Il libro della giungla (1967)
Oggi la Rubrica-Senza-Nome ci porta al cospetto di uno dei classici Disney talmente classici che hanno studiato greco: Il Libro della Giungla (1967), una pellicola d'animazione che per te, per una serie di ragioni, non sarà mai come le altre. Quali ragioni? Beh, per spiegarlo ti bastan poche briciole di testo, lo stretto indispensabile [...]
È il natale del 1983. Sei a Sorrento dai nonni, con un febbrone tipo a 47. Per tenerti buono, i tuoi ti comprano in edicola una pila di fumetti... e l'album di figurine Panini di questo film Disney del '67, ai tempi appena tornato al cinema per una delle sue innumerevoli re-release in sala. È amore a prima giungla. Qualche giorno dopo vedi il film e ti fai comprare il libro di racconti di Kipling. Una manciata di mesi più tardi, ti iscrivi ai lupetti, dove tutta la scala gerarchica, la catena di comando della fascia juniores dei boy scout, ha nomi presi da quel mondo.
Akela chiama, Akela chiama, Akela chiama il suo branco. E Akela il capo lupo, nel vostro caso, è una ragazza e pure bona. Bagheera la pantera, in un Rule 63 generale, è la sorella di Akela, ed è ancora più patonza. Poi ci sono Baloo e vari altri soggetti fricchettoni che appaiono e scompaiono durante le riunioni del sabato, le uscite e i campi estivi: tizi e tizie con la chitarra che vi cantavano le canzoni di De André, De Gregori e De Guccini, rimediando un nome della giungla tra quelli ancora disponibili. Tipo la mangusta Rikki-tikki-tavi oppure il serpente Kaa o la tigre Shere Khan.
Sì, i nomi dei due villanzoni del film (ma su Kaa la faccenda è più complessa, vedi sotto). E Caro Baloo, caro Baloo, io la legge osserverò di più, ma anche Bagheera, oh, Bagheera, oh, te lo prometto, a caccia io verrò (armato di un grosso coltello) e financo Mio caro Kaa, mio caro Kaa, te lo prometto, farò tante B.A. Le buone azioni bad ass. Da allora, Il libro della giungla diventa per te uno di famiglia, un romanzo/film di formazione tarzanica e boyscautistica perfetto, quanto e molto più del quasi coetaneo I ragazzi di Camp Siddons (1966), incentrato direttamente sullo scautismo e sulla fondamentale importanza nell'universo del nodo margherita.
Torniamo a Il libro della giungla, alla storia di questo ragazzino, Mowgli, cresciuto dai lupi e poi sbolognato a Bagheera quando c'è da portarlo via, da riconsegnarlo agli uomini, perché la tigre Shere Khan non è molto d'accordo su questa cosa di farlo continuare a vivere. In poco più di un'oretta di pellicola, Mowgli, grazie alla sua "abilità tutta umana nel ficcarsi nei guai", rimbalza da un incontro e un pericolo all'altro. Mettendosi ad esempio in marcia con la pattuglia della giungla, la squadra di elefanti paramilitari con battibecchi coniugali alla Sandra e Raimondo dei pachidermi incorporata.
Oppure scoprendo, grazie all'orso buono Baloo, lo stile di vita del Ti bastan poche briciole, lo stretto indispensabile, una filosofia stoica che anticipa di ventitre anni l'Hakuna Matata de Il re leone, aggrappandosi in buona sostanza allo stesso principio cardine: quello dello Sticaz*i.
Ma la tua parte preferita del film è senza dubbio l'ingresso in scena dell'orango Re Luigi e del suo clan di scimmie. "Mi vengono i brividi, che succederà quando sarà di fronte al loro re?", si chiede Bagheera quando viene a sapere che le scimmie hanno rapito Mowgli,
ma la tensione si scioglie due secondi dopo nelle ghignate, di fronte alle movenze di Luigi (King Louie) e al suo irresistibile "Voglio essere come te" ("I Wan'na Be like You"), cantato con voce alla Armstrong dal jazzista Louis Prima. Con Baloo che manda all'aria la missione stealth perché rapito dalle note: “Io sono già partito, amico, partito in tromba!”
E sì, ora anche chi non lo sapeva ha capito che significhi quel peluche dell'orango nella pubblicità Ford col rEgazzino.
L'entusiasmo contagioso di Mowgli, il primo e il più casinista dei lupetti, lo porta altrove, a un nuovo rendez-vous con gli occhi ipnotici e le spire di Kaa,
mentre fa il suo ingresso in scena la tigre Shere Khan, con un memorabile duetto con il pitone: "Te lo giuro, potessssi morire". "Appunto".
La banda di avvoltoi casinisti, sorta di quartetto alla Beatles, porta al momento triste del film:
Mowgli, da solo in quella valle della disperazione, dice: “Coraggio, ridete. Che mi importa”. E lo dice con voce vintage tipo Marcellino pane e vino o il ragazzino di Incompreso, con la musichina triste in sottofondo, per creare un cortocircuito bruschettoforo nel giovine spettatore. Per la cronaca, il doppiatore italiano di Mowgli, Loris Loddi, anni dopo avrebbe prestato la propria voce, tra una cosa e l'altra, a Capitan Harlock ne L'arcadia della mia giovinezza e a Morgan Dexter, e avrebbe recitato in Ladyhawke. Ma pensa. Tra gli altri doppiatori, come non citare il Baloo che parla come Sean Connery (Pino Locchi). Il momento triste dura poco, ché Mowgli si rimette a cantare insieme agli avvoltoi. A questo punto qualcuno dovrebbe far presente che a te i musical stanno sulle balle e che non sopporti di molti film Disney recenti (uno su tutti, Frozen) anche e soprattutto la loro natura di musicarelli. Vero. Verissimo. Solo che qui è diverso, e non sapresti dire quanto per il legame affettivo con il film e quanto invece proprio perché i suoi brani jazz scritti da George Bruns, Terry Gilkyson e dai fratelli Sherman Brothers erano frizzanti, divertenti, lontani un paio di galassie dai brani strappalacrime e sanremiani che sarebbero venuti dopo, nel bene, nel male e pure in fondo al mare.
Seguono lo scontro con Shere Khan, scacciata col fuoco (scalino prometeico dell'evoluzione e arma passepartout per allontanare bestie feroci e abbonati a RuttoSporc) e quel momento lì in cui Baloo, artigliato più e più volte dal felino per salvare Mowgli, sembra morto-morto.
La faccia degli spettatori (anche quarantenni) in questa scena. Al che, visto che tutto è bene quel che non finisce nell'apparato digerente di una tigre, Mowgli può vivere felice nella giungla insieme ai suoi amici, come ha dichiarato di voler fare sin dall'inizio del film, no? No.
Ché gli basta lo sguardo ammiccante di una rEgazzina per farlo precipitare nella pubertà:
la legge universale del potere tricotraente delle donne colpisce dietro la nuca, come un coppino da cinquanta chilotoni, il giovane selvaggio cresciuto dai lupi.
Un solo istante ed eccolo là, servo della gleba a testa alta e già munita di giara: "Ciascuno torna là dov'è il suo posto", dice Bagheera, e il posto di Mowgli è quello dello zerbino. Bastan poche briciole, lo stretto indispensabile e i ceci da ginocchia. Ma scusa, Mowgli, e i tuoi amici? Il vivere insieme e felici nella giungla?
Anche ne Il libro della giungla ci sono molte scene riciclate da film precedenti, in un processo di autoclonazione seguito spesso da Disney per tagliare costi e tempi di produzione. Giusto un paio di esempi, pescati da disney.wikia:
(qui trovate tutti gli altri casi. Sarà per questo che è decollata a fatica la normativa contro l'autoriciclaggio? Mah). Il punto è che con Robin Hood il ricorso a questa pratica sarà notevolmente maggiore, a causa di un budget ridotto con cui gli animatori saranno chiamati a fare i conti. E vualà,
via di carta copiativa (il che non toglie che Robin Hood resti un filmone e un altro straclassico, sia chiaro).
Le differenze rispetto al racconto di Kipling sono così tante che non ti sembra il caso di starle ad elencare tutte: la trama, in buona sostanza, è diversa in un sacco di punti, Kaa lì è buono (qui gli hanno affibbiato quindi un turn heel), le scimmie non hanno un re, perché vivono nell'anarchia sfrenata tipo universitari ventenni fuori sede, eccetera, eccetera. Ma con le trasposizioni Disney, lo sappiamo, è così. Che si tratti di Pinocchio o Biancaneve, si prende e si adatta, entrando con tutte le scarpe in storie altrui. Alle volte senza neanche bussare.
Resta la spinosa questione del formato video, "tagliato" nelle edizioni home video recenti, in primis le varie release in Blu-ray. Ora, il film venne proiettato nel '67 con un aspect ratio di 1,75:1, visto che a quei tempi i cinematografì si riempivano di schermi panoramici. Essendo però stata pensata già per il formato televisivo, la pellicola era in realtà in formato 1,33:1 (il canonico 4/3), cioè conteneva più informazioni in alto e in basso, anche se al cinema non le vedevi. Il libro della giungla su raggioblù e, per quel che ne sai, DVD sono nel formato originale cinematografico, 1,75:1, non in 1,33:1, il che significa che quella porzione extra, in alto e in basso, è stata coperta da bande nere. La cosa non ha mancato ovviamente di suscitare polemiche anche piuttosto vivaci tra gli appassionati (basta leggere i commenti su Amazon) e sarebbe stato più saggio da parte di Disney includere entrambe le versioni. Detto (Mariano) questo, il film te lo sei goduto lo stesso, pure con qualche centimetro in meno. L'importante è come lo si usa... ehr, il film. Intendevi il film.
Te ne torni di là a fischiettare I Wan'na Be like You, rivolgendo il saluto dei boyscout al cane. Uubidùù, Zelda.
I FILM DELLA RUBRICA-SENZA-NOME
I FILM DI NUOVO CINEMA GUAGLIONE
È il natale del 1983. Sei a Sorrento dai nonni, con un febbrone tipo a 47. Per tenerti buono, i tuoi ti comprano in edicola una pila di fumetti... e l'album di figurine Panini di questo film Disney del '67, ai tempi appena tornato al cinema per una delle sue innumerevoli re-release in sala. È amore a prima giungla. Qualche giorno dopo vedi il film e ti fai comprare il libro di racconti di Kipling. Una manciata di mesi più tardi, ti iscrivi ai lupetti, dove tutta la scala gerarchica, la catena di comando della fascia juniores dei boy scout, ha nomi presi da quel mondo.
Akela chiama, Akela chiama, Akela chiama il suo branco. E Akela il capo lupo, nel vostro caso, è una ragazza e pure bona. Bagheera la pantera, in un Rule 63 generale, è la sorella di Akela, ed è ancora più patonza. Poi ci sono Baloo e vari altri soggetti fricchettoni che appaiono e scompaiono durante le riunioni del sabato, le uscite e i campi estivi: tizi e tizie con la chitarra che vi cantavano le canzoni di De André, De Gregori e De Guccini, rimediando un nome della giungla tra quelli ancora disponibili. Tipo la mangusta Rikki-tikki-tavi oppure il serpente Kaa o la tigre Shere Khan.
Sì, i nomi dei due villanzoni del film (ma su Kaa la faccenda è più complessa, vedi sotto). E Caro Baloo, caro Baloo, io la legge osserverò di più, ma anche Bagheera, oh, Bagheera, oh, te lo prometto, a caccia io verrò (armato di un grosso coltello) e financo Mio caro Kaa, mio caro Kaa, te lo prometto, farò tante B.A. Le buone azioni bad ass. Da allora, Il libro della giungla diventa per te uno di famiglia, un romanzo/film di formazione tarzanica e boyscautistica perfetto, quanto e molto più del quasi coetaneo I ragazzi di Camp Siddons (1966), incentrato direttamente sullo scautismo e sulla fondamentale importanza nell'universo del nodo margherita.
Torniamo a Il libro della giungla, alla storia di questo ragazzino, Mowgli, cresciuto dai lupi e poi sbolognato a Bagheera quando c'è da portarlo via, da riconsegnarlo agli uomini, perché la tigre Shere Khan non è molto d'accordo su questa cosa di farlo continuare a vivere. In poco più di un'oretta di pellicola, Mowgli, grazie alla sua "abilità tutta umana nel ficcarsi nei guai", rimbalza da un incontro e un pericolo all'altro. Mettendosi ad esempio in marcia con la pattuglia della giungla, la squadra di elefanti paramilitari con battibecchi coniugali alla Sandra e Raimondo dei pachidermi incorporata.
Oppure scoprendo, grazie all'orso buono Baloo, lo stile di vita del Ti bastan poche briciole, lo stretto indispensabile, una filosofia stoica che anticipa di ventitre anni l'Hakuna Matata de Il re leone, aggrappandosi in buona sostanza allo stesso principio cardine: quello dello Sticaz*i.
Ma la tua parte preferita del film è senza dubbio l'ingresso in scena dell'orango Re Luigi e del suo clan di scimmie. "Mi vengono i brividi, che succederà quando sarà di fronte al loro re?", si chiede Bagheera quando viene a sapere che le scimmie hanno rapito Mowgli,
ma la tensione si scioglie due secondi dopo nelle ghignate, di fronte alle movenze di Luigi (King Louie) e al suo irresistibile "Voglio essere come te" ("I Wan'na Be like You"), cantato con voce alla Armstrong dal jazzista Louis Prima. Con Baloo che manda all'aria la missione stealth perché rapito dalle note: “Io sono già partito, amico, partito in tromba!”
E sì, ora anche chi non lo sapeva ha capito che significhi quel peluche dell'orango nella pubblicità Ford col rEgazzino.
L'entusiasmo contagioso di Mowgli, il primo e il più casinista dei lupetti, lo porta altrove, a un nuovo rendez-vous con gli occhi ipnotici e le spire di Kaa,
mentre fa il suo ingresso in scena la tigre Shere Khan, con un memorabile duetto con il pitone: "Te lo giuro, potessssi morire". "Appunto".
La banda di avvoltoi casinisti, sorta di quartetto alla Beatles, porta al momento triste del film:
Mowgli, da solo in quella valle della disperazione, dice: “Coraggio, ridete. Che mi importa”. E lo dice con voce vintage tipo Marcellino pane e vino o il ragazzino di Incompreso, con la musichina triste in sottofondo, per creare un cortocircuito bruschettoforo nel giovine spettatore. Per la cronaca, il doppiatore italiano di Mowgli, Loris Loddi, anni dopo avrebbe prestato la propria voce, tra una cosa e l'altra, a Capitan Harlock ne L'arcadia della mia giovinezza e a Morgan Dexter, e avrebbe recitato in Ladyhawke. Ma pensa. Tra gli altri doppiatori, come non citare il Baloo che parla come Sean Connery (Pino Locchi). Il momento triste dura poco, ché Mowgli si rimette a cantare insieme agli avvoltoi. A questo punto qualcuno dovrebbe far presente che a te i musical stanno sulle balle e che non sopporti di molti film Disney recenti (uno su tutti, Frozen) anche e soprattutto la loro natura di musicarelli. Vero. Verissimo. Solo che qui è diverso, e non sapresti dire quanto per il legame affettivo con il film e quanto invece proprio perché i suoi brani jazz scritti da George Bruns, Terry Gilkyson e dai fratelli Sherman Brothers erano frizzanti, divertenti, lontani un paio di galassie dai brani strappalacrime e sanremiani che sarebbero venuti dopo, nel bene, nel male e pure in fondo al mare.
Seguono lo scontro con Shere Khan, scacciata col fuoco (scalino prometeico dell'evoluzione e arma passepartout per allontanare bestie feroci e abbonati a RuttoSporc) e quel momento lì in cui Baloo, artigliato più e più volte dal felino per salvare Mowgli, sembra morto-morto.
Stupido, stupido cavallorso. E giù altre bruschette.
La faccia degli spettatori (anche quarantenni) in questa scena.
Ma è tutto uno scherzone, Baloo non si è fatto niente, faccia di serpente di un Kaa! La faccia degli spettatori (anche quarantenni) in questa scena. Al che, visto che tutto è bene quel che non finisce nell'apparato digerente di una tigre, Mowgli può vivere felice nella giungla insieme ai suoi amici, come ha dichiarato di voler fare sin dall'inizio del film, no? No.
Ché gli basta lo sguardo ammiccante di una rEgazzina per farlo precipitare nella pubertà:
la legge universale del potere tricotraente delle donne colpisce dietro la nuca, come un coppino da cinquanta chilotoni, il giovane selvaggio cresciuto dai lupi.
Un solo istante ed eccolo là, servo della gleba a testa alta e già munita di giara: "Ciascuno torna là dov'è il suo posto", dice Bagheera, e il posto di Mowgli è quello dello zerbino. Bastan poche briciole, lo stretto indispensabile e i ceci da ginocchia. Ma scusa, Mowgli, e i tuoi amici? Il vivere insieme e felici nella giungla?
"Ci sono altre priorità, #ciaone amici. Eh, oh, STACCE™".
Diretto da Wolfgang Reitherman, uno dei nine old men, i nove animatori storici della Disney, e uscito dieci mesi dopo la morte di Walt, Il libro della giungla è ancora uno spettacolo per gli occhi. Tinte piattissime, prive di qualsiasi sfumatura, su disegni meravigliosi, dai contorni spesso sporchi, tratteggiati quasi a carboncino. Come negli episodi dell’Uomo Tigre, ma con una qualità delle animazioni ancora pazzesca. È l'ultimo dei film di Reitherman a riscuotere un grande successo al botteghino, prima che con Gli Aristogatti (1970) e Robin Hood (1973) inizi il declino di popolarità in compagnia del quale la compagnia di Topolino ha vissuto il ventennio successivo.Anche ne Il libro della giungla ci sono molte scene riciclate da film precedenti, in un processo di autoclonazione seguito spesso da Disney per tagliare costi e tempi di produzione. Giusto un paio di esempi, pescati da disney.wikia:
La spada nella roccia (1963) |
Il libro della giungla (1967) |
Le avventure di Ichabod e Mr. Toad (1949) |
Il libro della giungla (1967) Tutta la sequenza dello scontro-inseguimento è ripresa da lì. |
via di carta copiativa (il che non toglie che Robin Hood resti un filmone e un altro straclassico, sia chiaro).
Le differenze rispetto al racconto di Kipling sono così tante che non ti sembra il caso di starle ad elencare tutte: la trama, in buona sostanza, è diversa in un sacco di punti, Kaa lì è buono (qui gli hanno affibbiato quindi un turn heel), le scimmie non hanno un re, perché vivono nell'anarchia sfrenata tipo universitari ventenni fuori sede, eccetera, eccetera. Ma con le trasposizioni Disney, lo sappiamo, è così. Che si tratti di Pinocchio o Biancaneve, si prende e si adatta, entrando con tutte le scarpe in storie altrui. Alle volte senza neanche bussare.
Resta la spinosa questione del formato video, "tagliato" nelle edizioni home video recenti, in primis le varie release in Blu-ray. Ora, il film venne proiettato nel '67 con un aspect ratio di 1,75:1, visto che a quei tempi i cinematografì si riempivano di schermi panoramici. Essendo però stata pensata già per il formato televisivo, la pellicola era in realtà in formato 1,33:1 (il canonico 4/3), cioè conteneva più informazioni in alto e in basso, anche se al cinema non le vedevi. Il libro della giungla su raggioblù e, per quel che ne sai, DVD sono nel formato originale cinematografico, 1,75:1, non in 1,33:1, il che significa che quella porzione extra, in alto e in basso, è stata coperta da bande nere. La cosa non ha mancato ovviamente di suscitare polemiche anche piuttosto vivaci tra gli appassionati (basta leggere i commenti su Amazon) e sarebbe stato più saggio da parte di Disney includere entrambe le versioni. Detto (Mariano) questo, il film te lo sei goduto lo stesso, pure con qualche centimetro in meno. L'importante è come lo si usa... ehr, il film. Intendevi il film.
Te ne torni di là a fischiettare I Wan'na Be like You, rivolgendo il saluto dei boyscout al cane. Uubidùù, Zelda.
I FILM DELLA RUBRICA-SENZA-NOME
I FILM DI NUOVO CINEMA GUAGLIONE
ho all'incirca la tua età, ho fatto lo scout anche io (tutta la carriera, da lupetto a capo...poi ho detto ciao) e sono stato uno di quei "soggetti fricchettoni che appaiono e scompaiono durante le riunioni del sabato, le uscite e i campi estivi[...] rimediando un nome della giungla tra quelli ancora disponibili"...io ero CHIL "il migliore degli avvoltoi", messaggero della giungla...ovviamente nella DVD teca delle mie due bambine uno dei primi acquisti è stato questo grande classico! :D
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMETALLO! (non l'ho capita)
EliminaDici una sacrosanta verità, caro Doc: le OST nei film Disney classici erano infinitamente superiori alle ruffianate musicali che infestano invece quelli odierni.
RispondiEliminaErano brani che potevi ascoltare e apprezzare tranquillamente senza aver visto un solo fotogramma Disney.
E questo Libro della Giungla del '67 ne era proprio un fulgido esempio!
gli avvoltoi rappresentavano davvero i beatles.. per la cronaca il biondo era lennon, il calvo ringo, quello con i capelli sugli occhi harrison e l'ultimo il macca..
RispondiEliminai quattro furono anche contattati per doppiare personalmente il cartoon, ma lennon prese questioni con la produzione e non se ne fece niente. in ogni caso il doppiatori originali imitavano le voci dei fantastici 4.
Cioè le voci della torcia, la cosa etc? ma pensa...
Elimina;-)
(lo so, lo so, fab four, ma non ho resistito)
l'avevo servita su un piatto d'argento, tra l'altro..:)
EliminaBello bello, anche se io in quanto rEgazzino cresciuto negli anni 90 per lo più mi ricordo l'anime (che a questo punto mi sembra di capire che era una scopiazzatura di un classico Disney che a sua volta copincollava da altre pellicole)
RispondiEliminaL'anime non scopiazzava niente. Era uno degli adattamenti dei classici della letteratura europea che i jappi facevano all'epoca come Dartagnan, Robin Hood, Zoro (quello biondo), ecc..
EliminaVisto un milione di volte al cinema del mio paese nei primissimi anni ottanta (mi sa che non facevo ancora le elementari), dove lo riproponevano a nastro. Si ringe, punto.
RispondiEliminaE aggiungo: Santa donna, mia madre che mi ci riportava regolarmente.
RispondiEliminaPer mille CTRL-C CTRL-V Batman! Ecco cosa era quella sensazione di deja-vu bing-bong che provavo vedendo i classici Disney! Grazie Doc per questo tassello del puzzle...
RispondiEliminaQuesto rientra nella classifica dei miei classici Disney: Dumbo,La Spada nella Roccia,il mitico Peter Pan,Pinocchio,Alice nel paese delle meraviglie,gran bei film,un pezzo di storia,benché anche io non amo il musical,infatti detesto Frozen fino all'osso,l'ho visto da amici con la scusa che hanno un bambino piccolo (che adesso è in scimmia con i vari supereroi,transformer e a breve arriverà la scimmia guerre stellaresca,e sua papà non è mai piaciuta la fantascienza.. Si chiama Karma) non divaghiamo.
RispondiEliminaDicevamo bel film,la canzoncina di Baloo è strepitosa e le scimmie... Sono scimmie,Kaa il fratello illegittimo di Bis di Robin Hood,bello davvero,mi è venuta voglia di mettere su un cartone animato e rilassarmi guardando un elefantino volare,un bruco tabagista o dei pirati rimbambiti,oppure canticchiare "Bastan poche briciole... " Meraviglia.
Comunque una domanda l'ho sempre avuta: cosa ci fa un orso in una giungla tropicale???
Sono animali indiani, in effetti anche a me era venuto il sospetto di una cosa alla Salgari (che non era mai stato nei luoghi che descriveva), invece a quanto pare:
Eliminahttps://it.wikipedia.org/wiki/Melursus_ursinus
si tratta di quest'esemplare qua, come è specificato anche dalla Disney
Ho dimenticato gli Aristogatti nel listone,grazie per la precisazione,ci butterò un occhio,non immaginavo proprio che in India ci fossero gli orsi,pensavo ad una licenza disneyana
EliminaAnche La carica dei 101 ho dimenticato... Bellissimo! Scusate il listino ma sto tornando indietro di più di 30 anni
EliminaSempre stato uno dei classici che mi piace di meno insieme agli Aristogatti. E non solo paragonato al libro originale, ma anche a qualsiasi altro adattamento come l'anime jappo (che pure era più soft). I lupi qui non esistono praticamente, tutti sono un branco di macchiette comiche spesso più irritanti che divertenti (gli avvoltoi poi sono insopportabili, meglio i corvi Dumbo) e Mowgli è veramente anonimo come protagonista.
RispondiEliminaConcordo in pieno.
EliminaTrama inesistente, personaggi bidimensionali, Mowgli è fastidioso e anche Baloo.
Molti ricordi di infanzia ma rivisto da adulti è davvero scarso.
Ho rivisto praticamente tutti i classici con i miei piccoli furfanti negli utlimi 4 anni . Alcuni ( tipo La bella addormentata , Robin hood ) erano miti di gioventù confermati nella maturità, come tali assurgono a vette di opere d'arte. francamente li riguardo anche 50 volte senza stancarmi.
EliminaAltri mi sembravano capolavori da piccolo , e rivisti sono simpatici ( Spada nella roccia, Carica dei 101) pur senza essere capolavori. Te li riguardi, fai due risate, e fine.
Altri erano già meh in giovantuù e cheddupalle adesso; La sirenetta, per dire.
Mogwli si installa , secondo me, nella categoria di mezzo, molto bello da giovini, ma non memorabile; scarso di attrattive e di più profondi piani di lettura per un adulto. Mogwli insopportabile, Baloo mi ricorda troppo Rocco Buttiglione, personaggi piatti e storia pure . Anche i miei figli non ne vanno matti.
Che dici, ingrasseranno Mowgli perché magrolino può sembrare anoressico?
RispondiEliminaVisto per la prima volta l'anno scorso a Natale sulla tivù. Nonostante le mille riproposizioni, non sono mai riuscito a vedere il film quando ero piccolo, così, non ne ho mai avuto l'occasione. Rimediato appunto le scorse feste l'ho trovato divertente e simpatico, anche perchè è considerato (credo a ragione) l'ultimo grande "classico" (nel senso classico, classico) Disney. Il libro della giungla in generale non ha fatto parte della mia formazione bimbo/giovanile, l'unica cosa che mi ricordo è il cartone giapponese con la sigla di Cristina D'Avena. L'unico ricordo del cartone è molto vago e risale appunto all'anno della riedizione degli anni '80, con mio padre che mi porta una busta di topolini rimediati dalla cantina di un suo cliente; ricordo che avevo la febbre e c'era un numero di questi topolini che mi piaceva perchè c'erano le pubblicità dei micronauti. Su quel numero, la presentazione della riedizione del "Libro...". Chiesi a mia madre se il protagonista era Tarzan, e lei mi disse: No... non credo ;)
RispondiEliminaZorro biondo! Quanti ricordi!
RispondiEliminache si trasformava come i 5 samurai....
Elimina...gli sarebbe piaciuto!
EliminaEra più Sailor Moon! XD
E qua casca l'asino... Pur riconoscendone i meriti e dandogli i gradi di "classico senza tempo", Il Libro Della Giungla non mi è mai appartenuto. Non mi ci sono affezionato come fu con Robin Hood o La Spada nella Roccia giusto per dare due esempi. L'ho sempre visto malvolentieri (l'ultima un annetto fa per far contenta la mia compagna che invece lo adora). Sarà perché dai lupetti mi ci mandavano a schiaffoni visto che "odiavo" andarci... Boh! Che ci vuoi fare?
RispondiEliminaP.S.: Doc, gran tripletta di post questa settimana! Se domani mi piazzi "Nuovo cinema guaglione" è BINGO!
La storia del riciclaggio non la sapevo... Sti sparagnoni😊 della Disney!
RispondiEliminaBeh... negli anni in cui tutto andava fatto a mano, riutilizzare delle scene era la norma. In realta' credo che la cosa piu' utile fosse avere gia' una sequenza suddivisa nei passi principali per l'animazione sulla quale ridisegnare I nuovi personaggi, bypassando cosi' del tutto la fase in cui occorre studiare come riprodurre I movimenti . Fase costosa che molto spesso li obbligava pure a fare un girato con attori in carne ed ossa per poi andare a studiare I vari istanti della pellicola per riprodurli. Talvolta ricalcavano proprio le singole immagini del girato dal vero (Rotoscoping...).
EliminaComunque il libro della giungla, assieme alla spada nella roccia ed a Robin Hood e' la walt Disney.
E mettiamoci pure la carica dei 101 e gli aristogatti.
In quell periodo avevano un modo fantastico di disegnare sia i personaggi umani sia gli animali.
Quoto Coimbra, hai spiegato molto bene la cosa.
EliminaConcordo,erano davvero belli i disegni,in epoche più recenti hanno adottato le espressioni da facce da caxxo secondo me
EliminaQuindi stai ammettendo che tutto il tuo affetto per l'esperienza scoutistica, alla fine è dovuto ad Akela il capo lupo e sua sorella panterona che nei tuoi happy hours domestici se la contendevano con le pagine-angolino-rosa del Postalmarket?
RispondiEliminaQuanta poesia...
Eliminaanche per me grande affetto per questo film.
RispondiEliminaAnche per me esperienza nei lupetti (con gli scout durai pochissimo invece) e conseguente letture del libro di Kipling.
e sul potere tricotraente sono andato a terra...
RispondiEliminascusate l'OT ...ma non c'è forza, potere, legge che tenga.... come sto verificando proprio in questi giorni: nipote della mia compagna, sedicenne tutto casa, chiesa e sacre adorazioni "ti piacicono le moto, le macchine, il calcio?" "no, vado in chiesa!" "fai un po' di sport? "no vado in chiesa!".... ha conosciuto proprio in chiesa una coetanea... e per l'ennesima volta il mistero si è compiuto...
Eh, capisco è stato un po' per tutti noi uno di famiglia questo classico. Fra l'altro vorrei commentare con qualcosa di più sagace e interessante, ma sono traumatizzato a vita, perché ho scoperto or ora che Baloo dice "Partito in tromba." e non "in tronco." che non vuol dire niente, ma ci sono delle convinzioni nella vita che se infrante ti fanno perdere ogni certezza...
RispondiEliminaCi siamo passati tutti, te ne farai una ragione. Io per decenni ho creduto che la sigla di Daitarn III dicesse una certa cosa, per poi scoprire qui che no. Ho dovuto risentirla più volte per convincermi.
EliminaIl blog del Doc è ottimo anche per dare una svegliata a noi che abbiamo vissuto per tanto tempo nella menzogna...
EliminaIl mio Bagheera adesso è sindaco nel paese dove vivo. Quando lo incontro devo spendere 2 secondi buoni per non chiamarlo Bagheera.
RispondiEliminaGrandissimo film, allegro e spensierato come pochi. tranne che per i momenti commozione, off course. Io non mi straccerei le vesti per le scene "riciclate", usavano le stesse inquadrature ma ridisegnavano la scena ogni volta. In fondo per anni abbiamo visto robot decollare/trasformarsi curiosamente sempre nello stesso modo, con lo stesso sfondo e la stessa musica e non ci siamo lamentati più di tanto.
RispondiEliminaVabbè dai, ora non esageriamo. Questa è pur sempre una produzione cinematografica, non la si può paragonare con una televisiva in cui ci lavorano molte meno persone.
EliminaMa infatti nelle serie tv giappe incollavano sequenze intere, alla Disney riprendevano inquadrature e impostazione di scene simili disegnate in passato e le ridisegnavano. Non c'è paragone.
EliminaTra l'altro dovevano doppiarlo davvero i Beatles ma Lennon rispose simpaticamente che non voleva essere trasformato dalla Disney in uno dei loro cartoni di merda e che avrebbero fatto meglio a chiamare "quel grassone di Elvis"... XD
RispondiEliminaE' concesso un commento completamente slegato dal suo ruolo fondamentale nel mondo della musica?
Elimina"Il solito, monumentale ca§aca22o..."
Si veramente... Che eleganza Mr. imagine of the people...
EliminaHo sempre preferito i Rolling Stones non a caso :-)
A me fa sempre morire notare che: quando sei un artista popolare ma ancora giovane, sei ancora pervaso da quello spirito anarchico e ti permetti di fare dichiarazioni forti, rispondere male a tutti... poi inizi a buttarti in cose più commerciali, vieni inglobato dal sistema e devi moderare i toni perché una frase sbagliata può davvero costarti un contratto o segnarti negativamente la carriera. E infine i più fortunati invecchiano, vanno in pensione o comunque raggiungono una certa sicurezza economica e tornano a fare dichiarazioni stronzissimeXD
EliminaPiù che altro è ragionamento del tipo "col senno di poi"...
Eliminae vabbè , anche Gesù su 12 apostoli ne ha sbagliato uno !
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EliminaDoc, questo post fa parte della "rubrica senza nome"?
RispondiEliminaChe non è elencata fra le "etichette"... Ciao!
Vedo che hai aggiunto. Bene, ciao!
EliminaMa sono la sola ad aver trovato le scene di kaa estremamente seducenti da bambina? Anzi...ssssseducenti?
RispondiEliminasarà un commento cretino, ma io mi sono sempre chiesto:una pantera, un orso e 5 lupi...ma non potevano fargli un c##o così a Shere Khan?
RispondiEliminaA memoria mia e di mia mamma, questo dovrebbe essere stato il mio primo film al cinema quando, nell'83, a 6 anni, lo riproposero. Tanti ricordi mariomeroli.
RispondiEliminaCerto che per essere un film al risparmio, la Disney cacciò davvero un capolavoro. Non era tra i miei preferiti, ma da ragazzino lo divorai
RispondiEliminacapolavoro!
RispondiElimina"Il Libro della Giungla" fa parte di quel periodo che più preferisco dell'animazione disney, quando dovettero tirare la cinghia (e inventarono apposta lo xerox) e tirarono fuori dal cilindro tante avventure divertenti e con zero ambizioni ma che ancora oggi sono divertenti da rivedere, delle vere "storielle minime" in cui animali antropomorfi la facevano da padrone
Purtroppo oggi invece sfornano solamente presunti blockbusteroni tecnicamente perfetti che però mi annoiano già al primo passaggio (Elsa, Rapunzel ecc)
Essendo stato lupetto prima e cambusiere poi (ero Mysa), il Libro della Giungla me lo sono imparato praticamente a memoria. E continuo a non capire perché il film abbia tagliato così ferocemente tutto ciò che riguarda il branco di lupi e trasformato il duro addestratore Baloo (che infatti, nell'Agesci, spesso è un prete!) in un cazz0ne galattico da far sembrare Pumbaa uno stakanovista. E vabbè, Kaa che diventa complice di Shere-Khan, ma Kaa è un personaggio strano e di suo abbastanza ambiguo. Ma probabilmente è perché il libro è parecchio, ma parecchio più trucido del film, troppo per la morale dell'epoca. Figuriamoci se ci potevano mettere cose spaventose come la carica dei bufali nel Waingunga o la battaglia con i cani rossi del Dekkan... per quello, aspettiamo la serie HBO. Con Messua legata al letto nuda, e magari Mowgli che vede la ragazza indiana mentre fa il bagno, così l'omino HBO si guadagna un po' la pagnotta.
RispondiEliminaHo una confessione da fare: il libro della giungla è l' unico classico Disney che non mi piacque da bambino.
RispondiEliminaIl fatto di non essere stato uno scout e di averlo visto da bambino in VHS in un reparto pediatrico poco prima di un' operazione potrebbero contribuire, comunque giuro che lo recupererò durante una maratona disneyana con la nipotina.
Ps. Doc hai nominato Pinocchio, un articolo su Le avventure di Pinocchio di Comencini ci starebbe molto bene...
Essendo una che generazionalmente associa Bond a Roger Moore a me la voce di Baloo ha fatto sempre pensare a Trinità =D
RispondiEliminaNon mi ero mai resa conto delle similitudini con gli altri film Disney...
RispondiEliminavabbe' io veleggio verso i 40 e ancora nei momenti di stress o difficolta' mi ritrovo a canticchiare 'lo stretto indispensabile' per darmi un po' di buonumore! #casoperso
RispondiEliminaEcco un'altra delle affinità che scopro di avere con il Doc (totale=240), se non bastassero anime, film di culto (Aliens in pole), elenchi dei supereroi più fighi o quelli delle cantanti/attrici più pheeghe
RispondiEliminail Libro della Giungla (detto anche de Kipli) fu un amore pure della mia infanzia, però mi riferisco proprio al libro cartaceo, mentre il film non sono mai riuscito a vederlo per intero
in comune abbiamo anche l'esperienza nei lupetti, solo che il mio Akela aveva la barba...
... E niente, per descrivere questo film basta citare questo e le emozioni che mi suscita ancora oggi dopo che aver superato il quarto di secolo da un bel pezzo: https://www.youtube.com/watch?v=bTk-qcLeux4
RispondiEliminaPur essendo del periodo al risparmio della Disney (vedi il riciclaggio delle animazioni), questo è un vero e proprio classico... anche riguardandolo adesso lo trovo strepitoso (e lontano anni luce dal libro di Kipling, ma questa è un'altra questione).
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