Atari: Game Over e le copie sepolte del gioco di E.T. per Atari 2600

"Telefono... pignorato"
Ti stai guardando, uno dopo l'altro, tutti i documentari che ci sono su Netflix. I documentari moderni ti piacciono molto, durano quanto un film (a volte, come questa, molto meno), sono montati quasi sempre benissimo e te ne torni a casa in genere con qualcosa che non sapevi. Edutainment! Dopo quello agghiacciante su scientològi di ron hubbard, che non mi garba, è stata la volta di Atari: Game Over (2014). In un'oretta e poco più, Zak Penn, sceneggiatore classe '68 che ha messo mano a un infinitilione di film di Hollywood, cerca la risposta a tre grandi domande che ogni amante del retrogaming conosce bene: è stato davvero il famigerato videogioco di E.T. per Atari 2600 ad affossare l'industria dei videogiochi, con il grande crash del 1983? [NO]. Ma poi, è realmente il gioco più brutto della storia, come sono pronti a giurarvi con enfasi milioni di youtuber sedicenni che un Atari 2600 non l'hanno mai visto in vita propria? [NO]. E soprattutto, ne hanno davvero sepolto una quantità enorme di copie in una discarica del Nuovo Messico? [NON ESATTAMENTE] [...]
Si parte e si finisce lì, ad Alamogordo, New Mexico, sede della famosa discarica in cui Atari avrebbe sepolto centinaia/migliaia/milioni (le voci su Internet erano fondamentalmente sempre le stesse, ma variavano a multipli di 1k) di cartucce di E.T. per il 2600. E mentre procedono i calcoli e le richieste di autorizzazioni per scovare l'esatta ubicazione della fossa in cui le copie sarebbero state sepolte, Penn torna alle radici del tutto, intervistando le persone coinvolte all'epoca nella produzione del gioco. E.T., dicevamo poco fa, ha davvero causato da solo il grande crollo del mercato dei videogames negli USA nel 1983? No.
È stata UNA delle cause, e probabilmente la qualità del gioco c'entrava poco. E.T. vendette un milione e mezzo di copie: il problema è che avrebbe dovuto venderne, nei calcoli folli di Atari, MOLTE di più per rientrare dell'investimento mostruoso fatto per i diritti, oltre 20 milioni di dollari. Una cifra senza senso, mollata dalla Warner (proprietaria di Atari) con l'unico scopo di far colpo su Spielberg e convincerlo a fare film anche con loro. La causa principale del crash dell'83 fu semplicemente il fatto che Atari sperava di continuare a piazzare milioni di macchine in un mercato già supersaturo e inondato di giochi spazzatura. Tra questi, tra le decine e decine di porcherie su cartuccia che finivano sugli scaffali, E.T. era solo un gioco brutto come tanti, ma con l'aggravante di esser tratto da un film bellissimo e di ernome successo, ché ai tempi ancora l'assioma dei giochi da film (tie-in) quasi sempre cessi a sonagli non era stato ancora elaborato.
Era un gioco brutto, E.T.? Sì. Più che altro, un gioco brutto e frustrante, perché E.T. non faceva che cadere in quei dannati pozzi a nastro. Ma per i limiti dell'epoca aveva almeno un paio di idee carine (gli easter egg degli altri due giochi del suo creatore, ci arriviamo tra un attimo) e, soprattutto, era stato programmato in sole CINQUE SETTIMANE. Strappato il contratto a Spielberg, Atari si ritrovò con pochissimo tempo a disposizione per portare il gioco nei negozi. Si rivolse così a uno dei suoi programmatori più in gamba, Howard Scott Warshaw, che ebbe la cattiva idea di accettare. Ammazzando di fatto la propria carriera.
Erano quelli gli anni dei programmatori rockstar di Atari, con le loro mitologiche feste a base di droga, alcol, vasche per idromassaggio e donnine. No, non stai scherzando. Nel documentario, Warshaw spiega quanto sia stato difficile, dopo, abituarsi all'idea di doversi dedicare a lavori molto meno fighi di quelli. E buongiorno al gigante Ciccio.
Warshaw era reduce dal successo di Yars' Revenge, divertente sparatutto a schermata fissa (nato come port del gioco da sala Star Castle e poi evolutosi per limiti tecnici in qualcosa di diverso) in cui il giocatore sfidava un dannato cannone capace di trasformarsi in una svastica rotante. Oh, se stai lì a farti le canne tutto il giorno la fantasia galoppa. L'anno dopo (1982) era stata la volta di Raiders of the Lost Ark, il gioco di Indiana Jones. L'appuntamento col destino arrivò poco dopo.
Questo è Warshaw oggi. Atari: Game Over fa di tutto per riabilitare la figura di questo ex ragazzo, vittima alla fine solo del suo entusiasmo e di circostanze più grandi di lui. Dopo il flop sanguinoso di E.T., nessuno gli avrebbe fatto programmare più nulla e fu costretto a reinventarsi in decine di lavori diversi. Oggi fa lo strizzacervelli: un caso? I don't think so. Quanto al gioco, i ragazzi più giovani, tutti quelli che non hanno vissuto neanche di striscio l'Atari Age, fanno presto a dire che E.T. è il gioco più brutto di questo e quello. 
Si fa partire l'emulatore online, si prova per tre secondi, si precipita a nastro nel pozzo e ciao, worst game evaaa. Basterebbe provare un po' degli altri giochi per scoprire la realtà di un parco titoli i cui standard erano, per ovvi limiti tecnici, lontanissimi da quelli di computer e console arrivate poco dopo. Ve lo ricordate il calcio per Atari 2600? Anche il semplice International Soccer per Commodore 64, arrivato poco dopo, era un altro pianeta. Una volta hai letto un tipo, su un forum americano, che sosteneva quanto l'Atari 2600 fosse primitivo rispetto a un NES. Buongiorno di nuovo, Ciccio, è sempre un piacere.
Ma torniamo al documentario, al giorno della riesumazione, a cui partecipa anche Ernest Cline (amico di Penn, al lavoro con lui sul film di Ready Player One), che arriva ad Alamogordo sulla sua DeLorean... dopo esser passato a prenderla a casa di Ciccio Martin, al quale l'aveva prestata. Sì, c'è anche una comparsata di Martin e del suo berretto. Cosa vien fuori da quella fossa?
Tante copie di E.T., ma non solo quelle.
In quella discarica furono riversate centinaia di cartucce di vari titoli Atari, anche grandi successi come Centipede. Non si era seppellito un gioco per rabbia e vergogna: un'azienda al tracollo aveva svuotato lì un intero magazzino. La morale di questa storia? Boh, che le leggende metropolitaninternet sono così pervicaci che anche quando c'è della verità dietro, è difficile che quella verità sia presentata con i suoi giusti connotati. Chiedetelo in giro, a un qualsiasi youtuber ventenne, e vi dirà che quella discarica era piena solo di copie di E.T., worst game evaaa.
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Commenti

  1. a proposito, doc, mai visto il film dell'AVGN? se ti interessa SOLO la recensione del gioco (perchè è alla fine e quindi è SPOILER), la trovi qui

    https://www.youtube.com/watch?v=dONqaTlVRVA

    credo che sia anche abbastanza oggettiva nel non voler insistere sulla storia di "worst game evah!"

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    1. L'AVGN, per la cronaca, non mi è mai piaciuto. Ho visto un po' dei suoi video, agli albori, ma non mi divertivano. Ma magari ero io. Più in generale, l'intero format del massacrare videogiochi, film o quello che è nello stesso, identico modo è diventato negli scorsi anni talmente una costante di YT grazie al suo successo (e di questo ovviamente lui non ha ALCUNA colpa, sia chiaro) da sfiorare il paradossale. Migliaia di persone davanti allo schermo che fanno le stesse faccette per dire, male, perché un gioco brutto è brutto. Anche no.

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    2. se hai tempo (ma soprattutto voglia) potresti provare a dargli una seconda "scians" con le recensioni più moderne.

      il format è un po' cambiato nel tempo, ora non sono più vere e proprie recensioni ma dei mini film incentrati sull'esasperazione dei tratti dei giochi.

      ha pure la versione Board James dove "recensisce" vecchi giochi da tavolo.

      poi oh, probabilmente non ti garberà comunque, ma in ogni caso non è più l'AVGN degli esordi.

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    3. concordo con pg667, comunque il cambio di stile è dovuto al fatto che abbia finito i giochi dell'immaginario comune della nostra infanzia e quindi è difficile rievocare la frustrazione comune del (non) salto del primo Tartarughe Ninja con uno scenario difficile di un gioco che avranno giocato in 10 in tutto il mondo!

      Doc, concordo pure con te quando dici che ha fatto scuola e tutti lo imitano. Però io mi limito all'originale e chissene dei favij copioni (se non lo perculavi tu manco sapevo chi fosse xD)

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    4. c'è da dire una cosa: come regista è enormemente migliorato.

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    5. Spero che ora non mi prendiate a pernacchie, ma devo dire che gli ultimi tempi di Board James mi hanno garbato molto più dei soliti video dell' AVGN.

      Per Doc: prova a guardare i tre video su Castlevania, non te ne pentirai.

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    6. Comunque il film è carino, fa ridere e centra alcuni punti del vero immaginario nerd molto più di un film come PIXEL per esempio..

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  2. UNO youtuber di 20 anni non direbbe mai "worst gheim evaa" senza urlare EPICO!!! ZIO!!! fortissimo ogni due parole.

    Si oggi mi sento polemico a caso...

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  3. Visto anch'io giusto l'altra sera. E' proprio carino, l'ho consigliato a tutti i miei amici.
    Anche se sono venuto fuori un po' dopo, io, molti di quei giochi chissà come li ho giocati anch'io (avevamo un vecchio commodore 64).

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  4. Ho visto il documentario e a tratti mi sono commosso e arrabbiato per la sorte di warshaw, vittima designata di una crisi di cui non era minimamente responsabile. Mi ha fatto molto pensare la visione di tutta quella gente che aspettava il disseppellimento.
    Comunque netflix sono soldi spesi bene anche solo per i documentari.
    Io ho iniziato proprio da questo, per poi continuare con quello su ritorno al futuro e quello su star trek tng

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    1. Anche perché, come si documenta nel documentario (ah!), Spielberg il gioco l'aveva visto e approvato prima dell'uscita. Ma magari stefanuzzospì era troppo impegnato a contare i soldi ;)

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  5. Avevo sentito la storia della discarica e delle cartucce di E.T. da un collega, se trovo il tempo mi vedo il documentario su netflix.

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  6. Mi incuriosiva giá prima questo documentario, adesso non mi resta che rinnovare l'abbonamento a Netflix (il mio mese di prova é finito).
    Parlando di recensioni su E.T. molti si lamentavano del fatto che non si capisse una mazza di quel che si doveva fare nel gioco. Il che per caritá é vero, solo che in giochi dello stesso periodo poi acclamati come capolavori la situazione era molto molto peggiore, penso in particolare a Raiders of the lost ark ( https://www.youtube.com/watch?v=F2PoB3u2pXE ).
    Penso che giudicare un gioco molto vecchio se non lo si é giocato nel periodo in cui é uscito sia molto molto difficile, e lo stesso vale per il povero E.T. che capolavoro non é mai stato.

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  7. Credevo fosse una leggenda metropolitana, in stile puntata dei Simpson dove Homer seppellisce l'immondizia di Springfield ed invece...
    Che storia...

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  8. Bell'articolo... poi arriva Ernest Cline, scende dalla sua DeLorean... ed io voglio fortissimamente uccidere qualcuno... (lui)

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    1. A me basterebbe riavere indietro i soldi di Armada :D

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    2. Ma alla fine Armada è stato tradotto in italiano almeno su ebook o...?

      Io vorrei comunque rischiarla, ma in lingua originale non mi ci metto nemmeno

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  9. Se non ricordo male, di recente il gioco è stato "patchato" in modo da non cadere più in quei pozzi ogni due per tre (Ovvero si cade solo quando si urta il pozzo con i piedi, non anche con la testa), rendendolo molto più giocabile!

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  10. Bellissimo documentario, come dici anche tu i documentari moderni (non esiste solo Michael Moore e quel pirla che si ammazza di McDonald) sono qualcosa di bellissimo e avvincente, e sul catalogo Netflix se ne trova di qualità.
    Questo su Atari è tra quelli che ho goduto di più, ma Captains di Shatner è stato subito amore. Commosso.

    Mea culpa, però, devo ancora vedere quello su Ritorno al Futuro...ma recupero subito!

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  11. Ah l'Atari 2600...la mia prima console,ho dei bellissimi ricordi legati ad esso

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    1. Anche per me è stata la prima console,anche se a dire il vero poi ho avuto un Mega Drive e basta perché ho abbandonato i videogiochi,comunque ET non l'ho mai avuto ma ho legato tanti bei ricordi al 2600 e il documentario mi interessa...

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  12. che poi per uscire dalla buca basta premere lo spazio e spostarsi verso l'alto. ma lo scopo qual'è? portare a zero i 9k punti?!

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    1. Lo scopo era raccogliere i pezzi del telefono (nascosti nelle varie buche) evitando di venire catturati dai tizi (che ti portavano via pezzi del telefono).
      Una volta che il telefono era completato si doveva chiamare l'astronave, che atterrava dopo tot tempo in un punto preciso e allo stesso tempo continuare a evitare di essere catturati.
      Nonostante abbia giocato all'atari per 4-5 anni ce l'ho fatta una sola volta, ma fu una soddisfazione :D

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    2. nel primo commento ho linkato la recensione dell'Angry VideoGame Nerd, spiega tutto abbastanza bene!

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  13. consiglio questa lettura sul gioco ET:
    http://www.neocomputer.org/projects/et/

    Alla fine non era tanto male, la sostanza c'è: purtroppo è pieno di bug e imprecisioni dovute alla fretta. Ai giorni nostri sarebbe stato tutto corretto con una corposa day-1 patch...

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  14. Carissimo Doc, fa ridere la storia di ET per Atari con milioni di copie previste da vendere per rientrare nei conti ? fa molto crack dei tulipani giusto? Ma l' industria videoludica avrà imparato qualcosa giusto?
    E invece no!

    bene , gli anni sono passati e non è cambiato una mazza , anzi è ancora peggio . Avete presente kingdoms of amalur : reckoning? il gioco fui ben recensito , vendette bene ( 1.2 MILIONI di copie , per un gioco senza uno straccio di licenza ) e... la 38 studios andò in bancarotta, perchè PER RIENTRARE nell' investimento avrebbe dovuto vendere 3 MILIONI di copie.
    Ora ditemi voi... quali giochi vanno in pari con 3 milioni di copie? manco FIFA
    E così lo stato del rhode island se non ho capito male , prestò alla ditta 75 milioni di dollari per risanare i conti , ma la ditta fallì lo stesso , e ora si è in causa, e il governatore dello stato ha dovuto rilasciare interviste nelle quali parlava... del crack di un videogioco e di come recuperare i milioni . Ridicolo, assurdo, fino a poco fa fantascienza, ora .. realtà.

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    1. Uno dei migliori giochi della scorsa generazione! Davvero un peccato che i 38 studios abbiano dovuto chiudere per bancarotta, avrei amato alla follia un seguito di Amalur.

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    2. secondo me era carino nel gameplay e sfigatissimo al limite dell' imbarazzante nell' ambientazione e nelle scelte grafiche.

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  15. L'errore di Kingdom of Amalur fu che venne fatto uscire nello stesso periodo di Skyrim. La colpa fu della poca lungimiranza della EA,e di una campagna di marketing inesistente.

    Però è davvero un giocone.

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    1. francamente dubito. Skyrim ha venduto 20 MILIONI di copie , non penso sia solo una questione di calendario , siamo veramente fuori dagli schemi . Oltretutto nonostante numerosu bug , a mio avviso skyrim rimane uno dei migliori giochi di sempre. Può anche non piacere, per carità, ma il fascino del gioco è innegabile . Amalur è un gran bel gioco , molto divertente, ma non è un capolavoro senza tempo , come appunto Skyrim e pochi altri giochi come ad esempio Xcom Ufo Defense o Baldur' s gate 2.
      Sono convinto chhe tra 10 , 15 anni la gente lo giocherà ancora.

      infine se nessuno ha comprato la licenza ddi Amalur dopo il fallimento dello studio 38, un motivo anche ci sarà.

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Alcuni business hanno delle grosse "barriere all'entrata" ovvero richiedono un grosso investimento iniziale che se il business non decolla più che bene perdi tutto o quasi.
      Quello potrebbe essere uno di quei casi.

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    4. Appunto. Ma è proprio dal non aver valutato la barriera in modo realistico che derivano i peggiori crolli: ET ed Amalur sono , secondo me, i casi più eclatanti.

      Comunque gira voce che l' anno scorso la Games Workshop abbia bruciato vagoni di copie del loro Dreadfleet .. che sia vero?

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    5. Il problema in generale è che per fare degli investimenti ti indebiti. Quando ti indebiti possono succedere tre scenari:
      a) guadagni bene e riesci a pagare gli interessi e a rimborsare i debiti;
      b) guadagni benino ma gli interessi sul debito sono alti e si mangiano tutto il guadagno quindi o trovi uno che ti presta i soldi a meno o vendi parte della baracca a uno che diventando socio caccia il soldo permettendoti di diminuire il debito oppure sei destinato a fallire;
      c) non guadagni e la presenza del debito ti aiuta a fallire molto più in fretta.

      Quelli di Amalur probabilmente erano nello scenario "B" e sono stati troppo ottimisti, hanno guadagnato benino ma avrebbero dovuto guadagnare tanto per pagare i debiti contratti per mettere su la baracca. Magari il loro scopo era proprio quello di farsi notare e poi essre comprati ma in quel periodo non era cosa.
      Atari prima era nello scenario "A" senza debiti e dopo aver pagato i diritti a Stefanuzzo si sono trovate nello scenario "C". Il problema è che non si sono posti alcuna domanda del tipo "come va il mercato?" "quante copie vendiamo in media di un gioco?".

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  16. Comunque secondo mme amalur ha guadagnato e non perso dall' uscita di skyrim ; a mio avviso chi ha giocato Amalur ha giocato ANCHE skyrim.

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    1. Provato Skyrim e gettato perche' non ci capivo nulla e mi sembrava orripilante.
      Comprato e giocato ad Amalur, finito e capito qualcosa di Skyrim che ho poi preso e giocato.
      Semza Amalur non avrei mai giocato a Skyrim ;(

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  17. Ho visto il documentario quando l'hanno dato su DMAX, probabilmente sono uno dei pochi che si è accorto che lo davano.

    La dinamica è comune a molti tracolli finanziari, soprattutto per i business che sono cresciuti troppo in fretta. Gli analisti ci ricascano periodicamente, per valutare un business si prende a metro di paragone il passato ma se una cosa è andata sempre bene non è detto che continui a farlo o se un business è sempre cresciuto con un dato tasso di crescita non è detto che lo faccia in futuro. I mercati si saturano e/o si evolvono mentre le mode cambiano come cambiano i prodotti e i bisogni. Il mondo del videogioco non fa eccezione.
    La Atari ha vissuto un sogno guardando quanto fosse facile e figo guadagnare senza avere concorrenti in un mercato completamente vergine in cui tutto era nuovo. Quando si è svegliata si è accorta che i consumatori non digerivano tutto senza fiatare ma avevano dei gusti e che soprattutto ai consumatori a cui poteva arrivare era già arrivata e più di tanto non avrebbe potuto spremere, soprattutto offrendo dei prodotti non all'altezza del passato.
    Se i soldi non li avesse dati a Spielberg ma li avesse investiti per creare una nuova console ed espandersi in altri mercati forse adesso avremmo la Atari 7600.

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  18. Non ho mai capito perchè gli americani hanno l'usanza di seppellire le cose invece di distruggerle...
    In ogni caso: il documentario mi sono promesso di recuperarlo. Una buon'analisi del gioco l'ha fatto anche il Doctor Game: paragonando quel periodo videoludico ad un vaso, colmo di liquame, pronto ad esplodere. Penso seriamente che il gioco di E.T. è stata la mazzata finale... Ma se non fosse lui, sarebbe stato sicuramente qualsiasi altro gioco.

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  19. "Ready Player One" rimanda allo stesso indirizzo dell'emulatore Atari. Refuso o c'è un disegno più grande dietro?

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    1. Un gomito di codice faceva contatto col piede. Risolto, grazie per la segnalazione.

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  20. Non ho visto il documentario, ma nella tua descrizione trovo tanti riferimenti alla storia così com'è narrata nel libro "Il popolo del Joystick" di J.C. Hertz (di cui ho abusato per la redazione della mia tesi di laurea :P).
    Il 2600 non l'ho mai avuto. In compenso il mio Megadrive funziona ancora alla grande e mi sono appena regalato una cartuccia di "The story of Thor" che non vedo l'ora di dipanare :D

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  21. sempre a proposito di documentari sui videogiochi...the king of kong l'hai visto?
    io l'ho visto per la prima volta ieri sera e a metà ho dovuto stoppare la visione per andare a vedere su wikipedia se era un mockumentary(e no, non lo era).

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  22. Visto in TV sul digitale terrestre. L'idea che mi sono fatto è che Warshaw s'è semplicemente suicidato mentre alla Atari mancava un piano industraile volto allo sviluppo dell'hardware. Facevano solo massa, come chi si prepara ad un rush di lings... ;) :P

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  23. Bella recensione, Doc!
    Però non ho capito se il documentario su Scientology non ti è piaciuto, oppure se non ti piace Scientology..

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    1. Mi è piaciuto, ad essere agghiacciante è il suo contenuto, la setta degli amicici di Tom e degli alieni.

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