Pippo Franco, la più grande rockstar italiana di tutti i tempi
Nel parlare di Pippo Franco, nel ripercorrere i successi di cui è costellata la vita professionale del grandissimo comico romano, ci si concentra troppo spesso sul cinema. I premi della critica per Mazzabubù... Quante corna stanno quaggiù? (1971), l'Oscar come migliore attore non protagonista per Che cosa è successo tra mio padre e tua madre? di Billy Wilder (1972), l'Orso d'Oro a Berlino per Giovannona Coscialunga disonorata con onore (1973) e Ciao marziano (1980), il Leone alla carriera a Venezia dopo il suo La gatta da pelare (1981). Una fama, quella del Pippo Franco attore, che tende purtroppo a oscurare quella del Pippo Franco cantante, facendo gioco a chi ama appiattirsi sulle posizioni di suoi detrattori storici, come Rolling Stone e Il Mucchio Selvaggio. Ma è ora di riparare finalmente a questo torto, rendendo il giusto merito ai brani indimenticabili di quella che, senza scadere in facili esagerazioni, potremmo definire la più grande rockstar italiana di tutti i sempre […]
Sin dall'inizio, quella di Pippo Franco è la carriera musicale di un'artista di denuncia, una cesura netta rispetto al mercato discografico contemporaneo. Se "Licantropia" (1969) segna già la strada poi battuta anni dopo da John Landis, Michael Jackson e Dylan Dog,
con "Cesso" Pippo si scaglia senza remore contro la lobby dei baci Perugina e la setta di quei tizi del Bangladesh con le rose nei ristoranti. L'amore delle canzoni d'amore è un falso ideologico e il teorema di Corradini è utopia da sconfitti, ci spiega l'artista con il suo ardito calembour a sfondo scatologico.
Del 1979 è l'altrettanto coraggiosa "Mi scappa la pipì papà": Pippo riprende il contrasto generazionale già alla base di "Vedendo una foto di Bob Dylan" (1968): l'incomunicabilità padre-figlio qui, aggrappata a una furiosa e rimbalzante linea di basso, è cristallizzata nell'immagine del giovine pargolo che minaccia di farla nel cinematografo. La minzione come ricatto psicologico teso a destrutturare, in un tempio medioborghese quale la sala del cinema, le conquiste sociali del genitore, una posizione ricavata con sacrificio nel mondo civile; come simbolo delle scorie lasciate da un rapporto impostato nel modo sbagliato, frutto del disorientamento generazionale a causa delle coordinate imprecise offerte dal mondo contemporaneo.
Incredibilmente avanti è anche "Che fico" (1982), parodia ante litteram del fenomeno dei paninari, critica dell'estetica fine a se stessa dell'edonismo reaganiano della primissima ora, dell'ego ipertrofico alla Fonzie e dei comodi riflussi punk. Le spillette - simbolo del consumismo più pop - opposte al jeans di chi lavora, gli smanicati proletari da riviera affiancati al radiocomando da figlio della plutocrazia radical chic fine anni 70. L'arrangiamento riecheggia le avanguardie della musica elettronica, da Popcorn di Gershon Kingley ai migliori lavori di Vangelis.
Ma la sperimentazione artistica di Pippo non si ferma lì. In "Chi chi chi co co co" (1983) c'è l'ambizioso accostamento del movimento di rottura futurista alla logica rassicurante dell'aia, le bombe di Marinetti contro l'arca di Noè, l'impulso modernizzatore contro le basi della tradizione, ma anche l'incapacità dei giovani di affrontare il sesso non più debole nella nuova dialettica del corteggiamento. Sospeso tra questi poli d'attrazione, un ritornello che solo a orecchio poco colto può suonare infantile, in realtà sentito omaggio al Kirie Kirio dell'artista congolese Steve Banda Kalenga (1976), qui declinato in un mirabile esempio di synthpop.
Tra i tanti, luminosi successi venuti dopo ("La puntura", "Pepè", "Il ballo marocchino"), vogliamo chiudere questa - purtroppo deficitaria - carrellata su quello che potremmo considerare il brano simbolo della carriera di Pippo Franco, perfetto portato della sua cifra stilistica e al contempo emblema del messaggio di denuncia veicolato in tutti i suoi pezzi. "Pinocchio Chiò" (1984) è il j'accuse nei confronti dell'uomo moderno, bambino e burattino in balia del caso che si ribella alla matura matrigna che l'ha messo al mondo. Un capolavoro indiscusso e indiscutibile, non appannato dalla recente svolta teocon dell'artista. Un testo ancora una volta fortissimo e coraggioso, forse la più grande presa di coscienza del proprio ruolo nel mondo da parte dell'uomo contemporaneo dai tempi della scienza dei comportamenti di Thomas Hobbes. Masterpiece.
Pippo Franco e Mina in "Appuntamento a Ischia" (1960) |
con "Cesso" Pippo si scaglia senza remore contro la lobby dei baci Perugina e la setta di quei tizi del Bangladesh con le rose nei ristoranti. L'amore delle canzoni d'amore è un falso ideologico e il teorema di Corradini è utopia da sconfitti, ci spiega l'artista con il suo ardito calembour a sfondo scatologico.
Del 1979 è l'altrettanto coraggiosa "Mi scappa la pipì papà": Pippo riprende il contrasto generazionale già alla base di "Vedendo una foto di Bob Dylan" (1968): l'incomunicabilità padre-figlio qui, aggrappata a una furiosa e rimbalzante linea di basso, è cristallizzata nell'immagine del giovine pargolo che minaccia di farla nel cinematografo. La minzione come ricatto psicologico teso a destrutturare, in un tempio medioborghese quale la sala del cinema, le conquiste sociali del genitore, una posizione ricavata con sacrificio nel mondo civile; come simbolo delle scorie lasciate da un rapporto impostato nel modo sbagliato, frutto del disorientamento generazionale a causa delle coordinate imprecise offerte dal mondo contemporaneo.
Incredibilmente avanti è anche "Che fico" (1982), parodia ante litteram del fenomeno dei paninari, critica dell'estetica fine a se stessa dell'edonismo reaganiano della primissima ora, dell'ego ipertrofico alla Fonzie e dei comodi riflussi punk. Le spillette - simbolo del consumismo più pop - opposte al jeans di chi lavora, gli smanicati proletari da riviera affiancati al radiocomando da figlio della plutocrazia radical chic fine anni 70. L'arrangiamento riecheggia le avanguardie della musica elettronica, da Popcorn di Gershon Kingley ai migliori lavori di Vangelis.
Ma la sperimentazione artistica di Pippo non si ferma lì. In "Chi chi chi co co co" (1983) c'è l'ambizioso accostamento del movimento di rottura futurista alla logica rassicurante dell'aia, le bombe di Marinetti contro l'arca di Noè, l'impulso modernizzatore contro le basi della tradizione, ma anche l'incapacità dei giovani di affrontare il sesso non più debole nella nuova dialettica del corteggiamento. Sospeso tra questi poli d'attrazione, un ritornello che solo a orecchio poco colto può suonare infantile, in realtà sentito omaggio al Kirie Kirio dell'artista congolese Steve Banda Kalenga (1976), qui declinato in un mirabile esempio di synthpop.
Tra i tanti, luminosi successi venuti dopo ("La puntura", "Pepè", "Il ballo marocchino"), vogliamo chiudere questa - purtroppo deficitaria - carrellata su quello che potremmo considerare il brano simbolo della carriera di Pippo Franco, perfetto portato della sua cifra stilistica e al contempo emblema del messaggio di denuncia veicolato in tutti i suoi pezzi. "Pinocchio Chiò" (1984) è il j'accuse nei confronti dell'uomo moderno, bambino e burattino in balia del caso che si ribella alla matura matrigna che l'ha messo al mondo. Un capolavoro indiscusso e indiscutibile, non appannato dalla recente svolta teocon dell'artista. Un testo ancora una volta fortissimo e coraggioso, forse la più grande presa di coscienza del proprio ruolo nel mondo da parte dell'uomo contemporaneo dai tempi della scienza dei comportamenti di Thomas Hobbes. Masterpiece.
del critico Drena Paradossale
Standing ovation.
RispondiEliminaE la Corazzata Potemink?
WTF?
RispondiEliminanon so se sarcastico o no...ma il grande Franco (con il cognome da personaggio disney) è davvero un sottovalutato Artista italiano.
RispondiEliminaDiciamo che dagli anni 90 in poi ha avuto una deriva all'insegna del "che m e tocca fa per campa' "
Perché dovrebbe essere sarcastico scusa?
Eliminase l'articolo non è sarcastico, allora io son rimbecillito da un po'...
EliminaIl tono sembra sarcastico poi se è voluto o no poco importa.
EliminaPersonalmente aldilà di gusti e di scelte lavorative è stato un grande artista una delle tante icone degli anni 80. In tv è stato uno dei migliori cabarettisti dell'epoca.
A me pare sarcastico verso certi recensori, ma l'amore sincero si vede. Doc dicici la verità: hainperso una scommessa e dovevi scrivere almeno 5 mila battute su pippo
EliminaGrande Doc!!!!! ....ma si parla solo di Pippo Franco (all'anagrafe Francesco Pippo) o del suo sosia post 1981, Fulvio Franco Salatino????
RispondiElimina...chiamate quarcuno tzè tzè!!! (possibilmente Giacobbo)
Prima cosa VOGLIO SCRIVERE ANCHE IO COSI' BENE!!! Sei una mente vulcanica, stupendo.
RispondiEliminaFatta questa premessa questo sublime e virtuo omaggio/elegia a Pippo Franco di Drena Paradossale mi ha ricordato un modi di parlare che una volta pensavo esistesse solo come caricatura, eccesso della realta di alcuni critici che avevano imparato il lessico leggendo poesi di autore misconosciuti usciti da una comune anni '70. Mi è capitato poi di scoprire che c'era ancora qualche mio coetanio che parlava così e ci credeva veramente.
concordo, il doc dimostra una volta di più le proprie doti di autore poliedrico. Se non si sapesse che ci piglia per il culo , sostituiamo il nome "pippo franco " con" davide van der sfroos" e diventa una recensione da antologia.
EliminaDoc, alle volte mi chiedo se tu non intenda uccidere qualcuno... dalle risate XD
RispondiEliminaHanno hackerato il blog del Doc ? o_O
RispondiEliminaArticolo divertente, un motivo come un altro per parlare delle canzoni di Pippo Franco, creando una parodia dei tipici discorsi "da cineforum" che andavano negli anni 70 (ci andava mio padre all'epoca, dice che erano una palla ma erano pieni di donne).
RispondiEliminaIl buon Franco Pippo (nome d'arte invertito, come il wrestler Daniel Bryan) ha fatto diverse canzoni per bambini, e molte canzoni "comiche" (quando non si usava dire demenziali) con testi spassosi come:
"per i bambini buoni, la dolce Chessina...
i bambini cattivi... SPINGANO."
Consiglio questo articolo del mitico Orrore a 33 giri:
http://www.orrorea33giri.com/2006/02/pippo-franco.html
E non scordiamoci del Pippo Franco autore di fumetti (al momento non mi sovvengono le testate...mi pare avesse scritto anche sceneggiature per l'erotico Peter Paper ma non sono sicurissimo...ma di fumetti ne ha sceneggiati). Un artista a tutto tondo che avrebbe ancora tanto da dire...l'ha rovinato il bagaglino che l'ha reso un mero barzellattaro. Anche i suoi film degli anni settanta-ottanta erano secondo me "diversi" nel loro umorismo. Cose folli come "Ciao Marziano", "Tutti a Squola" o "Attenti a quei P2" sono miei cult (anche se con lo zampino di Pingitore)
RispondiEliminaUn mio amico una volta ha fatto un mix tra "Funky Gallo" di Zucchero e "Chi Chi Chi Co Co Co" di Pippo che era una figata.
RispondiEliminaQuando ho visto l'articolo sono andato a vedere la pagina wiki di Pippo Franco per vedere se era morto,pensavo fosse un coccodrillo XD
RispondiEliminaHe he...anch'io!!
EliminaSamo in tre allora
EliminaIl vero Pippo Franco è morto anni fa, ora c'è un sostituto
EliminaNel 1981 "Zucchero, Miele e Peperoncino" ha incassato più de "L'impero Colpisce Ancora". Ho le prove ma non metto il link senza il permesso del Doc.
RispondiEliminaApplausi.
RispondiElimina(Ma degli evidenti legami tra "Chi chi chi co co co" e "Do do do da da da" dei Police non si fa cenno?)
Ti sei dimenticato un passaggio chiave nella storia di Pippo Franco che diventa Rock Star Globale Totale. Come fece Elvis che portò avanti la carriera sul doppio binario musica-cinema, anche il Pippo nostro ha fatto lo stesso. Arrivando ad interpretare magistralmente film di denuncia contro il caro-casa nel sottovalutato "Sfrattato cerca casa equo canone"! E sempre come il rocker di Memphis, anche Pippo arriva al tamonto della sua carriera a tetaro. Elvis, imbolsito e ingrassato, cantava a Las Vegas per le milfone americane che gli lanciavano le mutande. Pippo Franco invece guida il Bagaglino dal Salone Margherita di Roma. Milfone americane da un lato, casalinghe di Voghera dall'altra. Più rocker di così si muore!
RispondiEliminaCi tenevo spendessi qualche parola in più su "La Puntura" che resta la mia preferita. :P :)
RispondiEliminaLa notizia del Victor-minchietta deve averti sconvolto veramente tanto... O_o
RispondiElimina;P
Ma chi sono quei tamarrazzi che, a un certo punto, mi rovinano il meritatissimo grammy al video "Che fico!"?
RispondiEliminagrande Pippo Franco, il Paul McCartney italiano (troppo bella quella storia :D )
RispondiEliminaDoc, ma anche nel video originale di "Che fico" c'erano le foto buffe di alcuni ragazzetti in vacanza? ;-)
RispondiElimina(commento #1 dopo anni da lurker, hello!)
Mi scappa la pipì è una hit senza tempo, mi sorprese nei primi anni '90 ad una festa di carnevale delle medie in discoteca (purtroppo non avevo ancora l'età per parcheggiare l'Alfasud, e purtroppo l'aranciata amara era finita, ma tanto neanche l'avevo l'Alfasud, pertanto mi feci andare bene anche l'assenza dell'aranciata) e la ritrovo dopo tanti anni come metodo per insegnare ai miei bimbi a non farsela sotto, ma per comunicare tempestivamente l'imminente arrivo di una strabordante ed incontenibile "filo d'acqua" - da non confondersi invece con la corda di m... delle barzellette di Pierino.
RispondiEliminaEcco, credo che il grande Pippo Franco (anche da pronunciarsi come se fosse un nome solo, Pippofranco) abbia segnato l'infanzia di una generazione senza portare come altri suoi contemporanei segnatori alla droga che ti fa diventare gli occhi tutti bianchi.
Mi scappa la pipì è da standing ovation, grande Pippo Franco
RispondiEliminaLa Licantropia capolavorò. E ai Latin Grammy premiamo quegli altri, poi meravigliamoci!!!1!!111!!!UNO!!!
RispondiEliminaMattinata di lacrime napulitane.. quanti ricordi.. ed escludo volontariamente il Pippofranco bagaglino che non mi e' mai piaciuto piu' di tanto.. Pero' devo dire una cosa.. Poco tempo fa mi e' capitato di vedere Ciao marziano.. Non e' un capolavoro ma e' sicuramente un film che racconta uno spaccato del nostro tempo in maniera piacevole.. e che fa anche pensare..
RispondiEliminaPinocchio Chiò che sarà poi il theme di Ultron negli Avengers, mi pare chiaro
RispondiEliminaVista anche la coreografia (già sperimentata in "Chi chi chi co co co" per altro) lo vedrei pure bene per il theme di Eugene in The Walking Dead... ;)
EliminaIl signor Dr. en(hatt)a(n) deve essersi divertito di gusto nell'elaborare questa retrospettiva.
Ho sempre trovato questa canzone:
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=n76xvoJb_-0
un inno contro la decadenza della nostra televisione, che inculcava già allora l'ideale del corpo scolpito come paradigma di bellezza, mentre Franco sottolineava, anche con l'uso delle voci bianche come coro, la situazione drammatica dell'operaio che fatica a procurarsi il pane e che si trova a fare da contraltare.
(Mi ci hai fatto prendere gusto)
La sigla di chiusura di Big!
EliminaEra da anni che la cercavo!!!!
Grazie 1024
L'immortale "Chi chi chi co co co" ha anche avuto il grande onore di essere citata nel film "Badi", remake turco di E.T.
RispondiEliminaPippo Franco, genio rinascimentale, primo fra i primi. Condannato come tutti i grandi (vedi Led Zeppelin, Picasso, ecc...) ad essere aspramente criticato durante il suo periodo di attività. Solo in futuro la massa riuscirà a comprendere appieno tutte le sfumature di un genio così complesso. Non ho dubbi che gli saranno finalmente riconosciute tutte le silenziose rivoluzioni copernicane, le galileiane invenzioni. Solo allora, finalmente, godrà della gloria imperitura che si merita.
RispondiEliminaE ricordiamo che "Che fico" fu sigla del festival di Sanremo!
RispondiEliminaIo me lo ricordo pure nelle sigle di Big (che non guardava quasi nessuno per via dello strapotere di Bim Bum Bam, ma ogni tanto lo facevo)
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=Q7PeExn0D5o
https://www.youtube.com/watch?v=n76xvoJb_-0
Prossima puntata: Marco Columbro, il Crowley italiano.
RispondiEliminaFiiiiiiigo... già me lo vedo: "Il contributo he Columbro ha dato nello sviluppo della Golden Dawn"...
EliminaPer quanto forse esuli dagli obiettivi di questa eccellente disanima della carriera di un gigante della canzone Italiana, ritengo che non si possa comprendere a fondo il Pippo Franco chansonnier se non si cita almeno l'impegno politico degli anni del Bagaglino (con il compianto Franco Lechner, al secolo Bombolo) e soprattutto il sodalizio creativo con un altro faro del panorama teatrale e cinematografico italiano: l'inarrivabile Martufello. Impensabile non fare almeno menzione di quella fulminante, straordinaria rilettura del 'Nothing to be done' Beckettiano travestita da quello che una certa critica filistea e semianafabeta ama etichettare come 'tormentone' (sic.): 'Fa ride?' 'Fa schifo!'.
RispondiEliminaLa condizione umana espressa in quattro parole...
Rolling Stone Italia dice che Pupo è la più grande rockstar della Mongolia. Giuro.
RispondiEliminaAd ogni modo l'arte c'èra. Pinocchi Chiò ha il ritornello con tanto di voci bianche "horror" che manco la sigla di Bem il Mostro Umano. A mio avviso questo è un gran post!
RispondiEliminaA questo punto spenderei anche su Nico Fidenco; I BeeHive (nel senso di vera band); la carriera solista di Cristina D'Avena, Cochi e Renato al tempo del SuperGulp; l'epic metal dei Cavalieri del Re ma soprattutto:
QUESTO
https://www.youtube.com/watch?v=RwF3ewFOVcY
Uddiosignur, cosa mi hai tirato fuori!
EliminaLa sindrome bisiesca dei neuroni indebitamente occupati da Zoddo continua a perseguitarmi! :)
Mai visto, questo Sugar. Purtroppo invece ricordo l'infimo "Punta alle 8", in onda su 7 Gold a metà anni '90. Era una specie di fiction alla I Ragazzi del Muretto, ma che faceva anche da contenitore ai cartoon dei Looney Tunes.
EliminaDa annali del trash la sigla romanaccia "Aritake Yourself (Aripijate Fraté)"
https://www.youtube.com/watch?v=GAR_PYDrwCo
Hanno pure inventato l'Harlem Shake, con vent'anni d'anticipo...
EliminaDoc, ieri hai esagerato con Destiny o è solo uso smodato di stupefacenti?
RispondiEliminaNo, così, per capire.
La più bella recensione demenzial-surrealista che io abbia letto dai tempi del ringhico "Finalizza Fantasista" (ché magari qualcuno che sa a cosa mi riferisco c'è ancora, in giro... ;) ).
RispondiElimina92 minuti di applausi! Seguiti da 92 minuti di risate! Post dell'anno questo, vogliamo altre recensioni di Drena Paradossale.. Drena FTW.
RispondiEliminaCapolavorò (il post)
RispondiEliminaL'ho sempre trovato un po' triste (Pippo Franco), anche se da bambino apprezzato le hit e anni fa avevo apprezzato qualche film (tipo Il tifoso, l'arbitro e il calciatore)...
Capolavorò anche l'anagramma
EliminaHai vinto il no-prize di oggi! :)
EliminaAvevo intuito che era un anagramma ma non avevo voglia di controllare [Premio pigrizia MIO - l'allenamento alla tana dei re pigri sarà sevito a qualcosa]
EliminaPosso chiedervi il significato dell'anagramma? :D Non mi fucilate :D
EliminaTi amo DOC!
RispondiEliminaHai riesumato una reliquia :D
Grande DOC! Pippo Franco idolo!
RispondiEliminama una retrospettiva su Pippo Franco chi se l'aspettava?!? grande Doc :) tra l'altro come ricordava qualcuno sopra Pippo Franco è protagonista di una leggenda metropolitana al pari di Paul McCartney... sarebbe morto nei primi anni 80 (tipo gli hanno sparato mentre rubava delle mandorle -_- ) e da allora sostituito con il suo sosia Salatino Fulvio Franco.. un contrabbandiere :D da quando l'ho saputo la mia vita non è più la stessa...
RispondiEliminaOnorato di essere stato (quasi) citato, ma "Teorema" era di FErradini, non di COrradini! ;-)
RispondiEliminaEh eh!
EliminaE non ci scordiamoci il Pippo Franco politico , candidato per Democrazia Cristiana per le Autonomie alle europee del 2006 e solennemente trombato , partitinchio alleato prima e confluito poi nel popolo delle libertà!
RispondiEliminaComunque è un grande , vai Pippo che negli anni ci hai fatto scompisciare, io ricorderò a vita la " vacanza " in baracca con Batacchio , ma quanto ridicoli ed allo stesso tempo quasi neorealistici erano i suoi film pezzenti ... E poi aveva il dono di riempire lo schermo, se c'era lui gli altri scomparivano. Forse lo riempiva col naso o forse era semplicemente troppo brutto per essere vero.
infine , sebbene la trasmissione facesse schifo, quanta pheega al Bagaglino , per me Pamela prati degli anni d'oro batteva tutte.
Aggiungo che non ho scritto di politica per sbeffeggiarlo , ma .. beh un pò si. Uno come lui che ha fatto ridere tutta Italia poteva anche lasciar perdere la poltrona del partito del male .. ma ti vogliamo bene lo stesso Pippo
Eliminail nostro Franco Pippo ha visto la Madonna: http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/pippo_franco_choc_madonna_foto/notizie/861425.shtml
RispondiEliminapeccato che non fosse la cantante... sai che duetto sarebbe venuto fuori!?!! :D
Quanti ricordi di viaggi passati assieme a mio padre e mio fratello ad ascoltare a nastro le musicassette ( ha ha ! ) di spettacoli del buon Pippo , tipo " Bededè " oppure " Kara Kiri " (=^___^=)
RispondiEliminaAndando a memoria, mi pare che una volta facesse anche certe sigle della RAI legate alla Lotteria Italia, tipo "Isotta", e "Il trenino"...
RispondiEliminaMi hai aiutato a ricordare, Isotta era il b side di uno dei 45 giri di cui al commento qui sotto, ma non ricordo quale dei due.
EliminaTempo di rispolverare i ripostigli allora. ;)
EliminaIsotta, sì. "Il trenino" invece era la sigla di un contenitore della TV dei rEgazzini e la cantava un esordiente Christian De Sica, non riesco a ricordare se il futuro cinepanettonista figlio d'arte conducesse anche la trasmissione.
EliminaParecchi artisti poliedrici come il buon Pippo hanno cantato sigle dei programmi collegati all'estrazione della Lotteria Italia Lauzi con La tartaruga, Toffolo con Johnny Bassotto...
Mitico Pippo Franco! Va bene, facciamo outing. Io avevo i 45 giri di Mi scappa la pipì papà e La puntura, e forse li ho ancora in qualche ripostiglio a casa dei miei. XD
RispondiEliminaC'è da dire che, scherzi a parte, "Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?" è un film bellissimo (d'altro canto, con due divinità come Billy Wilder e Jack Lemmon) e che in quel film Pippo Franco è a tutti gli effetti bravo (Wilder gli cucì addosso un bel personaggio)
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=CCWfRQ6oee4#t=2037
Eliminametto qui un link a youtube con la sua parte, per chi è interessato. Dura fino al minuto 40.
Doc, ovviamente se il link è di troppo, eliminalo senza pietà! :-)
Poi ci spieghi da dove tiri fuori queste cose a meta' tra il genio e il dipendente da stupefacenti.Che poi spesso coincidono.La mia infanzia era scandita da MI SCAPPA LA PIPI' (e ogni volta che c'era un rigore...) e CHICCHICHI COCOCO'.
RispondiEliminaPoi ho visto il tifoso,l'arbitro e il calciatore e ho pensato che allo stadio si potesse uscire e rientrare cosi'....
insomma la mia vita scandita dalla piu' grande rockstar italiana !!!!!!!!!!!!
Il Bagaglino, Pamela Prati...
RispondiEliminaNo.
Non salvo neppure lei.
a me il ritornello di "Chi chi chi co co co" ricorda la sigla di un cartone animato...O_o
RispondiEliminaIo avevo il 45 giri di Chichi chi cococo canzone che adoravo. Mi lasciava perplessa Caaasa incisa sul lato B del disco. Ero troppo piccola per capire il dramma della mancanza di una abitazione dove vivere. Non ascoltavo le canzoni di Pippo Franco dall'infanzia, le ricordavo solo come canzoncine vagamente sceme invece trattavano, a loro modo, temi importanti.
RispondiEliminaAnche io temevo fosse un "coccodrillo", sono corsa a guardare sul web se il povero Pippo era ancora vivo!
Da notare l'eleganza del vocalizzo in "Cesso", a metà fra un Gino Paoli d'annata e Caetano Veloso, ed il suo arrangiamento delicato, pieno d'atmosfera, alla "Você é Linda".
RispondiEliminaDoc, per "Corradini" intendevi Marco FERRADINI? Anche se adoro quella canzone, penso anch'io del suo teorema quello che Fantozzi pensa della Corazzata Potemkin ;)
RispondiEliminaperò doc, hai omesso la parte più luminosa della sua carriera, quella di gggg-giuallo!
RispondiEliminamancano i scherzi stupidi, il suo miglior brano a mio avviso un vero esempio di musica sperimentale!!! Il suo modo di vestire ha chiaramente ispirato gente del calibro di David Bowie
RispondiEliminahttp://youtu.be/yUXglKL-AGM
http://spettacoli.tiscali.it/cinema/GALLERY_FILM/CI/00243201.JPG
RispondiEliminaDoc questo pezzo è da incorniciare.
RispondiEliminaNessuno ha mai notato alcune citazioni dirette alla videografia di Michael Jackson in 'Chi chi chi co co co'?
RispondiEliminaGeniale
modalità precisino della fungia: ON
RispondiEliminaScusa doc ma "La puntura" non viene dopo "che Fico!" è del 1980. La cantavamo all'asilo...
modalità precisino della fungia: OFF
Bel pezzo cmq
Con colpevole ritardo aggiungo un commento assolutamente non necessario.
RispondiEliminaAd un'attenta analisi io in "Il tifoso, l'arbitro e il calciatore" si può notare uno sdoppiamento della personalità: da una parte il sottomesso filo aziendalista che pur di assecondare il futuro suocero diventa laziale e dall'altra lo sprezzante romanista.
Tutti temi che verranno ripresi anni dopo da Chuck Palahniuk e successivamente da David Fincher in "Fight Club"
Pippo Franco grandissimo artista. Può piacere, può non piacere, ma di sicuro ha fatto moltissimo sia per la tv che per il cinema che per il teatro che per la musica pop, con particolare riguardo alle sigle e alle canzoncine per bambini. E scusate se è poco. Io lo adoro!
RispondiEliminati hanno copiato il pezzo qui http://www.bisignanoinrete.com/?p=18515 mettendoti come fonte ma non linkandoti :*
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