Dragonero n.2, gli altri Battlefields di Ennis, Pino Rinaldi, Daredevil e gli zombie italiani
Nuovo appuntamento con Letti di recente, la rubrica che vi fa cacciare il soldo: robe che hai letto, uh, di recente e che per una ragione o per l'altra ritieni sufficientemente interessanti da parlarne in questo covo di debosciati. Alè, veloci, ché le robe sono tante [...]
Partiamo dai Battlefields di Garth Ennis. Ti sei letto gli altri cinque volumi della collana e, beh, caspita. Anche per la presenza di Carlos Ezquerra alle matite, Carristi e La lucciola e la tigre reale (vol. 3 e 5 della collana) sono molto ennisiani su una scala da zero a tizi che dicono parole di maleducazione a nastro. Raccontano la storia dell'equipaggio di un lucciola, carro armato ibrido con una qualche remota chance di sopravvivenza contro Panther e Tiger tedeschi nella lenta avanzata del post D-Day, guidato da un tizio che parla un dialetto di Newcastle incomprensibile (reso in italiano con il romanesco) e alle prese con la ferrea determinazione di un nazista e del suo equipaggio, dotati dell'avversario più temibile di tutti, un Tiger II, o Tigre Reale.
Gli altri due volumi propongono invece storie meno ennisiane, piccoli, grandi drammi personali, esattamente come ne Le Streghe della Notte e Madrepatria (se ne parlava qui). Dei bombardieri della RAF Ennis si era già occupato in un numero del suo War Story per la Vertigo (il 6, J for Jenny), ma Valle felice è ambientato qualche anno prima, quando i velivoli britannici erano molto meno affidabili e ogni volo nelle tenebre aveva tutti i presupposti per diventare l'ultimo. Specie se a guidarli erano dei poveri australiani di cui a nessuno sembrava fregare qualcosa. Alla fine di tutti i volumi, gli approfondimenti storici scritti da Ennis di cui si parlava la volta scorsa, talmente accattivanti che ne leggeresti un libro intero. Garth? Avanti, su. Per il titolo puoi pensare una roba tipo "La mia fot*utissima storia della WWII". Sold out il primo giorno.
E poi c'è Caro Billy, che... Beh, no, niente: arrivato alla fine, c'avevi un magone gigantesco che faceva le capriole in fondo alla gola. Non vi si vuol dire nulla della trama, perché è meglio scoprire pagina per pagina di cosa parla. Con ogni probabilità, la storia più bella che tu abbia letto negli ultimi mesi. Period.
Quando ti è arrivata a casa una copia di Italian Zombie - Cronache della Resistenza, lo devi ammettere, ti è partito un po' il sopracciglio. Ché le storie di zombie ormai le trovi pure nelle patatine. E poi, zombie in Italia? Mah. E invece hai iniziato a leggerlo e te ne sei staccato solo dopo averlo finito. Questo romanzo corale richiede un grosso credito iniziale in termini di sospensione dell'incredulità: l'epidemia zombie si sta diffondendo rapidamente anche in Italia, i media tradizionali hanno cessato di esistere, ma facebook funziona ancora. E su una sua pagina, un gruppo di sopravvissuti cerca disperatamente aiuto. Le storie che compongono il romanzo sono quindi quelle di queste persone, uomini e donne alle prese con la propria dose quotidiana di apocalisse, a Bologna come a Palermo, a Roma come a Napoli. Alcuni dei nove capitoli, scritti da nove autori diversi, sono più riusciti degli altri, ma nel complesso è una lettura molto piacevole, con un momento, in particolare, davvero toccante.
Il giudizio sul secondo numero di Dragonero, il nuovo fumetto fantasy della Bonelli, è grossomodo analogo a quello del primo, di cui Il segreto degli alchimisti (quel tizio in copertina non è il catananno di Deadpool. Sembra, ma non lo è) porta avanti la storia. In estrema sintesi, l'ambientazione ti interessa e, nonostante alcune legnosità endemiche delle testate Bonelli o qualche eccesso di nomistranimariconoscibili da racconto fantasy, ti piace il modo in cui viene descritta. Carattere del protagonista, però, ancora ciccia. Aspettiamo un altro po', via.
L'estate è quel periodo dell'anno in cui ravanare tra i fumetti in edicola è, per te come per tanti altri, un po' una tradizione. Nata in un tempo ormai remoto in cui in quei mesi lì avevi effettivamente più tempo da dedicare alla lettura, e proseguita anche oggi che di tempo non ne hai praticamente più, soprattutto perché d'estate arrivano in edicola le buste con i topolini vecchi. Spiegoni a parte, qualche giorno fa hai trovato per caso il secondo numero (di 2) di Willard the Witch, miniserie/esperimento (nel senso che se i dati di vendita saranno sufficienti potrebbe nascerne una serie mensile) interamente curata da Pino Rinaldi. La storia di questo secondo numero non ti ha proprio esaltato, diciamo così, ma i disegni sono semplicemente splendidi. Pino Rinaldi, per chi non lo sapesse, fu tra i primi in Italia a sposare uno stile influenzato da Neal Adams e John Buscema, capostipite di una scuola romana poi divenuta famosa con Claudio Castellini, e anche tra i primi a lavorare per la Marvel (su Fantastic Force assieme a Dante Bastianoni, sul Clan Destine di Davis, su Thor e su molte altre testate). Fate un salto sul suo blog per una sbirciatina ai suoi ultimi lavori e, se vi trovate, buttate un occhio all'albo in edicola. Volevi scrivere due paroline anche su Daredevil, serie che stai seguendo in originale e della quale dici sempre grandi cose, ma sì è fatta una certa e devi andare. Diremo allora solo che nell'ultimo numero, il 28, si scopre che il Matt Murdock rEgazzino, quello secchione, gonfiato da tutti come una zampogna e lui muto, ché altrimenti il padre gli dava il resto (e il padre faceva il pugile, ricordiamolo), non era solo un rEgazzino indifeso.
Era anche un incredibile, insopportabile, spocchiosissimo precisino della fungia. Ti è caduto il mondo addosso, guarda.
Partiamo dai Battlefields di Garth Ennis. Ti sei letto gli altri cinque volumi della collana e, beh, caspita. Anche per la presenza di Carlos Ezquerra alle matite, Carristi e La lucciola e la tigre reale (vol. 3 e 5 della collana) sono molto ennisiani su una scala da zero a tizi che dicono parole di maleducazione a nastro. Raccontano la storia dell'equipaggio di un lucciola, carro armato ibrido con una qualche remota chance di sopravvivenza contro Panther e Tiger tedeschi nella lenta avanzata del post D-Day, guidato da un tizio che parla un dialetto di Newcastle incomprensibile (reso in italiano con il romanesco) e alle prese con la ferrea determinazione di un nazista e del suo equipaggio, dotati dell'avversario più temibile di tutti, un Tiger II, o Tigre Reale.
Gli altri due volumi propongono invece storie meno ennisiane, piccoli, grandi drammi personali, esattamente come ne Le Streghe della Notte e Madrepatria (se ne parlava qui). Dei bombardieri della RAF Ennis si era già occupato in un numero del suo War Story per la Vertigo (il 6, J for Jenny), ma Valle felice è ambientato qualche anno prima, quando i velivoli britannici erano molto meno affidabili e ogni volo nelle tenebre aveva tutti i presupposti per diventare l'ultimo. Specie se a guidarli erano dei poveri australiani di cui a nessuno sembrava fregare qualcosa. Alla fine di tutti i volumi, gli approfondimenti storici scritti da Ennis di cui si parlava la volta scorsa, talmente accattivanti che ne leggeresti un libro intero. Garth? Avanti, su. Per il titolo puoi pensare una roba tipo "La mia fot*utissima storia della WWII". Sold out il primo giorno.
E poi c'è Caro Billy, che... Beh, no, niente: arrivato alla fine, c'avevi un magone gigantesco che faceva le capriole in fondo alla gola. Non vi si vuol dire nulla della trama, perché è meglio scoprire pagina per pagina di cosa parla. Con ogni probabilità, la storia più bella che tu abbia letto negli ultimi mesi. Period.
Quando ti è arrivata a casa una copia di Italian Zombie - Cronache della Resistenza, lo devi ammettere, ti è partito un po' il sopracciglio. Ché le storie di zombie ormai le trovi pure nelle patatine. E poi, zombie in Italia? Mah. E invece hai iniziato a leggerlo e te ne sei staccato solo dopo averlo finito. Questo romanzo corale richiede un grosso credito iniziale in termini di sospensione dell'incredulità: l'epidemia zombie si sta diffondendo rapidamente anche in Italia, i media tradizionali hanno cessato di esistere, ma facebook funziona ancora. E su una sua pagina, un gruppo di sopravvissuti cerca disperatamente aiuto. Le storie che compongono il romanzo sono quindi quelle di queste persone, uomini e donne alle prese con la propria dose quotidiana di apocalisse, a Bologna come a Palermo, a Roma come a Napoli. Alcuni dei nove capitoli, scritti da nove autori diversi, sono più riusciti degli altri, ma nel complesso è una lettura molto piacevole, con un momento, in particolare, davvero toccante.
Il giudizio sul secondo numero di Dragonero, il nuovo fumetto fantasy della Bonelli, è grossomodo analogo a quello del primo, di cui Il segreto degli alchimisti (quel tizio in copertina non è il catananno di Deadpool. Sembra, ma non lo è) porta avanti la storia. In estrema sintesi, l'ambientazione ti interessa e, nonostante alcune legnosità endemiche delle testate Bonelli o qualche eccesso di nomistranimariconoscibili da racconto fantasy, ti piace il modo in cui viene descritta. Carattere del protagonista, però, ancora ciccia. Aspettiamo un altro po', via.
L'estate è quel periodo dell'anno in cui ravanare tra i fumetti in edicola è, per te come per tanti altri, un po' una tradizione. Nata in un tempo ormai remoto in cui in quei mesi lì avevi effettivamente più tempo da dedicare alla lettura, e proseguita anche oggi che di tempo non ne hai praticamente più, soprattutto perché d'estate arrivano in edicola le buste con i topolini vecchi. Spiegoni a parte, qualche giorno fa hai trovato per caso il secondo numero (di 2) di Willard the Witch, miniserie/esperimento (nel senso che se i dati di vendita saranno sufficienti potrebbe nascerne una serie mensile) interamente curata da Pino Rinaldi. La storia di questo secondo numero non ti ha proprio esaltato, diciamo così, ma i disegni sono semplicemente splendidi. Pino Rinaldi, per chi non lo sapesse, fu tra i primi in Italia a sposare uno stile influenzato da Neal Adams e John Buscema, capostipite di una scuola romana poi divenuta famosa con Claudio Castellini, e anche tra i primi a lavorare per la Marvel (su Fantastic Force assieme a Dante Bastianoni, sul Clan Destine di Davis, su Thor e su molte altre testate). Fate un salto sul suo blog per una sbirciatina ai suoi ultimi lavori e, se vi trovate, buttate un occhio all'albo in edicola. Volevi scrivere due paroline anche su Daredevil, serie che stai seguendo in originale e della quale dici sempre grandi cose, ma sì è fatta una certa e devi andare. Diremo allora solo che nell'ultimo numero, il 28, si scopre che il Matt Murdock rEgazzino, quello secchione, gonfiato da tutti come una zampogna e lui muto, ché altrimenti il padre gli dava il resto (e il padre faceva il pugile, ricordiamolo), non era solo un rEgazzino indifeso.
Era anche un incredibile, insopportabile, spocchiosissimo precisino della fungia. Ti è caduto il mondo addosso, guarda.
Nooooooo Daredevil PdF nooooooooooo ....il piccolo Murdock alla scuola di Ciclope .... Buona settimana agli Antristi
RispondiEliminaPer questa volta ho già dato, Battlefields l'ho comprato tutto la volta scorsa e lo devo ancora leggere; quando trovo un attimo in cui sono abbastanza rilassato e non sono stanco morto per colpa del lavoro me lo leggo tutto. Detto questo, se cerchi un fumetto che ti torca le budella per via delle emozioni forti, non c’è niente di meglio di Ikigami, dieci volumi con due storie autoconclusive per volume legate da un sottile filo rosso che si dipana nell’ultimo volume (il meno bello, secondo me).
RispondiEliminaPer il resto passo, anche se il fumetto fi Rinaldi richiede un investimento minimo.
PS: rimango in attesa della tua opinione su Kappa - La scena dell'Inferno, come sempre senza fretta.
Cèlo. Coming soon
EliminaEccellente, (detto alla Montgomery Burns).
EliminaSono d'accordo con te per il secondo numero di Dragonero, che conferma la mia impressione inizialmente positiva. Nonostante non sia un grande appassionato del genere fantasy, trovo questa serie molto intrigante, con una narrazione equilibrata e dinamica, alternando azione e introspezione nelle giuste dosi. La cosa che mi ha poi felicemente sorpreso è la quantità incredibile di concetti e dettagli su personaggi, ambientazioni , scenari e mezzi, tanto a livello narrativo quanto visivo. Si vede che è una serie che è stata pensata a lungo (15 anni addirittura) e anche se il protagonista non è stato ancora approfondito, la sua caratterizzazione iniziale non mi sembra sopra le righe (cioè tipo bisteccone con spadone che mena a destra e a manca), anzi, c'è una discreta interazione con gli altri personaggi che dovrebbe favorire una certa introspezione. Vedremo come evolverà.
RispondiEliminaDaredevil piace anche a me (non per niente è il mio personaggio Marvel preferito in assoluto) e seguo la serie in italiano, trovandola gradevole e brillante anche se un po' lontana dalle atmosfere noir-urbane alla Frank Miller alle quali sono particolarmente affezionato.
Il bello, secondo me, è proprio che ci si è voluti allontanare dalle atmosfere noir (ormai trite e ritrite sul personaggio), tornando a una testata brillante e perfettamente immersa nel Marvel Universe. L'uso di quei colori così brillanti, del resto, non è ovviamente un caso.
EliminaL'ultima vignetta mette Matt Murdock in competizione con l'altro MM (Mickey Mouse): saranno le iniziali?
RispondiEliminaA proposito: in uno dei numeri del Topo che "mi hai fatto comprare" (forse il primo della storia di Moby Dick), Tip e Tap - "stimolati" da Gambadilegno - si esibiscono in una performance di PdFtudine da far tremare Topolino... ma sono sempre così?!?
Allora batlefields va proprio comprato!!!
RispondiEliminaA questo punto tocca pure andare a comprarsi un numero di devil e vedere.
Grande doc che ti metti a rimestare nelle edicole è una delle mie attivitá preferite, un rito che porto avanti da sempre, con un nome tutto suo che gli avevo dato da bambino
Ah, Dragonero! Un po' mi incuriosisce, visto che amo il classico fantasy e non leggo fumetti italiani da un secolo e mezzo....
RispondiEliminaDoc, recupera Devil - Gli ultimi giorni
RispondiEliminapoi ne riparliamo XD
La sto seguendola :)
EliminaSeguita in originale, molto bella!
EliminaLa serie Devil di Waid è semplicemente fantastica, anzi meriterebbe un tuo post a parte (fallofallofallo). Le mie letture estive sanno di Topolini stropicciati e classici Urania col prezzo ancora in lire! :D
RispondiEliminaCi penso da tempo. Prima o poi lo faccio, ché la serie merita (che anche gli altri la leggano).
EliminaIo dopo aver apprezzato moltissimo il primo (e solo) numero letto aspetto ancora che la pubblichino in un'edizione monografica decente: almeno un Marvel Best... mi sono stufato (aka non ho più la possibilità economica, né lo spazio fisico) di comprare le storie in doppio, prima albetti antologici poi volumi monografici. ;)
EliminaDaredevil di Mark Waid è una delle serie Marvel monografiche più belle del momento (assieme ad Hawkeye e - incredibile ma vero - Superior Spider-Man).
EliminaNo, a sto giro non mi hai convinto. Salvo una curiosità tendente al lo-rimpiangerò per i lavori di Ennis, non ho percepito l'impulso a fiondarmi in fumetteria.
RispondiEliminaIl portafogli ringrazia :D
Oh, io almeno Caro Billy lo prenderei ad occhi chiusi. Stramerita.
EliminaCi faroCCI un pensierino(ne). Forse.
EliminaAndrà a finire che li piglierò tutti. Maledetto. :P
L'antro è come i borg, OGNI RESISTENZA E' INUTILE.
EliminaDoc per caso leggi il nuovo fumetto di Conan firmato Brian Wood e Becky Cloonan? sarei curioso di leggere un tuo parere a riguardo.
RispondiEliminaAttendo trepidante il post su Devil, serie immensa <3
Saluti :)
No, fico?
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
Eliminafico? ni... anche se da fan del personaggio mi ha comunque catturato.
EliminaE' una rilettura giovanile del cimmero, splendidamente illustrata con uno stile simil tavole di Mignola, praticamente non c'è più quel realismo che caratterizzava i disegni e le storie della coppia Busieh e Cary Nord. Se ti capita prova a sbirciare il primo numero.
DCacchio, il n 1 di Willard me lo sono perso, peccato!
RispondiEliminaMa lo sai che Battlefields continua? Due nuovi volumi, The Rise and Fall of Anna Kharkova e To the Green Fields and Beyond portano avanti le storie dell'aviatrice russa e del carrista di Newcastle. Comunque sia, pur piacendomi, con l'esclusione di "Caro Billy" (un capolavoro), ho trovato Battlefields più documentato ma meno incisivo e potente di "Storie di Guerra". Basti fare un paragone tra "Valle Felice" e "J come Jenny"! Storie più brevi, ma molto più dure, alcune indimenticabili, con momenti quasi evocativi ("Nightingale").
RispondiEliminaComunque sia, con la stessa ambientazione, ti consiglio "Sergente Rock, tra l'incudine e l'inferno" (se non l'hai già letto quando uscì, anni fa) di Kubert e Azzarello, se non altro per i disegni di Kubert. Ti segnalo anche l'uscita di "Sergente Rock, La Profezia", a questo punto uno degli ultimi lavori di Kubert, che però ho trovato francamente un pò deludente.
Non sono un amante delle storie di guerra ma Ennis riesce a farmi piacere pure quelle; e' uno dei pochi autori che pur passando da storie irreali e grottesche a storie realistiche e crude riesce sempre a interessarmi. E Caro Billy e' sicuramente il volume piu' bello di Battlefields! Per il resto Dragonero devo ancora leggerlo (ma il primo numero mi e' piaciuto abbastanza) e Devil me lo leggo in italiano. Personalmente trovo che Waid abbia fatto bene a staccarsi dallo stile noir; dopo Bendis, Brubaker e Diggle (gestioni peraltro eccellenti) la cosa iniziava a stufarmi. End of Days me lo leggo tutto d'un fiato alla fine.
RispondiEliminaBattlefield lo sto cercando gia dall'altro post quando mi capita, e gia so che probabilmente me li prenderò tutti, e sta botta mi ha incuriosito Italian Z, sono troppo debole sotto sto punto di vista, basta che mi metti uno zombie e io sono felice :D
RispondiEliminaSolo a me Murdock rEgazzino nella prima vignetta sembra Fry di Futurama con i capelli afro?
RispondiEliminaPrima di tuttMAPORCAPUPAZZAil28ègiàuscito?!
RispondiEliminaFaccelo un post sul Devil di Waid che è la cosa più superbellissima che abbia letto da un bel pezzo!
E comunque Matt non è PdF, dai, solo un po' sborone... Non mi far cadere così il mio mito/sogno erotico/supereroe preferito di sempre!
Era un rEgazzino senza mamma e col padre pugilista, su...visto poi com'è venuto su, glielo si perdona. Mica è Ciclope! :D
EliminaDragonero dovrei recuperarlo...
RispondiEliminaCastellini... ricordo le stupende copertine della prima cinquantina di numeri di Nathan Never fatte da lui, spesso con la sua firma nascosta in un elemento del paesaggio (erba, polvere, schizzi di acqua). Ogni mese non vedevo l'ora di scoprirla nel bel mezzo dei suoi fantastici disegni.
RispondiElimina