Il Gigante di Ferro (1999)
Nope, Il Gigante di Ferro (1999) non è QUELLO, il film che non è un classico Disney a causa del quale questa rubrica non si può chiamare Disneyana. Ma visto che si è deciso di uscire dal cerchio Disney, allora perché non parlare già che ci siamo di uno dei più bei film d'animazione degli ultimi vent'anni. Diretto da quel Brad Bird che in seguito avrebbe raccattato una mezza dozzina di Oscar con Gli Incredibili e Ratatouille, Il Gigante di Ferro venne osannato dalla critica alla sua uscita ma si rivelò un disastro al botteghino, grazie soprattutto a una campagna marketing con budget da sagra di paese messa in piedi da Warner. Era uno dei film d'animazione più intelligenti e meno banali che si fossero mai visti al cinematografò, ma un sacco di gente semplicemente non si accorse della sua esistenza. Che gran peccato [...]
Tratto liberamente dal romanzo per ragazzi "The Iron Man" del poeta Ted Hughes, Il Gigante di Ferro (The Iron Giant) ci porta nel '57, l'anno del lancio dello Sputnik, il primo satellite artificiale della storia, spedito in orbita dai sovietici. Hogarth Hughes, nove anni, tanta solitudine addosso e il cognome di un poeta, si imbatte in un robot gigante venuto dallo spazio e diventa suo amico. L'ambientazione anni 50 della storia le dà subito un feeling speciale, da instant classic, quasi si tratti di un film d'animazione Disney di sessant'anni fa o di una pellicola perduta dei Fleischer Studios.
Una magia ad effetto vintaggio ad area +20 alla quale l'uso della computer graphic, miscelata all'animazione tradizionale, riesce a strapparti solo in qualche sgraziato, sfortunato caso, per le movenze del robot o qualche incertezza nelle espressioni facciali di Hogarth. Ma son momenti, calati nel grande tazzone della colazione dei campioni che ringono, col sapor di cioccolato di quelle storie da NuovoCinemaGuaglione nate con lo zampino di Stefanuzzo Spielberg. In fondo l'amicizia più umana, vera e sincera come il pippero tra un bambino e un robot gigante non è poi così tanto diversa da quella tra un bambino e un alieno brutto forte. Auto e centrali elettriche sfasciate a parte.
Gli ingredienti da NuovoCinemaGuaglione animato fuori tempo massimo, sul finir di secolo, ci sono d'altra parte tutti: il bambino che soffre di solitudine, una madre single stressata che non gli crede, lo spettatore alla stessa altezza del protagonista e a lungo suo unico complice. E il governo villanzone in rappresentanza del mondo di tutti gli adulti ottusi e troppo fissati con quel cacchio di status quo da preservare gelosamente/religiosamente, magari per farsi cantare poi Whatever you want in privato. Manca giusto il cane pelosone simpa, ma il pet sfornadisastri qui è il Gigante, non ce n'era bisogno.
Ma in questo gioco di rimandi, Il Gigante di Ferro ricorda a tutti di essere un'opera per bambini anche ben oltre i dieci anni. Un film intelligente e non banale, dicevi all'inizio, che, come fanno solo i prodotti per ragazzi migliori - e non disneyani, ché nella casa del Topo con certe cose si tende a non scherzare - butta lì anche l'ironia impacchettata per lo spettatore adulto su temi come il fumo ovunque (sono pur sempre gli anni 50) e l'OLOCAUSTO NUCLEARE. Le fobie dell'era atomica, degli anni del vero dopobomba/dopobarba, in un documentario a cartoni proiettato nella scuola di Hogarth che fa il verso a un VERO corto animato che istruiva gli alunni della scuola primaria sul da farsi in caso di attacco nucleare. Per dire. Sullo sfondo (ma neanche troppo) la paura dei sovietici e dei loro progressi nella corsa allo spazio, la caccia alle streghe figlia del maccartismo: il Gigante di Ferro va distrutto, a prescindere, perché potrebbe essere una macchina "dei russi o dei cinesi".
C'è poi questo riuscito accostamento tra il Gigante e Superman, il colosso di Ferro e l'Uomo d'Acciaio, entrambi esuli cosmici e (chiaro) property Warner, e la ferma, commovente volontà del primo di identificarsi con l'eroe dei fumetti letti da Hogarth. E ancora, un investigatore rompicoglioni hollywoodiano old school con tanto di pipa, Kent Mansley, sicuro avo dell'uomo che fuma di X-Files (per mestiere e tabagismo) e di Jessica Fletcher (per l'attitudine da rompicoglioni), e infine un adulto proveniente da una famiglia cresciuta a schiaffi forti sulla nuca, Dean McCoppin, con cui Hogarth riesce ad entrare in sintonia.
Dopo tutto è un artista, guaglione dentro per forza di cose. "È colpa tua, beatnik!", dice Mansley l'orchiclasta ficcanaso a un certo punto a Dean, e prima de Il Gigante di Ferro non avevi mai immaginato di sentir usare la parola beatnik in un film d'animazione.
A parte la gag del bagno, l'overdose da caffeina di Hogarth e il tuffo-Banzai, si ride poco. È un film poco comico, Il Gigante di Ferro, nel senso che non ha tutta quella infilata di robe di ridere canonica con cui si farciscono i film di animazione per tenere buono il pubblico di piccoli casinisti in sala. Ma anche ET era poco comico: non è quel tipo di storia. Il Gigante di Ferro è Tetsujin 28 e Frankenstein Jr (quello del cartone di Hanna e Barbera) che incontrano ET, che incontra King Kong. Con alcuni momenti molto toccanti, come quello del cervo e, chiaro, la caccia al Gigante cui fa da antipasto, e soprattutto quel finale lì. Il mostro è mostro: non per la gente di Rockwell, che lo vede salvare dei bambini e capisce, ma per i militari ottusi che lasciano parlare bazooka e cannonate. Il Gigante è un Hulk senza rabbia e col vocione di Vin Diesel, bersaglio grosso per paranoie antisovietiche che, come tutti i buoni, come Superman, tiene a freno perfino le sue capacità difensive per non nuocere agli altri. Almeno finché la sofferenza quella rabbia non gliela tira fuori tutta, facendo vincere la programmazione e facendolo diventare la macchina di distruzione gonagaia che i militari si aspettavano fosse. A furia di rompergli le balle, Superman diventa un Hulk privo di controllo, e fermalo mo', ebete di un Mansley, coraggio. Vai, sciarmali tutti!, grida lo spettatore non rEgazzino dopo aver visto il Gigante prendersi inerme le cannonate nella schiena e poi cominciare il suo momento Bomber di Bud Spencer.
Ma è solo un istante. Il clima da horror fantascienzo anni 50 in cui è precipitata la storia non è quello giusto, mette a disagio lo spettatore che fino a quel momento, in quella storia lì, si era trovato così a suo agio. Quell'essere con le lucette e i laser sparaflashanti non è il Gigante, ma un mostro vero. E non va mica bene, c'è bisogno che l'Hulk senza controllo torni ad essere Superman, l'eroe che salva la gente. E qui ti fermi, perché per chi questo film non l'ha mai visto hai detto già troppo. Ma oh, son passati sedici anni, e comunque che diavolo avete aspettato finora a farlo.
Il Gigante di Ferro è una pellicola fuori dal tempo, in tutti i sensi, perché racconta una storia da film anni 80 ma con un'atmosfera e non solo un setting da anni 50, e lo fa agli sgoccioli dei 90. Ma quel che più conta, alla fine, è che si tratta di una gran bella storia. Tenera, giocosa, ma anche dura e in quanto tale sorprendente. Un film che parte da soluzioni e personaggi classici ma non ha timore di avventurarsi là dove poco cinema guaglionico era arrivato prima, portandoti a fare un giro a Magonelandia prima di restituirti quel sorriso da rEgazzino. Il tutto dicendo no non solo al colesterolo, ma ad ogni forma di spiegone molesto. Applausi.
Del resto, un film d'animazione in cui si citano direttamente i fumetti di Will Eisner, campanilismo editoriale o meno, vince sempre. A prescindere.
PREVIOUSLY NELLA RUBRICA-SENZA-NOME:
Hercules
Aladdin
Tratto liberamente dal romanzo per ragazzi "The Iron Man" del poeta Ted Hughes, Il Gigante di Ferro (The Iron Giant) ci porta nel '57, l'anno del lancio dello Sputnik, il primo satellite artificiale della storia, spedito in orbita dai sovietici. Hogarth Hughes, nove anni, tanta solitudine addosso e il cognome di un poeta, si imbatte in un robot gigante venuto dallo spazio e diventa suo amico. L'ambientazione anni 50 della storia le dà subito un feeling speciale, da instant classic, quasi si tratti di un film d'animazione Disney di sessant'anni fa o di una pellicola perduta dei Fleischer Studios.
Una magia ad effetto vintaggio ad area +20 alla quale l'uso della computer graphic, miscelata all'animazione tradizionale, riesce a strapparti solo in qualche sgraziato, sfortunato caso, per le movenze del robot o qualche incertezza nelle espressioni facciali di Hogarth. Ma son momenti, calati nel grande tazzone della colazione dei campioni che ringono, col sapor di cioccolato di quelle storie da NuovoCinemaGuaglione nate con lo zampino di Stefanuzzo Spielberg. In fondo l'amicizia più umana, vera e sincera come il pippero tra un bambino e un robot gigante non è poi così tanto diversa da quella tra un bambino e un alieno brutto forte. Auto e centrali elettriche sfasciate a parte.
Un robot gigante che fissa le stelle e pensa all'immortalità dell'anima. Film per bambini, sì, certo. |
Ma in questo gioco di rimandi, Il Gigante di Ferro ricorda a tutti di essere un'opera per bambini anche ben oltre i dieci anni. Un film intelligente e non banale, dicevi all'inizio, che, come fanno solo i prodotti per ragazzi migliori - e non disneyani, ché nella casa del Topo con certe cose si tende a non scherzare - butta lì anche l'ironia impacchettata per lo spettatore adulto su temi come il fumo ovunque (sono pur sempre gli anni 50) e l'OLOCAUSTO NUCLEARE. Le fobie dell'era atomica, degli anni del vero dopobomba/dopobarba, in un documentario a cartoni proiettato nella scuola di Hogarth che fa il verso a un VERO corto animato che istruiva gli alunni della scuola primaria sul da farsi in caso di attacco nucleare. Per dire. Sullo sfondo (ma neanche troppo) la paura dei sovietici e dei loro progressi nella corsa allo spazio, la caccia alle streghe figlia del maccartismo: il Gigante di Ferro va distrutto, a prescindere, perché potrebbe essere una macchina "dei russi o dei cinesi".
C'è poi questo riuscito accostamento tra il Gigante e Superman, il colosso di Ferro e l'Uomo d'Acciaio, entrambi esuli cosmici e (chiaro) property Warner, e la ferma, commovente volontà del primo di identificarsi con l'eroe dei fumetti letti da Hogarth. E ancora, un investigatore rompicoglioni hollywoodiano old school con tanto di pipa, Kent Mansley, sicuro avo dell'uomo che fuma di X-Files (per mestiere e tabagismo) e di Jessica Fletcher (per l'attitudine da rompicoglioni), e infine un adulto proveniente da una famiglia cresciuta a schiaffi forti sulla nuca, Dean McCoppin, con cui Hogarth riesce ad entrare in sintonia.
Dopo tutto è un artista, guaglione dentro per forza di cose. "È colpa tua, beatnik!", dice Mansley l'orchiclasta ficcanaso a un certo punto a Dean, e prima de Il Gigante di Ferro non avevi mai immaginato di sentir usare la parola beatnik in un film d'animazione.
"No Atomo, io… Superman" |
Ma è solo un istante. Il clima da horror fantascienzo anni 50 in cui è precipitata la storia non è quello giusto, mette a disagio lo spettatore che fino a quel momento, in quella storia lì, si era trovato così a suo agio. Quell'essere con le lucette e i laser sparaflashanti non è il Gigante, ma un mostro vero. E non va mica bene, c'è bisogno che l'Hulk senza controllo torni ad essere Superman, l'eroe che salva la gente. E qui ti fermi, perché per chi questo film non l'ha mai visto hai detto già troppo. Ma oh, son passati sedici anni, e comunque che diavolo avete aspettato finora a farlo.
Il Gigante di Ferro è una pellicola fuori dal tempo, in tutti i sensi, perché racconta una storia da film anni 80 ma con un'atmosfera e non solo un setting da anni 50, e lo fa agli sgoccioli dei 90. Ma quel che più conta, alla fine, è che si tratta di una gran bella storia. Tenera, giocosa, ma anche dura e in quanto tale sorprendente. Un film che parte da soluzioni e personaggi classici ma non ha timore di avventurarsi là dove poco cinema guaglionico era arrivato prima, portandoti a fare un giro a Magonelandia prima di restituirti quel sorriso da rEgazzino. Il tutto dicendo no non solo al colesterolo, ma ad ogni forma di spiegone molesto. Applausi.
Del resto, un film d'animazione in cui si citano direttamente i fumetti di Will Eisner, campanilismo editoriale o meno, vince sempre. A prescindere.
PREVIOUSLY NELLA RUBRICA-SENZA-NOME:
Hercules
Aladdin
Il Gigante di Ferro
recensito da DocManhattan il 2015-03-26
Rating:
recensito da DocManhattan il 2015-03-26
Rating:
Bello, Bello.
RispondiEliminaPeccato solo:
[SPOILER]
per quella cacchio di vitina sul finale, che avrei preferito più amaro.
[/SPOILER]
Mamma mia i lacrimoni che salgono tutte le volte che ci ripenso
RispondiEliminaVerissimo. Sul finale ho pianto, e sul contro-finale me ne sono uscitocon un "SI', CAZZO!", urlato interiormente ma sussurrato a mezza bocca. Spettacolo.
RispondiEliminaIn colpevolissimo ritardo lo vidi qualche mese fa in aereo senza avere la piu pallida idea di che tipo di cartone fosse e ne rimasi davvero molto colpito.
RispondiEliminaDavvero incredibile che sia cosi poco conosciuto.
Non ne esiste, per quanto ne so, nemmeno una versione Blu-Ray. Fai te. Le ingiustizie del mondo, proprio.
EliminaIl DVD esiste per certo su Amazon
Eliminahttp://www.amazon.it/Il-Gigante-Ferro-Special-Edition/dp/B0041KWBBG
e fra le onde del torrente si trova il BD rippolo.
Stupendo! Apprezzato già numerose volte, perché ormai è nella mia videoteca dei classici imperdibili ...
RispondiEliminaGrande film davvero.
RispondiEliminaPrima o poi dovrò decidermi a rivederlo e recensirlo anch'io.
ciao a tutti, Doc erano millanni, che aspettavo la recensione su questo capolavoro, film bellissimo, inoltre io e Mr blucyber cervavamo l'action figure è la mitica vitina senza risultati :(
RispondiEliminaCostano un po', ma con una ricerca ho visto che proprio quest'anno usciranno sia il Gigante che la vitina! :)
Eliminahttp://mondotees.com/collections/toys
A quel prezzo mi si deve muovere da solo, per la miseria! :D
Eliminadeve uscire ancora la mega AF, ma costa davvero troppo :(
EliminaLa mega action figure che uscirà a breve è la prima della serie che sfornerà la Mondo, quell'azienda che fa i poster semivintaggi dei film per capirci, ma costerà veramente uno sproposito!! :(
EliminaBravò!
RispondiEliminaChi non ha visto questo film non sa cosa si perde.
RispondiEliminaChi non legge questo blog non sa cosa si perde.
Vorrei far notare che, come ne "Gli Incredibili", il cattivo del film è una caricatura di Brad Bird. Ancora non mi è chiaro se è una scelta sua o un messaggio subliminale da parte degli animatori.
RispondiEliminaCredo che sia una scelta sua, come Alex Ross che si autoritrae come Goblin in occasione della morte di Gwen in Marvels.
EliminaLo vidi al cinema: eravamo in sala in 8 persone mentre quella di fianco era gremita per "Tarzan" della Disney (complimenti per la programmazione di uscita).
RispondiEliminaIo lo ritengo IL film d'animazione. Sta sicuramente in una mia ipotetica Top5... C'è davvero TUTTO: lo stile vintage dei disegni, la solitudine, le disquisizioni su "ciò che rende vivi", il magone, le risate... e un fighissimo robot dal design splendido che dà un'accelerata alla spettacolarità delle scene. WOW.
Ho pure comprato il libro in lingua originale di Ted Hughes ma devo dire che le differenze con il film sono abissali... e a mio parere vince il film.
Il libro me lo ricordo come una favoletta vagamente ecologista/pacifista ma soprattutto molto molto molto (troppo) infantile.
Cosa che il film non è affatto.
Da noi hanno portato in massa le scuole elementari a vederlo al "cinema di paese" [come ai miei tempi ci portarono a vedere West & Soda di Bozzetto]... Mai visto una quantità tale di bambini concentrati e attenti durante un film d'animazione come quella volta *_*
RispondiEliminaWest and Soda è qualcosa più che eccezionale
EliminaIo ho amato ancor di più Vip, mio fratello super eroe ;)
Elimina@Zione
EliminaQuoto: Vip è Vip :)
Col mitico pappagallo Confucio :D
Ehm... mai visto. Rimedierollo.
RispondiEliminaMaaa... la notizia del film spielbergo su "Ready Player One"? :-)
Il Gigante di Ferro ha spaccato tutto quella volta, me lo ricordo il robottone vintage che saltava nel lago e soprattutto l'atmosfera in perfetto stile Atompunk (all'epoca tutti 'sti nomignoli poi non c'erano), che già dal trailer si capiva fosse un filmone. E mentre la Disney ci prendeva gusto a scimmiottare i cartoni giapponesi (dal Re Leone, ad Atlantis ecc..), questo film prendeva una strada tutta sua, forse troppo avanti per essere capito. Lo vidi in TV perchè per andare al cinema mi toccava prendere ancora l'autobus e comunque a "Fabriano city" c'erano 4 sale in croce di cui un paio davano Parzan (credo). Grande recenzione di bruschette atomiche!!!
RispondiEliminaLe lacrime. Film stupendo.
RispondiEliminaGran bel film, recuperato in colpevolissimo ritardo di 15 anni (l'ho visto solo quest'estate).
RispondiEliminaUna delle poche volte in cui in un prodotto extra colosso d'animazione collaudato(Disney/Dreamworks/nome a piacere) non sia partita la mimmata (tipo Alla ricerca di Camelot o Anna & the King) o la glicemia (L'incantesimo del Lago).
Un film che funziona ad ogni età e con dei personaggi fantastici, potrei scrivere per ore, ma mi limito a dire:
"SUPPERRMAAAN!"
P.s., dato che il toto-QUELLO l'altra volta ha generato una lista di nomi sbagliati, si potrebbe avere un indizio?
Io intanto butto un nome a caso e cito Fire & Ice di Bakshi.
Grande! Fire and Ice, lo quoto con tutto me stesso :D
EliminaMa anche Il Signore degli anelli, Fuga dal mondo dei sogni e Heavy Metal, che negli anni 80 si contese il titolo di film d'animazione incompreso dalle masse italiane insieme ad Renat....ehm, Akira!!!
Ma anche Rock Odissey era un film abbastanza strano, specie quando fu trasmesso dalla Rai.
EliminaAncora più strano fu che era della Hanna e Barbera.
Uno dei migliori film d'animazione del secolo. Assolutamente!
RispondiEliminaSono questi i film che so dovrebbero fare altro che frozen !
Una poesia unica grazie doc!
Anche io debbo assolutamente rimediare e vederlo, sapevo della sua esistenza ma non ho mai approfondito; grazie Doc anche per questa rece.
RispondiEliminaIo comunque per QUELLO continuo a quotare fortissimo "Chi ha incastrato Roger Rabbit"..ma tanto conoscendo un poco il nostro anfitrione è più facile che faccia mangiare a Zelda un chogokin piuttosto che svelarci qualcosa..vero? ;)
Roger Rabbit era la mia seconda opzione dopo Alla Ricerca della Valle Incantata (subito smentita dal Doc nel post su Aladdin), ma tecnicamente non valido in quanto prodotto dalla Disney. AkiRENATOOO nemmeno perchè giapponese, e sappiamo che QUELLO è made in yankeelandia.
EliminaIl Gigante di Ferro la terza.
Le opzioni si vanno sfoltendo, o si va su Bakshi come accennavo sopra e come Lardass ha proseguito, o su Bluth (anche se già di Bluth si è parlato) o si va sulla Dreamworks o resta poco altro, tipo chessò, La Collina dei Conigli.
No ma ragazzi deve per forza essere Roger, il Doc ha detto che QUELLO non è un classico Disney, non che non abbia niente a che fare con la Disney.. Anche perché davvero, escludendo Bluth di cui si è già parlato, non resta niente meritevole del titolo di campione dei supermassimi aka la denominazione QUELLO.
EliminaTutto quello che posso dirvi è che non si tratta di una burla scherzona: QUELLO esiste. Perciò animo, gente, la prossima volta sveliamo il mistero.
Elimina...
...
Cioè, forse.
Sento uno strano rumore di scrocchio denti-metallo.. :D
EliminaAdoVo.
RispondiEliminaE un peccato. Davvero un peccato.
Capolavorò, niente da aggiungere.
Capolavoro assoluto,fiore all'occhiello della finora encomiabile carriera di Brad Bird (che si attende al varco con Tomorrowland, nella speranza che LindeROTFL non faccia troppi danni).
RispondiEliminaUna delle cose che più apprezzo è come Bird abbia compreso perfettamente lo spirito di tanta fantascienza degli anni '50, la stessa che dietro astronavi,robot e insettoni giganti si faceva metafora dell'inquietudine che serpeggiava in America negli anni della Guerra Fredda. E il gigante stesso è degno erede di un Gort o di un Robbie The Robot.
E attorno a quest'atmosfera Bird è riuscito a costruire un film emozionante ma mai mieloso, con tanti spunti di riflessione. Ah,migliore interpretazione di Vin Diesel,con Groot medaglia d'argento.
Ps. parlando di fantascienza anni '50 ho finalmente colmato una mia personale lacuna letteraria e ho letto il bellissimo The Stars My Destination di Alfred Bester,che è praticamente il cyberpunk tre decenni prima del cyberpunk; non a caso William Gibson lo cita tra i suoi libri preferiti.
Ricordo che fu uno dei primi film che mi fece conoscere la mia ex ragazza...
RispondiEliminaE a lei i film d'animazione gli davano al caxxo!
Poi ho ricambiato facendogli conoscere Miyazaki. Uno scambio equo :)
"Il mostro è mostro: non per la gente di Rockwell, che lo vede salvare dei bambini e capisce, ma per i militari ottusi che lasciano parlare bazooka e cannonate. Il Gigante è un Hulk senza rabbia e col vocione di Vin Diesel, bersaglio grosso per paranoie antisovietiche che, come tutti i buoni, come Superman, tiene a freno perfino le sue capacità difensive per non nuocere agli altri."
RispondiEliminaE' "Il Mostro" di Samuele Bersani
Lacrime a GoGoNagai
Questo l'ho già citato e ripetuto più volte, ma è uno dei pochi film che alla fine mi fa piangere (in senso di commozione, non di disgusto :P)
RispondiEliminaE' un film che sa essere tenero, senza che per forza ci sia il solito zuccheroso cazzobuffo parlante di mezzo.
Immagine a caso XD http://fc01.deviantart.net/fs43/f/2009/112/c/1/Iron_Giant_vs_Giant_Robo_by_EastCoastCanuck.jpg
Non l'ho mai visto, proprio perché all'epoca non mi accorsi della sua uscita (non sono nemmeno sicuro che nel cinemino più vicino a dove abito sia effettivamente stato proiettato). Vado a pescare, grazie per il memorandum Doc :)
RispondiEliminaFilm meraviglioserrimo, me ne innamorai alla prima visione e così è stato anche per i miei figli che a cadenza smestrale ne richiedono la visione, il più grande vuole l'action figure del gigante di ferro ma quelle uscite ai tempi del film sono introvabili o costano due reni e un polmone, quello in uscita è bellissimo ma costa svariati arti!! Comunque veramente un gran bel film, ogni volta sul finale mi si accavallano il magone con il sorriso stampato in faccia, e tuttora continuo a chiedermi ma un Iron Giant 2 no??
RispondiEliminaGrande film, visto da due nerd piuchetrentenni in un cinemino pseudoparrocchiale in un confuso pomeriggio Genovese, circondati da bambini urlanti e incomprendenti, ma comunque uscimmo urlando "CAPOLAVORO!". E riapprezzato qualche anno dopo insieme a moglie e figlio in visione casalinga.
RispondiEliminaGran bel film, uno dei pochisimi film occidentali in cui si fonde animazione, ambientazione e trama.
Io per QUELLO punto su Brisby ed il Segreto del Nimh. Sicuramente ci ha già puntato qualcun altro, ma per me rimane un capolavoro assoluto, anche più della Valle Incantata.
RispondiEliminaNon mi vergogno a dire che quando lo vidi al cinema (colpo di fortuna perchè, come detto, fu pubblicizzato meno di una bibta al peperoncino e menta piperita) ero in lacrime sulla parte finale.
RispondiEliminaUn Film che dovrebbero obbligare a studiare a CHIUNQUE voglia fare cinema. Ma proprio come corso a sè stante.
Cheers
Recuperato quest'anno e...CAPOLAVORO, tanto che stasera lo rivedo :-) per QUELLO io voto i Ratti del Nihm oppure un outsider .... FRITZ il Gatto ( chi lo conosce sa' di che parlo
RispondiEliminaBellissimo film. Davvero.
RispondiEliminaComunque Doc, per il nome della rubrica potresti anche pensare ad un sondaggissimo.
"sondaggissimo"? ;)
Elimina...dico solo una cosa: "Su-per-man"
RispondiEliminaPoi la vista si annebbia, mi entrano le rondelle nell'occhio e partono le Lacrime Napulitante™
Qualcuno notava paralleli "scopiazzoni" con Big Hero 6, ma solo io ho notato l'omaggio al gigante in Ralph Spaccatutto?
RispondiEliminaE non mi buttare giù Ralph che ormai sei un Papà anche tu :)
Oddio... dove? Comunque in Big Hero che fosse una citazione continua al Gigante era palese dai primi trailer (pure troppo alla fine, il finale è identico)!
EliminaEh i ricordi che imbruschettano l'occhio si sprecano parlando di questo film! Bello bello, con quel design particolare e tutto suo, quel fascino vintaggio, unico. Da vedere e rivedere a nastro.
RispondiEliminaFilm meraviglioso, poco da dire.
RispondiEliminauna perla rara. no, unica nella sua unicità.
RispondiEliminaL'ho visto che ero ormai all'università, e non mi vergogno di dire di aver avuto il magone per tutta la durata perchè SPOILER
RispondiEliminatemevo finisse male, e invece è partito un vero boato liberatorio!!!
capolavoro doc! niente da aggiungere!
RispondiEliminaFilmone, anche la DIsney ha tentato di seguire questa strada e fare film animati atipici come pianeta del Tesoro, Atlantis, ma esattamente come il Gigante di Ferro, ci ha sbattuto il muso...
RispondiEliminaHai praticamente detto tutto su questa perla della mia giovinezza, uno di quei film che amavo da rEgazzino e che amo tuttora,non più rEgazzino,ma la storia dell' olocausto atomico mi riporta alla mente mio padre, muratore, che nei primi anni 90 riconvertiva per conto di una certa ditta,di cui non farò il nome,bunker antiatomici a Torino in cantine di vini pregiati o parcheggi più cari dei suddetti vini.
RispondiEliminaFilm strepitoso, peccato sia stato così poco visto e pubblicizzato... credo sia anche perché la Warner sia rimasta scottata dagli scarsi risultati ottenuti con quella ciofeca iper-pompata de "La Spada Magica" (quello col cavaliere cieco e il drago bicefalo per chi non ricorda), per cui decidette di ridurre ai minimi termini la promozione del successivo film animato.
RispondiEliminaTra l'altro penso di essere uno dei pochi ad aver recuperato per caso da bambino il libro originale, davvero diverso però: a un certo punto se non ricordo male compare un mega-dragone alieno grosso quanto l'Australia...
Ri-posto il mio commento (a memoria) andato perduto...
RispondiEliminaAbituato a essere trattato un po' da idiota, da facilotto risatina, coca e pop corn, ti succede di fa entrare in casa il Gigante di Ferro con le difese abbassate e forse è anche meglio, perchè ci resti lì a bocca semi aperta. Sono sicuro sia un film di animazione? La cupezza di certi passaggi (dico un'eresia, ma il mio è un paragone emozionale e non strettamente tecnico) mi ha ricordato lo splendido cartone di Batman, altro esempio di cosa disegnata e colorata che va per la sua strada, con i suoi contenuti e la sua storiaccia come deve essere e che non ti chiede di salire a bordo, sei tu che ti ci precipiti e che non la molli più.
Atipico è il primo aggettivo che mi era venuto in mente, a suo tempo, e questo (come detto da altri) ha decretato -sembra quasi per volontà stessa di chi l'ha prodotto, quasi se ne vergognasse- il suo scarso successo.
Per assurdo io lo presi, e credo di non esser stato l'unico- perchè le quotate riviste di home theatre del tempo lo ponevano ai primissimi posti come dvd test per i bassi del subwoofer.
L'audio è in effetti molto curato e tira delle botte di bassi non da poco, che scendono molto in frequenza. Avendi già allora la passione per gli impianti (sempre in upgrade), lo presi pensando a un filmetto dimenticabile alla "Dinosauri" però, almeno, utile per far saltare dal divano i miei ospiti; invece sono rimasto abbagliato da una storia toccante e ben raccontata, da una favola in cui sono intelligentemente mescolati interrogativi e valori, esempi educativi e temi di altro spessore, senza prediche,retorica e spiegoni, insomma da un film di animazione per una volta non costruito sul modello blockbuster ma partendo e chiudendo da quella che Stephen King ama chiamare "la dannata storia".
Un giorno, poi, dal camino di casa scese Miyazaki, ma questa è un'altra storia.
Ottima scelta e bell'articolo, Doc.
Nei prossimi giorni, come un brindisi alla tua salute e al tuo rientro in sede, lo rivedrò con tutta la famiglia.
Un saluto a tutti, è la prima volta che scrivo su questo blog. Fosse per me, il Gigante di ferro sarebbe sicuramente QUELLO: perchè è un gran bel film. Non per ragazzini (in barba all'equazione cartone animato = film da bambini...) o per adulti, ma per chiunque sia ancora giovane dentro. Non aggiungo nulla a quanto scritto dal Doc e da chi ha già commentato, che sottoscrivo in pieno. Solo un pensiero: se è riuscito a suscitare tali emozioni in noi italiani, che quell'America e quel periodo li abbiamo visti solo da lontano, chissà che cosa deve aver fatto provare a chi, americano, quelle cose le ha vissute davvero.
RispondiEliminaGirato stasera su Paramount channel del ddt... ogni tanto qualcuno si ricorda di questo film! e l'ho appena nominato per il cinema guaglione! Anche se non ho idea se rientri in toto
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