Zootropolis (Zootopia), la recensione senza spoiler
Tutto parte da una maglietta, più o meno. A febbraio non eri riuscito a vedere Zootropolis (titolo italiano che perde completamente il senso di quello originale, Zootopia), il 55° classico Disney, con tanto di ritorno agli animali antropomorfi dei bei tempi che kung-furono. Ne aspettavi con moderata ansia l'uscita in raggioblù e proprio un paio di giorni fa, mettendo a posto una magliettina di PiKi con su la protagonista, Judy, ti sei detto che ormai avremmo dovuto esserci. E infatti c'eravamo. Bene, l'hai visto. E? E ti è piaciuto. Molto. Un film Disney senza gente che canta (tranne Shakira) e che fa persino riflettere? Da questa parte, prego [...]
Qual è il miglior modo per essere felici? Facile, metter da parte i propri sogni. È la perfetta filosofia di vita da contadini dall'animo semplice della famiglia di Judy, gli Hopps, conigli e perciò coltivatori di carote da generazioni. Suo padre, sua madre e i suoi 275 fratelli e sorelle. Pronti via, e quella di Judy è l'epica da film anni 80 del ragazzino di provincia umiliato dai bulli, del Daniel LaRusso vessato da quei tamarrazzi del Kobra Kai, ma che alla fine (domani) vincerà. Con un colpo ridicolo, ma non sottilizziamo.
Come il Pozzetto de Il ragazzo di campagna, o meglio il draghetto Grisù, Judy ci crede. Vuole diventare una poliziotta, il primo coniglio poliziotto di Zootropolis/Zootopia. E ci riesce. Ma la vita nella grande città, come ci insegnano milioni di pellicole e la testimonianza diretta di miliardi di studenti fuorisede perlopiù calabresi, non è mai come te l'aspetti. Vista da vicino, è una serie di punti numerati che se li colleghi con un tratto di penna ti appare il disegno di una delusione. La villanzoneria del popolo metropolitano, le incomprensioni, la polvere di stelle tirata via dall'aspirapolvere chiamato routine.
Judy è entrata nel corpo di polizia, ma siccome è una tipa adorabile, la mettono a fare un lavoro ingrato, la vigilessa stronza che stacca multe a nastro e a tradimento, riempiendo la propria giornata dei Chevuoimorire della gente. Giustificatissimi. E pur se per altre ragioni, anche a lei la voglia di continuare a un certo punto verrà meno, con tanto di rigetto, di non ce la faccio, di me ne torno a Smallville, da qualche parte nel terzo atto. Un classico. Il resto della storia, la sua amicizia con la volpe traffichina Nick Wilde e il giallo che i due si troveranno a risolvere, lo lasci scoprire a chi ancora non ha visto Zootropolis. Con tutto che credi di essere tipo uno degli ultimi al mondo ad averlo fatto, dato che parliamo del secondo film per incassi nell'anno in corso, al mondo, dopo Civil War (con quanti occhi a dollaro di Zio Paperone si scrive "più di un miliardo di verdoni incassati worldwide"?).
Partiamo dalla prima cosa che uno si aspetta da un film d'animazione yankee: le risate. Perché aspettarsele non vuol dire trovarle per forza. Nel senso che ce ne sono tanti di film così che a te non fanno ridere manco a farti il solletico (molti di quelli Dreamworks, tanto per iniziare), perché le loro gag son scritte con il brio di una commedia con Adam Sandler e l'acume di una gallina che ha preso troppe botte in testa. Ci buttano dentro un po' di battute con la canzoncina famosa e là, pedalare. Zootropolis, fortunatamente, lo trovi dall'altra parte, dove distribuiscono le gag divertenti, non scritte avendo in mente come pubblico solo i bambini di seconda elementare o i nostri cari vecchi amici del Nebraska con il collo rossissimo e figli di venti generazioni di matrimoni tra cugini di primo grado. Il bello delle gag di Zootropolis è che non forzano mai troppo. Anche quando sono semplici, son quasi sempre poggiate lì, lasciate allo spettatore affinché le apprezzi, senza sbattergliele in faccia. Il che, almeno per te, crea una sorta di tappetino del sorriso che ti porti avanti fino alla fine, e quando ti succede, un film lo apprezzi di più.
Le scene con i bradipi, il Don Vito Corleone delle talpe, il cartello della popolazione di Bunnyburrow che gira come il contatore di questo blog quando metti vicine le parole "Game" e "ofThrones", l'elefante nella stanza, i lemming. Ma anche e soprattutto la gag dell’ululato, che in una sorta di realtà super-aumentata, oltre a far sorridere te ha fatto mettere a ululare davvero pure Zelda, che quella per fermarla poi devi farle mangiare qualcosa o sveglia tutto il palazzo. Il tutto senza nessuno che canta (tranne Shakira), perché "la vita non è uno stupido cartone in cui basta una canzone per far realizzare i tuoi sogni e fare quello che vuoi", che detto in un classico Disney è come organizzare una gara di bestemmie creative in parrocchia, ma oh. E Cenerentola giù a piangere in bagno.
Sì, ma di cosa parla Zootopia, davvero? Di razzismo. Preconcetti e razzismo. Un messaggio che gli spettatori più piccoli sono perfettamente in grado di capire, e non solo perché è espresso bene e non in modo troppo manicheo, come vedremo tra un attimo, ma anche per quella vecchia storia che ai bambini, tendenzialmente, del razzismo non frega niente. I bambini di oggi frequentano scuole che sono il portato della società multietnica in cui viviamo. Considerano per quello che è, cioè normale, avere compagni di etnie diverse, finché qualche genitore premuroso o un programma populista di Rete 4 non gli infila in testa che è sbagliato frequentare neri con la G, asiatici, nordafricani, cingalesi e negher di qualsiasi altro tipo. La scena del vagone della metro, con la mamma che tira a sé il figlio, instillandogli la paura per il diverso, è talmente emblematica che si commenta da sola. E sì, ti rendi conto che scrivere una roba del genere può voler dire beccarsi i commenti idioti di gente aggressiva dell’Internet che alle società multietniche non crede e vuole tornare al secolo in cui… no, frena, non c’è mai stato un secolo in cui la nostra penisola non sia stata multietnica, ma ci siamo capiti.
Perché non è un discorso manicheo? Perché non ci si limita nel film al we are the world, siamo tutti fratelli, affracca qua la mano e diventiamo insieme testimonial di un cartellone pubblicitario benetton dell’87. Zootropolis ricorda come spesso, oltre che le prime, anche le seconde impressioni possano essere sbagliate, e come i preconcetti funzionino spesso nei due sensi, soprattutto nelle società multietniche. Partendo dalle buone intenzioni si finisce in un attimo tutti a vivere nella Fattoria degli Animali di Orwell, con le regole in perenne mutamento pur di fotografare la realtà preferita da chi comanda (non è un concetto che ha inventato la Legge Mammì. Giuri). E la corsa al politicamente corretto a tutti i costi ("solo un coniglio può dare del carino a un altro coniglio") ha generato dei mostri, azzerando il problema formalmente, ma senza toccarne la natura. Così, là fuori, c'è chi può portare avanti tranquillamente ovunque dei discorsi di un razzismo feroce, di pura omofobia, di classismo ottocentesco e così via, semplicemente stando attento a non usare tre o quattro parole proibite.
Col risultato paradossale che se dici in pubblico o in televisione che i gay sono dei malati e andrebbero curati tutti perché Dio non ci ha voluti così, o che i neri dovrebbero starsene in Africa a zappare la loro terra, perché non abbiamo gli strumenti culturali per affrontare un crogiolo di razze e religioni, eccetera eccetera, nessuno obietta nulla. C'è caso anzi che trovi un posto in parlamento. Se invece uno dice, credendoci davvero, che ha molto a cuore la sofferenza e le ingiustizie che si trovano a patire negri e ricchioni, viene additato come razzista e omofobo. Ci si ferma alla parola, basta quella: il contenuto non lo guarda più nessuno. Tutti a fissare la buccia di banana su cui sono scivolate le buone intenzioni di qualcuno, mentre qualcun altro di quelle banane ne mangia a tonnellate, ma siccome si assicura che le bucce finiscano nel cassonetto dell'umido, è tutto ok. Vale.
Tornando al film, c'è anche dell'altro in Zootropolis. Il tema che la natura degli individui possa venire alla luce, alla lunga. Quasi si fosse tutti dei cani Buck, nonostante gli sforzi pacificatori della vita nella grande città delle grandi opportunità. Siamo quello che dobbiamo essere - ci si chiede - no? C'è chi è preda e chi è predatore (te sei Apreda, fai razza a parte), giusto? Beh, no. Siamo quello che vogliamo essere, avere una tendenza naturale ad esser stronzi scritta nel proprio DNA non è una giustificazione sufficiente per esserlo davvero. Ora, prima che qualche Einstein precipitato da Google si affretti a scrivere che niente di tutto questo è vero cinema di denuncia, che altrove certi discorsi si son affrontati meglio, sarà il caso di evidenziare che si tratta di un cacchio di film d’animazione Disney per famiglie, non di una pellicola in bianco e nero di Kassovitz o di Petri. Giusto per, eh, i precipitati certe cose non le notano.
Ricapitolando, umorismo dai tempi giusti, battute divertenti, niente canzoncine rompipalle. La storia di fondo, messaggio di fratellanza cosmica a parte, è un giallo con i contorni da definire, e per lo standard dei film d'animazione USA non è affatto male. Alcune pellicole di questo tipo, al di là delle battute e dei personaggetti simpa, una storia manco ce l’hanno. Se non l'avete visto, fatelo. Ora. Hai visto mai che il parrucca diventa davvero presidente del mondo (#noncicredimancomorto) e spedisce nelle miniere di carbone, la risorsa energetica del futuro, chiunque ne parli in giro per l'Internet.
Qual è il miglior modo per essere felici? Facile, metter da parte i propri sogni. È la perfetta filosofia di vita da contadini dall'animo semplice della famiglia di Judy, gli Hopps, conigli e perciò coltivatori di carote da generazioni. Suo padre, sua madre e i suoi 275 fratelli e sorelle. Pronti via, e quella di Judy è l'epica da film anni 80 del ragazzino di provincia umiliato dai bulli, del Daniel LaRusso vessato da quei tamarrazzi del Kobra Kai, ma che alla fine (domani) vincerà. Con un colpo ridicolo, ma non sottilizziamo.
Come il Pozzetto de Il ragazzo di campagna, o meglio il draghetto Grisù, Judy ci crede. Vuole diventare una poliziotta, il primo coniglio poliziotto di Zootropolis/Zootopia. E ci riesce. Ma la vita nella grande città, come ci insegnano milioni di pellicole e la testimonianza diretta di miliardi di studenti fuorisede perlopiù calabresi, non è mai come te l'aspetti. Vista da vicino, è una serie di punti numerati che se li colleghi con un tratto di penna ti appare il disegno di una delusione. La villanzoneria del popolo metropolitano, le incomprensioni, la polvere di stelle tirata via dall'aspirapolvere chiamato routine.
Judy è entrata nel corpo di polizia, ma siccome è una tipa adorabile, la mettono a fare un lavoro ingrato, la vigilessa stronza che stacca multe a nastro e a tradimento, riempiendo la propria giornata dei Chevuoimorire della gente. Giustificatissimi. E pur se per altre ragioni, anche a lei la voglia di continuare a un certo punto verrà meno, con tanto di rigetto, di non ce la faccio, di me ne torno a Smallville, da qualche parte nel terzo atto. Un classico. Il resto della storia, la sua amicizia con la volpe traffichina Nick Wilde e il giallo che i due si troveranno a risolvere, lo lasci scoprire a chi ancora non ha visto Zootropolis. Con tutto che credi di essere tipo uno degli ultimi al mondo ad averlo fatto, dato che parliamo del secondo film per incassi nell'anno in corso, al mondo, dopo Civil War (con quanti occhi a dollaro di Zio Paperone si scrive "più di un miliardo di verdoni incassati worldwide"?).
Partiamo dalla prima cosa che uno si aspetta da un film d'animazione yankee: le risate. Perché aspettarsele non vuol dire trovarle per forza. Nel senso che ce ne sono tanti di film così che a te non fanno ridere manco a farti il solletico (molti di quelli Dreamworks, tanto per iniziare), perché le loro gag son scritte con il brio di una commedia con Adam Sandler e l'acume di una gallina che ha preso troppe botte in testa. Ci buttano dentro un po' di battute con la canzoncina famosa e là, pedalare. Zootropolis, fortunatamente, lo trovi dall'altra parte, dove distribuiscono le gag divertenti, non scritte avendo in mente come pubblico solo i bambini di seconda elementare o i nostri cari vecchi amici del Nebraska con il collo rossissimo e figli di venti generazioni di matrimoni tra cugini di primo grado. Il bello delle gag di Zootropolis è che non forzano mai troppo. Anche quando sono semplici, son quasi sempre poggiate lì, lasciate allo spettatore affinché le apprezzi, senza sbattergliele in faccia. Il che, almeno per te, crea una sorta di tappetino del sorriso che ti porti avanti fino alla fine, e quando ti succede, un film lo apprezzi di più.
Le scene con i bradipi, il Don Vito Corleone delle talpe, il cartello della popolazione di Bunnyburrow che gira come il contatore di questo blog quando metti vicine le parole "Game" e "ofThrones", l'elefante nella stanza, i lemming. Ma anche e soprattutto la gag dell’ululato, che in una sorta di realtà super-aumentata, oltre a far sorridere te ha fatto mettere a ululare davvero pure Zelda, che quella per fermarla poi devi farle mangiare qualcosa o sveglia tutto il palazzo. Il tutto senza nessuno che canta (tranne Shakira), perché "la vita non è uno stupido cartone in cui basta una canzone per far realizzare i tuoi sogni e fare quello che vuoi", che detto in un classico Disney è come organizzare una gara di bestemmie creative in parrocchia, ma oh. E Cenerentola giù a piangere in bagno.
Sì, ma di cosa parla Zootopia, davvero? Di razzismo. Preconcetti e razzismo. Un messaggio che gli spettatori più piccoli sono perfettamente in grado di capire, e non solo perché è espresso bene e non in modo troppo manicheo, come vedremo tra un attimo, ma anche per quella vecchia storia che ai bambini, tendenzialmente, del razzismo non frega niente. I bambini di oggi frequentano scuole che sono il portato della società multietnica in cui viviamo. Considerano per quello che è, cioè normale, avere compagni di etnie diverse, finché qualche genitore premuroso o un programma populista di Rete 4 non gli infila in testa che è sbagliato frequentare neri con la G, asiatici, nordafricani, cingalesi e negher di qualsiasi altro tipo. La scena del vagone della metro, con la mamma che tira a sé il figlio, instillandogli la paura per il diverso, è talmente emblematica che si commenta da sola. E sì, ti rendi conto che scrivere una roba del genere può voler dire beccarsi i commenti idioti di gente aggressiva dell’Internet che alle società multietniche non crede e vuole tornare al secolo in cui… no, frena, non c’è mai stato un secolo in cui la nostra penisola non sia stata multietnica, ma ci siamo capiti.
Perché non è un discorso manicheo? Perché non ci si limita nel film al we are the world, siamo tutti fratelli, affracca qua la mano e diventiamo insieme testimonial di un cartellone pubblicitario benetton dell’87. Zootropolis ricorda come spesso, oltre che le prime, anche le seconde impressioni possano essere sbagliate, e come i preconcetti funzionino spesso nei due sensi, soprattutto nelle società multietniche. Partendo dalle buone intenzioni si finisce in un attimo tutti a vivere nella Fattoria degli Animali di Orwell, con le regole in perenne mutamento pur di fotografare la realtà preferita da chi comanda (non è un concetto che ha inventato la Legge Mammì. Giuri). E la corsa al politicamente corretto a tutti i costi ("solo un coniglio può dare del carino a un altro coniglio") ha generato dei mostri, azzerando il problema formalmente, ma senza toccarne la natura. Così, là fuori, c'è chi può portare avanti tranquillamente ovunque dei discorsi di un razzismo feroce, di pura omofobia, di classismo ottocentesco e così via, semplicemente stando attento a non usare tre o quattro parole proibite.
Col risultato paradossale che se dici in pubblico o in televisione che i gay sono dei malati e andrebbero curati tutti perché Dio non ci ha voluti così, o che i neri dovrebbero starsene in Africa a zappare la loro terra, perché non abbiamo gli strumenti culturali per affrontare un crogiolo di razze e religioni, eccetera eccetera, nessuno obietta nulla. C'è caso anzi che trovi un posto in parlamento. Se invece uno dice, credendoci davvero, che ha molto a cuore la sofferenza e le ingiustizie che si trovano a patire negri e ricchioni, viene additato come razzista e omofobo. Ci si ferma alla parola, basta quella: il contenuto non lo guarda più nessuno. Tutti a fissare la buccia di banana su cui sono scivolate le buone intenzioni di qualcuno, mentre qualcun altro di quelle banane ne mangia a tonnellate, ma siccome si assicura che le bucce finiscano nel cassonetto dell'umido, è tutto ok. Vale.
Tornando al film, c'è anche dell'altro in Zootropolis. Il tema che la natura degli individui possa venire alla luce, alla lunga. Quasi si fosse tutti dei cani Buck, nonostante gli sforzi pacificatori della vita nella grande città delle grandi opportunità. Siamo quello che dobbiamo essere - ci si chiede - no? C'è chi è preda e chi è predatore (te sei Apreda, fai razza a parte), giusto? Beh, no. Siamo quello che vogliamo essere, avere una tendenza naturale ad esser stronzi scritta nel proprio DNA non è una giustificazione sufficiente per esserlo davvero. Ora, prima che qualche Einstein precipitato da Google si affretti a scrivere che niente di tutto questo è vero cinema di denuncia, che altrove certi discorsi si son affrontati meglio, sarà il caso di evidenziare che si tratta di un cacchio di film d’animazione Disney per famiglie, non di una pellicola in bianco e nero di Kassovitz o di Petri. Giusto per, eh, i precipitati certe cose non le notano.
Ricapitolando, umorismo dai tempi giusti, battute divertenti, niente canzoncine rompipalle. La storia di fondo, messaggio di fratellanza cosmica a parte, è un giallo con i contorni da definire, e per lo standard dei film d'animazione USA non è affatto male. Alcune pellicole di questo tipo, al di là delle battute e dei personaggetti simpa, una storia manco ce l’hanno. Se non l'avete visto, fatelo. Ora. Hai visto mai che il parrucca diventa davvero presidente del mondo (#noncicredimancomorto) e spedisce nelle miniere di carbone, la risorsa energetica del futuro, chiunque ne parli in giro per l'Internet.
Zootropolis
Recensito da: DocManhattan Data: June 10 2016
Voto:
Recensito da: DocManhattan Data: June 10 2016
Voto:
Condivido appieno, l'unica nota stonata è il cattivo, che ho sgamato nel momento stesso in cui è apparso sullo schermo, ma alla fine è un film per bambini, e fa egregiamente molto di più di quanto richiesto ad un film per bambini.
RispondiEliminaCioè...
Elimina[SPOILER! SPOILERONZ!]
...
...
Hai sgamato dal primo istante la assistente di chi sai? Perché è chiaramente lei il vero cattivo. L'agnello che si fa lupo, letteralmente. Se sì, complimenti! :D
[FINE SPOILERONE]
e certo... non lo avevi sgamato subito?
Eliminadai abbastanza telefonato (con tanto di figlia seienne "papà ma come hai fatto a capire subito chi era il cattivo? sei proprio intelligente!!"... una delle cose per cui vale la pena vivere)
Sì, sicuro. Appena appare,
Elimina[SPOILER]
...
...
con la pila di carte in mano. C'ha proprio la faccia del villain. Quello si intendeva per "primo istante". Dopo, quando arriva la Fattoria degli Animali, ok. Ma lì salutiamo il nostro caro gigante Ciccio, dandogli il buongiorno :D
[FINE SPOILER]
ah ok.. mi sembrava strano..
EliminaBeh, il cattivo lo si sgama subito per due motivi:
Elimina- Ha una motivazione
- Non ci sono altri sospettati
Poi ehi, è un film per bambini, non è che mi aspetti una grande costruzione di un giallo xD
SPOILER
Elimina-
Aldilà del fatto che sia sgamabile o meno (è sempre un film per bambini alla fine) Io trovo che il cattivo sia perfetto per il messaggio che vuole lanciare il film, un manipolatore, un bugiardo, una finta vittima, e al tempo stesso bullo.
Visto questa settimana..
EliminaSpoiler
Sgamato appena si sa chi sono gli animali colpiti dal morbo
Fine Spoiler
Devo dire che io sono uno che il cattivo lo sgama subito, a memoria solo il prode Kaiser Sose mi ha fregato.
EliminaMa questa volta, per il cattivo, avevo previsto solo un riscatto sociale e non che fosse proprio lui.
Si si, dal primo istante, proprio per il fatto che in un film del genere dovesse essere l'insospettabile che magari prova rancore o sete di potere.
EliminaOltretutto nel film mi sembra che, in filigrana, si ribalti il solito stornello sugli omosessuali "sempre vittime"....sarà, ma mi sembra un atto d'accusa contro il DDL Cirinnà e tutti quelli che vorrebbero mettere a soqquadro il mondo per gli omosessuali VERI che certo non li ringrazieranno...
RispondiEliminaCon tutto il politically correct possibile, è un film americano. Del DDL Cirinnà non gliene può fregare di meno!
EliminaOT: ma come sono gli omo veri? non sbagliano mai ad abbinare i colori? E in questo contesto quali sarebbero?
EliminaNon gli davo una lira. A quanto pare mi toccherà recuperare. Thanks ancora una volta, Doc.
RispondiEliminaMa una cosa che forse non ho capito io: nella scena finale, la volpe dice "that's why you love me" e la coniglia conferma (sì, l'ho visto in inglese).
RispondiEliminaMa i due restano solo amici, vero? No, perché altrimenti il messaggio del superare le diversità mantenendo comunque la propria si va a perdere...
potrebbe essere il solito "doppio significato" di I LOVE YOU.. lo stesso che mi ha messo nei guai da regazzino quando l'amica anglofona mi disse "of course i love you" salvo poi friedzonarmi alla grande...
EliminaConfermo il verbo to love cambia molto asseconda del contesto, quindi semplicemente la coniglietta gli ha detto un amichevole ti voglio bene.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
Elimina"To love someone" and "to be in love with someone" sono due concetti pesantemente diversi, che purtroppo spesso vengono persi nella traduzione.
EliminaTo love someone (or something) significa amare qualcuno, genericamente, un amico, un fratello, il mio gatto, la pizza. A volte viene usato anche per l'amore romantico, ma non necessariamente, e nel caso si capisce dal contesto.
To be in love significa invece essere innamorati.
Di qui la frase friendzonatrice (come giustamente fa notare stooge70) "Of course I love you, I'm just not in love with you" che guarda bruschette nell'occhio come se non ci fosse un domani.
Bene, felice di essermi sbagliato a capire!
EliminaGrande Doc. Hai detto benissimo un sacco di cose giustissime, mettendo bene a fuoco quello che per me è stato più che altro solo un confuso "Miii, un film Disney che non mi fa sentire fuori tempo massimo di 30 anni, che mi coinvolge, che è intelligente, non scontato e che risulta pure divertente. Cielo, è l'Apocalisse! A me il DVD, ORA!" (ordinato questa settimana ;D )
RispondiEliminaPer me una grandissima sorpresa, davvero! Judy e Nick sono già tra i miei personaggi Disney preferiti di sempre! *_*
C'è chi è preda e chi è predatore (te sei Apreda, fai razza a parte)
LOL! XD XD XD
Non l'ho visto..lo guarderò con famiglia tutta,grazie come al solito Doc!
RispondiEliminaTra gli ultimi classici Disney è senza dubbio quello che mi interessa maggiormente.
RispondiEliminaIl solo trailer con la scena dei bradipi mi ha ucciso dalle risate.
Recupererò il raggioblù appena possibile.
Lieto che non ci siano canzoncine rompiballe ogni quattro minuti... Il primo tempo di Frozen era davvero improponibile.
Frozen è davvero la più grande cag..ta fatta a cartone animato della storia,lo ha messo su un mio amico a casa sua... Risultato lui,la moglie,il loro bimbo e la mia ragazza lo guardavano,io volevo buttare la televisione dalla finestra...
EliminaPurtroppo quella è una delle (poche?) scene divertenti, ed essermela spoilerata col trailer mi è dispiaciuto :(
EliminaNo, guarda, la scena dei bradipi è abbastanza lunga, non è solo quella del trailer.
EliminaIn vari momenti di quella scena ho temuto di giocarmi la moglie per come rideva.
Improponibile per chi odia i musical, in realtà era fatto davvero bene.
EliminaBella recensione, grazie. Il titolo italiano (ma non solo: in altri paesi europei è uscito col titolo di "Zootropoli") è un problema sì, perché si perde parte importante del significato di quello originale: l'utopia, messa in pericolo dai cattivi della situazione, tra gli animali, e pure purtroppo tra gli umani..., cioè la fratellanza fra specie diverse, fra predatori e prede
RispondiEliminaAnche in Irlanda e' stato ribattezzato Zootopolis, perche' sembra che un'associazione brittanica per la salvaguardia degli animali chiamandosi zootopia avrebbe fatto pesare i suoi diritti sul nome in Europa
EliminaDoc purtroppo la questione dei bambini dell' asilo innocenti rovinati dalla tv e dai discorsi salvinistici è un fenomeno veramente marginale e lo vedrai quando tua figlia sarà abbastanza grande. La realtà è che accade molto più spesso che alcuni genitori stranieri facciano gruppo ( per non dire ghetto) tra loro e inculchino anche ai bambini queste idee, per cui non è strano vedere bambini di una nazione giocare solo coi loro connazionali altrimenti i genitori s'incazzano . Francamente vedo molto più razzismo al contrario. Triste ma vero . Anzi un ragazzino straniero con genitori civili viene trattato anche meglio dei connazionali perchè fa sempre piacerre vedere qualcuno che accetta il tuo modo di vivere.
RispondiEliminaQuesto problema è abbastanza diffuso perchè parlando con parecchie persone l' ho spesso riscontrato. Chiaramente non è un discorso valido per tutti . Gli adolescenti invece mi sembrano decisamente più integrati, probabilmente anche perchè i genitori pesano meno e negli anni si impara a convivere, ma i bambini spesso sono invece succubi di certi genitori che proprio non ne vogliono sapere di mescolarsi con noi pirla italiani. Quindi finiamola di darci la colpa, o meglio diamocela fin che è giusto, perchè io che vivo nel veneto considerato culla di un non so quale razzismo ( che non ho mai visto ) vedo solo persone civili che se ne sbattono del colore della pelle e sono più che disponibili a fraternizzare con persone ragionevoli e che ci lavorano fianco a fianco tutti i giorni senza fare tanto casino.
POi ti trovi che gli scampati dalla guerra che vivono in parrocchia nel giro di un anno si scopre che non sono fuggiti da niente, che si fanno mantenere ( e fin qui passa) e che demoliscono l' appartamento dove vivono. come neanche fossero lanzichenecchi; doce era tutto tranquillo ora si accoltellano una votla alla settimana; non c'è da stupirsi se prima di invitare in casa uno straniero ci si informi bene su chi sia. Se questo è razzismo , cari miei , buon pane e Boldrini.
Temo tu ti sia perso il passaggio sui "preconcetti che funzionano nei due sensi". A leggerlo, ti evitavi venti chilometri di commento :D
EliminaScherzi a parte, mi riferivo proprio a chi sta solo con quelli "uguali". Come hanno fatto per cento anni, tra parentesi, anche alcuni connazionali all'estero.
vabè hai ragione... comunque lascia di stucco vedere i bambini che fanno gruppetti di etnie diverse. Molto meglio , per quanto fastidiosi, gli adolescenti delle medie che fanno i cretini tapparella tutti assieme .
EliminaA palermo i ragazzini dei quartieri "difficili" del centro storico; che siano africani, bengalesi o palermitani, giocano a calcio, si insultano (in palermitano stretto) e passano il loro tempo per strada tutti assieme spesso e volentieri.
EliminaNon abbiamo avuto la segregazione razziale afroamericana in Italia ed il motivo è che L'Italia venendo da un zona multietnica - e non da un paese giovane fondato da pochi bianchi molto bianchi sul genocidio di un altro popolo e costruito sulle spalle degli afroamericani - ha sempre visto nelle differenze etnico/fenotipiche un retaggio abbastanza comune della propria storia millenaria.
Quando non hai niente da perdere molte spinte razziste si annullano automaticamente. Il razzismo in Italia è spesso associato a una faccenda di status (economico).
Diciamoci la verità, la cosa che fa paura degli stranieri è che spesso sono poveri e vogliono le stesse cose che vogliamo noi. La povertà spaventa tutti, sappiamo cosa si arriva a fare per lei..In italia è l'unico comune denominatore che attribuiamo agli immigrati.
Ecco, nel bene e nel male gli italiani non sono bravi neanche a fare bene i razzisti, altro che razze pure e non, vogliamo soldi, non li vogliamo dividere e soprattutto non vogliamo che ce li "rubino".
Il colore dei soldi, ecco l'unico colore che gli Italiani non temeranno mai.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Eliminauna persona povera ma onesta, italiana o meno, in genere sucita rispetto e non paura. Una disonesta genera disprezzo anche se è ricca, e paura se la ricchezza è frutto di atti particolarmente deplorevoli . E poi se permetti sono stufo di sentir parlare dei difetti " degli italiani" , è un discorso che faceva tanto persona intelligente... 20 anni fa, ora fa solo fastidio. Questi anni di crisi hanno modificato pesantemente la nostra società e anche il campanislimo economico sociale è molto meno sentito di quando ero ggiovane io, e comunque c'è tanto negli italiani quanto negli stranieri. Con questo chiudo altrimenti mi prendo parole per le polemiche. A me , e a tantissime persone normali attorno a me, quattrini in banca degli altri , fin che sono guadagnati onestamente, non ce ne può sbattere di meno.
EliminaRiccardo, Riccardo...
EliminaA) Puoi partecipare a una discussione, una volta, senza saturarla di milioni di parole sparse in venti commenti, please? Non incoraggiano la discussione, l'affogano. B) Hai detto la tua, lascia parlare gli altri. Quello che "dà fastidio", qui, non lo decidi te.
Tanto più che hai completamente frainteso il discorso di Stefano. Dopo aver frainteso il mio sui preconcetti. E fa due su due. Compiti a casa: leggere di più (due volte, per sicurezza), scrivere meno. Mi raccomando.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaOK d'ora in poi come per i caffè. Massimo un intervento al giorno, corto e amaro , e solo se è il caso . Alla luce di una rilettura, comunque, non cambio una virgola del mio pensiero sugli " italiani" .Ciao
Eliminabellissima recensione doc. oggi o al massimo domani regalo il dvd alla piccoletta che lo ha gradito molto al cinema e che finisce l'asilo proprio oggi (lacrimuccia..)
RispondiEliminagrazie sempre per le divertenti recesnioni :)
RispondiEliminasolo che...sei fatto troppo bravo ad anticipare le critiche dei trollolò che passano per il blog...nostalgia flame :P
I minchietti verdi me li mangio a colazione ;)
Elimina[IMG]https://lh3.googleusercontent.com/-3NQHtVhDkQA/VFuqr-wnPdI/AAAAAAABMoo/PRnnp-4-ED8WW_Zxw07EKH8PZnye8glLQCCo/s470/Gremlins-ballo.gif[/IMG]
forse questo è l'unico cartone disney che ho visto al cinema dai tempi di alladin (1994).. personalmente mi ha fatto spanciare dalle risate come non mai, messaggi profondi o meno, e tanto mi basta.
RispondiEliminaa dirla tutta la scena davvero esilarante (ma neanche io mi spiego il perchè) è nei due secondi che judy illumina la gabbia della pantera e si vede per un attimo la sua fototessera: l'idea della pantera in giacca e cravatta sorridente (davvero si vede per un secondo, una sorta di immagine subliminale) mi ha fatto ridere come non mai.
perchè non lo so, ma se ci penso ci rido ancora oggi
Condivido il commento su tutta la linea, ma...
RispondiElimina...non mi commenti la citazione delLA Serie Tv nel vagone della metropolitana? :)
OT: A proposito di film usciti, mi chiedevo se avevi voglia di recensire:
1. Cloverfield Lane 10
2. Warcraft
visto che ne avevi parlato in un post ad inizio anno come film del nerdverso a cui dare attenzione.
Ciao e grazie!
Warcraft se riesco ad autorapirmi per un paio d'ore, vado nel week-end. Cloverfield Lane 10 mi interessa molto, appena me lo raggiobluizzano (esce tra poco, mi sembra).
EliminaDimenticavo: no che non la commento, quella scena lì, o si rovina una delle sorprese più carine del film. Mai avrei pensato di trovare una citazione del genere in un Classico Disney.
Eliminaconcordo, quando ho visto quella scena ho pensato "noo dai non può essere una citazione di quello che penso, sarà una coincidenza, è un film disney" asd
Eliminagrazie Doc, Coverfield mi interessa ma ancora non l'ho visto, Warcraft l'ho visto e attendo eventuale recensione post-autorapimento.
Eliminagrazie anche per il commento-non-commento a quella scena lì! :)
ciao!
L'ho appena visto pure io e sono pienamente d'accordo con te Doc ("niente canzoncine rompipalle" sante parole!!). Film divertente, che tocca temi "importanti" con l'approccio giusto, bella animazione. E Mr. "Don Corleone" Big!!!
RispondiEliminaSe il parrucca diventa presidente del mondo, cambio mondo.
Matteo,che tra l'altro sei mio omonimo,se quello scarto dell'umanità diventa capo del mondo lasciami qualche posto sulla tua astronave
EliminaEd è subito hashtag #antristisuMarte
EliminaIo comincio già ad organizzare il viaggio,ora che Bernie è fuori dai giochi chiunque dei 2 vinca siamo fXXXXti.
EliminaCerti politici che fanno proposte inapplicabili o al limite del grottesco una piccolissima parte di me li vorrebbe vedere all'opera, solo per lo spirito antropoligico di vedere il casino che potrebbero combinare mettendo in atto le riforme assurde che sbandierano ai quattro venti. Logicamente la parte sana della mia coscenza spera che non succeda perché il rischio sarebbe troppo alto.
EliminaPS: il parrucca vuole costruire un muro tra Usa e Messico e alcuni Repubblicani si sono detti d'accordo a patto che venga costruita anche una porta per far entrare i lavoratori messicani che dovranno costruiranno questo muro (The Simpsons docet).
c'è poco da ridere,una cosa simile la fece Lord Kitchener per combattere i boeri nel 1900: divise tutto il Transvaal ( che non era san marino ) in vari settori usando terrapieno e filo spinato ..
Eliminae militarmente funzionò benissimo, infatti grazie a questo espediente e alle deportazioni e ai campi di concentramento gli inglesi vinsero la guerra
3000 chilometri rsi invalicabili con terrapieno e filo spinato sono tutt' altro che impossibili da realizzare, i problemi sono altri, overo la sorveglianza e la questione base se il muro effettivamente serva a qualcosa o no
L'Impero Britannico dovettere impiegare una quantità di denaro e di uomini mastodontica per realizzare quello che tu dici. Oggi farrebbe fallire qualsiasi stato al mondo una operazione di questo tipo. Poi i brittannici possono anche vantare di aver inventato i campi di concentramento (nazi copioni).
EliminaDetto questo volevo dire che tra gli stessi repubblicani c'è chi ci guadagna dall'immigrazione dal Messico e che la mano d'opera a basso costo fa gola a tutti. Insomma la propaganda è ipocrita come sempre.
caro Drakkan il muro esiste già per 1000 dei 3000 km totali..
Eliminaleggi qua
http://viedifuga.org/tutti-i-muri-del-mondo-messico-e-usa/
https://it.wikipedia.org/wiki/Barriera_di_separazione_tra_Stati_Uniti_d'America_e_Messico
quindi è possibile eccome. Che convenga farlo, come dicevo, chissà. Tra parentesi una specie di muro del genere lo avevano creato anche i Romani lungo il confine del Reno ( il limes, in pratica)
Parlavo del Sud Africa ma si vede che mi spiego male.
EliminaVisto anche io di recente e mi è piaciuto tantissimo. L'assenza di canzoni è stato un grande punto a favore, Frozen non l'ho potuto vedere a tratti per colpa dei continui musical.
RispondiEliminaCosa buffa, il nome Zootropolis è così anche in UK, non solo per noi italiani, quindi mi puzza di beghe legali per qualcosa il cambio e non un mero adattamento linguistico.
Bellissimo film, che fortunatamente riuscii a non perdere al cinema: assieme a Kung Fu Panda 3, il must del mese.
RispondiEliminaLo recensii a suo tempo: http://misterzoro.blogspot.it/2016/04/il-mio-2016-al-cinema-marzo-bello.html
BluRay da recuperare al più presto!
ricopio quanto condivisi... ma quest'analisi è notevole
RispondiEliminaè naturale che il bombardamento mediatico di film in cgi mungigenitore con TRITE battutine allusive per far sorridere, tutte belle spalmate nei trailer, generi un pregiudizio grosso quanto una casa e aspettative nulle. Poi però accade che qualcosa sia ben fatto (ok, nei titoli di coda c'era scritto produced by John Lasseter quindi tanto male non doveva essere...uh, postgiudizio!) e che sia in grado di dire moltissimo a dei giovanissimi. In maniera adeguata, senza trattarli da scemi con spiegoni inutili e inserendo addirittura una trama decente e qualche sorpresa vera. Per quanto mi riguarda migliore di inside out, inoltre una volpe rossa vestita di verde ti fa esclamare naturalmente tirulero urca urca.
Oggi splende il sooooool! :D
EliminaAH! Ecco cos'era! Quando l'ho visto e per tutta la sua durata avevo questa specie di tarlo nel cervello che canticchiava qualcosa dalla prima apparizione di Nick e la sua camminata swaggegiante, ma era troppo basso e non riuscivo a capire cosa fosse.
EliminaOra lo so.
Grazie.
Urca urca
Volevo rimandare la lettura a dopo la visione del film, ma poi ci ho ripensato e ho fatto bene.
RispondiEliminaLa scena in cui non vogliono vendere il gelato a Nick è angosciante per quanto è realistica... Un cartone (Disney) che tratta certe tematiche delicate in questo modo, beh non me lo aspettavo!
RispondiEliminaanche a me piaciuto parecchio. ha molto di quello che mi piace trovare in un film: un tema di fondo non banale, attenzione ai detagli, immaginazione.
RispondiEliminaspero che contribuisca a convincere ulteriormente i grossi produttori che idee e creatività pagano e che non c'è solo la "brand recognition" dei vari "Something-Something: Part 7" o "Something-Else: the (Soft) Remake".
Chapeau per la recensione e per le parole che tirano una riga dove va tirata, là dove ci si "deve piantare come un albero" e dire al mondo "no, spostati tu".
RispondiEliminafilm che mi ha piacevolmente sorpreso, mi aspettavo si un buon film d'animazione, ma qualcosa di leggero che giocasse sugli stereotipi animali ecc (che ci sono eh) e invece mi sono ritrovato una pellicola molto matura anche se opportunamente mascherata (in senso buono)
RispondiEliminaalla battuta sui conigli che non possono essere chiamati teneri da altri animali, sono rimasto sorpreso di vedere una cosa del genere in un cartone disney, per il suo chiaro riferimento razziale
questo è un'ottimo esempio su come si possano trattare argomenti seri in modo "leggero" senza però sminuire il messaggio
Recensione fantastica Doc. Non avrei saputo descrivere meglio. Tra l'altro trovo abbastanza strano che non ci siano state troppe polemiche come è successo per altri film... Sarà che ufficialmente a nessuno piace passare da razzista.
RispondiEliminaOttima recensione e ottimo film. Sinceramente mi aspettavo poco e niente, invece è risultato un film molto piacevole e riflessivo.
RispondiEliminaMa sbaglio o per il character design si sono pesantemente ispirati ai classicissimi Disney come Robin Hood e Il Libro della Giungla?
RispondiEliminaCerto,non ci sono molti modi differenti di disegnare un animale lo capisco,ma anche guardando le foto del post non posso fare a meno di notare delle somiglianze incredibili nel disegno.
Guardate il poliziotto rinoceronte,sembra proprio una guardia del Principe Giovanni,o anche la talpa mafiosa,mentre i protagonisti sembrano proprio ricalcati su Robin Hood e i conigli della famiglia povera del film.
Voi che ne pensate?
Sisi, si sono decisamente ispirati a Robin Hood & co
Eliminapotrebbe interessarti questo articoletto, che spiega un po' la storia di come è stato fatto il film, da che idee erano partiti e come si sono sviluppate: http://theamazingsallyhogan.tumblr.com/post/141344353236/the-evolution-of-zootopia
Io ho adorato la scena della conferenza stampa, secondo me ha un messaggio fortissimo: possiamo impegnarci quanto vogliamo, ma la società che ci cresce ci segna, volenti o nolenti.
RispondiEliminaChe però è un messaggio che va necessariamente citato assieme alla seconda parte del ragionamento, ovvero che per quanto possano essere radicati in noi i pregiudizi, possiamo prenderne coscienza, crescere ed essere delle persone migliori.
Ho trovato anche molto interessante questa analisi di come il film parli del bullismo (e degli effetti che può avere sulle persone): http://michael-goldenheart.deviantart.com/art/Zootopia-A-Revolutionary-Film-about-Bullying-596962765
SPOILERZ
mi riferisco a quando nick e judy litigano e lei si scopre con la mano sullo spray. Judy è cresciuta temendo i predatori, e il pregiudizio è radicato in lei. Però non per questo è una persona dimmer*, si impegna per combattere i pregiudizi mettendosi in prima linea e lavorando su sè stessa prima ancora che sugli altri.
La gag dell'ululato dei lupi è una delle chicche "realistiche" del film che ho adorato di più! Il lupo è un animale che in natura è 'obbligato' a rispondere se sente ululare. Il 'wolf howling' usando un ululato registrato è un sistema per conteggiare i lupi in natura, tanto è nella testa di questi animali l'ululare di risposta ad un altro lupo... #superbark
RispondiEliminaVabbeh, ma del tappeto fatto [SPOILER ?] coi peli di chiappe di puzzola vogliamo parlare? :)
RispondiEliminaGrande recensione, Doc (che novità); aggiungerei che uno dei grandi pregi di questo film è che anche un adulto si ritrova a ridere come un bambino.
Anche io sono tra i pochissimi che ancora non lo ha visto, dato che il tempo è sempre meno e anche il cinema ne sta risentendo :)
RispondiEliminaCerco di recuperarlo che mi sembrava interessante, mi fa piacere averne conferma ;)
Pensa che io oltre a non aver visto Zoolaqualunque non ho manco visto Civil War.
EliminaLa famiglia e il lavoro sono una combo micidiale per il cinema.
Life isn't some cartoon musical where you sing a little song and all your insipid dreams magically come true. So let it go.
RispondiEliminain Inglese è anche meglio XD
Non solo lo considero una bella bomba della Disney, ma sopratutto uno dei migliori film del 2016.
RispondiEliminaLa Disney si sta superando sempre ormai... Ormai sta eguagliando perfino la loro stessa Pixar. Sta vivendo un periodo d'oro!
Bravo, una recensione belliZZima! Anche io non me l'aspettavo così maturo e divertente, e sono superfangirl della volpe!
RispondiEliminaVisto ieri, ben confezionato, non c'è che dire. Solo io quando ho visto il leopardone della polizia che mangia ciambelle ho pensato al leone de "i Simpson" costretto dagli attivisti a mangiare soia? Cioè il Leone sindaco come è diventato così robusto senza "prede"? Sembra quasi un film scritto da un vegano :D
RispondiEliminaVisto anche io due giorni fa, che presa a bene di film.
RispondiEliminaDegni di nota il mondo pensato per tutte le dimensioni di animali, ma soprattutto che gran personaggio nick Wilde. Il suo ciondolare in giro ed essere così umano sono veramente belle cose
Ho visto il trailer del film con la scena dei bradipi della motorizzazione prima della proiezione di Star Wars 7, la sala venne giù dalle risate, prima o poi lo recupererò in raggioblù.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il discordo razzismo e ragazzini, voglio raccontare un piccolo aneddoto (Doc non volermene male). Durante l'anno scolastico 97/98, anno dell'uscita al cinema di Tre uomini e una gamba, bel film tra l'altro, dovetti recitare la scena del "conte Dracula" per i miei compagni di scuola per via della mia faccia da terrone (vagli a spiegare che mia madre era riggitana e NON siciliana), e come corollario erano in gran voga battutacce varie sul Mezzogiorno e la sua gente. Non la presi molto bene.
Se questo film può insegnare qualcosa ai ragazzini di oggi, ben venga :).
visto ieri sera, davvero un bel film
RispondiEliminadeliziosa la citazione a Breaking Bad
Oh, Dottò... potevi essere l'unico che non l'aveva ancora visto... e invece manchiamo ancora io e la mia ragazza. :D Vado a recuperare. Prima di suBBEto.
RispondiEliminaRecensione affascinante: mi hai fatto venire voglia di vederlo.
RispondiEliminaGrazie, Doc!
Il trailerz non mi aveva detto molto, sarà che ho troppo a che fare coi bradipi ogni giorno... adesso ho voglia di vederlo subito !!!
RispondiEliminaA me è piaciuto come strizza l'occhio ai "buddy movies" e in generale alle commedie poliziesche degli anni '80 come "Arma Letale","Beverly Hills Cop",persino "Scuola di Polizia" ma soprattutto "48 ore"(quanto tempo hanno Judy e Nick per risolvere il caso?)senza contare "Speed" e "Uno sparo nel buio"(quest'ultima è da applausi.)
RispondiEliminaPer discorso sui pregiudizi pienamente d'accordo:spesso ci si dimentica,ma stanno da ambo le parti.A Zootropolis si viene giudicati in base alle caratteristiche della propria specie:é un modo di ragionare errato,ma profondamente radicato nei suoi abitanti.
"Ognuno può essere ciò che vuole":peccato che,a parte Judy,nessuno ci crede.Forse ci credeva anche Nick,ma poi...è andata come è andata.
(SPOILER)
Forse il vero miracolo non è tanto la realizzazione del sogno di Judy,quanto la redenzione ed il riscatto di Nick tramite lei.Possiamo diventare migliori di ciò che siamo,a volte basta solo avere a fianco qualcuno disposto a darci un grammo di fiducia.
Gran bel film,la Disney mi ha veramente sorpreso.
Concordo Doc! Gran bel film per tanti aspetti!!
RispondiEliminaCapolavoro.
RispondiEliminaIl più bel film Disney da... uh, Le follie dell'imperatore (a cui è comunque superiore)
Hai ragione, ma non c'è niente di superiore alle follie dell'imperatore! :DDDD bumbaby!
EliminaL'ho visto e non ci ho capito una mazza, i pregiudizi vengono abbattuti dimostrando che in effetti i conigli sono rapidi e fifoni, la volpe gira e rigira è furba, i bradipi lenti (anche se sfrecciano in auto)... i preconcetti e gli stereotipi sono validi, ma non bisogna dirlo o pensarlo perché ogni tanto ci sono le eccezioni che li smentiscono? Tipo la volpe che fa la pasticcera.
RispondiEliminail messaggio è che gli stereotipi esistono solo se tu vuoi che esistano, se guardi solo lo strato superficiale allora si i bradipi sono tutti lenti, le volpi furbe, i predatori cattivi, i mulsulmani tutti terroristi, gli americani bifolchi col fucile sotto il cuscino e gli italiani pizza-mafia-mandolino
Eliminama se ti fermi a guardare più da vicino scoprirai che gli stereotipi non sono poi così tanto veri, tipo il conigli non son così fifoni, i leopardi possono essere dei teneroni, i bradipi nonostante la loro fisiologia possono amare il brivido della velocità
è anche una critica sociale nei confronti della società che trasforma le persone negli stereotipi che essa stessa crea, quanti ragazzi diventano criminali solo perché tacciati di esserlo a causa della loro famiglia, ambiente o colore della pelle?
La vera lezione dolceamara che si ricava è che Zootopia NON E' un mondo ideale, non è un traguardo raggiunto nonostante i paroloni del suo leonino sindaco. E' un lavoro in divenire, è pieno di difetti come si conviene ad una società mista. Ed è proprio per questo che è importante lavorare insieme perché il miglioramento contnui nonostante le difficoltà. Zootopia è il mondo più maturo in assoluto finora proposto dalla Disney.
EliminaI shit you not, proprio prima di accendere il computer stamattina ho pensato "Chissà perché Doc non ha fatto la recensione di Zootropolopia..." Ok ora la leggo.
RispondiElimina[...perché "la vita non è uno stupido cartone in cui basta una canzone per far realizzare i tuoi sogni e fare quello che vuoi", che detto in un classico Disney è come organizzare una gara di bestemmie creative in parrocchia, ma oh. E Cenerentola giù a piangere in bagno.]
RispondiEliminaEcco, solo per questo era valso vedere il film. Ero andato a vederlo col terrore della Sindrome Sanremese, ma vabbè, si ritorna al furry, magari è un pelino tollerabile.
E invece stai lì inchiodato alla poltrona, in un turbinio di emozioni che MAI un classico Disney ti aveva regalato dai tempi del Re Leone (splendido NONOSTANTE i dannati stacchi musicali), senza una nota stonata a rovinare la scena, e una grafica che la tua scimmia stà li a dare il cinque alto con tutte le altre presenti in sala. Gran rumore di petti percossi a pugni.
Unica canzone spettacolosa con il corpo-ballerini più deliziosamete gayoso che si sia mai visto. Caratterizzazioni solidissime, due protagonisti da tifo sfegatato, questo è indubbiamente IL film Disney come dovrebbero farli a regola d'arte.
Ma si riesce a fare dei commenti su un film Disney senza che partano i frignastei su se ci sono o meno dei momenti musicali?. La cosa è diventata veramente tediosa (la cosa peggiore poi è lamentela a prescindere indipendentemente dalla qualità delle stesse). Tralaltro vi dò una notizia: non è che la storia di Cenerentola cambia senza "I sogni son desideri".
RispondiEliminaAnyway per me il film è molto bello, l'unica pecca [SPOILER] il cattivo. Ormai dopo che l'hai fatto in Ralph Spaccatutto, Frozen e Big Hero 6 non è neanche più una sorpresa... e inoltre il fatto che viene rivelata come cattivo solo alla fine la rende molto piatta (tipo Frollo era ultramalvagissimo che si vede lontano un km ma almeno era un personaggio sviluppato)
RispondiEliminaGrazie della recensione.
RispondiEliminaPasserò in questi giorni al CC a comprarne una copia visto che nè io nè i miei figli lo abbiamo ancora visto ma incuriosiva tutti.
Per questo ringrazio anche per la delicatezza dei no spoilers.
Ottima recensione ma aggiungerei ancora una cosa: il film non parla solo di razzismo (di cui è vittima Nick) ma anche (e soprattutto) di sessismo. Perché Judy non è solo un coniglio, è una coniglietta. Una coniglietta che vuole fare un lavoro da "uomo" e si scontra con le problematiche di tante donne che vengono discriminate e sminuite sul lavoro per il loro sesso.
RispondiEliminaVisto solo avantieri. 21 febbraio 2017 mica cacchio quando si dice arrivare in ritardo. Non so perche ma ogni volta che mi accingeva alla visione qualcosa mi allontanava interesse e trasporto emotivo. Anche perché non sapevo nemmeno che tipo di storia aspettarmi
RispondiEliminaAdesso posso dire che mi sia piaciuto parecchio e che ci siamo alcune cose tra le più belle mostrate in un cartone animato.
Il parruca nel frattempo è diventato presidente degli stati uniti ... evidentemente questo film non ha fatto breccia e dire che è piuttosto platealmente un film politico (ed è Disney, questa cosa riesce a shockarmi). Forse è anche vero che i bambini ancora non votano, ma i loro genitori sì però.
RispondiEliminaIl discorso della pecorella stronza sulla paura come arma di distrazione di massa è chiarissimo. Veramente un bel film, oscar (politico) stra-meritato.
p.s. "politico" non è una bestemmia, in verità se la politica non fosse così mal rappresentata sarebbe un concetto altissimo, ma alle volte mi chiedo se la politica non si adatti semplicemente a chi rappresenta. Son domande lo so.
Visto ieri su Sky (non è mai troppo tardi).
RispondiEliminaAvevo letto la rece hai tempi ed ero curioso, ma non avevo mai avuto modo di vederlo prima.
Concordo, ottimo film di denuncia pur essendo un classico Disney!
p.s. cerco un passaggio per Marte anch'io!