Transformers Masterpiece MP-13 Soundwave (Toys in the Attic)

Dei Masterpiece, riedizioni moderne belle-bellissime dei Transformers G1 che costano un occhio della fronte e a volte anche due, si diceva un annetto fa in questo post qui. Che Soundwave sia il tuo Transformer preferito di sempre, l'hai ripetuto un po' ovunque e soprattuttamente qua. Le due cose dovevano prima o poi fare comunella e costringerti a cacciare il soldo. E, beh, l'hanno fatto. Segue recensioncina di questo MP-13 Soundwave ultraflippotrippissimo, con un po' di fumettini di ridere e un paio di guest-star a sorpresa... [...]

Riassunto delle puntate precedenti: dopo aver saltato come un pistolaMegatron la versione giapponese di questo Masterpiece MP-13 della Takara e averne visto il prezzo schizzare alle stelle in un battito di ciglia - perfino nell'usato dei Mandarake ad agosto non si trovava a meno di due testoni - volevi comprare quella USA della Hasbro uscita in estate: costava sensibilmente di meno e includeva ben cinque cassettine (ci torniamo più avanti). Ma nonostante il supporto logistico di due antristi negli USA, non se n'è cavato un ragno dal buco, perché era un'esclusiva Toys'R Us, è andata subito sold-out ovunque, eccetera, eccetera. Così, quando hai saputo che a fine settembre avrebbero ristampato la versione giapponese Takara, hai gridato MIA! e l'hai presa al volo. Insieme a un ALTRO Masterpiece, ma di quello parliamo settimana prossima, segreto, andiamo avanti.

L'enorme scatolone dell'MP-13 contiene Soundwave, il manuale, due card (la seconda è per Laserbeak) e un po' di accessori che ci snoccioliamo di seguito, tra una foto scema e l'altra. Alto quasi quanto i chogokin più bestioni che hai in vetrinetta (Daitarn III e Zambot 3), questo Soundwave è quasi tutto in plastica, ma è bello pesante e solido, discretamente posabile e molto curato nei dettagli.

Ti piace lo sculpt e ti piace la cura messa nelle piccole cose: l'indice articolato separatamente rispetto alle altre dita che gli stanno accanto, per stringere la presa sulle armi e fargli assumere questa posa badass vintaggia qui del dito sull'eject. Pronto a scagliare contro gli Autorobot le sue cassettine robot e di Gigi D'Alessio. Oppure il fatto che nel vano cassette possano entrare fino a tre sgherri di Soundwave, accatastandoli uno davanti all'altro. Ma son fatti bene anche i meccanismi della trasformazione, che non ti danno mai l'idea che stia per venirsene via un pezzo.

In questa versione nippa, si diceva prima, ti mollano solo Laserbeak (Condor in Giappone, Gufo ai tempi qui da noi). La cassettina con la sua custodia rosè (tavolino non incluso)

che si trasforma in rapace robot. Per appollaiarlo su una spalla del suo padrone senza che si spatafasci al suolo dopo due millicarluccisecondi, le zampe di Laserbeak hanno delle scalanature che si incastrano su quelle righe sulle spalle di Soundwave (vedi prima foto del post) o su un altro righino apposito sull'avambraccio.

Il resto del corredino comprende Megatron in versione pistola,

il Concussion Blaster (che volendo si incastra dietro una scapola del robot, dove si finge astutamente batteria non alcalina nella configurazione walkman),

il Display, la griglia su cui Soundwave visualizza i suoi dati e si legge le pagine dell'Antro che parlano di lui, 

  il cubo di Energon che si incastra sul torace

e infine il Sensore, che si innesta al posto della mano (fatta ruotare all'interno di quello sportellino sull'avambraccio)

Ma dicevamo delle differenze con l'edizione americana, venduta da Hasbro. Il Soundwave USA ha gli occhi gialli anziché rossi (vedi sopra), altre piccole differenze impercettibili nella colorazione di alcune parti e include anche le altre quattro cassette, vendute invece in Giappone come costoserrimi add-on (uscite MP-15 e MP-16 della linea Masterpiece): Ravage, Frenzy, Rumble e Buzzsaw. A trovarla a un prezzo decente, insomma, sarebbe un affare. In alternativa, la ristampa della versione giapponese che hai preso tu si trova in tutti i negozi italiani che importano pupazzame robotico dal Giappone.

E questo ci porta alla prima domandona del dolore: quanto costa? Te l'hai pagato un po' meno di 160 carte. Sì, sossoldi per un pupazzo, ma sapete come funziona: quello dei pupazzoni collezionabili di ringere è un settore al quale se non ci si avvicina è meglio, e se ci si avvicina bisogna prima ricordarsi del mutuo. La seconda domandona del dolore è quindi: ne vale la pena? 

Sì. Diresti decisamente di sì. È un modello curato, massiccio, che fa il suo figurone in mezzo a Chogokin molto più costosi. Merita, insomma, se siete dei fan del Transformer più molto tanto fichissimo dell'Universo. E se non avete paura che la vostra dolce metà vi butti in mezzo alla strada, certo.  

POST COLLEGATI
Tutti i Soul of Chogokin, parte I
Tutti i Soul of Chogokin, parte II
Toys in the Attic: le nuove action figure delle Turtles 
Toys in the Attic: Super Robot Chogokin Goldrake
La linea Masterpiece dei Transformers