Battle Fever J, il Super Sentai degli Avengers
Molti anni prima della Power-Rangersizzazione ad opera dell'americana Saban, il filone dei Super Sentai ospitò anche una serie completamente fuori di melone ispirata ai Vendicatori della Marvel. Cioè, più o meno (ma molto meno che più). Correva l'anno 1979, anche se verso cosa corresse e perché non è dato saperlo. Subito dopo Supaidaman, il telefilm dello Spider-Man giapponese in cui aveva trovato i suoi natali il glorioso Leopaldon, la Toei mette in cantiere una seconda serie in partnership con la Marvel. L'idea di base è quella di adattare il concept di Capitan America e i Vendicatori, anche se alla fine ne esce qualcosa di completamente diverso. Andata in onda tra il febbraio del 1979 e il gennaio dell'80, per un totale di 52 episodi, Battle Fever J (バトルフィーバーJ, Batoru Fībā Jei) era la terza serie del genere Super Sentai, nonché la prima a utilizzare ufficialmente questo nome (esteso in seguito retroattivamente dalla Toei anche alle due precedenti). Dopo l'enorme successo riscosso da Leopaldon, il più bel robot della storia dell'Universo (forse), anche per Battle Fever J arriva un robot gigante. E che robo(t)! [...]
In pratica, in Battle Fever J dei Vendicatori restano solo gli eroi di varia provenienza guidati da uno che incarna i colori della bandiera: lì Cap, qui Battle Japan. Dice: ah, ok, ma allora si tratta di un team composto da eroi multietnici, provenienti da varie parti del mondo, no? No.
Battle Japan, il capocumpa della squadra Battle Fever, è Masao Den, un agente maestro ovviamente di judo e karate, amante delle auto sportive e del pilu. Il suo costume, nei colori bianchi e rossi della bandiera giapponese, ha la classica maschera da Ranger, ma con i ciuffi da protagonista di uno shonen, per fare il giovane. Come tutti i membri del team, utilizza una mazzarella, combinabile con quelle degli altri per generare delle robe grazie alla "Penta Force" (come due missili da scagliare addosso a dei nemici poveri cristi) o trasformabile in un'arma. Nel suo caso, una lancia.
Battle Cossack, Kensaku Shiraishi, è il vice-comandante. Giapponese nato per qualche ragione nell'Asia Centrale, tanto basta ad affidargli il costume di Battle Cossack, con falce e martello sul petto. Non è ben chiaro che diavolo c'entri quella testa da sfinge con un cosacco, ma Kensaku approfitta di ogni occasione per fare il relativo balletto a braccia incrociate. La sua mazzarella, uh, si trasforma in una coppia di sai. Ucciso nell'episodio 33, Kensaku viene sostituito da un nuovo Battle Cossack, il suo amico Jin Makoto.
Battle France, Kyousuke Shida, è un parrucchiere-estetista giapponese che però ha studiato in Francia per qualche anno. No, DAVVERO. Risibile gianfransuà dipinto come un playboy effeminato (in una parola: piercossò), mangia lumache, trasforma la mazzarella d'ordinanza in un fioretto e, uh, balla il flamenco. Giuri.
Battle Kenya, Shiro Akebono, è cresciuto in Africa nella sua personalissima versione de Il Libro della Giungla, il che ne fa un semi-selvaggio in grado di parlare con gli animali. A interpretarlo, un giapponese abbronzato e col ciglione. Usa come arma-mazzarella una frusta, il suo balletto personalizzato è una via di mezzo tra capoeira e balli di gruppo caraibici, e ti rifiuti di credere che Black Panther possa aver anche solo vagamente ispirato questo tizio.
La ragazza del gruppo, Miss America, Diane Martin, è interpretata da un'attrice americana di origini asiatiche, di nome... Diane Martin. Evviva la fantasia. La Martin, modella superpatonza, viene doppiata da Lisa Komaki, apparsa nella prima serie del filone Super Sentai, Himitsu Sentai Gorenger.
Reinterpretazione in qualche modo della Miss America Marvel della Golden Age, in particolare per il logo sul petto, la Miss America dei Battle Fever utilizza dei coltelli da lancio e balla la disco music, dopo aver parcheggiato nel parcheggio l'Alfasud.
La Martin della Martin viene soppiantata nell'episodio 24 da una nuova Miss America, Maria Nagisa, per ragioni mai chiarite: pare, a scelta, che a) Diane Martin, patonza quanto vuoi, non fosse capace di recitare, e se ne siano accorti un attimino in ritardo, b) fosse impegnata per il suo ruolo di modella. Ma comunque.
Gli egocentrici ed egoisti e anche un po' egonspengler (in quanto tutti scienziati, a modo loro) malamente della serie, i tizi della Egos guidati dal misterioso Satan Egos e dal sacerdote Hedder (in viola villanzone, neanche a dirlo), si affidano alla solita manica di mascheroni improbabili, della quale abbiamo qualche suggestivo esempio:
Quasi tutti questi mostrilli di Egos hanno una loro versione gigante, che chiamano "fratellone", alla quale ricorrono quando si trovano in difficoltà. Un sistema di kaiju basato sulla teoria del ce lo dico a mio cugggino, in pratica. A quel punto, evidentemente, i calci capriolati e i colpi di mazzarella e di fioretto dei Battle Fever non bastano più, perciò la squadra è costretta all'escalation bellica.
I Battle Fever possono contare allora su un enorme sottomarino volante, il Battle Shark, che in pratica non serve a una cippa se non a trasportare sul campo di battaglia (anche da solo, ché fa tutto il pilota automatico) il robottone del gruppo, chiamato Battle Fever Robo.
Ora, esattamente come per Leopaldon, hai sempre trovato figo questo look da robot mimmo. Da samurai robotico col capoccione e il logo sul petto fatto a pennarello. Le spalline enormi, i foderi per i coltelli sui lati delle gambe, i piedoni di gommapiuma e quella specie di paracoscia inutili sul davanti.
Senza contare che Battle Fever, a differenza di Leopaldon, c'aveva un arsenale SPAVENTOSO:
i summenzionati coltelli, appositamente caricati di energia per far esplodere il nemico in un tripudio di miccette egocentriche,
Hai rimediato sulla baia questo S.O.C. GX-30 qualche settimana fa e, beh, è meravigliosamente meraviglioso. La base, che riproduce il cantiere del Battle Fever Robo visto sopra, dà alloggio a un quantitativo impressionante di armi, tutte (ad eccezione dello scudo) in metallo. Carrellatona di foto:
Leopaldon ha decisamente trovato un nuovo compagnetto di gioco. E a proposito della qual cosa: il robot può piacere o non piacere, ché se non c'hai un minimo di affetto per le trashate giapponesi e i robot capaabomba è la fine, ma è bene ricordare ai trentaqualcosaenni di oggi che irridono Leopaldon e Battle Fever Robo che senza questi ultimi non ci sarebbero stati robottazzi nelle serie Super Sentai. Il che vuol dire manco mezzo Megazord e Power Rangers a piedi, a chiedere passaggi o aspettare la corriera per Osaka, altro che tutti quei Megacosi lì. Portiamo rispetto, oh.
In pratica, in Battle Fever J dei Vendicatori restano solo gli eroi di varia provenienza guidati da uno che incarna i colori della bandiera: lì Cap, qui Battle Japan. Dice: ah, ok, ma allora si tratta di un team composto da eroi multietnici, provenienti da varie parti del mondo, no? No.
Quattro attori su cinque erano infatti giapponesi, e venivano appioppati loro nella prima puntata un costume e un'identità legati a un altro paese su basi LEGGERMENTE pretestuose. D'altronde c'era da combattere la malvagia organizzazione di pagliazzi sboroni chiamata Egos,
e il fondatore della squadra, il generale Tetsuzan Kurama, un professor Xavier con fisico e volto da testimonial del digestivo antonetto, non ammetteva repliche. Ché tipo nella prima puntata costringe tutti e cinque a saltare con una capriola volante oltre la sua katana sguainata, così, per bullismo. "E mettetevi il casco".Battle Japan, il capocumpa della squadra Battle Fever, è Masao Den, un agente maestro ovviamente di judo e karate, amante delle auto sportive e del pilu. Il suo costume, nei colori bianchi e rossi della bandiera giapponese, ha la classica maschera da Ranger, ma con i ciuffi da protagonista di uno shonen, per fare il giovane. Come tutti i membri del team, utilizza una mazzarella, combinabile con quelle degli altri per generare delle robe grazie alla "Penta Force" (come due missili da scagliare addosso a dei nemici poveri cristi) o trasformabile in un'arma. Nel suo caso, una lancia.
Battle Cossack, Kensaku Shiraishi, è il vice-comandante. Giapponese nato per qualche ragione nell'Asia Centrale, tanto basta ad affidargli il costume di Battle Cossack, con falce e martello sul petto. Non è ben chiaro che diavolo c'entri quella testa da sfinge con un cosacco, ma Kensaku approfitta di ogni occasione per fare il relativo balletto a braccia incrociate. La sua mazzarella, uh, si trasforma in una coppia di sai. Ucciso nell'episodio 33, Kensaku viene sostituito da un nuovo Battle Cossack, il suo amico Jin Makoto.
Battle France, Kyousuke Shida, è un parrucchiere-estetista giapponese che però ha studiato in Francia per qualche anno. No, DAVVERO. Risibile gianfransuà dipinto come un playboy effeminato (in una parola: piercossò), mangia lumache, trasforma la mazzarella d'ordinanza in un fioretto e, uh, balla il flamenco. Giuri.
Battle Kenya, Shiro Akebono, è cresciuto in Africa nella sua personalissima versione de Il Libro della Giungla, il che ne fa un semi-selvaggio in grado di parlare con gli animali. A interpretarlo, un giapponese abbronzato e col ciglione. Usa come arma-mazzarella una frusta, il suo balletto personalizzato è una via di mezzo tra capoeira e balli di gruppo caraibici, e ti rifiuti di credere che Black Panther possa aver anche solo vagamente ispirato questo tizio.
La ragazza del gruppo, Miss America, Diane Martin, è interpretata da un'attrice americana di origini asiatiche, di nome... Diane Martin. Evviva la fantasia. La Martin, modella superpatonza, viene doppiata da Lisa Komaki, apparsa nella prima serie del filone Super Sentai, Himitsu Sentai Gorenger.
Reinterpretazione in qualche modo della Miss America Marvel della Golden Age, in particolare per il logo sul petto, la Miss America dei Battle Fever utilizza dei coltelli da lancio e balla la disco music, dopo aver parcheggiato nel parcheggio l'Alfasud.
La Martin della Martin viene soppiantata nell'episodio 24 da una nuova Miss America, Maria Nagisa, per ragioni mai chiarite: pare, a scelta, che a) Diane Martin, patonza quanto vuoi, non fosse capace di recitare, e se ne siano accorti un attimino in ritardo, b) fosse impegnata per il suo ruolo di modella. Ma comunque.
Gli egocentrici ed egoisti e anche un po' egonspengler (in quanto tutti scienziati, a modo loro) malamente della serie, i tizi della Egos guidati dal misterioso Satan Egos e dal sacerdote Hedder (in viola villanzone, neanche a dirlo), si affidano alla solita manica di mascheroni improbabili, della quale abbiamo qualche suggestivo esempio:
Quasi tutti questi mostrilli di Egos hanno una loro versione gigante, che chiamano "fratellone", alla quale ricorrono quando si trovano in difficoltà. Un sistema di kaiju basato sulla teoria del ce lo dico a mio cugggino, in pratica. A quel punto, evidentemente, i calci capriolati e i colpi di mazzarella e di fioretto dei Battle Fever non bastano più, perciò la squadra è costretta all'escalation bellica.
I Battle Fever possono contare allora su un enorme sottomarino volante, il Battle Shark, che in pratica non serve a una cippa se non a trasportare sul campo di battaglia (anche da solo, ché fa tutto il pilota automatico) il robottone del gruppo, chiamato Battle Fever Robo.
E oh, la fantasia per i nomi era finita tutta con Leopaldon.
Il Battle Fever Robo appare sin dal primo episodio, ma è ancora in costruzione. È solo dalla quinta puntata che viene impiegato in battaglia.Ora, esattamente come per Leopaldon, hai sempre trovato figo questo look da robot mimmo. Da samurai robotico col capoccione e il logo sul petto fatto a pennarello. Le spalline enormi, i foderi per i coltelli sui lati delle gambe, i piedoni di gommapiuma e quella specie di paracoscia inutili sul davanti.
Senza contare che Battle Fever, a differenza di Leopaldon, c'aveva un arsenale SPAVENTOSO:
i summenzionati coltelli, appositamente caricati di energia per far esplodere il nemico in un tripudio di miccette egocentriche,
una lancia,
una katana,
uno scudo,
un'ascia,
una coppia di catene che gli uscivano dai polsi,
un tridente, un bastone, una coppia di tirapugni e altro ancora.
Oltre a quello vintaggio della Popy, risalente ai tempi della messa in onda del telefilm, del Battle Fever Robo esiste un modellino della linea Soul of Chogokin, il S.O.C. GX-30, uscito nel 2006, qualche release prima dunque del S.O.C. GX-33 dedicato a, esatto, Leopaldon.Hai rimediato sulla baia questo S.O.C. GX-30 qualche settimana fa e, beh, è meravigliosamente meraviglioso. La base, che riproduce il cantiere del Battle Fever Robo visto sopra, dà alloggio a un quantitativo impressionante di armi, tutte (ad eccezione dello scudo) in metallo. Carrellatona di foto:
Leopaldon ha decisamente trovato un nuovo compagnetto di gioco. E a proposito della qual cosa: il robot può piacere o non piacere, ché se non c'hai un minimo di affetto per le trashate giapponesi e i robot capaabomba è la fine, ma è bene ricordare ai trentaqualcosaenni di oggi che irridono Leopaldon e Battle Fever Robo che senza questi ultimi non ci sarebbero stati robottazzi nelle serie Super Sentai. Il che vuol dire manco mezzo Megazord e Power Rangers a piedi, a chiedere passaggi o aspettare la corriera per Osaka, altro che tutti quei Megacosi lì. Portiamo rispetto, oh.
Thanks god tutto quanto sentai dopo Guerra tra Galassie non mi è mai piaciuto. :)
RispondiEliminaLe maschere dei villanzoni sono qualcosa di completamente epico, anche se quella di Miss America con la parrucca è senza dubbio la mia preferita.
RispondiEliminaIl modellino del robot sembra ben fatto, belle in particolare tutte quelle armi.
Ma la serie nel complesso com'era?
Divertente. Fuori come un vaso di gerani, ma divertente. E con un sacco di morti ammazzati per essere una roba per fanciulli, eh.
EliminaUssignur...i costumi sono di una ridicolaggine che levati...ma oh,erano i tempi.
RispondiEliminaStessa cosa dei Mostrilli...
Ma il robot devo ammettere è il primo robot da Super Sentai che mi gasa,non mi sono mai piaciuti i robot da super sentai,li ho sempre trovati ingombranti e ridicoli(scusa Leopaldon),una brutta copia dei robot degli anime degli anni 70 che ispiravano potere.
Ma Battle Fever Robo è veramente figo e ben disegnato,se escludiamo la scritta BoyFriend sul petto ha un look tra un samurai e un Mazinga con degli elementi alla Daltanious che scalcia cooli a manetta.
Pensa che combinazione: hai citato Daltanious ed una volta vendevano proprio un Daltanious tarocco (l'avevo) che aveva proprio le gambe di Battle Geber Robo :D
EliminaAH,sapevo io!,infatti quando parlavo di "elementi alla Daltanious" mi riferivo proprio alle gambe :)
EliminaIl robottone ha più armi di Libra. Anzi molte armi a dire il vero ci somigliano! tridente, scudo, catenazza da teppista ... Vuoi che si siano ispirati? O forse sono sempre quelle? beh comunque il modellino è figherrimo .
RispondiEliminaInfine. i premi speciali. il casco con parrucca vice il premio peggior copricapo protettivo anni '70. Viceversa Diane Martin vince il premio speciale della legione " Primus Pilu" per eccesso di pattonza.
Anche a me il robot è sempre piaciuto. Mi volevo prendere il Soc anni fa, ma il fatto che avesse il collo di gomma (io penso sempre a lunghissimo termine: avevo il dubbio che si deteriorasse con gli anni) mi aveva scoraggiato: ne sono pentito :(
RispondiEliminaBellissimo robot a base tonda (non come quelli dei Tokusatsu piú recenti, tanto squadrati da sembrare fatti con le scatole da scarpe).
RispondiEliminaMi mancano le serie giappe degli anni 70/80 - spessissimo meravigliose , divertentissime mimmate.
Doc, a quando un approfondimento su Superdog (Keijiken Karl) e Kamen Rider Black/RX (gia coperti nell'apposito articolone generalista) e la loro meravigliosa anniottantitudine?
PS segnalo il relativamente recente e postmoderno tokusatsu Giant Robot Mikazuki, reperibile sul tubo.
EliminaDovrei averne pure qualche dvd, da qualche parte...
EliminaCome ti dicevo, da trentaqualcosenne non del tutto amanta dei Power-Cosi e dei loro antenati, trovo molto bello questo robot. L'unica perplessità son quelle specie di maniglie sulle cosce.
RispondiEliminaIl primo cattivo è sublime, sembra che in mano abbia due spazzolini da denti... avranno preso in parola il modo di dire milanese "te dò uno slava-dent (un ceffone)"
Bel post Doc! Permettimi un OT: dove cerchi e trovi le action figure? In quale angolo sperduto del web?
RispondiEliminaIn tutti. In tutti gli angoli, dico: baia, amazon (per la roba nuova), preorder da siti specializzati, forum di appassionati, fiere...
Eliminatanto tempo fa io t'avevo detto di non iniziare :D :D
EliminaTentatore!!! Adesso che siamo entrati nel tunnel è impossibile uscire. C'è chi sente le sirene (quelle di Ulisse) e chi sente a scelta: Gordian... Gordian... oppure Baldios... Baldios... anche se sono solo dei CM's.
EliminaPS: dai giappi di fiducia il Battle Fever Robo vintaggio costa la bellezza di 30.000 yen ma è perfetto.
ma il cattivo con la testa d'uovo rotta sta perdendo il contenuto della stessa?
RispondiEliminaLa dinamica dello scontro, con la sua mazzarella con uovo gigante a un'estremità, è superlol. Alla fine, muore proprio perché perde il contenuto della capoccia (spoilerz!).
EliminaIn realtà è un parente di http://darksouls-italia.wiki.fextralife.com/file/view/Eingyi.jpg/477319240/267x411/Eingyi.jpg
EliminaIl robot è spettacolare, altro che quegli accrocchi di Megazord..peraltro alcuni tratti mi fanno venire in mente il Daikengo.
RispondiEliminaLa ragazza in maschera sembra uscita da La bambola assassina, o cmq è perfettissima per un horror d'annata
RispondiEliminaPerò i cattiverrimi si intendevano d' arte....
RispondiElimina..il primo nemico è evidentemente una testa di Modigliani adattata ad uso villanzonico!
Ma come facevano a muoversi con tutta quella roba addosso?
RispondiEliminaPensa le sudate.
EliminaLa carrellata del WTF
RispondiEliminaA guardarlo bene (ultima foto con la katana) ha il corpo sputato/uguale al Mazinga Z classico, con l'aggiunta dei paracoscia inutiLOL, il cascone con quelle corna orribili e quelle meravigliose spalline da hi-tech-samurai. Nel complesso bel Chogokin.
RispondiEliminaAltra serie a me sinora sconosciuta, altra cosa che l'Antro mi ha imparato.
Grazie Antro.
A proposito del modello vintaggio del robot, già ti feci (o cacca se preferisci) vedere a suo tempo questa foto su FB...
RispondiEliminaLi, a destra, in tutta la meravigliosa meravigliosità dell'effetto Sfoché® della foto panoramica del cellulare pezzotto (Instagram non sei nessuno, soocare), ci sono i resti di quello che ho scoperto tempo fa, proprio grazie all'Antro, essere niente popodimenoche Battle Fever Robot.
O quello che ne resta.
L'Antro, il blog che ci impara le cose :)
Link diretto, che sono un pirla e non so se si vede a chi non ho amicato su FB... x(
RispondiEliminaE io ribadisco: quale la potenza mariomerola di tanto robottame vintaggio *__*
EliminaLOL, alcuni sentai che si trasformano in Battle Fever J...
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=YuSQpnxb74k
Ricordo di aver avuto il robot da piccolo, ma le armi le ho perse subito quasi tutte: mi ricordo solo le catene e, se non sbaglio, un paio di lanciamissili a scomparsa nelle gambe. Che me lo sia inventato?
RispondiEliminaNo no, ricordi benissimo: le catene erano attaccate all'avambraccio, mi pare, difficile quindi perderle, a meno che non ti si stacchi tutto il braccio - vedi foto sopra... x(
EliminaE si, la parte esterna delle gambe si apre e al loro interno ci sono dei lanciamissili.
Direi che il cattivo con la maschera da Juke-box ha vinto tutto.
RispondiEliminaBellissimo robot per i miei gusti post moderni :-) adoro il trash giapponese e spero in un fiero e subitaneo ritorno della rubrica "Supaidaman spiegato a kia nonna " :-) ... A proposito Doc ma un post su Guerra tra Galassie ? Magari un " la prima puntata non si scorda mai " ? E comunque forza Leopaldon !
RispondiEliminaLi conoscevo grazie alla rubrica di Kappa Magazine. Impossibile dimenticarli!
RispondiEliminaHo sempre adorato le serie giapponesi di questo tipo, comprese le fantasiose trovate e qualche non-sense che comunque le caratterizzava.
RispondiEliminaTra le cose PDF ricordiamo che: Battle Kenya, o meglio l'attore che lo interpretava, compare su moltissime serie Super Sentai e Metal Heroes interpretando almeno 3/4 Blue Ranger e un Gavian. Sembra che in effetti, non tutti gli attori si prestassero ad interpretare ruoli da super eroi, o alcuni non ne erano in grado, ergo spesso si chiamava lo stesso attore per diversi telefilm. L'attore di Battle Kenya compare anche nllo special tv dove ci sono in pratica tutti i ranger dell'universo interpretando 3 personaggi insieme (B.Kenya, Un Blue Ranger a caso e un Gavian) ormai invecchiati.
I costumi di questi personaggi (se la memoria non mi inganna) furono studiati comunque da Shotaro Ishimori (autore anche dei primi tre sentai precedenti) che affibbiò appunto il look stravagante di questi "Vendicatori" orientali.
Ad ogni modo gran rispetto per la serie dove comunque al contrario di oggi c'erano scene di azione di un certo livello e trame anche drammatiche dove senza problemi morivano persone a frotte!
Battle Cossak ha un casco orrendo, ma la tutina arancione con striscie nere laterali molto Bruslì/Umaturman scalcia un numero considerevole di cooli
RispondiEliminaIo ho ancora il modellino della Battle Shark in casa (piuttosto malridotto dopo quasi 30 anni e un paio di traslochi), dentro c'era anche il robot ma fece una brutta fine (se lo sgranocchiò il cane...).
RispondiEliminaLa roboparrucca è epica!
RispondiEliminaSto ridendo come una matta
RispondiEliminaquindi ora ti tocca un post su mega-ga-ga-loman e X-Bomber!
RispondiEliminaPrima o poi, sicuro. Tokusatsu forevaaa.
Eliminagrazie per il bell'articolozzo! mi sono sempre chiesto che storia ci fosse dietro a quel bel pezzo di robot che acquistai trenta e passa anni fa senza sapere chi fosse, attratto solo dal design e che conservo gelosamente nella sua splendida confezione super vintaggia! :)
RispondiEliminaLo conservi ancora dopo trent'anni da quando lo comprasti? Se sei uno di quelli riusciti a scampare all'orrendo periodo dei traslochi e al rituale dei genitori che regalano le tue cose a cugini più piccoli o figli di amici i quali immediatamente le distruggono, sappi che hai tutto il mio rispetto ;)
Eliminaebbene sì! lo conservo ancora insieme a quasi tutti i miei giochi di quell'epoca d'oro che è stata la mia infanzia. quel quasi è riferito all'unico oggetto scomparso misteriosamente - forse proprio nelle fasi concitate di un trasloco - ovverosia la mach patrol trasformabile (e qui le lacrime scendono copiose) di cui, ironia della sorte, conservo solo la scatola... vuota! :( grazie per l'immeritato rispetto
EliminaDefinire Diane Martin superpatonza mi sembra esagerato ma in realtà non trovo altro materiale fotografico per approfondire l'argomento.
RispondiEliminaHai risolto una delle domande della mia infanzia... chi diavolo fosse quel robot della popy (che ho recentemente regalato all'ufficio come pezzo di arredamento).
RispondiEliminaA proposito di Avenger alternativi, qualche tempo fa ne è uscita la versione dei fratelli Grimm: http://www.imdb.com/title/tt4296026/
RispondiEliminaDoc, aspettiamo la recensione! ;)
Ah, la Asylum ;)
EliminaI personaggi non mi dicono niente macil robot neclo ricordo eccome!!! Che figata che erano queste serie...
RispondiEliminaDomanda a scatto ritardato: il modellino vintage ha, sotto il logo BF, una specie di cassettino a molla (si, sparito pure quello, ora c'è solo il buco x|).
RispondiEliminaNel serial c'ha una qualche utilità, c'è qualcosa che ne giustifica la presenza sul modello, o è un'invenzione tutta dei giocattolai dell'epoca, che pur di mettere meccanismi a molla ovunque facevano sparare i pugni a razzo pure a Gundam, per dire?
Non mi pare ci fosse il cassettone nella serie. Nel SOC, in ogni caso, non c'è. Propenderei per l'aggiunta giocattolara.
EliminaOh, la maschera di Miss America è di un'inquietudine che levati !! Mi ricorda Caterina, la domestica robot del film di Sordi....
RispondiEliminaMa quindi Shiro Akebono si può abbreviare in S.Akebono?
RispondiEliminaI sentai sono il male! Dovrebbero vietarli per legge a chi ha più di 8 anni!
RispondiEliminaPortano a un graduale abbassamento della capacità di distinguere tra cose fatte bene e fatte male. Veder "recitare" quella gente con i loro movimenti scattosi della testa e la capacità espressiva della Arcuri porta a un abbassamento dello spirito critico che poi si propaga in tutte le cose della vita. E questo spiega il nascere di capigliature ridicole, mode orrende, di trasmissioni tv come amici e comici incapaci ma osannati da tutti come a Colorado.
Non guardate i sentai!!! Mai. O vi comincerà a piacere tutto quello che cercheranno di vendervi nella vita.
La riprova è che il Dr Manhattan trova bello quel chogokin orribile delle foto che si è comprato. Non è colpa sua, è cascato nella trappola dei sentai. Quando a 80 anni lo riguarderà lo butterà nel bidone dei chogokin della differenziata al volo.