Tron (1982)
SuperFantaScienzo, la rubrica dell'Antro per tutti gli aficionados dei film sci-fi, ci porta oggi a parlare di un grande classico. Un tale cult, un film talmente importante per la storia del cinematografò tutto, che quando è uscito non se lo sono grossomodo filati di pezza: Tron di Steven Lisberger (1982) […]
Sei arrivato a vedere Tron tardi, solo su VHS e solo a fine anni 80/primissimi 90 (ora-non-ricordi-esattamente), quando buona parte della sua magia era già evaporata, fagocitata da promesse di un futuro digitale molto più tangibili elargite da console e home computer. Ma in quel lasso di tempo, in quei lunghi anni trascorsi tra il suo debutto in sala e la prima volta in cui sei riuscito finalmente a vederlo, hai coltivato il mito di questo film.
Tron era per te - e in larga parte sarebbe rimasto - questo film dal nome incredibilmente figo che parlava di videogiochi, citato su Topolino in continuazione. Una pellicola che in qualche modo raccontava - e nel farlo sdoganava (Oh, rega, la Disney fa un film sui videogiochi!) - il vostro mondo, fatto di sale giochi vere e di quelle improvvisate fuori da bar e ristoranti, attraverso la storia di un uomo che finiva all'interno di uno di quei giochi lì. Erano queste tutine con le luci come poi solo Automan, uno dei suoi tanti figli illegittimi. Era il videogioco in sala, con quel joystick gigantesco (ripreso da quello che si vede nel film), superflippotrippissimo. Era avanti, Tron. Talmente avanti che alla sua uscita si produsse in una semifloppata in stile fosbury (17 milioni di budget, 33 incassati: per la Disney troppo pochi), il che, insieme a una sorte analoga toccata al precedente The Black Hole - Il buco Nero, convinse la casa di Topolino a metter da parte i film live action per un pezzo.
A rivederlo oggi, nell'alta definizione del raggioblù, un altro po' di magia di Tron se ne va, chiaro. Ché le moto di luce di Motolabirinto erano alla fine una partita versus a Snake per il Nokia, e le tutine grigie con il casco da nuotatori sordi, su design nientepopodimenoche di Moebius, fanno molto fantascienza alla naftalina. Eppure senza Tron non ci sarebbe stata una fetta intera dell'entertainment guaglionico degli anni a seguire. Senza Tron, senza i suoi protagonisti filmati in bianco e nero e poi addobbati di lucine fantascienze da una qualche azienda coreana a cottimo, colorando a mano ogni singolo fotogramma, non ci sarebbero stati decine e decine di cartoni, fumetti e videogiochi incentrati su un tema simile.
Senza quei primi, rudimentali miracoli in CGI utilizzati da Lisberger e i suoi - tanto avanti, anche lì, da non ricevere una nomination all'Oscar, perché secondo l'Academy avevano barato - la storia degli effetti speciali avrebbe seguito forse un altro corso. Senza Tron, tutte le visioni simili del cyberspazio figliate per oltre un decennio non avrebbero avuto un battipista da seguire bello e pronto, senza inventarsi niente. E così via. Ma al di là dei suoi indiscutibili meriti storici, della sua importanza come capofila non particolarmente fortunato e avventuroso di un nuovo modo di fare fantascienza, com'è oggi Tron come film?
Sarebbe impietoso soffermarsi sulla tenerezza che generano oggi alcuni passaggi, perché lì si tirava a indovinare un futuro fantascienzo, si dava un volto e un corpo al timore che la gente comune provava di fronte ai computer, queste macchine del demonio lì. E lo si faceva utilizzando computer con una potenza di calcolo risibile e mezzi molto analogici (le tutine colorate dai coreani di cui sopra). Eppure, trentadue anni dopo, c'è qualcosa che ancora colpisce di quell'immaginario messo a fuoco dal creativo Syd Mead. Le sue lightcycle - da lui immaginate come una fusione completa di mezzo e pilota, soluzione resa impraticabile dalla tecnologia dell'epoca - sono parenti prossimi di quanto ideato dal designer statunitense per Blade Runner e Aliens - Scontro Finale. Parte di un grande, indistinto, privilegiato immaginario unico che dagli anni 80 ci portiamo ancora dietro semplicemente perché incapace di invecchiare.
E non ci sono solo le moto. Come in Star Trek e molti altri esempi di fantascienza visiva classica, il contenitore e buona parte dei suoi contenuti sono inevitabilmente invecchiati, ma parte dell'incarto nasconde visioni di un qualcosa che sarebbe diventato realtà solo molti anni dopo. In questo caso, gli schermi touchscreen della Encom, lo sparattutto Space Paranoid e, se vogliamo, il concetto di scanner e stampante 3D.
Il problema principale di Tron, oggi, è la lentezza di tutta la seconda parte del film. Una sequenza di eventi che pur in un'ora e mezza scarsa di pellicola non riesce a reggere un ritmo adeguato. Dopo i giochi gladiatori, dopo il deathmatch a squadre sulle lightcycle e le gara affaffina di frisbee rimbalzino e pelota, ci sono Tron (Bruce Boxleitner), Flynn (un giovanissimo Drugo / Jeff Bridges) e Yori (la bellissima Cindy Morgan), che, boh, corrono, seminano i carriarmati, muoionoperfinta, scassano l'IA villanzona del Master Control Program, zio anziano del GamesMaster di quel programma TV dell'Angleterra sui videogiochi. Una storia (scritta dallo stesso Lisberger) troppo esile, probabilmente mascherata dal wow factor ai tempi, troppo evidente nella sua fragilità se vista oggi, con tanto di apposito occhio del paragone, una volta asciugate le lacrime napulitante.
E dunque. Riconoscere a un classico la sua fondamentale importanza non solo per il genere di appartenenza? O fermarsi piuttosto all'oggettiva monotonia della seconda parte della pellicola? Tron mito, genuino emblema della voglia di futuro di una generazione di protosmanettoni e ingegneri informatici prossimoventuri, o Tron film fantascienzo in sé, una volta passati al colino i meriti e la nostalgia? Ci buttiamo un salomonico voto intermedio, con 3 giapponesine di Blade Runner su cinque, e pace. E Pac-Man. Perché - trivia n° 7 - lo sapevate che in Tron ci sono Pac-Man e Topolino, sì?
Sei arrivato a vedere Tron tardi, solo su VHS e solo a fine anni 80/primissimi 90 (ora-non-ricordi-esattamente), quando buona parte della sua magia era già evaporata, fagocitata da promesse di un futuro digitale molto più tangibili elargite da console e home computer. Ma in quel lasso di tempo, in quei lunghi anni trascorsi tra il suo debutto in sala e la prima volta in cui sei riuscito finalmente a vederlo, hai coltivato il mito di questo film.
Trivia n°1: Lisberger iniziò a scrivere il soggetto di Tron alcuni anni prima, dopo aver giocato a Pong. |
Trivia n°2: l'idea originale di Lisberger era quella di un film d'animazione con inserti live action |
Trivia n°3: Tron è un comando di debugging in Basic, ma Lisberger ai tempi non lo sapeva. Il nome fu scelto perché richiamava l'aggettivo elecTRONic |
Sarebbe impietoso soffermarsi sulla tenerezza che generano oggi alcuni passaggi, perché lì si tirava a indovinare un futuro fantascienzo, si dava un volto e un corpo al timore che la gente comune provava di fronte ai computer, queste macchine del demonio lì. E lo si faceva utilizzando computer con una potenza di calcolo risibile e mezzi molto analogici (le tutine colorate dai coreani di cui sopra). Eppure, trentadue anni dopo, c'è qualcosa che ancora colpisce di quell'immaginario messo a fuoco dal creativo Syd Mead. Le sue lightcycle - da lui immaginate come una fusione completa di mezzo e pilota, soluzione resa impraticabile dalla tecnologia dell'epoca - sono parenti prossimi di quanto ideato dal designer statunitense per Blade Runner e Aliens - Scontro Finale. Parte di un grande, indistinto, privilegiato immaginario unico che dagli anni 80 ci portiamo ancora dietro semplicemente perché incapace di invecchiare.
Trivia n° 5: l'edificio della sala giochi di Flynn si trova a Culver City, California. Oggi è occupato da un ristorante |
Trivia n° 6: Quorra, una delle poche cose buone del seguito, Tron Legacy. Se non l'avete fatto, guardatevi piuttosto la bellissima serie animata Tron Uprising |
E dunque. Riconoscere a un classico la sua fondamentale importanza non solo per il genere di appartenenza? O fermarsi piuttosto all'oggettiva monotonia della seconda parte della pellicola? Tron mito, genuino emblema della voglia di futuro di una generazione di protosmanettoni e ingegneri informatici prossimoventuri, o Tron film fantascienzo in sé, una volta passati al colino i meriti e la nostalgia? Ci buttiamo un salomonico voto intermedio, con 3 giapponesine di Blade Runner su cinque, e pace. E Pac-Man. Perché - trivia n° 7 - lo sapevate che in Tron ci sono Pac-Man e Topolino, sì?
Wow...anzi, UAO!! :D L'ho rivisto giusto l'altro ieri! Ci sono affezionato per le sensazioni nuove che mi fece provare allora e mi fa piacere rivederlo ogni tanto, gli dò giusto una giapponesina in più per l'affetto!!
RispondiEliminapensa che io Tron l'ho visto per la prima volta ancora piu' tardi, cioe' qualche anno fa, da trentenne suonato. Eppure anch'io l'avevo venerato, avevo passato un bel po' di tempo con i videogiochi e tutto il resto.
RispondiEliminaDevo dire che me lo sono goduto alla grande anche da adulto, Il sense of wonder c'e' ancora tutto, la teconologia sara' vintage ma io la adoro cosi' com'e', mi fa molta piu' tenerezza vedere roba col cyberspazio degli anni '90, per esempio.
Un film assolutamente da vedere.
Hai ragione . Tron è come il suffritto con il porro: roba da intenditori, sempre nominato da tutte le rubriche , ma alla fin fine finisce che fai sempre cipolla.
RispondiEliminaInvecchiato insomma, più male che bene , come tutti i film dalla storia e personaggi un pelo scalcagnati.
Comunque un vero e proprio esperimento , ha segnato un' epoca di Topolino con i suoi fortissimi fermo immagine che catturavano la pagina , anche se poi in realtà il film nessuno lo aveva guardato; e questo penso sia un merito non da poco , tutto sommato. Ci vogliono anche i film così per mandare avanti il carrozzone fantascienzo, visivamente imbroccati e per il resto sbroccati: l' importante è definire nuovi standard. Tanto poi paga la disney! ;)
PS vicino a casa mia gli han dedicato pure un liceo, il liceo Tron :P
classico cult, precursore di molti concetti ed effetti speciali. Rifulge di luce (non quelle delle tutine) propria anche dopo tutti questi anni.
RispondiEliminaAnche io ho visto Tron solo pochi anni fa, volevo colmare una mancanza nel mio bagaglio culturale.
RispondiEliminaIl film mi piacque molto, più per l'idea e l'ambientazione che per la trama, molto lineare. Ho sempre amato le opere che riescono a dare forma e consistenza ad un mondo immaginario e quando questo mondo prende una vita propria o contamina l'immaginario di molti altri, con in questo caso.
Da bambino più di un volta mi capitò di vedere spezzoni di "Tron" in qualche documentario sulla realtà virtuale, su qualche special sui film di fantascienza, ecc. Mi innamorai di quel film, mitizzandolo senza averlo in realtà mai visto... e non capivo perchè non lo passassero MAI in TV tra un "4 bassotti per un danese" e un "Qualcosa di sinistro sta per accadere".
RispondiEliminaQuando finalmente l'ho visto (meno di 10 anni fa) a me quel film non ha deluso: sarà l'attesa con cui ho aspettato di vederlo per quasi 20 anni, sarà quel mondo di tutine di spugna colorate così "fuori dal tempo" e per questo invecchiato (per me) bene, sarà l'aspetto naif di tutto il film ma per me Tron rimane, nel suo tripudio visivo vintage e nella sua estrema semplicità di trama, un piccolo capolavoro che ha un posto speciale nel mio cuore fantascienzo.
è una storia comune...anche io, dopo innumerevoli pagine di Topolino, non andai a vedere il film al cinema....chissà perchè...
RispondiEliminaRivisto negli anni 90 inoltrati...in un periodo in cui gli anni 80 erano ai minimi storici....non fu un grande effetto.
Tale fu l'influsso mediatico che pure un paio di numeri del grande Alan Ford furono dedicati ad una storia similare...con l'uomo computer dal nome "Kron"....
Lo vidi da adolescente e mi ruppe alquanto; né aiutò il fatto che la fantascienza filmica assai difficilmente mi garba (nemmeno di Blade Runner ho un'altissima opinione, per dire). Lo so, per un videogiocatore è grave.
RispondiEliminaMi dispiace ma proprio non riesco ad essere obiettivo su TRON...troppi ricordi, troppe serate a discutere con gli amici di tutta quella CGI che sembrava uscita da un documentario della NASA, troppe ore in salagiochi alle prese con il motolabirinto...meglio che vada a farcire la baguette che mi sono appena estratto dall'occhio.
RispondiEliminaIl comando del BASIC "TRON" (TRace ON), utile per seguire lo svolgimento di un programma in attività (stampa su schermo il numero di riga in esecuzione) fa sicuramente parte del BASIC V3.5 della serie 264 della Commodore (C16, C116, Plus/4).
RispondiEliminaSerie che però è della fine dell'84, mentre il film è dell'82 (e quindi storyboardato anche prima).
Dove posso trovare riferimenti sulle eventuali macchine pre'82 che già includono TRON nel loro BASIC?
Sarà che sono nato nell' 82 e quindi Tron è una sorta di fratello..ma per me resta pietra miliare di tutto ciò che amo oggi. Difficile discuterlo, pur facendo un mezzo sorriso alla trama "esile". Alla fine, W Tron per i sogni che mi ha regalato!
RispondiEliminaHo rivisto Tron qualche mese fa in HD e a differenza del Doc, mi è molto piaciuta la resa. Nello stesso periodo proposero anche Tron 2 e c'è una cosa che mi ha molto colpito (in parte complessa da spiegare in poche righe, ma ci provo): l'ambientazione del primo Tron riusciva a riflettere "realisticamente" come poteva essere l'interno di un computer dell'epoca, diciamo che "le forme squadrate e il fluo riportavano proprio l'idea del bit" era per così dire verosimile. Il nuovo Tron, ambientato 30 anni dopo, e quindi in pratica contemporaneo ai giorni nostri (tralasciando la riuscita o meno dell'intero film) fallisce miseramente in quel fondamentale aspetto, secondo me. Cioè, l'interno di un computer moderno viene riportato come se fosse "meccanico". Le macchine, i mezzi e gli ambienti sembrano quasi dei Transformer alla Bay per intenderci. È giusto far intendere che il mondo parallelo interno ai pc si è evoluto nel corso degli anni, ma io credo che l'abbiano fatto evolvere nella maniera sbagliata. Se prima l'ambiente restituiva la sensazione di virtualità, ora c'è quella evoluzione "meccanica" che non ha nulla a che fare con l'evoluzione dei software. A prescindere che possa piacere o meno Tron 2, quel grave errore lì lo penalizza moltissimo.
RispondiEliminaSorry per lo spiegone, peraltro in semi OT :P
Per me il mondo virtuale di Tron 2 è troppo cupo. Imho questa rappresentazione poco si conciliabile con un mondo elettronico dove tutto dovrebbe essere più neutro. In Tron l'ambientazione non è così cupa e anche se fa trasparire la presenza di un regime oppressivo.
EliminaMini pdf: il computer in cui è ambientato Tron 2 è un computer avveniristico ma degli anni '80.
Dannato automatismo da FB. Stavo cercando il tasto MiPiace... ;)
EliminaNon ricordavo il particolare PdF, ma in sostanza il concetto rimane, non si ha più la sensazione di essere dentro a un computer, o perlomeno a me succede così
Oltre a pacman e topolino, nella scena in cui si vedono i cubicoli degli uffici, appeso ad una parete modulare, si può leggegere un posterino con scritto " klatu barada nikto"
RispondiEliminaVisto al cinema nel maggio dell'82.
RispondiEliminacapolavoro assoluto che ha cambiato la mia vita videoludica.
Se sono un "nerd" lo devo anche e soprattutto a Tron.
4 Giapponesine almeno d'obbligo. ;-)
Un film che sembra un monumento a se stesso ed ad un epoca. Un film che non puoi discutere, un po' come il filmato di Yalta perchè pesa troppo su ognuno di noi, su quallo che è stato ed è il mondo virtuale e tutto quello che ne segui . Anche nel 90 ShadowRun e Cyberpunk nei GDR riprendevano ESATTAMENTE come l'avevano visto lì... ed anche per me è ancora così .... ora scusate , ma ho la ligth Cycle in doppia fila
RispondiEliminaIo il film in questione l ho visto molto tardi, post duemila.
RispondiEliminaVi dirò , l ho trovato invecchiato bene e valido ancor oggi.
Se non ti limiti nel giudizio soffermandoti sugli fx datati, ma sempre piuttosto buoni la storia trasuda magia ottantica disneyana.
Ma a me è piaciuto pure il remake moderno quindi non credo di fare testo.
E pure Black Hole .
Se ho passato gli ultimi 20 anni a modellare in 3d è anche per Tron e le sue moto! Non me ne fregava niente della trama, degli attori in calzamglia. Ero impazzito per le moto. Ricordo quando il telegiornale Rai cercava di spiegare agli italiani cosa volesse dire scena in cgi...quando il termine neanche esisteva. E io a casa con gli occhi sgranati per capire come si potessero girare film con cose che non esistono e che non erano neanche disegnate a mano. Quando nel seguito ho visto le pessime scelte fatte con le nuove moto mi era già passata la scimmia.
RispondiEliminaOggi il mondo di TRON risulta sorpassato, ma questo (purtroppo) accade con tutti i film di fantascienza di un "prossimissimo" futuro, nel senso che già oggi ne intravediamo i possibili sviluppi. Se rivisti a distanza di qualche decade perdono tantissimo di quella magia che avevano ai tempi della loro uscita.
RispondiEliminaLo vidi per la prima volta da bambina per la rai un pomeriggio, e ricordo che ne rimasi davvero impressionata. Soprattutto mi faceva paura il programma-virus cattivo con la faccia umana. Bei tempi XD ih,ih.
RispondiEliminaHum...quasi quasi me lo riguardo.
Boh..a me non ha mai fatto scattare il mio lato scimmiesco,nemmeno da bambino..
RispondiEliminaSono del 1991, e in casa mia un computer è arrivato sono all'inizio degli anni 2000 (togliendo la prima playstation e il game boy).
RispondiEliminaMio fratello (più grande di me di 6 anni) aveva la cassetta di tron, e mi immaginavo questo mondo meraviglioso, un film capace di sognare chiunque, indipendentemente dagli anni
Fatemi fare il vecchio, va'...
RispondiEliminaVisto al cinema a 12 anni (due volte, perché eravamo tutti convinti che immagini incredibili come quelle lì non si sarebbero mai più viste) e tornato a casa con una grande certezza: da quel giorno, sulle tabelle a tre lettere degli high score in sala giochi mi sarei sempre firmato MCP.
E poi è finita che dall'altra parte dello schermo ci siamo finiti davvero. E dire che sembrava tutto così facile...
Io lo vidi al cinema, giovine smanettone sedicenne, e mi mise addosso una scimmia notevole.
RispondiEliminaC'è da dire che now ora sono un informatico tout-court, che invece di programmare i videogames faccio tristi applicativi web....
Tutta colpa di Tron!
Probabilmente l'unico film fantscienzo "importante" che non sono mai riuscito a vedere... Insieme ad Alphaville di Godard
RispondiEliminaIo ricordo solo che avevo un pupazzino rosso di Tron...
RispondiEliminahttp://www.planetvideo.com.au/blog/2010/12/26/tron-action-figure1.jpg
Ebbi CULO di vederlo picciriddo sulla RAI negli anni 80 e mi ci prese troppo la SCIMMIA.
RispondiEliminaValido ancora oggi per i molti motivi elencati da te Doc, senza probabilmente manco MATRIX o altre pietre miliari avremmo avuto
Purtroppo anch'io l'ho visto molto tardi (giusto qualche anno fa) e, ormai abituato agli effetti speciali dei film recenti, non mi ha entusiasmato molto. La prima parte e' comunque godibile mentre la seconda mi ha annoiato un po', per quanto sia un film con un'importanza incalcolabile per la storia del cinematografo'.
RispondiEliminaIl sequel, contrariamente alla maggior parte degli altri Antristi, mi è invece piaciuto un sacco! Il mondo e' bello perchè è avariato...
L'ho visto per la prima volta l'anno scorso o qualcosa di più, in occasione dell'uscita del secondo. Non mi è piaciuto: è un film troppo lento e noioso, e la trama è invecchiata molto male. A guardarlo adesso è quasi improponibile. Per questo ho deciso di non guardare nemmeno il sequel.
RispondiEliminaHmmm, no. Tron non è invecchiato affatto male. Oh certo, ascoltandolo in italiano ce n'è per spararsi, ma in inglese niente affatto. Anche concettualmente, no, il motolabirinto non è solo snake (e certo non "alla fine solo snake su nokia"), se la dualità tra il concetto presentato agli umani sullo schermo e quello sottostante dei programmi che nell'esistere in funzione sono vivi non rimane presente, non domina tutto il resto di questa visione, be' allora forse c'è un po' di cinismo selettivo? Lo vidi nei primi anni ottanta per non capirci niente, alla fine degli stessi continuai ad avere problemi (poi avrei capito che era colpa del doppiaggio) ma rimaneva molto intrigante perché sarebbe rimasto inevitabilmente un qualcosa di misterioso fino a poco dopo quando l'interesse per i computer avrebbe portato a studiarli e a svelarne alcuni arcani.
RispondiEliminaRivisto in tandem con il sequel così tanti anni dopo, infine, posso solo ribadire come sia invecchiato bene, e come svolga un compito migliore del successore, non tanto perché la struttura di quest'ultimo sia (come è) più debole, quanto perché il primo film ha meglio colto moltissimi aspetti e sfaccettature di ciò che si proponeva di illustrare: il mondo dei programmi in esso è sfocato, con aloni, iridescente come la tecnologia dell'epoca, catodica, magnetica, semplicemente era e si presentava all'evidenza della vista di tutti. Ciò era riflesso con intenzionale studio in moltissimi aspetti del film. Il successore è completamente asettico, immaginando il mondo dei programmi come un assoluto digitale di trasparenza assoluta e dettaglio sopraffino, ma nel fare ciò si concentra solo su un tipo di rappresentazione di tutto un mondo come è quello della tecnologia, risultando quindi più miope e di vedute più ristrette. Anche al giorno d'oggi, il film originale rimane visionario.
Ahi ahi...grossa falla nel mio background : non ho mai visto TRON in vita mia.Ho fatto un grosso errore ? Dalla recensione fantascienza forse non grosso grosso ma mhm...e' meglio darci un occhio...
RispondiEliminaC'era anche un'altro aspetto che a me colpì tantissimo quando lo vidi al cinema, da piccolo: per la prima volta un programmatore ENTRAVA fisicamente nel mondo da lui creato e veniva pertanto considerato un dio dai suoi "abitanti"; un concetto davvero innovativo per l'epoca, una sorta di realizzazione tecnologica del sogno di ogni scrittore.
RispondiEliminaCome Ayzad, io l'ho visto al cinema ai tempi, ho costretto mio padre a portarmi al cinema la prima volta ad Ancona, dove ero in viaggio, la seconda volta a Taranto, quando il film giunse là. Due volte se l'è sciroppato, lui che non ci capiva la classica mazza, poveretto. Grazie, pa'. Come Ayzad, io presi a firmarmi nei record dei videogiochi in sala come FLY, in omaggio a Flynn. :-)
RispondiEliminaOvviamente io ci avrei messo cinque giapponesine. Storia a parte, in Tron, come ha detto il doc, il grosso stava nell'idea di fondo, nella realizzazione visiva e coerente del cyberspazio, che anche oggi secondo me scalcia cooli più di Rocco a Praga.
Lo ho rivisto tre anni fa e regge bene il peso del tempo (sempre con le considerazioni svolte sopra dal doc).
Nel successore secondo me manca la magia di Tron perché c'è una banalizzazione del cyberspazio, lo rende come una copia troppo fedele del mondo reale (c'è pure la discoteca coi Daft Punk): nel primo Tron è ambiente desolato, freddo, scarno, unico richiamo ai bisogni della vita reale era la pozza di energia da bere come acqua... bellissimo.
Piccolo commento OT: se la Disney considerava Tron un flop nel rapporto 17 spesi/33 Incassati, capisco ancora di più la portata del dramma associato al flop de La Bella Addormentata nel Bosco (il classico animato del 1959) che ne è costati 6 e ne ha guadagnati 7,7 XD.
RispondiEliminaDiscorso su Tron: purtroppo non l'ho visto. Ne ho ovviamente sentito parlare un sacco, quale capolavoro e precursore di un certo genere.
Il fatto è che ho timore di rovinarmi le aspettative, non potendolo guardare con un occhio incantato da guaglione.
Non parlerei di paura della tecnologia per Tron, affatto: un tizio su un blog che non saprei ritrovare riferendosi a questo film, a Wargames, a Giochi Stellari e compagnia, parlava de "the 80s Love Affair with Computers": e la trovo una definizione perfetta.
RispondiEliminaTron e' irripetibile, penso, perche' perfettamente adatto all'epoca in cui guardavamo sprites a quattro colori su un televisore e completando con l'immaginazione tutto quello che mancava ci immaginavamo "gli omini nel computer": adesso che pure i telefonini muovono milioni di triangoli al secondo, che ci siano gli omini dentro al computer e' una tale ovvieta' che diventa inutile pensarci :)
Fun fact: il superlaser della ENCOM era un vero laser per ricerche sulla fusione nucleare, predecessore dei piu' moderni Nova, LMJ e National Ignition Facility.
Non me la sono mica inventata la storia del timore per la tecnologia. Se guardi il making of realizzato per l'uscita di Legacy (uno dei contenuti del blu-ray di Tron) è lo stesso Lisberger a spiegare che la storia deriva in parte da quello spunto lì: la gente non capiva come funzionassero i computer e perciò ne provava timore.
EliminaCapisco, pero' mi era sempre sembrata piu' fascinazione che timore (OK, due sentimenti con aspetti in comune). Tutto diverso dalle paranoie anni '90 su "ci sono i pedofili nell'Internet", insomma.
EliminaBeh, sì. Poi, intendiamoci, il film strizzava entrambi gli occhi ai rEgazzini amanti dei videogiochi e protosmanettoni. Ma l'idea, a sentire il regista, gli è venuta per l'ignoranza degli adulti in materia.
EliminaTRON è sempre stato uno dei miei film preferiti.
RispondiEliminaTron l'ho recuperato qualche mese prima dell'uscita di Legacy.
RispondiEliminaE' un cult da paura, ma comprendo perchè all'epoca non se lo siano filato.
E' uno di quei film che apprezzi per bene con il tempo.
Ai tempi giovine virgulto e promessa dell'elettronica digitale mi fece dire...""ecco anch'io voglio fare il disegni treddimesionali"...non ho ancora smesso.
RispondiEliminaLa realtà e che TRON è e sarà sempre il film in digitale più analogico di tuta la storia del cinema...impareggiabile lo sforzo di creare manualmente ciò che il "computer" non può fare...e farlo meglio.
...Doc...a quando una recensioncina su LawnmoverMan-Il tagliaerbe?...capolavoro prr capolavoro...
Piaccia o meno (e senza dubbio rivisto oggi ci sono diverse ingenuità) è comunque un film che ha fatto epoca e che continua tuttora a influenzare sci-fi di ogni genere: mi vengono in mente le VR Missions di Metal Gear Solid o gli Anti-Spiral nella seconda metà di Gurren Lagann, e comunque ovunque ci sia un wireframe con contorni fluo la definizione è sempre "alla Tron". E scusate se è poco!
RispondiEliminaIo comunque devo ancora capire che diavolo fossero i Grid Bugs...
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salve, programmi.
RispondiEliminaNon l'avevo mai visto fino a tipo il weekend scorso, e concordo sostanzialmente con le impressioni del Doc e di altri utenti commentatori. Vedere quell'aura di "Sogno" (leggetelo alla Briatore imitato da Crozza) è un qualcosa che non può lasciare impassibili, perchè veramente ti dà la sensazione che un qualcosa stava per succedere, da lì in poi. Però la seconda parte è lentissima, va detto.
RispondiEliminaAh, il giorno dopo ho visto Tron Legacy: a parte la tecnica mostruosa nel rappresentare il mondo virtuale (uno chapeu d'obbligo e sentito veramente), quegli spiegoni senza fine a un certo punto non si potevano reggere, oltre a risvolti narrativi previsti e intercettati che neanche Nesta al suo apice.
Visto al cinema in prima visione, ed ho detto tutto… (su quanto son vecchio !)
RispondiEliminaVisto al cinema in prima visione.Da quel che ricordo nessuno uscì entusiasta,anzi...Mai più visto dopo,a distanza di oltre 30 anni e dopo aver visto questo blog credo che lo riguarderò a breve.
RispondiEliminaBravo! Mi piace il tuo modo di scrivere....
RispondiEliminaL'ho visto su raidue da piccolissimo (infatti non ricordo NIENTE della trama), e sono convinto che mi abbia cambiato la vita, facendomi appassionare ai computer (infatti sono appassionato soprattutto di computer degli anni 60-80). Il film ha una sua importanza che trascende da tutto, sia per il concetto in se', sia per la realizzazione visiva (e l'opera pionieristica fatta sulla CGI), sia per la musica di Wendy Carlos. Per quanto riguarda il seguito, e' effettivamente abbastanza debole per quanto riguarda la trama, ma l'ho visto al cinema in 3D e ho GODUTO TANTISSIMO! Trasuda coattanza da tutti i pori. Tra l'altro geniale il fatto che il mondo dentro al computer fosse in 3D mentre quello reale solo in 2D.
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