General Daimos, episodio 1 (La prima puntata non si scord… eh?!?)
Terzo e in quanto tale ultimo post de La prima puntata non si scord… eh?!? dedicato alla Trilogia Romance di Tadao Nagahama: dopo Combattler V e Vultus V, oggi tocca al più romance di tutti, General Hospit... General Daimos, il primo e unico super-robot nell'import export di ortofrutta. Nonchè figlio spurio di Goldrake, ma solo in un film di montaggio scamuffo per cinematografì italiani. Dice che siccome Daimos è una storpiatura di Deimos, una delle lune del pianeta rosso, era evidente che su Marte Goldrake non ci andava solo a giocare come voleva darci a intendere la sua sigla. Ma comunque, il primo episodio di General Daimos: amori cosmici! Donatellirettori! Il fratocugino di Sailor Moon! [...]
Nell’universo c’è questo popolo che si chiama Baamesi, che sono tipo i Baresi ma con più ali. Anche 'sti tizi ovviamente vogliono invadere la Terra e per farlo, anziché organizzarsi con delle astronavi, delle corriere volanti o farsela a passaggi, come tutti, hanno costruito UN SATELLITE ARTIFICIALE chiamato Piccolo Baam e hanno impiegato “MIGLIAIA DI ANNI” per arrivare da noi. E che fretta c’è, oh. Dice: ma come architettura classica, questi Baamesi, come son messi? Castelli medievali come in Vultus V o manieri circondati da moai dell’isola di Pasqua giganti e con una statua della libertà cessa come in Combattler V? No, qualcosa di più elegante,
una piramide trasparente con dentro un tempio dorico sormontato da un cobra alato gigante, mirabile esempio di sintesi tra Fidia e una rivista di tatuaggi per camionisti aggressivi.
I Baamesi, dicevamo, han le ali come uccelli, ma siccome non son liberi e ribelli, nella Squadra G non li hanno voluti, c’hanno detto Baamfangule. Il generalissimo Olbam, omologo spaziale del Visconte Cobram e vestito giustamente di viola, chiede conto dei progressi dell’operazione al Principe Rikiter,
il bishonen della serie, altrimenti noto come "Il Biondo di Luzzi dello spazio". Segni particolari di Rikiter, oltre alle ali e ai pratici copriorecchie a forma di triangolo isoscele,
il cobra alato che ha in fronte. Non è un fregio della fascia, attenzione, ma un boccolo di capelli. Per dargli quella forma, sono morti tre barbieri e si sono consumate duecento bombolette di lacca. I Baamesi c’hanno portato, oltre alla guerra, pure il buco nell’ozono. Baamstardi.
Bene, l’attacco lampo dei Baamesi, ordito nel giro di quei tre-quattromila anni, una specie di Blitzkrieg misurabile in ere geologiche, non parte da Tokyo ma da New York, perché vediamo nuclearizzare quello che era allora il grattacielo della Panam (qui Ranam, per amore dei tortellini).
I robot di Baam avanzano in parata, come nel ballo del raschio di Peo Pericoli, distruggendo tutto con un’occhiataccia laser carica di chitemmù,
e dall’alto se ne bea Balbas, tamarro con una catena al collo, i canini da vampiro, le occhiaie da campione interplanetario del cinque contro uno e un cobra in fronte. Senza ali, per rispetto della Rettore.
Ma Rikiter non è convinto, manca qualcosa. Si fa portare una cedrata per poter fare, costruire, inventare, e la tipa bona che gli porta la tassoni è Laiza (Minelli), aliena sexy con le ali color carta igienica profumata. Prego, favorisca, Rikiter, ci dice. ‘Nu campare pu’ cumpare, apertura alare.
Ma Rikiter s’incazza come un piccione e scaglia via il bicchiere: la tassoni è calda, eghe! Il fatto che a preparargli il drink c’abbiano messo vent’anni potrebbe aver influito sul risultato, va detto.
A Laiza, per l’umiliazione, si mortifica pure il coccodrillo in fronte.
E ora prendimi rimmel e eye-liner, ché mi devo dare una sistemata. Una cosa rapida, eh. Li voglio qui entro il 2028. Scat-ta-re.
In una base militare giapponese, risuona l’allarme. Il computer mostra inequivocabilmente il livello di minaccia celestino-rosa pallido-giallino, la situazione è disperata. Dov’è il solito professore con l’aria da minchione supponente che manda dei giovini, meglio se figli o figli adottivi, allo sbaraglio?
È morto, che domande. Però questo tizio coi baffi parla con una sua foto alla parete, tenuta lì al posto di quella del presidente Pertini. Il Dottor Ryuzaki, altrimenti noto come il quarto BeeGees, è il padre di Kazuya, che scopriamo dalle parole del baffo essere il pilota di un robot gigante. Ottimo, allora può pensarci Kazuya a ‘sti tamarrazzi alati fraccomodi, no? No, perché Kazuya “è in missione nello spazio”. Non ci sta un cacchio di nessuno, eh. Tutti assenti, poi lamentiamoci che i servizi comunali antialieni non funzionano.
Kazuya è a bordo di questa astronave molto sobria, dipinta da dei bambini dell’asilo con problemi, che in realtà fungerà anche da base del robot: la Daimovic. E sì, sembra il nome di una vodka del discount o di una squadra croata di quarta categoria.
Fortunatamente per tutti, Kazuya ha finito la gitarella fuori porta e sta tornando a casa. Lui è il solito eroe castano che nella sigla dà i colpi di karate al nulla, mentre il suo secondo, Kyoshiro, il bassista carismatico della serie,
è uno spacciatore col capello afro, gli occhiali da vecchia battona in vacanza a Capri e una KATANA sempre dietro la schiena, utilissima a bordo di un’astronave. Guarda, ci vengono incontro! Per salutarci!, dice Kazuya nel vedersi circondare da navicelle aliene, dall’alto della sua minchionaggine.
Il benvenuto, chiaramente, gli alieni glielo danno a missilate, nel disperato tentativo di sverniciare almeno quei colori inguardabili.
Intanto, in una palazzina popolare tutta storta, la più squallida base provvisoria di sempre, la situazione viene monitorata da un altro luminare e dai suoi assistenti:
il professor Izumi, una cosplayer di Candy Candy (Nanà, sorella di Kazuya), il robottino editore Cairo e la governante Okane,
donnone manesco e volgare. Anche per lei vale quanto detto per il generale Okanin di Vultus V: ogni frase di Okane era automaticamente una bestemmia grave. Apprezzabile la vestaglia sformata con una pratica tasca posteriore in grado di contenere un comodino.
Solo Cairo riesce a sottrarre lo scienziato alla furia assassina della governante. Al professore di prima, siccome non abbassava mai la tavoletta del bagno, Okane l’ha ucciso a cinquine, di.
E lei come la prende? Se lo prende, a Cairo, lo sfonda. Altro che robot e robot d’Egitto. E ok, le scenette da telefilm di Arnold con un po’ di violenza domestica in più. Ma Kazuya e Kyoshiro, lassù nello spazio, hanno sotto controllo la situazione?
Avoja. Mentre il loro equipaggio muore travolto dalle esplosioni
o proiettato nel vuoto dello spazio siderale insieme alle casse sul pannello della propria Uno Turbo,
Aspe', rientriamo subito, #staisereno!, dicono a Izumi per levarselo di torno, mentre impostano la rotta per tornare a casa. E tranzilli lì dietro, mollate i feriti, tanto morirete tutti nel rientro nell’atmosfera, ché non c’è tempo per riparare la nave.
Allacciata la cintura di sicurezza e la fibbia trovata nel fustino del detersivo ariel, Kazuya e Kyoshiro si sfilano, lasciando le astronavi aliene ai caccia spaziali della Federazione terrestre.
Dai!, si esalta il capaabombo, era ora che arrivassero! Grandissimi! In gamba, ragazzi! Filini, facci lei!
E pure quelli vengono crivellati di colpi e muoiono tutti. Nel cosmo, ogni volta che Kyoshiro apre bocca, l’antica e desueta costellazione del Gatto Nero si tocca le balle. Hai visto mai.
Informato dell’astronave terrestre sfuggita al loro attacco, l’irascibile Rikiter se la ride. Quel Kazuya è proprio un bell’uomo, oh.
Puntiamo sul Giappone!, urla. In pratica, se Kazuya e l’amico non fossero rientrati, ai Baamesi dell’arcipelago nipponico fregava una ralla. Ossia: l’unica volta che gli alieni invasori non si cagano Tokyo, sono i giapponesi a portarli da loro. Questa è educazione, signori. Che popolo incredibile. E insomma: Tutti a Pinerolokyo!, urla Rikiter,
e siccome lo fa puntando il suo indice deforme a mazzarella, tutti obbediscono. Intanto, Izumi e gli altri si preparano ad accogliere l’astronave. È tutta tecnologia giapponese avanzatissima, elettronica di alta precisione e perciò anche difficile da spiegare, ci vuole un genio come il professore per poterla adoperare:
devi abbassare la leva gigante. Se non funziona, prima le devi mollare un paio di calci.
In questo modo la palazzina sprofonda, si scassa tutto, per pura speculazione edilizia, e compare la basetta per agganciare la nave. Per atterrare bisogna agganciare i pirulini tondi nei buchi tondi e quelli a forma di T nei fermi a forma di T.
Aspe'! Frena! Quelli… tondi nelle T?, chiede Kazuya. Se i nemici sono quaglie, lui non è esattamente un’aquila.
Il tempo di completare l’operazione e scendere i pasticcini e una grasta dello spazio giù a Nanà e gli altri,
mentre “Parigi, Londra e Roma” vengono distrutte, come precisa il militare, qui, lo zio segaligno di Haran Banjo. Oh, tante grazie, Kazù. Chivemmù.
Intanto, Rikiter viene informato della scomparsa di Erika, sua sorella. Tipico nome da principessa aliena, Erika. D’altronde la governante della principessa di chiama Margareth. C’hanno messo tremila anni ad arrivare qui, avoja le repliche delle telenovelas che si sono dovuti sciroppare 'sti poveracci.
Uomo molto sensibile, Rikiter zittisce Margareth a cinquine. Se la sorella s’è persa per mettersi a fare l’infermierina come Candy Candy, dice, sono fatti suoi. Lui ha altro da fare in questo momento:
uno shampoo col balsamo. Va’ se da dietro non sembra Sailor Moon con le extension. Ma bando alle ciance, è ora di far entrare in azione il Daimos!
Di combattere quei camionisti del cosmo con un camion spaziale! Motore Iveco, baracchino potentissimo e adesivi dietro dell’asso di bastoni e di patreppio. E in più non c’è manco bisogno del gasolio, va a "luce cristallina", quella roba che i due giovanotti hanno portato dallo spazio. Kyoshiro, filosofo nell’animo, comprende l’importanza di una fonte energetica pulita, rinnovabile e che richiede viaggi interplanetari per procurarla:
come una mattina, di luce cristallina, come una finestra che mi illumina il cuscino, dice, prima di finire senza saperlo in un trailer di un film di Muccino in cui tutti parlano romano biascicato. La katana è sempre lì, per stare comodo.
Il Daimos in configurazione camion si chiama Trancer, perché pure in quanto a lucine led sul tetto non cugghiunìa, e Izumi l’ha costruito col padre di Kazuya prima che morisse. Professò, ma perché un camion?, chiede Kazuya, non era più pratica l’astronave?
L’abbiamo finanziato trasportando per anni carichi di bergamotti giapponesi e altra roba in autostrada. Se ti servono, c’ho ancora delle nike scivolate dal camion. Ma non c’è tempo per gli amarcordi. Va’ e combatti, Kazuya! È la volontà di tuo padre!, gli dice Izumi, trascinandolo per un braccio. Abbiamo visto tanti eroi giapponesi finire in prima linea senza quasi rendersene conto,
ma Kazuya è il primo che ci viene spedito a calci in culo. Letteralmente. Spingitori di piloti di robottoni, su Rieducational Channel!
La praticissima sequenza di partenza prevede il trasporto a mezzo trespolo di Kazuya su una macchinina del futuro bellissima, la Triper-75S,
che dopo aver percorso i soliti chilometri e chilometri di tunnel sotterranei illuminati a membro di segugio, ed esser decollata senza alcuna ragione, riatterra su una rampa sbucata dal sottosuolo. Il pubblico sulle tribunette applaude.
Kazuya, disperato e in balia degli eventi, si trova davanti il solito simulacro digitale del padre scomparso (è una cosa che si porta tra i robottoni, lo sappiamo), lo scienziato-camionista-Bee Gees, e può confessargli tutta la sua determinazione e voglia di combattere:
Ti avevo chiesto un motorinooooooo!!!! Ma vai a fare in cu…!!!
Proprio le urla di Kazuya e i suoi appelli alla governante, le urla di Okane, servono ad attivare la fase successiva della semplicissima partenza. Terminato il giro inutile sull’autoscontro, da una base a forma di testa di drago, per passare inosservata, decolla il Tir Trancer, che corre su una serie di passerelle a scomparsa. Impatto ambientale di tutta l’operazione: LOL.
Quindi Kazuya e la sua macchina volano nel camion urlando JUSTIN (giuri), in omaggio al futuro cantante minchietto Bieber,
e dopo una dozzina di chilometri nascosti grazie a una piega dimensionale all’interno del camion, Kazuya viene trasportato nella cabina di comando,
dove gli si appiccicano sulla capoccia delle ventose, per sucargli via quel poco di raziocinio che gli resta,
mentre delle pratiche manette lo assicurano alla postazione, sempre per quel discorso che lui c’ha una gran voglia di combattere. Col Kazuya che ti muovi da qui, ciccio.
Il ragazzo lancia l’ultimo urlo, DAIMOSFUORILASSATEMIIII!!!!,
il camion ridecolla su una rampa di roccia e il veicolo si trasforma in aria nel Generale Daimos, anche se il titolo del cartone è General Daimos, per sottrarre qualche spettatrice rincoglionita e con la cataratta grave alla soap General Hospital.
‘Sto Daimos, robot che una volta è figlio di Goldrake, n’altra si fa chiamare Generale, gli mancano solo Napoleone e Garibaldi (vedi gli effetti della legge Basaglia sui robot giapponesi), non è come i suoi due cugini Combattler V e Vultus V: niente cinque piloti, non è un robot componibile. Al massimo, visto che nasce da un camion di import export, come robot guerriero è un po’ compatibile. Ma comunque. Com’è esteticamente il Daimos? Volto classico, imbruttito solo da quelle orecchie ad aletta,
corpo con abbinamenti cromatici alla cazzomannaggia:
giallo, verde, rosso, nero, bianco, celeste… Oh, l’avete vista l’astronave all’inizio, no? E allora.
Arrivano i tizi di Baam, e il loro è un ingresso in scena giustamente col botto, nomen omen. Astronave da combattimento a forma di razza-lunapark anni 70 di Rimini in inverno, con l’occhio della provvidenza massonico per far capire che c’hanno agganci importanti.
In seguito il Daimos sarà affiancato da un aereo da combattimento guidato da Kyoshiro, un jet giallo pallido come un budino alla vaniglia, e per questo chiamato Galban F12, ma per ora Kazuya deve fare tutto da solo. Che armi ci sono a bordo?, chiede giustamente il ragazzo alla base.
“Usa il tuo karatè, so che sei molto abile nelle arti marziali!”, gli grida il professor Izumi. Non ci stavano ancora i soldi per le armi, se n’è andato tutto in adesivi per il camion.
Se Vultus V aveva sfoderato in trenta secondi tipo trenta armi, Daimos deve aspettare insomma le altre puntate, per ora solo cazzottoni in faccia. Teh, robot alieni dimmerda!
ATTENTO, KAZUYA! MINCHIONE, ALLE SPALLE!, gli gridano dalla base,
mentre
l’infoiatissimo ultimo baluardo del Giappone viene catturato con le
catene dei robot alieni. Perché c’avevano le catene dietro? Oh, a Baam
te li fottono come niente i robot, basta che li parcheggi un attimo
sotto casa. LASCIATEMI! L’HO VISTA PRIMA IO!, urla Kazuya, già innamoratissimo della bella principessa aliena Erika, vestita come una compagna di classe di Jenny la Tennista.
Dall’astronave riminese, Donatellorettoro ride di lui, dopo aver perso per sempre il controllo della propria mano destra.
Alla base, però, Izumi si ricorda che si può attivare un cheat gridando "DOPPIO BLIZZARD". O quello oppure prova destra, destra, sinistra, sinistra, pugno, Select. Oh, vedi te. Il nome da giocatore malato di WoW, urlato da Kazuya assumendo una posa che mette in risalto i pregevoli decori a parentesi quadrata della sua tuta,
Erika, cameriera dello spazio che se ci dai la mancia ti chiama Sugar e ti porta il refill di caffè gratis ogni cinque minuti, non può sentirlo, in quanto svenuta, ma tra i due nascerà una tormentata storia d’amore. Perché c’è una cosa sola che può mettere d’accordo fazioni in lotta, e quella cosa èla fig… l’amore. Umani e Baamiani, Montecchi e Capuleti,
ma più che altro, un capocchia e tanti pennuti. Intanto, comunque, il bene ha vinto. Un applauso per Daimo… NO, FERMO!!!
GLI ALTRI POST DE LA PRIMA PUNTATA NON SI SCORD...EH?!?:
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Holly e Benji
I Cavalieri dello Zodiaco
L'Uomo Tigre
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Georgie
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Iron Man
Zambot 3
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L'Uomo-Ragno e i suoi fantastici amici
Babil Junior
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Getter Robot
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UFO Diapolon
I 5 Samurai
Holly & Benji VIDEO
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Georgie VIDEO
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Capitan Futuro
Ken il Guerriero
Batman il Telefilm
Vultus V
Combattler V
Nell’universo c’è questo popolo che si chiama Baamesi, che sono tipo i Baresi ma con più ali. Anche 'sti tizi ovviamente vogliono invadere la Terra e per farlo, anziché organizzarsi con delle astronavi, delle corriere volanti o farsela a passaggi, come tutti, hanno costruito UN SATELLITE ARTIFICIALE chiamato Piccolo Baam e hanno impiegato “MIGLIAIA DI ANNI” per arrivare da noi. E che fretta c’è, oh. Dice: ma come architettura classica, questi Baamesi, come son messi? Castelli medievali come in Vultus V o manieri circondati da moai dell’isola di Pasqua giganti e con una statua della libertà cessa come in Combattler V? No, qualcosa di più elegante,
una piramide trasparente con dentro un tempio dorico sormontato da un cobra alato gigante, mirabile esempio di sintesi tra Fidia e una rivista di tatuaggi per camionisti aggressivi.
I Baamesi, dicevamo, han le ali come uccelli, ma siccome non son liberi e ribelli, nella Squadra G non li hanno voluti, c’hanno detto Baamfangule. Il generalissimo Olbam, omologo spaziale del Visconte Cobram e vestito giustamente di viola, chiede conto dei progressi dell’operazione al Principe Rikiter,
il bishonen della serie, altrimenti noto come "Il Biondo di Luzzi dello spazio". Segni particolari di Rikiter, oltre alle ali e ai pratici copriorecchie a forma di triangolo isoscele,
il cobra alato che ha in fronte. Non è un fregio della fascia, attenzione, ma un boccolo di capelli. Per dargli quella forma, sono morti tre barbieri e si sono consumate duecento bombolette di lacca. I Baamesi c’hanno portato, oltre alla guerra, pure il buco nell’ozono. Baamstardi.
Bene, l’attacco lampo dei Baamesi, ordito nel giro di quei tre-quattromila anni, una specie di Blitzkrieg misurabile in ere geologiche, non parte da Tokyo ma da New York, perché vediamo nuclearizzare quello che era allora il grattacielo della Panam (qui Ranam, per amore dei tortellini).
I robot di Baam avanzano in parata, come nel ballo del raschio di Peo Pericoli, distruggendo tutto con un’occhiataccia laser carica di chitemmù,
e dall’alto se ne bea Balbas, tamarro con una catena al collo, i canini da vampiro, le occhiaie da campione interplanetario del cinque contro uno e un cobra in fronte. Senza ali, per rispetto della Rettore.
Ma Rikiter non è convinto, manca qualcosa. Si fa portare una cedrata per poter fare, costruire, inventare, e la tipa bona che gli porta la tassoni è Laiza (Minelli), aliena sexy con le ali color carta igienica profumata. Prego, favorisca, Rikiter, ci dice. ‘Nu campare pu’ cumpare, apertura alare.
Ma Rikiter s’incazza come un piccione e scaglia via il bicchiere: la tassoni è calda, eghe! Il fatto che a preparargli il drink c’abbiano messo vent’anni potrebbe aver influito sul risultato, va detto.
A Laiza, per l’umiliazione, si mortifica pure il coccodrillo in fronte.
E ora prendimi rimmel e eye-liner, ché mi devo dare una sistemata. Una cosa rapida, eh. Li voglio qui entro il 2028. Scat-ta-re.
In una base militare giapponese, risuona l’allarme. Il computer mostra inequivocabilmente il livello di minaccia celestino-rosa pallido-giallino, la situazione è disperata. Dov’è il solito professore con l’aria da minchione supponente che manda dei giovini, meglio se figli o figli adottivi, allo sbaraglio?
È morto, che domande. Però questo tizio coi baffi parla con una sua foto alla parete, tenuta lì al posto di quella del presidente Pertini. Il Dottor Ryuzaki, altrimenti noto come il quarto BeeGees, è il padre di Kazuya, che scopriamo dalle parole del baffo essere il pilota di un robot gigante. Ottimo, allora può pensarci Kazuya a ‘sti tamarrazzi alati fraccomodi, no? No, perché Kazuya “è in missione nello spazio”. Non ci sta un cacchio di nessuno, eh. Tutti assenti, poi lamentiamoci che i servizi comunali antialieni non funzionano.
Kazuya è a bordo di questa astronave molto sobria, dipinta da dei bambini dell’asilo con problemi, che in realtà fungerà anche da base del robot: la Daimovic. E sì, sembra il nome di una vodka del discount o di una squadra croata di quarta categoria.
Fortunatamente per tutti, Kazuya ha finito la gitarella fuori porta e sta tornando a casa. Lui è il solito eroe castano che nella sigla dà i colpi di karate al nulla, mentre il suo secondo, Kyoshiro, il bassista carismatico della serie,
è uno spacciatore col capello afro, gli occhiali da vecchia battona in vacanza a Capri e una KATANA sempre dietro la schiena, utilissima a bordo di un’astronave. Guarda, ci vengono incontro! Per salutarci!, dice Kazuya nel vedersi circondare da navicelle aliene, dall’alto della sua minchionaggine.
Il benvenuto, chiaramente, gli alieni glielo danno a missilate, nel disperato tentativo di sverniciare almeno quei colori inguardabili.
Intanto, in una palazzina popolare tutta storta, la più squallida base provvisoria di sempre, la situazione viene monitorata da un altro luminare e dai suoi assistenti:
il professor Izumi, una cosplayer di Candy Candy (Nanà, sorella di Kazuya), il robottino editore Cairo e la governante Okane,
donnone manesco e volgare. Anche per lei vale quanto detto per il generale Okanin di Vultus V: ogni frase di Okane era automaticamente una bestemmia grave. Apprezzabile la vestaglia sformata con una pratica tasca posteriore in grado di contenere un comodino.
Solo Cairo riesce a sottrarre lo scienziato alla furia assassina della governante. Al professore di prima, siccome non abbassava mai la tavoletta del bagno, Okane l’ha ucciso a cinquine, di.
E lei come la prende? Se lo prende, a Cairo, lo sfonda. Altro che robot e robot d’Egitto. E ok, le scenette da telefilm di Arnold con un po’ di violenza domestica in più. Ma Kazuya e Kyoshiro, lassù nello spazio, hanno sotto controllo la situazione?
Avoja. Mentre il loro equipaggio muore travolto dalle esplosioni
o proiettato nel vuoto dello spazio siderale insieme alle casse sul pannello della propria Uno Turbo,
i due minchioni se la ridono:
finalmente si prende di nuovo la televisione! Appena si toglie dai coglioni il professore, danno un film con la Fenech. Aspe', rientriamo subito, #staisereno!, dicono a Izumi per levarselo di torno, mentre impostano la rotta per tornare a casa. E tranzilli lì dietro, mollate i feriti, tanto morirete tutti nel rientro nell’atmosfera, ché non c’è tempo per riparare la nave.
Allacciata la cintura di sicurezza e la fibbia trovata nel fustino del detersivo ariel, Kazuya e Kyoshiro si sfilano, lasciando le astronavi aliene ai caccia spaziali della Federazione terrestre.
Dai!, si esalta il capaabombo, era ora che arrivassero! Grandissimi! In gamba, ragazzi! Filini, facci lei!
E pure quelli vengono crivellati di colpi e muoiono tutti. Nel cosmo, ogni volta che Kyoshiro apre bocca, l’antica e desueta costellazione del Gatto Nero si tocca le balle. Hai visto mai.
Informato dell’astronave terrestre sfuggita al loro attacco, l’irascibile Rikiter se la ride. Quel Kazuya è proprio un bell’uomo, oh.
Puntiamo sul Giappone!, urla. In pratica, se Kazuya e l’amico non fossero rientrati, ai Baamesi dell’arcipelago nipponico fregava una ralla. Ossia: l’unica volta che gli alieni invasori non si cagano Tokyo, sono i giapponesi a portarli da loro. Questa è educazione, signori. Che popolo incredibile. E insomma: Tutti a Pinerolokyo!, urla Rikiter,
e siccome lo fa puntando il suo indice deforme a mazzarella, tutti obbediscono. Intanto, Izumi e gli altri si preparano ad accogliere l’astronave. È tutta tecnologia giapponese avanzatissima, elettronica di alta precisione e perciò anche difficile da spiegare, ci vuole un genio come il professore per poterla adoperare:
devi abbassare la leva gigante. Se non funziona, prima le devi mollare un paio di calci.
In questo modo la palazzina sprofonda, si scassa tutto, per pura speculazione edilizia, e compare la basetta per agganciare la nave. Per atterrare bisogna agganciare i pirulini tondi nei buchi tondi e quelli a forma di T nei fermi a forma di T.
Aspe'! Frena! Quelli… tondi nelle T?, chiede Kazuya. Se i nemici sono quaglie, lui non è esattamente un’aquila.
Il tempo di completare l’operazione e scendere i pasticcini e una grasta dello spazio giù a Nanà e gli altri,
mentre “Parigi, Londra e Roma” vengono distrutte, come precisa il militare, qui, lo zio segaligno di Haran Banjo. Oh, tante grazie, Kazù. Chivemmù.
Intanto, Rikiter viene informato della scomparsa di Erika, sua sorella. Tipico nome da principessa aliena, Erika. D’altronde la governante della principessa di chiama Margareth. C’hanno messo tremila anni ad arrivare qui, avoja le repliche delle telenovelas che si sono dovuti sciroppare 'sti poveracci.
Uomo molto sensibile, Rikiter zittisce Margareth a cinquine. Se la sorella s’è persa per mettersi a fare l’infermierina come Candy Candy, dice, sono fatti suoi. Lui ha altro da fare in questo momento:
uno shampoo col balsamo. Va’ se da dietro non sembra Sailor Moon con le extension. Ma bando alle ciance, è ora di far entrare in azione il Daimos!
Di combattere quei camionisti del cosmo con un camion spaziale! Motore Iveco, baracchino potentissimo e adesivi dietro dell’asso di bastoni e di patreppio. E in più non c’è manco bisogno del gasolio, va a "luce cristallina", quella roba che i due giovanotti hanno portato dallo spazio. Kyoshiro, filosofo nell’animo, comprende l’importanza di una fonte energetica pulita, rinnovabile e che richiede viaggi interplanetari per procurarla:
come una mattina, di luce cristallina, come una finestra che mi illumina il cuscino, dice, prima di finire senza saperlo in un trailer di un film di Muccino in cui tutti parlano romano biascicato. La katana è sempre lì, per stare comodo.
Il Daimos in configurazione camion si chiama Trancer, perché pure in quanto a lucine led sul tetto non cugghiunìa, e Izumi l’ha costruito col padre di Kazuya prima che morisse. Professò, ma perché un camion?, chiede Kazuya, non era più pratica l’astronave?
L’abbiamo finanziato trasportando per anni carichi di bergamotti giapponesi e altra roba in autostrada. Se ti servono, c’ho ancora delle nike scivolate dal camion. Ma non c’è tempo per gli amarcordi. Va’ e combatti, Kazuya! È la volontà di tuo padre!, gli dice Izumi, trascinandolo per un braccio. Abbiamo visto tanti eroi giapponesi finire in prima linea senza quasi rendersene conto,
ma Kazuya è il primo che ci viene spedito a calci in culo. Letteralmente. Spingitori di piloti di robottoni, su Rieducational Channel!
La praticissima sequenza di partenza prevede il trasporto a mezzo trespolo di Kazuya su una macchinina del futuro bellissima, la Triper-75S,
che dopo aver percorso i soliti chilometri e chilometri di tunnel sotterranei illuminati a membro di segugio, ed esser decollata senza alcuna ragione, riatterra su una rampa sbucata dal sottosuolo. Il pubblico sulle tribunette applaude.
Kazuya, disperato e in balia degli eventi, si trova davanti il solito simulacro digitale del padre scomparso (è una cosa che si porta tra i robottoni, lo sappiamo), lo scienziato-camionista-Bee Gees, e può confessargli tutta la sua determinazione e voglia di combattere:
Ti avevo chiesto un motorinooooooo!!!! Ma vai a fare in cu…!!!
Proprio le urla di Kazuya e i suoi appelli alla governante, le urla di Okane, servono ad attivare la fase successiva della semplicissima partenza. Terminato il giro inutile sull’autoscontro, da una base a forma di testa di drago, per passare inosservata, decolla il Tir Trancer, che corre su una serie di passerelle a scomparsa. Impatto ambientale di tutta l’operazione: LOL.
Quindi Kazuya e la sua macchina volano nel camion urlando JUSTIN (giuri), in omaggio al futuro cantante minchietto Bieber,
e dopo una dozzina di chilometri nascosti grazie a una piega dimensionale all’interno del camion, Kazuya viene trasportato nella cabina di comando,
dove gli si appiccicano sulla capoccia delle ventose, per sucargli via quel poco di raziocinio che gli resta,
mentre delle pratiche manette lo assicurano alla postazione, sempre per quel discorso che lui c’ha una gran voglia di combattere. Col Kazuya che ti muovi da qui, ciccio.
Il ragazzo lancia l’ultimo urlo, DAIMOSFUORILASSATEMIIII!!!!,
il camion ridecolla su una rampa di roccia e il veicolo si trasforma in aria nel Generale Daimos, anche se il titolo del cartone è General Daimos, per sottrarre qualche spettatrice rincoglionita e con la cataratta grave alla soap General Hospital.
‘Sto Daimos, robot che una volta è figlio di Goldrake, n’altra si fa chiamare Generale, gli mancano solo Napoleone e Garibaldi (vedi gli effetti della legge Basaglia sui robot giapponesi), non è come i suoi due cugini Combattler V e Vultus V: niente cinque piloti, non è un robot componibile. Al massimo, visto che nasce da un camion di import export, come robot guerriero è un po’ compatibile. Ma comunque. Com’è esteticamente il Daimos? Volto classico, imbruttito solo da quelle orecchie ad aletta,
corpo con abbinamenti cromatici alla cazzomannaggia:
giallo, verde, rosso, nero, bianco, celeste… Oh, l’avete vista l’astronave all’inizio, no? E allora.
Arrivano i tizi di Baam, e il loro è un ingresso in scena giustamente col botto, nomen omen. Astronave da combattimento a forma di razza-lunapark anni 70 di Rimini in inverno, con l’occhio della provvidenza massonico per far capire che c’hanno agganci importanti.
In seguito il Daimos sarà affiancato da un aereo da combattimento guidato da Kyoshiro, un jet giallo pallido come un budino alla vaniglia, e per questo chiamato Galban F12, ma per ora Kazuya deve fare tutto da solo. Che armi ci sono a bordo?, chiede giustamente il ragazzo alla base.
“Usa il tuo karatè, so che sei molto abile nelle arti marziali!”, gli grida il professor Izumi. Non ci stavano ancora i soldi per le armi, se n’è andato tutto in adesivi per il camion.
Se Vultus V aveva sfoderato in trenta secondi tipo trenta armi, Daimos deve aspettare insomma le altre puntate, per ora solo cazzottoni in faccia. Teh, robot alieni dimmerda!
Sono Daimos e c’ho LA VIOLENZA NEI PUGNI!
CINQUINE DI MORTE!
CALCI GIRACASA DI CICCIO NORRIS E…
Ma aspetta un attimo! Manco dalla Terra da mesi, ma se non sbaglio quella è proprio una bella fig…ATTENTO, KAZUYA! MINCHIONE, ALLE SPALLE!, gli gridano dalla base,
" |
Dall’astronave riminese, Donatellorettoro ride di lui, dopo aver perso per sempre il controllo della propria mano destra.
Alla base, però, Izumi si ricorda che si può attivare un cheat gridando "DOPPIO BLIZZARD". O quello oppure prova destra, destra, sinistra, sinistra, pugno, Select. Oh, vedi te. Il nome da giocatore malato di WoW, urlato da Kazuya assumendo una posa che mette in risalto i pregevoli decori a parentesi quadrata della sua tuta,
serve a far apparire le tette al robot,
dalle quali si scatena un turbine che travolge i nemici e permette a Kazuya di riprendere con le mazzate di morte.
TEH, TI SCIARMO!
PURE A TE LÀ DIETRO! ARUCÙ!
E ora pensiamo alle cose serie.
Ma ciao, bella principessa aliena con il nome da compagna di banco delle medie, chiamami perockyjoe e sarò il tuo biondo. Tinto ma biondo.Erika, cameriera dello spazio che se ci dai la mancia ti chiama Sugar e ti porta il refill di caffè gratis ogni cinque minuti, non può sentirlo, in quanto svenuta, ma tra i due nascerà una tormentata storia d’amore. Perché c’è una cosa sola che può mettere d’accordo fazioni in lotta, e quella cosa è
ma più che altro, un capocchia e tanti pennuti. Intanto, comunque, il bene ha vinto. Un applauso per Daimo… NO, FERMO!!!
Sigla!
GLI ALTRI POST DE LA PRIMA PUNTATA NON SI SCORD...EH?!?:
Transformers
Holly e Benji
I Cavalieri dello Zodiaco
L'Uomo Tigre
Capitan Harlock
Georgie
I Masters
Candy Candy
Astrorobot
Lupin III
Jeeg
Daitarn III
Il Grande Mazinga
Goldrake
Iron Man
Zambot 3
Tartarughe Ninja
L'Uomo-Ragno e i suoi fantastici amici
Babil Junior
Donna Ragno
Getter Robot
Kyashan
Godam
UFO Diapolon
I 5 Samurai
Holly & Benji VIDEO
Balatack
Georgie VIDEO
Fantaman
Capitan Futuro
Ken il Guerriero
Batman il Telefilm
Vultus V
Combattler V
Mamma mia... era proprio inguardabile. Da non credere che sia parte di una trilogia con Vultus e Combatter.
RispondiEliminaCheers
ahahah mi scompiscio mi scompiscio! Mitico :D
RispondiEliminaNon l'ho mai visto, certo che il robot era brutto forte. Ma il bassista carismatico poi che fa? Non mi pare salga sul robot insieme a Kazuya.
RispondiEliminaComunque sugli spingitori di piloti di robottoni ho temuto di non farcela.
se il bassista carismatico è messo in queste condizioni stiamo messi bene... gli manca solo il cappellino con l' elica e gli scaldamuscoli per il premio sfiga 1984
EliminaL'ho scritto: essendo l'uomo di fiducia di Kazuya, guida la navetta Galban.
Elimina/ohohoh
Ahah! Doc, questa l'ho letta stamattina e l'ho capita adesso.
Eliminasi mette anche una divisa da che guevara per guidara l'aereo, sempre con katana dietro, e minaccia di morte un po tutti a buffo :)
EliminaComunque ho sempre trovato apprezzabile vedere finalmente un robot con non funziona con manopole e manubri improbabili e segue i movimenti del pilota.
RispondiEliminarobot orribile, sembra una cinesata, galleria dei cattivi tra nichi ventola con le extension e genny savastano , pheega di legno urticante effetto ghiaccio sui maroni, cast da carcincù specialmente il caapabomba katanato imbarazzante. Certamente una katana la si deve imparare a portarsela vedi confronto con michonne.
RispondiEliminaMa soprattutto camion totalmente senza senso, e questo a mio avviso veramente è la pietra trombale .
Uniche cose che mi piacevano erano: le mosse di viulenza e i comandi a ventosa. UN pò poco per il povero Generale Daino, uscito dal parco del Nebrodi e presto trasformato in giacchetta in pelle o scarpa di marca.
Il doc dice che più avanti avrebbe pilotato un aereo da combattimento.
RispondiEliminaQuello che vorrei sapere io, invece, è che fine abbiano fatto le ali di Erika...
Sono retrattili. Giuro.
EliminaYep. Nella scena delle extension di Sailor Moon, Rikiter le ritrae fin quasi a farle scomparire. Si vede che altrimenti non passava dalla porta, boh.
Eliminasperiamo che la dolce donzella non serbi altre sorprese ritraibili....
Eliminamomentaneamente nascoste perchè deve fare manovra col volante del camion ...
Prima che inventassero le ali retrattili era un continuo:
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=NjdCrvqBRDM&feature=youtu.be&t=54s
Nota: la prima parte del mio post era una risposta alla domanda di "Cattivone"... non so perché non sia finito subito sotto al suo post, forse ho sbagliato io...
RispondiEliminaMeraviglia
RispondiEliminaForse l'unico anime robotico old school di cui non me ne fregava una mazza dei combattimenti, del monster of the week ecc... ma solo degli altarini ormonali-sentimentali dei protagonisti. C'è da dire che il robot abbastanza bruttarello pure ci metteva del suo per spingermi ad apprezzare l'anime da quest'ottica particolare.
RispondiEliminaAh no c'era pure Baldios, nonostante il robot titolare in questo caso fosse decisamente più guardabile.
ragazzi salvatemi,mi è venuta voglia di vederlo!!
RispondiEliminaA me il Daimos non dispiaceva troppo. Apparte la colorazione fatta con gli scarti dei pantoni rimasti alla fine come design c'era di peggio (Gloizer X, Batlak?). La storia me la ricordo abbastanza sfrangimaroni, con grane accelleratore sul tu mi ami-io ti amo. Maravigliosa la sigla con Kyoshiro che taglia l'acqua con la spada, cose inutili più dei calci nel vuoto del protagonista. Irrispettosa la trasformazione in camionetta degli agrumi, praticamente inutile per tutto il cartoon, tranne sul finale*
RispondiElimina*[Spoiler]
Dove il tracher fiammeggiante si schianta sulla fortezza nemica tipo missile!!!
Doc in formissima, si fatica a scegliere la battuta migliore. Personalmente ho visto pochissime puntate di Daimos e lo ricordo poco. Completato il trittico il mio preferito resta Vultus sia come estetica del robot che per la storia.
RispondiEliminaDoc una domanda a cui tu solo puoi rispondere .... chi l'ha nominato Generale? era raccomandato dal Vultus e dal Combatter?
Ah, boh. È così, comunque, anche in originale: 闘将ダイモス, cioè "generale combattente Daimos(u)". Il kanji 将 dovrebbe significare, tra le altre cose, anche generale.
Eliminasecondo me si chiama così perchè lo davano in onda nella Tv generalista.
EliminaAhahahahahaha!!! Ho le lacrime, non riesco manco a vedere che minchia scrivo... sicuramente tutta colpa di Okane!
RispondiEliminaGrazie davvero, Doc: ti voglio bene!!
L'urlo JUSTIN da bambino mi toglieva il sonno. Non riuscivo proprio a capire chi stesse chiamando, con questo nome.
RispondiEliminaio pensavo dicesse Justiceeeeeee!!!
Eliminacredo fosse qualcosa come JUST IN (tipo fade in di raideen) tanto per gridare qualcosa quando si entrava ;)
Elimina...un camion trasformabile in robot...MA ALLORA E' IL FRATELLO MAGGIORE DI OPTIMUS PRIME!
RispondiEliminaGeneral Daimos... L'ho scoperto quando lo davano su TMC2. Certo non era il massimo però continuavo a guardarlo soprattutto per capire come andava la storia d'amore che povero Kazuya l'hanno fatto davvero penare in questo anime era il suo amore non consentito per Erika e il fatto che ogni volta che il robot veniva colpito, lui lo sentiva e parecchio.
RispondiEliminaQuando ho visto che vendevano i dvd, li ho comprati. Diciamo che per me questo anime è un guilty pleasure.
P.S.: Sempre fantastici questi tuoi post, Doc
Da peccolo pensavo che la tipa si chiamasse Elica, con la elle, sono sempre rimasto in dubbio...
Eliminaeffettivamente avendo le ali mi sembra il nome più corretto LOL
EliminaOggi Riccardo sei lanciatissimo XD
EliminaLo ricordo molto poco e non mi ha mai fatto impazzire. Anche relativamente al robot c'era di meglio; della trilogia sicuramente il più brutto.
RispondiEliminaRicordavo il cattivo che riguradato oggi fa veramente tanto bishonen, con il rimmel come Michael Knight.
Da piccolo Daimos non lo facevano in tv dalle mie parti. L'ho visto le prima volta a...boh...25 anni circa.
RispondiEliminaPerò non mi era parso tanto male. Mi piaceva il camion, la macchinetta asimmetrica, il cattivone mascarato alato. La storia d'amore era di un banale terrificante però. Chissà se all'ultima puntata gliela da!
Ricordo che a un certo punto poi il tipo alato con barba, che poi è il padre della figa di legno, cerca di pacificarsi con i terrestri per poi morire avvelenato durante la conferenza di pace. Naturalmente è stato avvelenato dai suoi per poter dare un pretesto all'inizio della guerra da cui credevano uscire vincitori. Curiosamente nel film di montaggio "...il figlio di Goldrake" viene fatto da intendere che il padre del protagonista sia Actarus il pilota appunto di Goldrake.
EliminaSolo sentito nominare per la fregnaccia del "Figlio di Goldrake" (Gieeesù...) ma mai visto e, sinceramente, non mi pare di essermi perso niente: travioni alati, stupidera e un robottone brutto e pezzotto forte...
RispondiEliminaMi ero fermato a Vultus V e a quanto pare avevo fatto bene
Penso che il Daimos sia nella top five dei robottoni più brutti di sempre.
RispondiEliminaSembra una cineseria frutto di un malsano incrocio tra un transformer qualsiasi e Daitarn.
La storia invece non era male, anche se non ci morivo dietro.
In queste tre serie c'era sempre un personaggio doppiato in italiano da uno con una voce spaventosamente nasale... non ricordo se fosse il doppiatore di Rikiter e gli altri bishonen cattivi o di altri personaggi, ma sento ancora nelle orecchie quella vocetta insopportabile, con quel tono impostato da frasi solenni... A parte ciò, me le sciroppai tutte a sue tempo, Vultus, Combattler e pure Daimos, che in effetti era il robot più sfigato del trio. Super LOL per i commenti sulla sequenza di partenza del robot, sono morto...
RispondiEliminaLa trilogia è composta dalle prime serie di robottoni che ho visto: sarà la Nostalgia Canalis, ma le sigle di trasformazione sono... spaziali.
RispondiEliminaAh, avevo letto da qualche parte che l'urlo per aprire le sule del Transer fosse in realtà un irriconoscibile "JUSTICE".
Lo sapevo, lo...
EliminaMi piacerebbe sapere chi ha fregato chi, cioè se sia nata prima la gallina triper-75S o l'uovo match patrol. Gli anni mi sembra fossero quelli, comunque Daimos non mi è mai garbato più di tanto.
RispondiEliminaEsco da un lurking di anni per sostenere questo anime, che mi ero perso da piccolo e che ho scoperto quando lo diedero su TMC 2.
RispondiEliminaIntanto complimenti come al solito per il Doc, che ci regala sempre sane risate.
Il robottone in sè pare un transformers di quelli brutti, ma ha i suoi assi.
A parte questo, l'anime merita, non solo per la d'amore dei due protagonisti, che si trascina fino alla fine in modo drammatico, ma anche per come descrive un conflitto tra due popoli, in maniera non lineare. I baamesi sono profughi del loro stesso pianeta e "l'incidente" che causa la guerra tra la Terra e baamesi nasce da un incontro diplomatico nel quale muoiono il re di Baam e il padre di Kazuya.
Nel conflitto ci sono anche fazioni che scelgono la pace fra i popoli e cercano con molte difficoltà una convivenza, con tanto di polizia segreta baamese che assassina i suoi pacifisti e militari terrestri che non esitano a sacrificare civili per continuare la guerra. Ad esempio, lo "zio di Aran Banjo", il generale Miwa è un grandissimo pezzo di m...
Certe tematiche sono trattate in maniera realistica: sentimento, lealtà, tradimento, complotto, idealismo e pure un po' di politica.
Dategli (o ridategli) una possibilità.
@Fabrizio Trivellone: General Daimos è in anticipo su Daitarn di due mesi, entrambi del '78.
Doc, sia in questo post che in quello su Combattler V eri decisamente in forma. Complimenti.
RispondiEliminaL'inizio di Daimos mi mancava! Ho visto parecchi episodi, ma l'inizio proprio mai!
RispondiEliminamai visto.... le TV di qui credo non l'abbiano mai trasmesso...
RispondiEliminaNotevole tamarrata, comunque, con cast dei buoni che mi ricorda un tipico film di Banfi-D'Angelo-Vitali del tempo... bessista carismatico già fan degli Earth, Wind & Fire
Kyoshiro e' il fratello minore di Andro Umeda di Tekkaman? sono bassisti carismatici di famiglia!!!
RispondiEliminaRobo inguardabile, ma una delle serie con il finale più drammatico di sempre, forse non indimenticabile ma sicuramente con i suoi punti di forza.
RispondiEliminaGran bel post, Doc! Ho riso tantissimo! XD
RispondiEliminaIo comunque ti aspettavo al varco, ché questo è sempre stato il mio preferito della sacra trimurti dei robottoni-romance. Non tanto per il robottone in sé e i combattimenti quanto, lo hanno già detto anche altri, per tutta la storia "romeogiulietta" fra Kazuya e Erika, molto tormentata, e per la trama niente affatto scontata nella guerra tra Baam e la Terra, con fazioni opposte in entrambi gli schieramenti e risvolti parecchio tragici. A livello di intreccio "retrostante" le botte robotiche, forse un anime tra i più apprezzabili dell'epoca (lasciando stare Gundam, che giocava proprio in un altro campionato).
Su Rikiter-Sailor Moon sono morta! Non mi sarebbe mai venuto in mente (anche perché quando lo vidi l'ultima volta, la combattente lunare era ancora mooolto di là da venire). Genio! XD
Grazie per il post dedicato a una delle serie della mia infanzia cui sono rimasta più legata. Ali retrattili forevah! Justiiin!
Più che il figlio di Goldrake, l'ho sempre considerato lo zio di Ginguiser (anch'esso di una bruttezza rara).
RispondiEliminaE ora aspetto Trider G7.
RispondiEliminaColossale, come sempre, e con parecchie citazioni d'autore :-)
RispondiEliminaTutti a Pinerolo!!! Spingitori di cavalieri...
E' sempre stato uno dei miei anime preferiti anche se Erika era di un lagnoso epico come pure il suo sfigatissimo innamorato. Ho sperato fino all'ultimo che ci fosse un quaglio serio fra Rikiter e Laiza ma ahimè non ci fu da fare :(
RispondiEliminaPer consolarmi, anni dopo ho fatto il cosplay di Margareth... quel diadema col cobra fu un bel esercizio di stile XD
Dopo aver sparato una citazione del "fuoco blizzard" a mio fratello, ho ripescato questo post... e niente... è anche meglio di come lo ricordassi :-D
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