
RispondiEliminaIo ho sempre pensato che l'attore in questione sono gli molto al tagliagole canadese Chris Benoit
RispondiElimina"giubbotto a collo alto da chansonnier esistenzialista giustiziere della notte" mi ha ribaltato. Non sono una fan del genere, ma lo guardarei solo per quello.
RispondiEliminail film non l'ho visto ma Ray Stevenson è dai tempi di Titus Pullo che mi sta simpatico qualsiasi cosa faccia...
RispondiEliminaIo a Ray Stevenson non riesco a non volergli bene, perchè è uno che negli ultimi 10 anni me lo sono trovato praticamente ovunque: il panzone cattivo in king arthur è Bors, nei tre moschettieri di anderson è porthos e volstagg in thor, poi chiusa la parentesi oversize ecco fare il cattivo in g.i. joe ed ultimamente fa il papà o in transporter, qui in versione ubriacone affascinante, o in divergent.
RispondiEliminaE' un caratterista però è davvero bravo in quello che fa
E' del 2008? Me lo ricordavo molto più vecchio...
RispondiEliminaE per il resto, l'ho dimenticato totalmente
Dopo 10 minuti cambiai canale. Anche io amo Pullone 😊. Roma é stata fucina di molti attori, e si vedevano bei manzi (santa HBO)
RispondiEliminaVisto oggi per la prima volta, purtroppo ho visto prima il punitore di netflix quindi non posso salvare niente del film...trasposizione troppo fedele non sempre funziona,anzi.
RispondiEliminaCmq... billy russotti alla fine del film parlava e si muoveva come Edgar di M.I.B