"Videogames", le ultime novità dagli USA
C'è chi sostiene che questa mania dei "videogames" arrivata dagli Stati Uniti sia solo una moda come tante, e come tale destinata a un rapido tramonto. C'è chi dice invece che la sfida tra l'umano e il cervello superiore del calcolatore elettronico, rilettura in chiave postmoderna del Davide contro Golia, sia qui per restare. Quale che sia il destino dei "videogames", il nostro corrispondente da San Francisco, Dale A. Reap, è pronto a raccontarci le ultimissime novità del mercato. Quali cassette di giochi brandiranno i nostri Davide dell'era del BASIC e dei microcomputers, in questo 1983 ormai alle porte? Su quali campi di battaglia virtuali si consumeranno i pomeriggi dei nostri ragazzi nel nuovo anno? Ecco i best-seller e alcune anticipazioni per la macchina di gioco del momento, il Sistema Video-Computer Atari 2600 [...]
Uno dei più grandi successi di questo 1982 che ci apprestiamo a salutare non è americano, ma una delle tante diavolerie dei giapponesi, popolo fermamente intenzionato a conquistare il mondo intero, settore dei "videogames" incluso. Prodotto dall'azienda Namco, la stessa di Pac-Man, Dig Dug è un gioco televisivo dalla spettacolare realizzazione sonora e grafica, nonostante il tema di base piuttosto banale. Passino astronauti ed eroi dello sport, ma chi ha mai sognato di essere uno scavaterra?
Noi americani, si sa, non ci stiamo: siamo fatti così. Abbiamo inventato noi queste diavolerie elettroniche e vogliamo dimostrare di essere ancora i signori indiscussi dei "videogames". Come? Migliorando il celebre e summenzionato Pac-Man: l'omino mangiapalline diventa così ora una donna, in una nuova versione del programma di gioco realizzata appositamente qui negli USA. Un'astuta manovra commerciale per attirare verso questo nuovo hobby anche le donne? Intanto è già un successo qui negli States la serie a cartoni animati di Pac-Man, apice di una vera e propria Pac-Mania. Tutti pazzi per una pizza... giapponese? Così pare. Il prossimo passo? Un carpentiere italoamericano del Sol Levante?
Ancora Namco, ancora il frutto del lavoro di instancabili, indefessi ingegneri giapponesi con il futuro in tasca e un computer che prende le decisioni più difficili per conto loro. Ma questa volta, al posto dei mondi colorati di Pac-Man e dei suoi famigliari, c'è la strada da percorrere a bordo di una monoposto di Formula 1. Grafica fotorealistica sublime e incredibili effetti audio ne fanno una delle perle per il Sistema Video-Computer Atari, in grado di trasformare chiunque impugni uno dei suoi comandi a cloche in un giovane Keke Rosberg alla guida della sua Williams.
Yars' Revenge è un geniale gioco di guerre stellari diverso dai soliti invasori dello spazio. La sfida alla base della cartuccia è infatti una singolar tenzone tra una mosca aliena e una macchina in grado di trasformarsi in svastica. Sono passati quasi quarant'anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, ma anche nel disimpegno totale dei "videogames" trovano spazio importanti richiami alla storia. Il geniale programmatore di questo gioco, Howard Scott Warshaw, ha realizzato anche la trasposizione in gioco elettronico di "E.T. l'extra-terrestre" di Spielberg. Best-seller da milioni di cartucce già all'attivo, che avremo modo di provare presto, sicuri della sua qualità. Atari + Spielberg? Successo assicurato.
In arrivo tra qualche mese e mostrato alla stampa in una conferenza a bordo di una gigantesca piscina jacuzzi, Reasports Tennis ha tutte le carte in tavola per diventare il Jimmy Connors dei "videogames". Realizzazione grafica super verosimile e ritmo di gioco frenetico. Ace!
Uno gnomo, un centopiedi e un campo di funghi: non si fa fatica a immaginare dove i giovani programmatori Atari vadano a pescare certe idee, tra un party e l'altro. I segreti di un successo che ha reso l'azienda californiana un colosso dell'era dei "computer games". Un gigante dei bit e delle macchinette da imbottire a quarti di dollaro, a cui ha già assegnato un posto nel proprio futuro il regista quarantacinquenne inglese Ridley Scott, nel discusso e lento polpettone futuribile "Blade Runner".
Per chi rimpiange le avventure delle missioni Apollo e abbia voglia di tornare sulla Luna, ecco un altro programma elettronico giapponese, in cui un veicolo lunare deve negoziare le asperità del terreno e minacce aliene assortite. Come dire che da terra, nello spazio o sulla Luna, per i simpatici amici giapponesi si torna sempre alle Guerre Stellari e agli invasori venuti dall'ignoto. Meglio i funghi e gli gnomi, allora.
Le testate nucleari si abbattono sulle città, innescando l'olocausto atomico. La più tetra delle paure contemporanee, mentre spirano ancora gelidi i venti della Guerra Fredda con l'Orso Sovietico, ma per fortuna questa volta si tratta solo di un gioco. Al videogiochista il compito di fermare gli attacchi missilistici portati dal calcolatore, nei panni di una fredda macchina d'oltre cortina, alle nostre metropoli. Videogiochi e guerra atomica: hello, Hollywood? Potrebbe venirne fuori una pellicola memorabile... pur con tutti gli scongiuri del caso.
Novità in arrivo nei prossimi mesi, questa nuova proposta per il popolare sistema di videogiochi Atari consiste in una caccia alla gemma condotta da un orsetto. Anche Yoghi e Bubù, negli anni degli yuppies e del cosiddetto edonismo reaganiano, sono andati a far colazione da Tiffany, giù sulla Quinta Strada.
"Trasformate il televisore in un'eccitante e impegnativa avventura per tutta la famiglia", promette la scatola del Video Computer System Atari, ed è esattamente quello che fa questa cartuccia. Che razza di animale è Q*Bert? Poco importa: la palla di pelo arancione con il naso a trombetta ha conquistato i videogiochisti, minacciando da vicino il monopolio del rivale con gli occhi a mandorla Pac-Man.
Altrettanto stelle e strisce è questa nuova risposta agli invasori spaziali giapponesi, che prende il nome dalla città in cui risiede l'azienda che ha creato il gioco: Phoenix, Arizona. Gli alieni sono questa volta uccelli e uova volanti, Hitchcock ne sarebbe stato felice, i ragazzi fan dei giornalini Marvel un po' meno: Phoenix era infatti il nome di un personaggio molto amato nel fumetto degli X-Men, suicidatosi un paio d'anni fa.
Il nome sembra quello di un film di fantascienza degli anni 60, ma in realtà si tratta del seguito di un gioco di battaglie spaziali molto popolare, Defender. Astronavi, luci laser e un portale verso le stelle, per andare là dove nessun "videogames" è mai stato prima.
Infine un altro paio di anticipazioni, cassette di prossima pubblicazione già pronte a portare altre vagonate di soldi nelle casse del colosso incrollabile Atari. La prima è una simulazione elettronica di flipper dal nome molto evocativo, Midnight Magic: mancano le spinte pelviche nei jeans attillati, per far sorridere le ragazze del bar riunite attorno al juke-box, ma il divertimento c'è tutto. "Let's get physical", recita la popolare hit di Olivia Newton John, anche se qui la fisicità del flipper diventa un flusso di dati colorati sulla tv di casa.
La seconda novità in arrivo è Solaris, ennesimo schema di gioco in salsa fantascientifica, ma graficamente sbalorditivo. Potranno i "videogames" far mai meglio di così?, ci si chiede. E, soprattutto, ne avranno il tempo, prima che questa mania vada scemando, relegando l'intrattenimento in bit sul televisore di casa ad effimera bizzarria giovanile come tante? Stiamo parlando solo di un nuovo, colorato hula-hoop fatto di bit? Ce lo sapranno dire i posteri e, forse, un 1983 pieno di speranze e promesse.
Uno dei più grandi successi di questo 1982 che ci apprestiamo a salutare non è americano, ma una delle tante diavolerie dei giapponesi, popolo fermamente intenzionato a conquistare il mondo intero, settore dei "videogames" incluso. Prodotto dall'azienda Namco, la stessa di Pac-Man, Dig Dug è un gioco televisivo dalla spettacolare realizzazione sonora e grafica, nonostante il tema di base piuttosto banale. Passino astronauti ed eroi dello sport, ma chi ha mai sognato di essere uno scavaterra?
Noi americani, si sa, non ci stiamo: siamo fatti così. Abbiamo inventato noi queste diavolerie elettroniche e vogliamo dimostrare di essere ancora i signori indiscussi dei "videogames". Come? Migliorando il celebre e summenzionato Pac-Man: l'omino mangiapalline diventa così ora una donna, in una nuova versione del programma di gioco realizzata appositamente qui negli USA. Un'astuta manovra commerciale per attirare verso questo nuovo hobby anche le donne? Intanto è già un successo qui negli States la serie a cartoni animati di Pac-Man, apice di una vera e propria Pac-Mania. Tutti pazzi per una pizza... giapponese? Così pare. Il prossimo passo? Un carpentiere italoamericano del Sol Levante?
Ancora Namco, ancora il frutto del lavoro di instancabili, indefessi ingegneri giapponesi con il futuro in tasca e un computer che prende le decisioni più difficili per conto loro. Ma questa volta, al posto dei mondi colorati di Pac-Man e dei suoi famigliari, c'è la strada da percorrere a bordo di una monoposto di Formula 1. Grafica fotorealistica sublime e incredibili effetti audio ne fanno una delle perle per il Sistema Video-Computer Atari, in grado di trasformare chiunque impugni uno dei suoi comandi a cloche in un giovane Keke Rosberg alla guida della sua Williams.
Yars' Revenge è un geniale gioco di guerre stellari diverso dai soliti invasori dello spazio. La sfida alla base della cartuccia è infatti una singolar tenzone tra una mosca aliena e una macchina in grado di trasformarsi in svastica. Sono passati quasi quarant'anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, ma anche nel disimpegno totale dei "videogames" trovano spazio importanti richiami alla storia. Il geniale programmatore di questo gioco, Howard Scott Warshaw, ha realizzato anche la trasposizione in gioco elettronico di "E.T. l'extra-terrestre" di Spielberg. Best-seller da milioni di cartucce già all'attivo, che avremo modo di provare presto, sicuri della sua qualità. Atari + Spielberg? Successo assicurato.
In arrivo tra qualche mese e mostrato alla stampa in una conferenza a bordo di una gigantesca piscina jacuzzi, Reasports Tennis ha tutte le carte in tavola per diventare il Jimmy Connors dei "videogames". Realizzazione grafica super verosimile e ritmo di gioco frenetico. Ace!
Uno gnomo, un centopiedi e un campo di funghi: non si fa fatica a immaginare dove i giovani programmatori Atari vadano a pescare certe idee, tra un party e l'altro. I segreti di un successo che ha reso l'azienda californiana un colosso dell'era dei "computer games". Un gigante dei bit e delle macchinette da imbottire a quarti di dollaro, a cui ha già assegnato un posto nel proprio futuro il regista quarantacinquenne inglese Ridley Scott, nel discusso e lento polpettone futuribile "Blade Runner".
Per chi rimpiange le avventure delle missioni Apollo e abbia voglia di tornare sulla Luna, ecco un altro programma elettronico giapponese, in cui un veicolo lunare deve negoziare le asperità del terreno e minacce aliene assortite. Come dire che da terra, nello spazio o sulla Luna, per i simpatici amici giapponesi si torna sempre alle Guerre Stellari e agli invasori venuti dall'ignoto. Meglio i funghi e gli gnomi, allora.
Le testate nucleari si abbattono sulle città, innescando l'olocausto atomico. La più tetra delle paure contemporanee, mentre spirano ancora gelidi i venti della Guerra Fredda con l'Orso Sovietico, ma per fortuna questa volta si tratta solo di un gioco. Al videogiochista il compito di fermare gli attacchi missilistici portati dal calcolatore, nei panni di una fredda macchina d'oltre cortina, alle nostre metropoli. Videogiochi e guerra atomica: hello, Hollywood? Potrebbe venirne fuori una pellicola memorabile... pur con tutti gli scongiuri del caso.
"Trasformate il televisore in un'eccitante e impegnativa avventura per tutta la famiglia", promette la scatola del Video Computer System Atari, ed è esattamente quello che fa questa cartuccia. Che razza di animale è Q*Bert? Poco importa: la palla di pelo arancione con il naso a trombetta ha conquistato i videogiochisti, minacciando da vicino il monopolio del rivale con gli occhi a mandorla Pac-Man.
Altrettanto stelle e strisce è questa nuova risposta agli invasori spaziali giapponesi, che prende il nome dalla città in cui risiede l'azienda che ha creato il gioco: Phoenix, Arizona. Gli alieni sono questa volta uccelli e uova volanti, Hitchcock ne sarebbe stato felice, i ragazzi fan dei giornalini Marvel un po' meno: Phoenix era infatti il nome di un personaggio molto amato nel fumetto degli X-Men, suicidatosi un paio d'anni fa.
Il nome sembra quello di un film di fantascienza degli anni 60, ma in realtà si tratta del seguito di un gioco di battaglie spaziali molto popolare, Defender. Astronavi, luci laser e un portale verso le stelle, per andare là dove nessun "videogames" è mai stato prima.
Infine un altro paio di anticipazioni, cassette di prossima pubblicazione già pronte a portare altre vagonate di soldi nelle casse del colosso incrollabile Atari. La prima è una simulazione elettronica di flipper dal nome molto evocativo, Midnight Magic: mancano le spinte pelviche nei jeans attillati, per far sorridere le ragazze del bar riunite attorno al juke-box, ma il divertimento c'è tutto. "Let's get physical", recita la popolare hit di Olivia Newton John, anche se qui la fisicità del flipper diventa un flusso di dati colorati sulla tv di casa.
La seconda novità in arrivo è Solaris, ennesimo schema di gioco in salsa fantascientifica, ma graficamente sbalorditivo. Potranno i "videogames" far mai meglio di così?, ci si chiede. E, soprattutto, ne avranno il tempo, prima che questa mania vada scemando, relegando l'intrattenimento in bit sul televisore di casa ad effimera bizzarria giovanile come tante? Stiamo parlando solo di un nuovo, colorato hula-hoop fatto di bit? Ce lo sapranno dire i posteri e, forse, un 1983 pieno di speranze e promesse.
Dale A. Reap
"Coma Rotation Newsmagazine"
San Francisco
San Francisco
Oddio quanti ricordi....qui si ringe e a fiumi ;-;
RispondiEliminaLo avevo da piccolino,fu la mia prima console,ho consumato joystick su joystick a centipede...e per la prima volta faccio una confessione...stavo giocando a miss packman quando diedi il primo bacio ad una ragazza.
Mr Reap che ci scrive dai lontani anni 80 lo sa che il suo nome anagrammato somiglia a quello di un tizio che conosco?
Un certo Ale Apreda,lo conosce anche lei per caso?
P.S. tra i più bei giochi per Atari 2600 voglio anche citare Battlezone,un gioco di carri armati indimenticabile che io considero il primo sparatutto in prima persona.
Ma il redattore scriveva "famigliare" con la g già nel 1982? All'epoca non era considerato errore? (Madonna che precisinata, vado a nascondermi)
RispondiEliminaPer quel che ne so, non è mai stato un errore. Il libro di Natalia Levi, "Lessico Famigliare", uscì con questo titolo negli anni Sessanta.
EliminaGinzburg. E qui si chiude il circolo dei PDF ;-)
EliminaQuello era il suo cognome da sposata. Dire che l'Uomo-Ragno è stato inventato da Stanley Lieber non è un errore solo perché il Sorridente si firmava Stan Lee :D
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
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EliminaVedo che "Altari: Game Over" continua ad ispirare :D è rimasto impresso pure a me, che certe glorie non le ho vissute per limiti anagrafici.
RispondiEliminaUn PDF di passaggio potrebbe alzare l'indice ed accennare un "...ma veramente... quel mitico CRT Sony Trinitron a schermo piatto, non pare avere un design un po' troppo moderno per il 1982? Può sembrare quasi un modello tipo seconda metà anni 90?"
RispondiEliminaOvviamente, lungi da noi fare certe pignolerie... ^_^
Non c'è il mio amato River Raid :(
RispondiEliminaE Space Invaders ed Enduro non ne hanno voluto sapere di partire :(
EliminaÈ appena arrivato un bastimento carico carico di.... BRUSCHETTE!
RispondiEliminaÈ appena arrivato un bastimento carico carico di.... BRUSCHETTE!
RispondiEliminaIl mio cervello, noncurante dell'errore quanto a momento storico di riferimento, ha letto l'intero articolo interiormente come letto all'interno del cinegiornale Luce.
RispondiEliminaMeravigliosamente meraviglioso!
Anche io ho avuto l'effetto cinegiornale Luce.
EliminaVerissimo, leggere "la sfida tra l'umano e il cervello superiore del calcolatore elettronico" con quel tono da tutto un altro sapore :)
Elimina"Grafica fotorealistica" nel 1982. Allora è vero che negli anni '80 il mondo era pop!
RispondiEliminaOh raga, comunque buon 1983 a tutti!!
RispondiEliminaMamma che flash!
RispondiEliminaMa sono il solo che quando ha visto tutti questi giochi ha pensato solamente alle conversioni tarocche e piratate con tanto di turbotype del commodore 64?
PS: Doc, 10 e lode per la battuta in "retrocontinuity" su Super Mario
Heh.
RispondiEliminaPeccato solo per i titoli dei giochi lasciati in inglese anziché tradotti come andava di moda negli articoli di questo genere.
Ahaha articolo trollone e nostalgico allo stesso tempo...nell'83 avevo 1 anno :-O
RispondiEliminaEcco, me ne facevi uno simile sul NES e andavo in brodo di giuggiole, che giusto ieri ho riallacciato il vecchio mattone grigio e ho fatto le 4 del mattino tra Battletoads ed un certo carpentiere, ora idraulico, italoamericano del Sol Levante :D
RispondiEliminaNon è detto che non arrivino altre pagine tratte dalla rivista Coma Rotation. Chissà chi ci scriveva a fine anni 80 e nei primi anni 90...
Elimina:D
EliminaSolaris... Che quando mi si ruppe uno dei due joystick, persi la voglia di vivere!
RispondiEliminaStupendo post, per i videogiochi presentati, ma soprattutto per la sensazione di essere incappato in un vortice spazio temporale e di trovarsi di botto alla fine del 1982! Posso dire una cosa?... magari... farei subito il cambio con questo 2015...
RispondiEliminaEh, il 2600, la mia primissima console, avevo la versione slim... Quanti ricordi, e la mia prima cartuccia fu proprio Solaris... e ricordo ancora i titoli in mio possesso: Moon Patrol, Pitfall, Realsport Boxing, Double Dunk, River Raid, Sprint Master e lo schifosissimo Parachute...
RispondiEliminaquante volte tiravano fuori la grafica fotorealistica... LOLZ
RispondiEliminaMai avuto un'Atari, ma probabilmente avrei potuto comprarne uno con tutto il metallo tondo con cui ho nutrito alcuni di questi giochi all'epoca....
RispondiEliminaVintaggio!
RispondiEliminaInizialmente ci son cascato, pensavo davvero fosse un articolo vintaggio! Mi ha risvegliato il ceffone a mano aperta di Blade Runner "lento polpettone futuribile" :)
RispondiEliminaogni volta che leggevo "videogames" fra virgolette mi piegavo in due dal ridere. Non era mai successo che delle virgolette mi facessero così ridere. grazie doc
RispondiEliminaIl primo gioco che ho avuto per l'Atari era Crystal Castles, secondo me bellissimo.
RispondiEliminaAtari l'ho vissuta di riflesso.
RispondiEliminaCaspita ne è passata di acqua sotto i ponti!
Fascisti sull'Antro :-))
RispondiEliminada notare la dicitura " videogiochista " ... quando ancora non si sapeva cosa saremmo stati...
RispondiEliminaRagazzi come sta galoppando la tecnologia in questi anni 80! Ho letto sul Corrierino dei piccoli che tra pochi anni avremo macchine da gioco potentissime con memoria interne addirittura di svariati chilobyte!
RispondiEliminaA che servirà poi tutta questa memoria? Che esagerazione. Forse faranno dei videogiochi dove Pacman potrà anche sparare e allora gli servirà tutta quella memoria per ricordare dove stanno i proiettili!
Fantastico articolo vintage per videogiochisti doc XD
RispondiEliminaSperiamo che nel prossimo numero di gennaio di Coma Rotation ci siano le rece dei nuovissimi giochi per Atari VCS: "Scramble" "Juno first" e "Pac-man 8k" :)
RispondiEliminaKeke Rosberg & Jimmy Connors...
RispondiElimina...chi c'era, lo sa!!!
Poi, sul lento polpettone di Ridley Scott, ho capito...
Keke Rosberg & Jimmy Connors...
RispondiElimina...chi c'era, lo sa!!!
Poi, sul lento polpettone di Ridley Scott, ho capito...
"Atari + Spielberg? Successo assicurato."
RispondiEliminaVabbè, hai vinto.
RispondiEliminaDi nuovo. :D