Le grandi interviste dell'Antro atomico: Roberto Recchioni

Una lunga chiacchierata con il RRobe, Roberto Recchioni, per parlare del nuovo corso di Dylan Dog, di Orfani, di John Doe del futuro della Bonelli e... dei film di Bud Spencer? [...]
Doc: Cominciamo da una cosa che mi frulla nella testa da qualche giorno: è vera quella storia che mi hanno raccontato su Uno sceriffo extraterrestre… poco extra e molto terrestre? Che avresti dovuto essere tu il piccolo H7-25 del film?

RRobe: Così narra la leggenda familiare. Da bambino ero biondo, con i capelli a caschetto. Un bel bimbo. Tipo quelli della Kinder, dell'Ovomaltina o di quelli che spalmavano la faccia dietro la vetrina dei negozi di giocattoli, nella pubblicità delle Bburago che si vedevano in quarta di copertina sui Topolino dei primi anni 80. E comunque, pare che feci il provino per un film con Bud Spencer (non sono sicuro che si trattasse proprio del film con lo sceriffo troppo terreste) e pare che venni preso, ma che mia madre rifiutò. Io ho solo un ricordo vaghissimo. Comunque sia, a mia madre non gliel'ho mai perdonata anche se, a dire il vero, io ho sempre tifato per Terence Hill, fino a quando non ha preso i voti. 

D: Orfani: c'è grande attesa per questo nuovo progetto che rappresenta una svolta importante per Bonelli. Una serie tutta a colori, per iniziare, ma anche incentrata su un tipo di fantascienza completamente diverso da quanto visto fino ad oggi nella casa editrice. Come nasce Orfani?

R: Orfani nasce da un'idea precisa: la storia di un veterinario specializzato in creature fantastiche. Che un mese mi avrebbe dovuto curare un unicorno (che è un casino, perché gli unicorni li vedono solo le vergini) e il mese dopo va sull'isola dei mostri a curare Godzilla.
L'idea mi piaceva un sacco ma avevo paura che risultasse troppo strana per il contesto Bonelli e, comunque, mi sembrava non avere troppo fiato.
In seguito, io ed Emiliano Mammucari abbiamo ragionato intorno a una storia di vecchi supereroi chiusi in una casa per anziani e costretti a tornare in attività a causa del rapimento dei loro nipotini.
Anche qui, l'idea mi divertiva ma non aveva fiato per durare.
Poi siamo approdati a Orfani. Che è un'idea molto semplice (la Terra subisce un attacco da una razza sconosciuta, i terrestri si leccano le ferite, addestrano una nuova generazione di soldati e partono per lo spazio per andar a prendere a calci nel sedere il primo che capita), ma che si complica e stratifica albo dopo albo, diventando una cosa completamente diversa, molto elaborata, con una struttura complessa e un forte livello politico. Messa giù la presentazione, l'abbiamo presentata in Bonelli che ce l'ha accettata subito, rilanciando con la proposta del colore. Noi abbiamo accettato, a patto di poter curare noi ogni aspetto della colorazione, e così, "solamente" quattro anni dopo, la serie arriva in edicola.


D: Nella domanda precedente parlavo di fantascienza di tipo diverso perché ho potuto leggere in anticipo i primi due numeri. E ci ho trovato dentro Heinlein, chiaro, un po' de Il Signore delle Mosche, ma anche un'estetica da sci-fi moderna. Contaminazioni da videogame e film attuali, laddove il mondo di Nathan Never e Legs è sempre stato ancorato a punti di riferimento molto più classici. C'è la voglia esplicita di attirare ANCHE un pubblico nuovo, più giovane? O è solo che a te ed Emiliano (Mammucari) piaceva così?

R: Partiamo dal presupposto che io sono ancora molto "pubblico". Amo i videogiochi e amo la fantascienza, sia classica che moderna (che ormai vive pochissimo nelle pagine letterarie ma ha trovato mille altre declinazioni). Quindi, immaginare Orfani è stato un processo naturale e non forzato. Detto questo, c'è anche un lato spietatamente cinico e produttivo in tutta la faccenda: Orfani doveva essere un fumetto che io, come lettore, avrei comprato, e quindi sì, è pensato per andare aldilà del pubblico tradizionale Bonelli. Non so se sia un pubblico più giovane ma, di sicuro, è un pubblico differente. E non è un caso che la campagna promozionale di Orfani è fatta in collaborazione con Multiplayer.it e Gamestop.

D: Visto che la fantascienza, in generale, ha già detto tutto almeno tre volte, come si rende originale una storia di fantascienza oggi, nel 2013quasi14?


R: Io non ci ho provato nemmeno. La mia fantascienza è una scusa per dare un contesto alle storie dei miei personaggi e per celare la vera natura del mio racconto (che, lo ripeto, è politica). Per come è impostato (lo scoprirai leggendo i prossimi albi), Orfani potrebbe essere un'opera teatrale, anche piuttosto classica. Creare un mondo complesso e coerente non mi interessava affatto e non interessava nemmeno a Emiliano. È per questa ragione che, anche visivamente, abbiamo stilizzato ogni elemento quanto più possibile, entrando nello specifico delle fantabubbole tecnologiche solo quando strettamente necessario.

D: Orfani e Dragonero dimostrano la voglia in Bonelli di sperimentare in settori nuovi. Per entrambi si è portata avanti anche una promozione in partnership con Multiplayer, con i numeri zero distribuiti come detto attraverso Multiplayer nei negozi di una nota catena di videogiochi malvagia. Tex vende più di Batman, dicevamo in un vecchio post, ma "i lettori nuovi", figura mitologica inseguita da sempre dal fumetto italiano, là fuori esistono poi davvero? 

R: Credo di sì. Se penso al successo di Zerocalcare mi sembra evidente che c'è un pubblico ampio di gente che non legge i fumetti ma che li leggerebbe volentieri se solo qualcuno riuscisse a proporglieli nella maniera giusta e con il linguaggio giusto. Con Orfani noi abbiamo pensato a tutta quella generazione di ragazzi e ragazzini che giocano ai videogiochi, guardano film action e di fantascienza ma che, non si sa bene per quale ragione, non sono più raggiunti dal fumetto. Ecco, la nostra idea è quella di dirgli: ci sono anche fumetti che potrebbero piacervi, pieni delle stesse cose che già vi piacciono e molto di più.
Ma questo è solo un aspetto della questione, perché Orfani è pensato, scritto e disegnato, per piacere anche al lettore di fumetti tradizionale.
Se abbiamo fatto bene il nostro lavoro e la comunicazione funzionerà, nei prossimi mesi ci sarà da divertirsi.


D: La partnership con Multiplayer è nata grazie a te. Te hai tirato fuori Orfani, e a te è stato affidato il compito del rilancio di Dylan Dog. Che effetto fa sapere che, senza voler esagerare, le sorti di una CASA EDITRICE STORICA SONO SULLE TUE SPALLE?  

R: Per scherzo è una cosa che mi dice sempre anche Mauro Marcheselli, l'attuale direttore della SBE. Lui è fatto così: si diverte a vedere la gente farsi cinerea in volto. 

D: Dylan Dog 2.0. In mano tua, per espresso volere di Sclavi. Detto che il pensionamento di Bloch è una vergog… scherzo. Scherzo. Detto che le voci circolate sulle novità in arrivo sono tante, dicci qualcosa che ancora non si sa, dai. Un bello scoop, così finiamo su wikipedia e qualcuno si incavola perché un blog di ridere non è una fonte attendibile…


R: Nel cast fisso della serie arriveranno due personaggi nuovi, di cui uno è una splendida donna musulmana che non andrà a letto con Dylan.

D: Visto che te lo chiedono proprio tutti-tutti, e qui mica stiamo a pettinar le bambole fantasma di Anna Never, la continuity: come funziona e quanto influenzerà le storie future?

R: La mia idea è di strutturare un ciclo di storie annuali, legate ma indipendenti, che prese nel loro insieme rappresentino una sorta di arco narrativo. Il primo ciclo, che prenderà avvio dall'ottobre 2014, cambierà in maniera piuttosto radicale lo status quo di Dylan, calandolo in un percorso di distruzione e rinascita. L'anno dopo partirà un secondo ciclo, che avrà una tematica diversa ma evolverà la continuity del primo arco narrativo. E così per gli anni seguenti, fino a quando il progetto non arriverà a compimento. E qual è questo progetto? In termini ambiziosi, rilanciare Dylan e riportarlo ai fasti di un tempo. In termini realistici, realizzare le migliori storie possibili, mese dopo mese.
Una cosa importante che non ho ancora mai detto: io non voglio fare il curatore di Dylan per sempre. Quest'avventura è, appunto, un progetto con uno scopo specifico. Quando porterò a termine con successo questo progetto, o quando fallirò, mi toglierò di mezzo, lasciando che sia qualcun altro a rinnovare ancora (spero). 


D: Dylan Dog, nel suo momento di massimo boom, quando lo leggevano tutte le ragazze che lo chiamavano DailanDog, era un fenomeno di costume. Lo leggevano tutti. Tutti. Qualcosa del genere, dopo, si è ripetuta forse solo con alcuni manga di grande successo. Succederà mai di nuovo una cosa del genere, secondo te? Il fumetto è ancora in grado di generare fenomeni, o son tempi diversi, e la concorrenza dei social così non la batti mica?

R: A suo modo, oggi Zerocalcare incarna quel tipo di fenomeni, anche se il suo mercato è diverso e i suoi canali di comunicazione sono diversi. Ma anche Rat-Man, se la Panini ci avesse creduto fino in fondo, avrebbe avuto la possibilità di diventare un fenomeno di costume. Il fumetto non è mai il problema, il problema è sempre il momento e il metodo. Aggiungo una cosa: i social non sono un nemico. Sono una possibilità, una piattaforma attraverso cui diffondere il fumetto. Il fumetto non è legato alla carta, che è solo uno dei supporti possibili.

D: Magari è ancora presto per dirlo, ma credi che, in generale, questa ondata di rinnovamento possa interessare anche altre serie della casa editrice? Ma soprattutto, non sarà ora di finirla con i personaggi che si danno del voi, come già avvenuto su Dylan Dog?

R:
Io lo spero. Come spero che il darsi del voi vada a sparire, tranne su serie in cui è sensato (quelle con una certa ambientazione storica).

D: A proposito di ambientazioni storiche: esiste una qualche remota possibilità che La redenzione del samurai - uscita numero 2 della testata Le Storie, di cui sono in lavorazione almeno un paio di seguiti - diventi una miniserie tipo, boh, tri-bimestrale? Lo facciamo o no un albo regolare di genere chambara?

R: All'inizio, era quello che speravo pure io, ma avrebbe significato affidare quelle storie a qualche disegnatore diverso da Andrea Accardi. Adesso sono convinto che solo Andrea potrebbe rappresentarle e va benissimo così, perché sta facendo un lavoro straordinario. A suo modo, il mio ciclo "giapponese" è comunque una serie. Una serie con cadenza annuale, grossomodo.

D: Mai avuto una katana? No, così, per curiosità.

R: No. Solo un mucchio di shinai e boken (praticavo kendo, come un sacco di altri fumettisti).

D: A proposito di katane, con abile volo pindarico da presentatore del tg5 passiamo a John Doe. Cosa ti ha insegnato la lunga esperienza con questa serie? Cosa ti lasciano i dieci anni di JD in edicola? Potendolo fare, cambieresti qualcosa?

R: Mi ha insegnato a fare un fumetto con poco tempo e pochi soldi. Mi ha insegnato a cercare talenti e a saperli riconoscere (è notevole la quantità di autori straordinari che ha esordito, o quasi, su John Doe). Mi ha insegnato che si possono scrivere fumetti fidandosi solo della propria pancia e del proprio orecchio, ma mi ha pure insegnato che quando a pancia e orecchio aggiungi tempo, attenzione e mezzi, le cose vengono meglio. Mi ha insegnato a moderare i miei eccessi e a fidarmi delle persone con cui collaboro. Sinceramente, non cambierei nulla, nemmeno i numeri brutti. Devo moltissimo a John Doe e non lo insulterei mai andando a ritoccarlo per farlo più bello. 

D: Non hai mai fatto mistero della tua ammirazione per Go Nagai. Altri autori che sono stati fondamentali nella tua formazione?

R: Kazuo Koike e Goseki Kojima, Frank Miller, Garth Ennis, Elmore Leonard, Stephen King, Akira Kurosawa, Steven Spielberg, Moebius, Andrea Pazienza. Questi i primi nomi che mi vengono. Ma potrei continuare per ore.

D: Sei un autore affermato e ora, senza voler insistere sul punto, con GRANDI RESPONSABILITÀ. Dalle quali, come noto, derivano grandi poteri. Basta tenere le fidanzate bionde lontane dai ponti. Facile. Ma sei anche un autore molto presente su Internet, grazie al tuo blog e a una lista amici su FB che è lunga tipo la popolazione di Luino. Se tanto mi dà tanto, visto che essere famosi X su Internet vuol dire avere una parte minima di X composta solo da rompiballe, la domanda ovviamente è: ci racconti qualche storia divertente di hater fuori di testa con cui hai avuto a che fare?

R: Ne ho avuto di ogni genere. C'era quello che mi seguiva per farmi foto di nascosto (che poi postava sul suo blog), quello che ci provava con ogni donna che ha avuto a che fare con me, quello che mi mandava strani messaggi e foto di residui biologici non meglio identificati e via discorrendo. E poi ci sono gli hater duri e puri, i wannabe rabbiosi, le wannabe procaci, i grillini del fumetto che bisogna fare largo al nuovo (SVEGLIA!!!1!|!), le groupie (non racconto nulla perché tanto non mi credereste, ma sappiate che sì, anche i fumettisti hanno le groupie), i leccaculo, quelli che ti danno consigli come fossero tuo padre dall'alto di non si sa quale saggezza e via discorrendo. Fortuna che poi la maggioranza è composta di amici e lettori veri, che ti dicono bravo quando te lo meriti e scemo, sia quando te le meriti che quando gli va di dirtelo solo a uso ridere.

D: Al di là dei generic rompiballe, ché quelli esistono e purtroppo non ci si può far nulla, hai avuto in passato delle animate discussioni sull'Internet con alcuni autori o altre figure del mondo del fumetto, piuttosto note tra chi frequenta i forum del settore. Mi sono sempre chiesto: dici delle cose che danno fastidio, o sono gli altri che preferiscono far finta di niente e girarsi dall'altra parte, ché il mondo del fumetto è piccolo, hai visto mai?

R: Il nostro settore, come tutti i settori, vive di tante convenienze e pure di tanta inconsapevolezza. A me piacciono poco entrambe le cose.
E lo dico con molta semplicità, prendendomi la responsabilità delle mie affermazioni. Eppure, oggi, è pieno di gente che se scrivo qualcosa che non gli piace, non lo dice a me ma chiama in Bonelli, credendo di screditarmi in qualche modo. Fortunatamente, Mauro Marchesseli sapeva bene chi ero quando mi ha voluto dove mi ha voluto e ha sempre rispettato la mia libertà di espressione e la mia onestà intellettuale. È ovvio che se dovessi dire qualcosa di poco consono a nome della Bonelli, mi farebbe a pezzi ma, fino a quando esprimerò pareri personali e me ne prenderò la responsabilità senza nascondermi dietro nessuno, non avrà mai nulla da ridire. Ti assicuro, è il più grosso attestato di stima che mi sia mai stato fatto.


D: Per finire: i colleghi che stimi di più, il personaggio di cui adoreresti occuparti, e il blog che parla (anche) di fumetti più molto flippotrippissimo che ci sia in Italia. Ma l'ultima era una domanda retorica, quindi basta rispondere alle prime due.


R: Autori italiani che stimo particolarmente, per ragioni a volte molto diverse e disparate: Leonardi Ortolani, Gipi, Zerocalcare, Ratigher, Giacomo Bevilacqua, Paola Barbato, Andrea Accardi, Emiliano Mammucari, Werther Dell'Edera, LRNZ, Federico Rossi Edrighi, Mauro Boselli, Massimo Carnevale... ma ce ne sono molti e molti altri. In realtà, sarebbe più facile dire quelli che non stimo: sono molti di meno ed è molto più semplice dire il perché. No. Non chiedermelo. Non lo farò. Sono onesto, non masochista.
Il personaggio di cui adorerei occuparmi... dunque, visto che i personaggi italiani che amo li scrivo o li ho scritti tutti, dico John Constantine.
Quanto al blog fumettistico, hai ragione, è ovviamente una domanda retorica: il mio, ovviamente :D


Ah, ah! (credici)

LE GRANDI INTERVISTE DELL'ANTRO ATOMICO
Leo Ortolani

Tito Faraci
Zerocalcare
Davide La Rosa
Adriano Carnevali 


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Commenti

  1. Ho prenotato Orfani e attendo Ottobre 2014 per leggere la prima storia di Dylan Dog della mia vita. Sono molto contento di questo nuovo corso Bonelli, pur amando anche (e molto) le vecchie serie, ed e' indubbio che RRobe abbia portato una ventata di novita' ed entusiasmo, unite a qualita' (la redenzione del samurai e' una delle cose piu' belle che ho letto ultimamente) che prima non c'era. Complimenti veramente.

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  2. E bravo il Doc che sta semore sul pezzo!! ;) ..ma manca la domanda fondamentale! Recchioni è un antrista? Forse è ancora più retorico chiederlo! :D bella intervista!

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  3. E bravo il Doc che sta semore sul pezzo!! ;) ..ma manca la domanda fondamentale! Recchioni è un antrista? Forse è ancora più retorico chiederlo! :D bella intervista!

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  4. Consiglierei a RRobe, se già non l'ha fatto, di leggersi il ciclo di Ender di Orson Scott Card (sì, ma stampato... non è che mi fidi molto dell'imminente versione cinematografica).
    Il tema "giovani virgulti addestrati (o plagiati...) a prendere a calci in culo l'invasore alieno a cui la razza umana è sopravvissuta a stento, con forte sottotrama politica e sociale" è in pratica la trama del primo libro (e temo che la parte di sottotrama nel film non sarà così evidente, ma [SPOILER] vedremo se anche al cinema i manipolatori del web diventeranno presidenti mondiali [/SPOILER]). Per motivi a me ignoti, pare che la caccia alla fonte di ispirazione sia uno degli sport preferiti dei lettori Bonelli, e siccome mi pare di ravvedere alcune somiglianze con la trama generale di "Orfani" qui descritta, è meglio che RRobe si prepari documentandosi alla probabile salva di critiche con cui potrebbe essere accolto il fumetto. E un grosso in bocca al lupo per un progetto molto promettente!

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  5. Ripongo davvero molte speranze in Orfani per tornare a leggere Bonelli (al di là del mio Texone annuale). In realtà sarei già rientrato dato che ho preso Dragonero, ma vista l'insipienza dei primi 4 numeri credo che verrà resettato da libreria e memoria a breve termine...

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    1. Di Dragonero non so ancora che pensare. Il primo numero non mi era dispiaciuto, ma gli altri boh. Non c'è un singolo personaggio che venga fuori o mi sia rimasto impresso.

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    2. idem, infatti dopo la tetralogia iniziale l'ho tagliato, nonostante la grossa stima che nutro per Vietti e per l'ottimo staff di disegnatori

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    3. A me i personaggi orcheschi son piaciuti assai (Gmor su tutti ovviamente). Secondo me bisogna dargli tempo, come in tutto il fantasy ci vuole del tempo per far carburare e ingranare la storia... (o almeno per me col fantasy è sempre stato così, non mi ha mai preso alla grande dai primi capitolo/minuti/albi)

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    4. Per quanto mi riguarda il problema della saga che copre i primi 4 numeri è che riprende l'introvabile volume del 2007, dando l'impressione di leggere qualcosa di già iniziato: avrei preferito un nuovo o almeno un lancio con la ristampa di quella storia. Inoltre crea una situazione di un certo tipo (addirittura il rischio di estinzione per uomini ed orchi) salvo risolverlo alla Tex, con irruzione di 4 persone contro l'intera armata nemica, che riescono a sistemare tutto senza una perdita. Mi sento preso parecchio in giro e a questo punto lo scarso carisma dei protagonisti diventa il problema minore...

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    5. Mah, non so. Gmor è troppo Ben Grimm. Sul discorso del dargli tempo, qualche altro numero lo prendo. Ma il fatto che mi sia passata la voglia alla quarta uscita non è che mi riempia di entusiasmo.

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    6. Gmor è semplicemente il tipico tizio grosso ma simpatico e dal cuore d'oro, l'elfa orientale la trovo francamente patetica (ma almeno ci risparmiano il solito arco), la sorella pistolera per ora è impalpabile (esisterà mai un albo Bonelli senza armi da fuoco? XD) mentre un protagonista già fatto e finito, già invincibile e con spada magica d'ordinanza lo trovo un errore clamoroso. Non sarebbe stato meglio mostrarci la sua evoluzione nel corso della saga? Da pirletta a ranger di livello epico? Pure Tex Willer nei primissimi albi non era ancora la macchina di morte che diventa in seguito. Qui è già un eroe fatto e finito, al cui cospetto i necromanti fuggono. D'accordo, so che ci toccherà prima o poi il flashback sul passato tormentato, ma la vedo come un'occasione persa, un voler a tutti i costi proporre in chiave fantasy il solito gruppo alla "Tex Willer e i suoi pards".

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    7. Non è introvabile il volume del 2007. Sulla baya ci sta e non solo...c'è direttamente il sito della bonelli. Io l'ho preso da lì per 15 carte mi pare.

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    8. Sulla baia costa oltre 60 euro...

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  6. Dylan Dog mi incuriosisce molto, ho smesso di leggerlo per noia almeno 10 anni fa. Il fatto che venga citato John Constantine a fine intervista, mi fa ben sperare

    P.S.Vedo che anche in Orfani ci sono influenze del caro e buon vecchio SACCHETTISMO :)

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  7. I fumettisti hanno le groupie!!! Ecco, lo sapevo, dovevo fare il fumettista... Tu hai le groupie, Doc?
    Momento PDF: non sono i grandi poteri a derivare dalle grandi responsabilita', e' il contrario!!!
    Comunque non vedo l'ora che esca Orfani, ho la scimmia a mille!

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    1. Era un gioco di parole voluto, neh :)

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    2. Ah, ecco, mi pareva strano...
      Mi cospargo il capo di cenere...
      Comunque sono andato a dare un'occhiata al blog del RRobe (piacevole scoperta) e posso confermarti che il tuo e' molto piu' flippotrippissimo del suo! Ovviamente a Recchioni ho scritto che e' meglio il suo...

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  8. Avere porte spalancate per guardare su personaggi che "producono prodotti" che accendono il tuo interesse o stima, è spesso una brutta esperienza. Soprattutto con gli artisti (gli artisti sono difficili), che più di altre categorie si mostarno molto dissonanti tra l'opera che producono e quello che sono. È la vita.
    Lo squarcio che Rrobe offre nel mostrare come si muove in questo mondo dell'intrattenimento, è spesso terribile.

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  9. Non ho approvato molto il metodo di promozione di Orfani che ha escluso (spero di aver capito male) le fumetterie. Sono d'accordo di puntare sui giovini ma non premiare il tipico lettore da fumetteria non lo capisco; anche a livello di marketing i primi che possono spingere un fumetto sono i proprietari delle fumetterie.

    Quello che ho letto di RRobe mi è piaciuto e anche come scrive sul suo blog non è male (specialmente le recensioni dei film) però ogni tanto mi infastidisce un po' il suo modo diretto di esprimersi giustificato dal fatto di dire “sono sincero e sono mie opinioni”. Detto questo è un grande artista (perché scrive e disegna fumetti è sicuramente un artista) e logicamente è un problema mio, posto il fatto che non sono obbligato a leggere quello che scrive.

    Spero di non essere stato troppo sincero o troppo troll.

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    1. Contento di non aver offeso nessuno e molto meno contento di essermi accorto che, come al solito, ho saltato delle parole nello scrivere (Esempio: perché CHI scrive e dis...).

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  10. Naaa. Per i troll basta Ultimus (che, ogni tanto, infesta anche il mio).

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    1. Robertino, lo sai che il mio cuore pulsa per te, fino a minare la mia etorosessualità. Mi lasciano sempre perplesso le etichette da persona segregata in internet, che non hanno senso nel mondo reale (troll): etichettare le persone ti da modo d'irritarle e accantonarle, non rendendo merito alla mia bellissima e profumata intelligenza! :D
      Comunque, fremo così tanto ad avere in mio nick battuto sulla tastiera da dita di scrittore, che tutto il resto è noia!

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    2. Visto che non sono riuscito ad offenderti ho una piccola curiosità: farai qualche incontro di presentazione prima di Lucca per il lancio? (magari c'è scritto sul sito della Bonelli e io non l'ho visto)

      Detto questo ho messo in casella in fumetteria il numero 1 di Orfani, sono diventato curioso.

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  11. due grandi a confronto :D

    bellissima intervista, anzi più che un'intervista direi un duetto

    complimenti a entrambi ;)

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  12. @doc & @chiunquevoglia: scusatemi, io e dailan è diversi anni che non ci vediamo, ma cosa si intende con "parte il dylan 2.0"? cambiano il "cast"? la location? il personaggio dylan? chi ha buon anima mi ragguaglia con poche righe perfavore?

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    1. Cominciamo col dire che Dylan 2.0 è fuorviante... Dylan dovrebbe (nelle intenzioni degli autori/coordinatori, da quello che ho letto) tornare alle "origini", in quanto durante questi 27 anni si è un po' snaturato il personaggio.

      Il cast non cambia, a parte il pensionamento di Bloch (ma che non sparirà, anzi) e questa nuova figura femminile, a quanto si sa finora. Location neanche, personaggio neppure.

      In sostanza, si prova a ritornare a scrivere delle belle storie horror; prendendo degli accorgimenti che tolgano di dosso le scorie accumulate sul personaggio del signor Dog in questi anni.

      O almeno questo è quello che ho capito io, eventualmente mi correggerà RRobe o chi per lui :)

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    2. grazie, come detto io è tanto che ho salutato dylan proprio perchè pur rimanendo lui non era più lui, ma essendoci lasciati in ottimi rapporti :) l'idea di un ipotetico cambio radicale del personaggio o del suo contorno mi angosciava proprio. felice di sapere che vuole tornare in salute.

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  13. Hum… ma cercare nuovi lettori per il caro vecchio Tex Willer non se ne parla proprio, eh…? Insomma, io non riesco proprio a rassegnarmi all'idea che una bruttissima estate la mia adorata lettura da ombrellone preferita possa scomparire :( O.K., capisco che se proponi Tex ad un bambino di 8/9 anni te lo tira in testa (come feci anch'io…), ma dopo i 15 anni magari… Io iniziai a leggerlo giusto verso i 17 precisamente nell'Estate 1995
    Sulla fantascienza in genere… beh, non mi ha mai fatto impazzire e, a ben pensare, si "sbaglia" sempre, perché penso sia impossibile immaginare correttamente un mondo e/o un universo futuribile ex novo (discorso simile pure per le storie ambientate nel passato) Con le ucronie è diverso perché si lavora soltanto su una singola variabile, per quanto rilevante.
    Ehm… so di rischiare la bannazione eterna dall'Antro, ma per onestà intellettuale devo dire che io, di Dylan Dog, ho letto giusto 3 numeri 3 (credo proprio il 2, 3 e 4) perché le storie mi sembravano remake di film visti in tivvù, come Terminator, ad esempio. Invece il Buon Vecchio Zio Martyn (Mystere) mi è sempre piaciuto un sacco!!!
    Una domanda: perché questa contrarietà all'uso della seconda persona plurale?
    Comunque, noto che il trend del momento è l'umanità attaccata da forze sconosciute, e la riscossa "posticipata" della stessa…
    DOC, un'altra domanda? Qual è il costo (esatto o indicativo) per ogni singola puntata dell'Attacco dei giganti? Cioè, supponendo che mi riesca un 6 milionario al Superenalotto, potrei andarmene in Giappone per "mettere su anime" a mie spese un soggetto su cui lavoro da anni?

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    1. Perché il voi è una forma di cortesia desueta rispetto al lei, essenzialmente. Quanto all'ultima domanda, dipende ovviamente da tanti fattori. So per certo, da fonti dirette, che alcune serie prodotte a metà anni duemila costavano almeno l'equivalente di 75/80mila euro. A episodio, ovviamente. Ma da lì si sale a produzioni con un budget quattro o cinque volte maggiore, dipende. Considera che per ogni serie i soldi ce li mettono la casa di produzione, l'emittente TV, le licenziatarie di giocattoli e merchandising, etc. Ed è così grossomodo da sempre.

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    2. Desueto lo è senz'altro tuttavia, nel caso di ambientazioni "anglofone", c'è una motivazione grammaticale; nell'Inglese si dà del tu a tutti, quindi il voi è un piccolo artificio letterale per trasporre il dialogo nel modo più corretto possibile (almeno, credo sia per questo) (senza contare il fascino di dare del voi a Zio Paperone)

      Fra i 75/100.000€ è un costo, tutto sommato, accessibile, 20 minuti a puntata… diciamo che più che una serie, per il soggetto che ho elaborato, ci potrebbe star tutto in 120barra130 minuti. Dubito che qualche televisione lo compri e lo trasmetta, ma che m'importa? Metterei tutto sul tubo, l'unica cosa che non mi sconfinfera sarebbe dover trascorrere parecchio tempo in Giappone durante la realizzazione, oltretutto affiancato da un traduttore 24 ore su 24 perché l'unica lingua che parlo è l'Italiano :(
      Però gli occhi glieli faccio disegnare con le proporzioni regolari...

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    3. Nota storica:
      il "voi" si è diffuso durante il ventennio perché il "lei" era considerato borghese dalla propaganda fascista. Gli slogan dell'epoca erano del tipo: "aboliamo il lei borghese a favore del voi, molto più fascista". Addirittura una nota rivista femminile intitolata “Lei” cambio nome. Coloro che hanno vissuto l’epoca fascista ovvero sono stati istruiti in quell'epoca si sono abituati ad usare il voi.
      Dopo la guerra, logicamente, questa campagna cretina venne meno e ci fu un progressivo abbandono del voi.

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    4. Al momento non credo che Tex abbia bisogno di nuovi lettori, credo sia sempre o il primo o comunque tra i fumetti più venduti in Italia.
      Io stesso non riesco a fare a meno del mio Texone annuale, nonostante la fase dell'innamoramento sia passata da tempo, a causa delle storie un pelino ripetitive.

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    5. Gli anglofoni non danno del "tu" a tutti, danno del "voi" a tutti. :-)

      Yours truly,
      PDF

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  14. Bellissima intervista!
    Recchioni è un grande!

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  15. Concordo sulla bellezza dell'intervista.
    Seguo Roberto da un po di tempo...
    Penso seriamente una cosa: il mondo del fumetto italiano rinascerà dalla sua mente!
    Lo vedo come un innovatore di questi tempi senza più idee.
    Dico sul serio!

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  16. Considerato che seguo entrambi i blog e i rispettivi profili facebook mi sembra quasi di aver assistito ad un'allegra chiacchierata davanti a un caffé. Intervista divina <3

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  17. Devo dire con tutta sincerità che ho grandi speranze nel RRobe e nel suo lavoro di rilancio di Dyd. Ho letto Dylan dal primo numero e l'ho abbandonato dopo quasi duecento numeri. E il motivo principale del mio calo d'interesse per uno dei personaggi dei fumetti che più ho amato nella mia vita è stata la mancanza di continuity delle storie che ormai erano a schema fisso (La pheega suona alla porta di Dylan, gli affida un caso, la pheega finisce a letto con Dylan e poi lui risolve il caso e via così) quindi quando ho saputo del progetto del RRobe non ho potuto fare a meno che alzare l'indice al cielo e dire "YES!!".
    O da sempre un sogno, che qualcuno ripeschi dalle nebbie del tempo un personaggio di un fumetto che aveva grosse potenzialità ma che ebbe vita breve e lo rilanciasse come si deve facendone una specie di remake, il personaggio è DemonHunter e adesso sogno che sia RRobe a farlo!! Solo che poi mi sveglio! Uffi

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    1. "Risolve" mi sembra un verbo un po' esagerato, visto che 9 volte su 10 la logica sconfina nell'onirico senza capo né coda ;) ...

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    2. Beh si sa che le avventure di Dylan spesso hanno un finale strano, ma quello è un po il segno distintivo di Dyd. Vediamo comunque cosa tira fuori dal cappello il RRobe! :)

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  18. Sono curioso anch'io di vedere come sarà Orfani. Complimenti a RRobe anche per il disegno di apertura, con la chicca della data :)

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  19. questi sono colpi bassi alla mia vogliasoloaparole di ricominciare a leggere serialmente fumetti mentre continuo a prenderne solo un tot ogni tanto...

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  20. Captain Power e i combattenti del futuro !

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  21. Bella intervista! E bel "crossover" tra i miei due blog di fumetti preferiti (flippotrippissimi :D)

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  22. Visto stamattina in edicola ed ero tentato, ma avevo appena preso Nathan Never + Agenzia Alfa e non me la sentivo di sfondare la soglia psicologica dei 10 euro in una volta. Adesso, che ne so un po' di più, quasi quasi...

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