Cyber Blue, la leggenda del tassista sull’oceano
Una settimana fa. È un pomeriggio di fine inverno sotto il cielo color antracite di Tokyo. Ti trovi in uno dei quartieri più periferici della città, uno di quelli in cui non ci sono almeno tre combini in qualsiasi direzione nel raggio di venti metri. Com’è, come non è, sei finito sotto una pioggia fitta e gelida che ha ridotto il cappottino che hai addosso a uno straccio senza forma e senso. Alla disperata, futile ricerca di un ombrello di quelli lunghi usa e getta, trasparenti nel loro appeal molto retrofuturistico e metropolitano, trovi riparo sotto una piccola tettoia. Siete te e un grosso gatto da cartone animato obeso che ti guarda storto. Scruti l’orizzonte di luci e insegne colorate alla ricerca di un taxi, mentre condisci questa situazione molto manga anni 80/90 ascoltando in cuffia la tua solita playlist dei Pizzicato Five. Poi, d’un tratto, all’orizzonte si disegna il muso di una vecchia Crown verde e nera, con i suoi interni rivestiti da centrini bianchi da catananna in assuefazione da ace gentile e l’autista in guanti altrettanto candidi: un taxi, sei salvo. Forse. Dice: e che c’entra il manga Cyber Blue? Oh, c’entra [...]
Il tassista, te ne accorgi subito, non è il solito tassista. Innanzitutto perché non ha 80 anni come il tassinaro giapponese medio, e poi perché ha due orecchini ad anello al lobo sinistro. Ex artista? Fuochino. Abbandoni l’ascolto di The Night is Still Young, clamoroso single dei Pizzicato Five del ‘93, alfiere del sottogenere Shibuya-kei e a lungo tua personale colonna sonora del Giappone solo immaginato da ragazzo, quanto e più di quel cacchio di tema di Ryuichi Sakamoto, con o senza David Sylvian, che in TV veniva piazzato sotto OGNI documentario o servizio sull’arcipelago nipponico. C’è qualcuno che lo fa ancora, trentadue anni dopo.
Dicevi: abbandoni i Pizzicato Five lasciando la musica girare senza nessuno che l’ascolti, onanismo acustico, e dici al tassista dov’è che dovresti andare. Lui annuisce, non ha bisogno del navigatore, va, tra i semafori sorvegliati dall'alto dai corvi giganti dell'Inferno. Qualche istante dopo, ti fa la domanda che meno ti saresti aspettato di sentirti rivolgere dai - generalmente timidissimi e anziani - tassisti di Tokyo.
“Leggi i manga?”.
Te lo chiede mischiando inglese e giapponese, ma il concetto è chiaro: dalle tue parti, in ItaRia, si leggono i manga? E se sì, te, nello specifico, li leggi? La cosa strana è che si tratta della seconda volta in poche ore che qualcuno ti chiede una cosa simile. Quella mattina, fermo a guardare dei chogokin di Evangelion in una vetrina, sei stato avvicinato da un tipo di una rivista, capopattuglia di una piccola troupe a caccia di gaijin. Volevano sapere com’è che te, straniero con la faccia da straniero, conoscevi Evangelion. Avresti potuto cavartela con un “Non lo conosco, stavo solo guardando quei pupazzetti colorati”, ma hai fatto il gentile e n’è venuta fuori una chiacchierata di mezz’ora a base di StupiShinji, teorie del loop, pianoforti. Ma comunque. Al tassista con i due orecchini rispondi che sì, leggi un po’ di manga, e che soprattutto in passato ne hai letto millemilamilioni. La seconda domanda è ancora più imprevedibile della prima, e ti fa capire che no, quella di prima non era generica curiosità da tassinaro mangofilo scojonato dalla routine del suo lavoro.
“Conosci Tetsuo Hara?”.
Sì, certo che lo conosci. In Italia, gli dici, tutti conoscono Ken il Guerriero e molti, quantomeno in una fetta anagrafica della popolazione, sanno chi ne disegnava il manga. Le domande sono finite e il tassista parte con lo spiegone. Ti dice che Hara è un suo amico - e fin qui - ma anche e soprattutto che lavora con lui da tanti anni. Ti fossi trovato da qualsiasi altra parte, avresti pensato alla simpatica minchiata, ma i giapponesi non li fai tanto propensi a raccontare favolette a degli estranei.
“Saiberbùru. Ho scritto la storia di Saiberbùru”.
C’hai messo qualche secondo, ma poi hai capito. Quell’uomo bello piazzato e prossimo ai cinquanta che stava guidando il taxi era il co-autore di Cyber Blue, fumetto pubblicato dalla Star in Italia a metà anni 90 e che all’epoca, per quanto hai modo da ricordare, è stato a lungo uno dei tuoi manga di fantascienza preferiti. Scritto da BOB e Ryuichi Mitsui, come recita la copertina arrampicata in cima a questo post, e disegnato da Tetsuo Hara.
“Il mio nome d’arte è BOB”.
Non gli chiedi quello che vorresti chiedergli, perché sarebbe davvero poco cortese, ma non c’è alla fine bisogno di farlo: te lo spiega lui, BOB, come sia finito a fare il tassista. Con il lavoro di co-autore saltuario di qualche manga non lo sbarchi mica il lunario. Lui però ha continuato a scrivere, collaborando con Hara sulla sua nuova rivista, Monthly Comic Zenon. Quando arrivate a destinazione, ti dà l’aria di essere una persona felice, BOB. Uno che fa un lavoro per vivere e poi un secondo lavoro per inseguire la sua passione, fare quello che gli piace fare. Ti ricorda qualcuno. Anzi, no, ti ricorda un sacco di gente, perché le passioni fanno girare il mondo.
Ha smesso di piovere, intanto. Il grigio antracite ha lasciato spazio a quel viola irreale delle notti di Tokyo, generato da tutte le sue luci e da una discreta dose di pantone spremuta nell'aria a fini estetici dalla municipale. Pare tu non abbia bisogno alla fine di comprarti un ombrello. Beh, per ora. I Pizzicato Five sono andati avanti intanto per i fatti propri e adesso in cuffietta gira Mon Amour Tokyo. Va’ la vita alle volte, pensi, mentre scompari tra le luci sullo sfondo con un gran sorriso da gaijin stampato in faccia.
Il tassista, te ne accorgi subito, non è il solito tassista. Innanzitutto perché non ha 80 anni come il tassinaro giapponese medio, e poi perché ha due orecchini ad anello al lobo sinistro. Ex artista? Fuochino. Abbandoni l’ascolto di The Night is Still Young, clamoroso single dei Pizzicato Five del ‘93, alfiere del sottogenere Shibuya-kei e a lungo tua personale colonna sonora del Giappone solo immaginato da ragazzo, quanto e più di quel cacchio di tema di Ryuichi Sakamoto, con o senza David Sylvian, che in TV veniva piazzato sotto OGNI documentario o servizio sull’arcipelago nipponico. C’è qualcuno che lo fa ancora, trentadue anni dopo.
Dicevi: abbandoni i Pizzicato Five lasciando la musica girare senza nessuno che l’ascolti, onanismo acustico, e dici al tassista dov’è che dovresti andare. Lui annuisce, non ha bisogno del navigatore, va, tra i semafori sorvegliati dall'alto dai corvi giganti dell'Inferno. Qualche istante dopo, ti fa la domanda che meno ti saresti aspettato di sentirti rivolgere dai - generalmente timidissimi e anziani - tassisti di Tokyo.
“Leggi i manga?”.
Te lo chiede mischiando inglese e giapponese, ma il concetto è chiaro: dalle tue parti, in ItaRia, si leggono i manga? E se sì, te, nello specifico, li leggi? La cosa strana è che si tratta della seconda volta in poche ore che qualcuno ti chiede una cosa simile. Quella mattina, fermo a guardare dei chogokin di Evangelion in una vetrina, sei stato avvicinato da un tipo di una rivista, capopattuglia di una piccola troupe a caccia di gaijin. Volevano sapere com’è che te, straniero con la faccia da straniero, conoscevi Evangelion. Avresti potuto cavartela con un “Non lo conosco, stavo solo guardando quei pupazzetti colorati”, ma hai fatto il gentile e n’è venuta fuori una chiacchierata di mezz’ora a base di StupiShinji, teorie del loop, pianoforti. Ma comunque. Al tassista con i due orecchini rispondi che sì, leggi un po’ di manga, e che soprattutto in passato ne hai letto millemilamilioni. La seconda domanda è ancora più imprevedibile della prima, e ti fa capire che no, quella di prima non era generica curiosità da tassinaro mangofilo scojonato dalla routine del suo lavoro.
“Conosci Tetsuo Hara?”.
Sì, certo che lo conosci. In Italia, gli dici, tutti conoscono Ken il Guerriero e molti, quantomeno in una fetta anagrafica della popolazione, sanno chi ne disegnava il manga. Le domande sono finite e il tassista parte con lo spiegone. Ti dice che Hara è un suo amico - e fin qui - ma anche e soprattutto che lavora con lui da tanti anni. Ti fossi trovato da qualsiasi altra parte, avresti pensato alla simpatica minchiata, ma i giapponesi non li fai tanto propensi a raccontare favolette a degli estranei.
“Saiberbùru. Ho scritto la storia di Saiberbùru”.
C’hai messo qualche secondo, ma poi hai capito. Quell’uomo bello piazzato e prossimo ai cinquanta che stava guidando il taxi era il co-autore di Cyber Blue, fumetto pubblicato dalla Star in Italia a metà anni 90 e che all’epoca, per quanto hai modo da ricordare, è stato a lungo uno dei tuoi manga di fantascienza preferiti. Scritto da BOB e Ryuichi Mitsui, come recita la copertina arrampicata in cima a questo post, e disegnato da Tetsuo Hara.
“Il mio nome d’arte è BOB”.
Non gli chiedi quello che vorresti chiedergli, perché sarebbe davvero poco cortese, ma non c’è alla fine bisogno di farlo: te lo spiega lui, BOB, come sia finito a fare il tassista. Con il lavoro di co-autore saltuario di qualche manga non lo sbarchi mica il lunario. Lui però ha continuato a scrivere, collaborando con Hara sulla sua nuova rivista, Monthly Comic Zenon. Quando arrivate a destinazione, ti dà l’aria di essere una persona felice, BOB. Uno che fa un lavoro per vivere e poi un secondo lavoro per inseguire la sua passione, fare quello che gli piace fare. Ti ricorda qualcuno. Anzi, no, ti ricorda un sacco di gente, perché le passioni fanno girare il mondo.
Ha smesso di piovere, intanto. Il grigio antracite ha lasciato spazio a quel viola irreale delle notti di Tokyo, generato da tutte le sue luci e da una discreta dose di pantone spremuta nell'aria a fini estetici dalla municipale. Pare tu non abbia bisogno alla fine di comprarti un ombrello. Beh, per ora. I Pizzicato Five sono andati avanti intanto per i fatti propri e adesso in cuffietta gira Mon Amour Tokyo. Va’ la vita alle volte, pensi, mentre scompari tra le luci sullo sfondo con un gran sorriso da gaijin stampato in faccia.
Alla faccia degli incontri...complimenti Doc! Anch'io adoro quel manga ed ogni tanto me lo rileggo avidamente :) Ed inoltre è vero, le passioni sono un bel carburante su questo pianeta
RispondiEliminaUna di quelle storie di viaggio che probabilmente ti rimarrà impressa a fuoco sulla corteccia per sempre. Magica, magica Edo!!
RispondiEliminaBellissima storia Doc! Da quello che hai scritto capisco che devi aver provato tante emozioni belle e difficili da descrivere, ma te ci sei riuscito ^__^
RispondiEliminaP.S.
Prossima volta perché non si organizza un Antro-tour in Giappolandia? Sarebbe mitico andarci con te, Doc.
Grazie, te lo scrivevo spesso quando sono entrato nella famiglia antrista e lo confermo oggi: GRAZIE!!! Sono questi i miei post preferiti.
RispondiEliminaTanti abbiamo dei sogni e molti (me compreso) siamo troppo timorosi e pigri per coltivarli e seguirli. Comunque è da qualche mattina che sto provando a coltivarne uno, a piccoli passettini perché "i sogni vanno nutriti di realtà tutti i giorni" (chi riconosce questa citazione, probabilmente storpiata, è un mito oltre che essere un appassionato di manga/anime).
Dimenticavo, questo post è il carburante giusto per inseguire i sogni.
D'accordissimo con te! E anche se purtroppo ora come ora non ho colto la citazione, ti rispondo con un'altra (chi le riconosce entrambe merita un gesto del minollo speciale): "Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni. Un sogno ci da forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona, le sue ceneri rinangono sempre in fondo al cuore... fino alla morte. Se si nasce uomini, si dovrebbe desiderare una vita simile; una vita da martire, spesa per un dio di nome sogno."
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaPS: c'è un antrista che ha pure il nick ispirato al suddetto fumetto, tanto per dire.
RispondiEliminaEccomi in ritardo! Ho sempre avuto come nick cyberblue proprio perchè ho amato il manga in questione, solo che poi per problemi di "il nickname scelto è già in uso" l'ho dovuto mutare in bluecyber!!
EliminaIl bello è che qualche giorno fa in edicola ho rimediato, a un euro, questo:
Eliminahttps://plus.google.com/u/0/+JohnCloudStrife/posts/5i7bMj7e76R?pid=6130232814455272386&oid=103142912253086176852
Un bellissimo spaccato sul mondo che viviamo, viaggiare è anche (e secondo me, soprattutto) questo.
RispondiEliminaA volte non siamo mai contenti di quello che abbiamo quando invece, come ci insegna Bob, basta poco per essere sereni e vivere una bella vita dignitosa portando avanti lavoro e passioni. Cyber Blue è un fumetto che all'epoca lessi con gusto e mi piacque molto, tanto che non l'ho più riletto per paura di non provare più quel sense of wonder che mi causò. Grazie Bob e grazie al Doc che me lo ha ricordato.
Una domanda al Doc e all'Antro che lo sà: in genere per una vacanza onesta in Jappolandia, quanto bottino bisogna avere in tasca per starci tipo una settimana? Dico questo perchè mi sto programmando un viaggio da quelle parti e intanto faccio i conti...
In Giappone magni con poco se vuoi spendere poco mentre per gli alberghi dipende molto. Ci sono i loculi, le cameri micro ecc... fino ad arrivare agli hoter super fighi.
EliminaUn consiglio: almeno in un ryokan con onsen ci devi andare, attento solo che se hai dei tatuaggi possono farti problemi nell'onsen.
Il Ryokan è bellissimo!!! Però ho i tatuaggi (tre, abbastanza evidenti) forse mi faranno problemi... ^_^
EliminaPremetto che io sono uno di quelli da vacanza avventurosa e posso ritrovarmi a dormire anche sotto un pote vicino ad un barbone (che gli offro pure da bere), solo che i loculi li vedo un po piccolini per la mia stazza!!! XD
In realtà la mia meta non sarebbe necessariamente Tokyo, però stai certo che se passo davanti a qualche negozietto di ciaffi nerd entro e faccio un macello ;)
Grazie mille per le dritte Drak! :)
per i tatuaggi non è più come prima, nel senso che ora non li hanno solo gli yakuza...certo se sei ricoperto al petto e bicipiti quello si.
EliminaPer ryokan quelli con gli onsen sono fuori da tokyo, per cui devi fare una vacanza itinerante se vuoi andarci e trovare prezzi decenti....certo d'estate non è proprio proprio il massimo magari farsi le terme almeno per me :D
Sul discorso prezzi ristoranti ce ne sono per tutte le tasche, c'è molto la cultura del mangiar fuori per cui anche con un 10 euro al cambio attuale mangi tranquillamente (contando che acqua e/o thé sono inclusi senza limiti), pure gli alberghi non sono carissimi, in proporzione, ti sconsiglio di dormire sui futon/tatami per una questione di parassiti...purtroppo nonostante sia un posto molto pulito il Giappone tutto, il tatami + turisti al 100% son cimici dei letti...non portano malattie ma molto poco piacevoli per dormirci assieme
I mieri tatuaggi sono abbastanza visibili ma non così tanto da potermi scambiare per uno Yakuza, poi magari vedono che non sono proprio orientale, quindi vada per gli onsen!! :D
EliminaPer il resto cercherò di dormire fuori dal tatami, ammesso che ne esistano della mia taglia ;), per me va bene anche un pavimento con il legno o (come accadde in Olanda) un distributore di bibite (don't ask)
Grazie anche a te Wargav per i consigli ^_^
il tatami è il pavimento il futon il "letto" che si appoggia sul pavimento tipo stuoia ;)
Eliminamentre il futon può essere anche ok, il problema è che ste blatte nidificano sotto i pannelli in legno dei tatami, che sono sfilabili, escono la notte tipo vampiri e ti dissanguano (causando bolle enormi tra l'altro ovunque oltre allo schifo).
Fonte: purtroppo esperienze dirette dai passati viaggi. MAI più stanze tradizionali ma solo all'occidentale, con letto rialzato e pavimenti senza buchi :P
L'unico ryokan in cui sono stato io era più pulito di casa mia ed era l'Iwaso Ryokan a Miyajima, credo il più bel posto dove abbia mai soggiornato in vacanza. Aggiungo che non era proprio a buon mercato.
EliminaHo scritto tatami? E' vero! Cacchio, forse ero già rassegnato a dormire sul pavimento XD
EliminaScusa Warg, ho fatto un po confusione, comunque sembra sempre meglio del distributore di bevande olandese!
Comunque vediamo, se vado solo, vanno bene anche le blatte, se sono con la Zietta probabile albergo oppure seguo il non-buon mercato come consiglia Drakkan ;)
io sono stato in due ryokan tipici a tokyo, pulitissimi, con bagno in camera, entrambi col problema però...sono difficilissime da debellare e i turisti zozzi se le possono anche portare da casa...per cui.
EliminaPer il resto appunto ti suggerivo guardati alberghi o ryokan senza problemi ma quelli "tipici" col futon se puoi evitali.
per i prezzi ci sta roba con doppie coi servizi da 50 euro a notte tranquillamente, che come ti dicevo abituato a Roma sono abbordabilissime
Vai Doc! Io gli avrei chiesto chi dei tre ascoltava Prince. Curiosità mia.
RispondiEliminaBellissima storia, Doc, deve essere stata una bella emozione fare così dal nulla un incontri simile... e bello anche il fatto che BOB coniughi un lavoro "per sopravvivere" a uno per inseguire la propria passione :)
RispondiEliminaScusa una curiosità, poi: ma queste chiacchierate te le fai in Inglese o in Giapponese? In parole povere, parli il giapponese?
Poco, sukoshi hanasemasu. Ma è incredibile come quel poco mi permetta di capire/farmi capire quando serve.
EliminaStavo per chiedere la stessa cosa!
EliminaBellissimo post, Doc... davvero una bella storia!
Post intenso, molto bello. L'imprevedibilità delle coincidenze mi sorprende sempre. Se pensi che avrebbe potute essere un (categoria a scelta fra migliaia di opzioni) ed invece era parte di un mondo a te ben noto, ed era lì in quel momento, in quel punto preciso...
RispondiEliminaComplimenti per l'incontro Doc.
RispondiEliminaCyber Blue piacque parecchio anche a me, l'ambientazione era favolosa, peccato che dopo qualche numero (piu o meno da quando arrivano sulla terra in poi) si perdesse la magia dei primi 2-3 volumi.
Concordo. Dopo un po' gli si spegneva la scintilla. Ma i primi numeri che gran bei primi numeri che erano.
EliminaIdem. Dal terzo numero in poi diventava assai moscio. Pure il finale frettoloso non era nulla di che. Ho sempre pensato che magari, approfondendo meglio i personaggi e sviluppando la storia prendendosi il giusto tempo, con qualche paio di numeri in più, sarebbe stato un capolavoro.
EliminaCredo sia stato un problema di vendite che portò a tagliare la serie, pultloppo
EliminaAnche io ebbi la stessa impressione, verso la fine devono recuperare quattro (mi pare) manufatti e quando trovano quello che ha il secondo scoprono che ha gia recuperato gli altri...
EliminaBella Doc, grazie per aver condiviso un'altra storia di vita.
RispondiEliminaPenso che tu abbia appena scatenato una caccia al tassista da parte degli antristi che sono/andranno in Giappone
Guarda quant'è piccola tokyo !! LOLZ
RispondiEliminaIO ho trovato a Nagasaki un prete che zapppava umilmente l' orto , alla fine risultò che era stato uno dei più alti rappresentanti della scuola buddista nel paese, con tanto di foto italiana con woytila : lui, e un altro paio di persone a ricevimento privato dal papa .
Son cose che non son cose.
L' importante è non chiedergli indicazioni stradali!
Quanta verità sull'inciso delle indicazioni stradali.
Eliminamamma mia oltre a farli entrare nel panico e non levarteli più di torno ti portano SEMPRE da un altra parte :D
EliminaLo sai, vero, che hai vissuto praticamente un'esperienza da film di Miyazaki in versione protagonista maschile ?
RispondiEliminameraviglioso
Doh! Cyber Blue...era talmente sepolto in fondo alla memoria (stile montagne di Gaia) che mi ci sono voluti cinque minuti buoni per farlo ricaricare in RAM! :-D
RispondiEliminaComunque, una delle cose che anche a me sono rimaste maggiormente impresse del Giappone è il fatto che chiunque ti si rivolga da' per scontata una certa lontananza culturale: certo, è ovvio dal punto di vista logico, ma abituati come siamo al melting pop dei paesi occidentali per i primi tempi produce un effetto straniante
EliminaCioè, io sinceramente sono propenso a diffidare di chiunque, ma al tuo posto Doc., indipendentemente da tutto io una foto con quel tizio me la sarei fatta. Hai incontrato il co-autore di Cyber Blue che ti ha scarrozzato in giro. Allucinante.
RispondiEliminaP.s. Dimenticavo: complimenti per il post.
EliminaSono senza parole.
RispondiEliminaNon ho mai (colpevolmente) letto Cyber Blue, ma sto provando ad immaginare come reagirei io, se prendessi un taxi e a guidarlo c'è un'autore che conosco e stimo.
Come minimo mi butterei fuori dall'auto in corsa in preda al delirio.
Post fantastico Doc,mi piace come descrivi certe atmosfere di Tokyo. Che incontro sul taxi! Anche quello con i cacciatori di gaijin, mi piacerebbe fosse capitato anche a me di parlare di manga con qualche giapponese l'unica volta che ci sono stato!
RispondiEliminaPiù leggo questi post sul Giappone e più ti invidio/stimo: mastichi il giapponese, fai questi viaggi da sogno, grazie alla tua cultura cogli queste perle che al 90% dei turisti sarebbero sfuggite...
RispondiEliminaE "restando in tema" cultura... hai più c**o che anima come si suol dire! Oltre a questo incontro a dir poco fortuito e gli acquisti elencati ieri sei meglio di Gastone! :D
Doc doc, fai di questi incontri e non mi dici niente?
RispondiEliminaInteressante sapere che collabora ancora con Hara, però sarebbe stato bello chiedergli come mai, nelle ultime riedizioni di Cyber Blue, sia il suo nome che quello di Mitsui sono scomparsi.
(Squalo Densetsu)
Boh un pochino però, alla fine, mi spiace per bob :)
RispondiEliminaWow, che storia Doc! Pensavo che gli autori dei manga venissero venerati in giappolandia come avviene per i cantanti nostrani che, anche con una canzone, campano per decenni, girovagando qua e là in tv.
RispondiEliminaMeraviglioso quest'incontro, sinonimo dell'umiltà e onestà che contraddistingue i giapponesi nel mondo
Sono quelle cose che succedono e che ti fanno dire "Le cose accadono a chi le sa apprezzare".
RispondiEliminaDella serie: se fosse successo a me, a parte il gap linguistico, non avrei saputo neanche di cosa stesse parlando...magari se mi capitava uno degli aiutanti di Toriyama o di Oda, già meglio XD
Sempre più invidia a pacchi per i tuoi nippoviaggi ^^
Ma perchè in questo mondo solo pochi eletti possono fare il lavoro che amano?
RispondiEliminaPerchè tocca trovarsi qualcosa per vivere e continuare a fare gratis ciò che si ama? Non è giusto per niente...per niente...
Bellissimo racconto, quasi onirico..e mi hai riportato alla memoria i Pizzicato Five, che viaggio nel tempo!!
RispondiEliminaIncredibile...ed io che mi chiedevo chi fosse quel BOB e che fine avesse fatto! E dire che Cyber Blue non mi era nemmeno dispiaciuto...
RispondiEliminaChe storia bellissima!
RispondiEliminaUn buon monito per non perdere mai la speranza. E che bell'incontro
RispondiEliminaWow!Calcolando che Hara è stato praticamente il messia della mia "età dell'oro" fumettistica,mi sarei fatto scarrozzare per mezza Tokyo facendomi raccontare qualunque cosa su cyber blue.Sarei tornato in Italia senza carta di credito ma con un sorriso da pirla che mi avrebbero scambiato per il Joker.Ho quasi disintegrato i volumetti a forza di leggerli,soprattutto i primi,molto più interessanti.Che poi,la seconda parte era ken il guerriero fantascienzo,buttalo via!Qualcuno sa per caso perchè sia così breve?Il finale sembra buttato lì per chiudere la storia in fretta e furia,un peccato.
RispondiEliminaOrgoglio calabro!
RispondiEliminaun piccolo squarcio di poesia in un uggioso pomeriggio milanese, grazie doc
RispondiEliminaAccipicchia
RispondiEliminaDoc. ma quindi Bob il tassinaro dovrebbe essere Ryuichi Mitsui, almeno da quello che ci è stato detto qui da Star Comics.
RispondiEliminaNo, a quanto ho capito l'hanno scritto in due: Ryuichi e BOB. Anche nell'albo all'inizio si legge "Story BOB & un ideogramma che penso voglia dire Ryuichi Mitsui (mi fido)".
EliminaConfermo: ho qui davanti l'albo Star Comics che nel colophon recita "CYBER BLUE di Hara, Bob e Mitsui"
EliminaBellissima storia, commovente! Se penso ai miei insegnanti disegno, che si sentivano Esseri Superiori senza aver mai pubblicato nulla... Gran bella lezione di umiltà!
RispondiEliminaA me sta cosa di BOB, che scrive roba che fa il giro del mondo, roba che ho letto quasi venti anni fa (la vecchiaia!), e che finisce a fare il tassinaro, cercando di farsi riconoscere dai gaijin che entrano nel suo taxi, oh, ammemmimette una tristezza addosso... :(
RispondiEliminaHo conosciuto diversi fumettisti italiani e non è stata una bella esperienza come la tua gente che tutto sommato se la tira molto
RispondiEliminail primo numero l'avevo "tirato su" a caso alla Yamato a Milano a metà anni '90, credendo fosse il fumetto di kenshiro per qualche strana ragione con un titolo diverso.."forse da loro si chiama così" dicevo..
RispondiEliminaInvece era proprio un fumetto a parte dello stesso autore di Ken.
Abbandonato dopo il primo numero perchè le mie finanze da rEgazzino non me ne permettevano la collezione.
Tornassi indietro....no,niente, non lo riprenderei comunque :)
"Uno che fa un lavoro per vivere e poi un secondo lavoro per inseguire la sua passione, fare quello che gli piace fare. Ti ricorda qualcuno. Anzi, no, ti ricorda un sacco di gente, perché le passioni fanno girare il mondo. "
RispondiEliminaQuesto! *_*
E mi ci ritrovo pure alla grandissima!
sono in masuria, in bagno, il guccio canta"vedi cara" e poi non è così strano perche amo da impazzire la ragazza che mi aspetta fuori ma spesso non ci capiamo...forse perche io parlo italiano,napoletano ed un pessimo inglese e lei polacco ed un ottimo inglese...comunque qui in bagno,come sempre quando ho un secondo libero mi immergo nel ruo blog o antro che ho scoperto da poco meno di un anno, e mi ritrovo a leggere questo post...lo sai che ha qualcosa di malinconicamente magico? come un mercoledì sera d autunno...cmq tutto questo per dirti grazie per quello che fai...serio...spero di poter essere un giorno anche io tra quelli che fanno un lavoro per vivere ed uno per passione.
RispondiEliminaUnico errore , cyberblue faceva già schifo alla prima pubblicazione , ricordo solo lo shotgun\nunkacu
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