Le grandi interviste dell'Antro atomico: Tito Faraci

Intervista Tito Faraci
Ve la si era promessa tempo fa e finalmente eccola, l'intervista a Tito Faraci. Una lunga chiacchierata fatta al telefono, in cui Tito ha ripercorso le tappe della sua carriera, ti ha spiegato come faccia a saltare come niente fosse da Topolino a Tex e Diabolik, e ti ha svelato anche un po' di cose molto interessanti. Come lavorava il PK Team? Perché la bellissima Mickey Mouse Mystery Magazine non è riuscita a sfondare? Il Topolino superperfettino è un falso storico? Come è stato vissuto dalla redazione Disney il successo di Topolino 3000? Ed esiste davvero un progetto per riportare in edicola il vecchio PK? (No, non esiste un progetto. Ce ne sono due) [...]

Doc: Come diavolo fai, Tito? Come diavolo fai a passare con tale nonchalance da Diabolik a Tex, dalla Disney ai super-eroi? No, cioè: davvero. Mi hai fatto addirittura tornare a comprare Tex dopo vent'anni, e mi è pure piaciuto.

Tito Faraci: Beh, come lettore faccio lo stesso, ed è quello il punto. Così come a un lettore può piacere tanto il fumetto di super-eroi che una serie Bonelli, e può passare dal drammatico al comico in base ai suoi gusti, così un autore, a patto di non essere monomaniacale in quanto a genere e atmosfere, può essere in grado di scrivere delle cose molto diverse le une dalle altre. In realtà un filo conduttore c'è, ed è che sono un autore di genere, molto innamorato dei generi popolari, che hanno raggiunto la maggiore definizione nel cinema degli anni 50 e poi si sono riverberati ovunque e in particolare nel fumetto. Io sono un autore di genere, perché scrivo western, scrivo horror, scrivo commedia, scrivo storie hard boiled, e questo confrontarsi continuamente con i generi dà apparentemente un'impressione di varietà, ma sotto c'è un filo conduttore forte, che è proprio questo discorso della mia passione per i generi. Passione che mi porta a un utilizzo e a una specie di rispetto (e ogni tanto a qualche piccola mancanza di rispetto) dei vari generi.  

D: Sei riuscito a farmi stare un minimo simpatico Topolino. No, dico: Topolino! Il precisino supremo, battuto nelle primarie presidenziali dei precisini galattici solo da Ciclope degli X-Men. Su pressione di un manipolo di antristi disneyani irriducibili, ho recuperato un paio di anni fa tutti i numeri di Mickey Mouse Mistery Magazine e, beh, non è che voglia star qui a ripetermi già alla seconda domanda, ma mi è piaciuta molto pure quella serie. Anderville, il numero zero realizzato in coppia con Cavazzano, è probabilmente la miglior storia di Topolino che abbia mai letto. No, per dire. Che effetto ti fa che di MMMM si parli ancora oggi, dodici anni dopo?

TF: Quel fumetto mi ha portato un'enorme fortuna come autore, permettendomi ad esempio di avvicinare poi il mondo Bonelli in un certo modo. Un fumetto che è piaciuto moltissimo a tutti quelli che l'hanno letto… peccato che l'abbiano letto in pochi. Siccome il gradimento da parte di chi lo leggeva era altissimo, il guaio era che avrebbe dovuto partire col botto e non è successo. Il freno era Topolino. MMMM era per noi - la generazione di autori disneyani di cui facevamo parte io e Francesco Artibani in primis, ma anche Bruno Enna e Silvia Ziche - l'inizio di un lavoro su Topolino ancora oggi non concluso. Il nostro lavoro, poi proseguito negli anni, era quello di riportare il personaggio alle origini. Le origini di Topolino non sono infatti quelle del perfettino, primo della classe, che fa il detective giusto così, perché si diverte. Un Topolino così non ESISTEVA, è un falso storico dovuto a tantissime storie sbagliate, purtroppo anche italiane. Nelle sue origini fumettistiche, il Topolino di Gottfredson o di Scarpa è un controeroe della porta accanto, un personaggio anche fragile, che come accade nei noir finisce in cose più grandi di lui per caso, che deve salvare se stesso e facendolo salva incidentalmente anche il mondo. Un eroe molto proletario che la sfanga con fatica. Nelle storie di Gottfredson tira la cinghia: in Topolino e la banda dei piombatori, Topolino è senza una lira, accetta qualunque lavoro e si mette a fare l'assistente idraulico, finendo coinvolto senza volerlo in un caso criminale. Questo è il vero Topolino, e proprio tornare a raccontare delle storie in cui una persona normale finisce per confrontarsi con casi più grandi di lui era molto topolinesco. Purtroppo abbiamo trovato una barriera: Topolino non stava simpatico ai lettori, a differenza di Paperino/Paperinik, il che aveva decretato il successo di PK. Quindi un'operazione coraggiosa quanto quella di PK, se non di più, non ha avuto tutto il pubblico che avrebbe meritato.       

D: Pur ammorbidite da un'atmosfera comunque disneyana, le storie di MMMM parlavano di mafiosi, politici corrotti e femme fatale. Tra sventagliate di mitra, testimoni da far fuori e battute su personaggi mandati a dormire con i pesci, in fondo alla baia. Sei andato a sbattere contro qualche paletto comunque inamovibile, nonostante la rilettura adulta del personaggio di Topolino? C'è qualche storia/personaggio/spunto rimasto sul tuo computer perché no, anche ad Anderville non si poteva mica?

TF: La lavorazione di MMMM è stata molto laboriosa: ci sono state ad esempio delle scene censurate. Abbiamo provato ad usare a volte delle cose anche un po' eccessive. Ma non mi sono pentito di nulla, perché quando mi si diceva "No, questo è troppo", trovavo delle altre strade per evocare le stesse sensazioni. Mi spiace molto più per una storia che stavo scrivendo, una storia su un'evasione che mi sembrava molto bella, con atmosfere un po' alla Lansdale, con le paludi eccetera, bella plumbea anche se con molto umorismo. Ero arrivato a metà quando mi è stato comunicato che la serie non ce la faceva più ad andare avanti economicamente. Perciò quella storia è rimasta incompleta e peraltro devo averla persa in qualche computer, quindi non ce l'ho più. Ricordo solo che c'era un'evasione bellissima [ride].

D: Peraltro i tuoi esordi nel mondo Disney sono legati proprio a delle storie noir. Storie come La lunga notte del commissario Manetta (Topolino 2147, 21 gennaio 1997) e le altre con Manetta e Rock Sassi, che poi sono finite in un libro Einaudi (Topolino Noir). Come si è arrivati a Mickey Mouse Mystery Magazine?

TF: C'era già in Disney l'idea di fare un magazine dedicato alle storie noir di Topolino intitolato Mickey Mouse Mystery Magazine. A un certo punto Ezio Sisto, che poi sarebbe diventato vicedirettore, si è accorto che su Topolino stavo scrivendo tutte queste storie noir e mi disse "Guarda, se vuoi puoi anche rincarare la dose, spingere sul noir ancora di più di quanto fai sulle pagine di Topolino, perché abbiamo questo progetto. Se ti va ti affiancherei Giorgio Cavazzano" con il quale avevo iniziato a collaborare e per me era una roba fantastica "e potresti provare a realizzare il numero zero". Ho portato allora a casa tutto il materiale che era stato realizzato da vari disegnatori, come la piantina della città, e mi sono studiato tutto. Poi, anche un po' a malincuore, l'ho messo da parte, non perché non l'apprezzassi, ma perché ho scritto una storia mia, poi disegnata meravigliosamente da Giorgio, che ha dato il via a questa saga. Va detto che c'era un rapporto di grossissima comunicazione e circolazione di idee con Francesco Artibani, che in quel momento era molto concentrato su PK, sulla seconda serie in particolare, e io mi sono dedicato a MMMM, ma non facevo tutto da solo: portavo le mie idee in redazione e ne discutevo. Sono riuscito a dare alla serie un taglio autoriale di cui sono molto felice, in particolare nel numero zero, Anderville. I numeri successivi, secondo me molto positivamente, sia chiaro, sono stati un lavoro più di equipe. Io e Francesco [Artibani] ci confrontammo molto sullo sviluppo della storyline, scrivendo dal numero 2 in poi più o meno un numero a testa; poi sono arrivati più avanti anche altri sceneggiatori… insomma, è stato fatto un lavoro di squadra molto interessante. Peccato, perché era un edificio davvero molto vasto quello di MMMM, a cui hanno lavorato tante persone, magari anche solo lasciando un piccolo segno in quel mondo. L'impronta mia di e di Giorgio Cavazzano era molto presente sul numero zero, che molti ricordano, ma c'è stato un lavoro di squadra: se PK aveva il suo PK Team, c'era anche un Mickey Mouse Mystery Magazine Team dietro MMMM. Magari si è percepito poco, perché il successo della serie è stato minore, così come l'interazione con i lettori. Non c'è mai stato purtroppo un equivalente della posta di PK su MMMM.      

D: Da dove è partita la tua carriera? E cosa c'entra Francesco Salvi?

TF: [Ride] Beh, ho una marea di scheletroni nell'armadio! Ho cominciato come fanzinaro. L'origine di quasi tutte le cose buone che ho fatto, e anche di quelle cattive, è che quando ero all'università, nell'85 o giù di lì, ho messo in piedi una fanzine musicale, Anestesia Totale, fotocopiata come si usava allora, con Matteo B. Bianchi, oggi noto scrittore. La fanzine ha avuto un certo successo e da lì è partito un po' tutto. Ho lavorato molto nel campo del giornalismo musicale, occupandomi di quello che è un po' il mio primo e anche unico amore, cioè la musica Indie, anche quella molto dura. Venivo dal punk e dal post-punk e amavo il death metal e le sperimentazioni molto pesanti. Dal 1988 in poi ho lavorato per un paio d'anni con Francesco Salvi su Deejay Show, il magazine di Deejay Television. Facevo con lui un inserto intitolato Coscia, che aveva una grafica da fanzine di fine anni 80. Per questo avevano voluto che a occuparsene fosse un vero fanzinaro come me. Nel '94 mi sono ritrovato a lavorare per un service editoriale guidato da Gianni Bono, che collaborava molto con la Disney, e lì facevo il redattore, seguendo anche ristampe disneyane, di storie di Gottfredson, di Scarpa, dello stesso Cavazzano, in particolare per Topo Mystery, antologico di storie gialle. A un certo punto il mio capo, Gianni Bono, grande collezionista e nome importante della critica fumettistica, mi ha detto "Ti piacerebbe proporre un soggetto per Topolino?". L'ho fatto e il soggetto è passato al primo colpo: si vede che era proprio un segno del destino. Mi ero tuffato, ma dovevo ancora imparare a nuotare: ricordo che mi sono fatto dare alcune sceneggiature di colleghi, ne ho aperto una (non avevo mai visto una sceneggiatura vera) e mi sono detto "Questa cosa penso di saperla fare". Fu un amore a prima vista, quello era il mio lavoro. E mi son messo a scrivere. La mia prima sceneggiatura, Topolino e il campione terrestre, che non è stata la prima ad esser pubblicata, fu affidata a Massimo De Vita, un maestro del fumetto, e alla fine era anche una buona storia. Poi è stata una cavalcata molto veloce, almeno nei primi anni: la terza storia l'ha disegnata Cavazzano, per dire, una delle primissime storie l'ha disegnata Romano Scarpa, inviandomi anche un biglietto di complimenti… Insomma, i primi sono stati anni molto gloriosi. E siccome non ero già un ragazzino, in quanto già trentenne, molta gente crede ancora oggi che io abbia alle spalle una lunghissima carriera, ma in realtà non è così lunga. Comincia dopo la metà degli anni Novanta.

D: PK, si diceva: serie per la quale hai scritto alcuni numeri ancora oggi idolatrati dai fan, come Trauma (PKNA #10), e le Angus Tales, le storie di Angus Fangus in coppia con Silvia Ziche. Ziche che tra l'altro, in un'intervista rilasciata tempo fa, ti definiva il miglior sceneggiatore con cui lei abbia mai lavorato in vita sua. Che ricordi hai del PK Team?

TF: Ricordi meravigliosi, perché ci si divertiva tantissimo. Eravamo animati da una specie di spirito carbonaro perché convinti, non con tutti i torti, che ci fosse una fazione all'interno della Disney che non ci vedeva di buon occhio. C'era sempre questo clima simpaticamente cospiratorio, una gara ad alzare l'asticella ogni volta un pochino di più, di metterci contenuti sempre più insoliti e anche duri, un umorismo sempre più sofisticato. Con Silvia Ziche abbiamo fatto Boris prima di Boris: chiunque abbia letto Motore/Azione (PKNA #15) non può negarlo! [ride] E poi ricordo che eravamo in grande competizione, ma questo non ci impediva di essere grandi amici, perché le persone con cui lavoravo erano anche quelle che frequentavo. Se a qualcuno di noi veniva un'idea, anche alle dieci, undici di sera, correva a telefonare agli altri. Ricordo personaggi anche importanti all'interno della redazione: due in particolare che voglio citare sono Ezio Sisto, vicedirettore fino a due mesi fa di Topolino, e Valentina De Poli, che si occupava delle rubriche, importantissime in PK, e che oggi è la direttrice di Topolino. Perciò puoi ben capire quanto sia legato all'attuale direttrice di Topolino. All'epoca, inoltre, non era così diffuso l'amore per le serie televisive: a me piacevano tantissimo i telefilm e lavorare con quella logica, sul concetto di serialità, era anche una cosa avanti.

D: Avete portato la continuity là dove nessun papero era mai giunto prima…

TF: Sì, in PK c'era fortissimo il senso della continuity, che poi ho portato un po' nelle storie noir che ho scritto. Erano storie in cui a volte immaginavo che tutte le storie precedenti di Topolino e Gambadilegno fossero realmente avvenute e quindi loro avessero questa percezione del loro passato. E quando dai un passato a un personaggio, gli dai anche un futuro. In seguito, quando ho cominciato nel '98 a scrivere Diabolik, lavorando molto con Mario Gomboli, l'attuale direttore, abbiamo costruito una continuity di Diabolik che oggi è anche perfino un po' ingombrante [ride]. Questo pallino me lo sono un po' portato dietro.

D: Lo spirito carbonaro di cui parlavi prima, in seno al PK Team, si percepiva anche leggendo gli albi. Io che a PK sono arrivato tardi, a rileggere in tempi recenti non solo quelle storie, ma quelle rubriche, quegli editoriali così criptici, ho avvertito la fortissima sensazione di qualcosa di fresco e frizzante. Di un qualcosa vissuto con la libertà di poter fare di tutto, vista la risposta entusiastica del pubblico e la sua partecipazione…

TF: Pensa che la prima volta che ho visto una mail in vita mia è stata nel '98 dopo l'uscita di Trauma. È arrivata una mail di un lettore alla redazione di Topolino e me l'hanno passata. I lettori del tuo blog che non sono ragazzini ma cominciano ad essere vecchietti come me ricorderanno che nella seconda metà degli anni Novanta le mail non erano ancora una cosa così comune. Per me allora erano ancora un po' un oggetto misterioso. Poi sono nati i primi forum di PK, molto attivi e reattivi; c'era la percezione di un pubblico che ti seguiva, se vogliamo, anche su canali un po' anticonvenzionali per l'epoca. Un pubblico che ti stava addosso e che ti divertivi a prendere un po' anche per il culo, ma sempre con affetto. C'era la sensazione di un collegamento e di un confronto diretto con i lettori, cosa che poi ha preso anche una brutta piega negli anni. All'epoca a me sembrava bellissima, poi ho capito che un autore deve imparare anche a farsi un po' i cazzi propri [ride].

D: Ecco, a proposito di brutte pieghe. C'era una serie che i lettori amavano, c'era un'interazione con il pubblico che non si era mai vista, con i tormentoni, il poche ragazze da quelle parti, i criceti e tutto il resto. Cosa è andato incredibilmente storto con la terza serie di PK, secondo te?

TF: Non ho problemi a dirti che PK-Pikappa è stato un errore, un esperimento fallito. Certamente le cose non stavano andando bene come vendite, c'era stato un calo. Il grosso equivoco fu quello di credere che la continuity molto complicata e complessa di PK, anche un po' per iniziati, dovesse essere semplificata fino ad eliminare quasi tutto, a buttare via il bambino con l'acqua sporca. Sì, si poteva in qualche modo semplificare, cercare di rendere più accessibile la serie per i nuovi lettori o per quelli occasionali, rendere la continuity meno opprimente. Ma quello che è stato fatto, un colpo di spugna così, è stato eccessivo. I lettori molto affezionati, che avevano seguito l'evoluzione tra la prima e la seconda serie, che portava avanti la storia della prima come una seconda stagione della stessa serie televisiva, non lo digerirono. Parte del grosso equivoco fu anche - ed è storia nota - il videogioco sviluppato su PK [Chi è PK? per PS2 e GameCube]. Una produzione internazionale, chiaramente, in cui il personaggio era stato semplificato, e si pensò che il fumetto dovesse rispecchiare il gioco, come avviene per i super-eroi quando esce un loro film e anche la serie a fumetti viene ricalibrata per allinearla alla pellicola. Si pensava che il videogioco sarebbe stato un successo, anche se poi così non è stato, e questo spinse nella direzione della semplificazione del personaggio. Inoltre sia io che Francesco Artibani, due grossi motori di PK, stavamo facendo altro. Io addirittura fuori dalla Disney, Francesco stava lavorando su W.I.T.C.H. e Kylion, quindi anche noi che ci tenevamo molto eravamo altrove. Un insieme di fattori portò a correre quel rischio, ricominciare da zero, e il risultato ha scontentato tutti. Un paio di storie le ho scritte anch'io: una di cui non sono contentissimo e un'altra, Creature dagli Abissi con Fabio Celoni (PK-Pikappa #13), che ricordo invece molto volentieri. Va anche detto che la serie stava avendo una sua fine naturale, dopo una vita editoriale comunque lunga, che oggi può sembrare corta solo perché in Italia siamo abituati a fenomeni che durano decenni. Ma l'avventura di PK è durata comunque abbastanza.

D: Parlando di scelte editoriali della Disney, Topolino 3000 ha rappresentato da un lato un bellissimo albo commemorativo (la storia che hai realizzato con Cavazzano, che incarna in Gambadilegno il vecchio lettore di Topolino oggi adulto, è a tratti perfino commovente). Dall'altro, voluta o meno, è stata una mossa di marketing riuscitissima per il settimanale. Spinti dall'occasione e dalla caccia al numero che spariva dalle edicole alla velocità della luce, sono tornati a leggerlo lettori che non prendevano in mano il Topo da anni. E che hanno potuto valutare la qualità degli autori oggi al lavoro sul settimanale. C'è in Disney la volontà di sfruttare l'occasione per dare inizio a un nuovo corso?

TF: Il clima che si respira adesso nella redazione di Topolino, nonostante questo sia un periodo di grandi trasformazioni, è di grande euforia. Sono stato in redazione pochi giorni dopo l'uscita, e c'era veramente un clima di festa. Il grande merito di tutto va a Valentina De Poli. Un numero come Topolino 3000 è chiaramente frutto del lavoro del direttore, come avviene per qualunque numero commemorativo di un periodico. C'è stata la volontà da parte della direzione e della redazione di spronare gli autori a dare il massimo. Sarà stata magari anche una manovra di marketing, ma alla base di tutto c'è un grandissimo entusiasmo. C'è anche una positiva sorpresa nel successo, una gioia per la scommessa che ha funzionato. Un grandissimo slancio, una voglia di mostrare i muscoli che ha contagiato anche noi autori, spingendo ognuno a tirar fuori il meglio. Io stavo scrivendo quella storia con Cavazzano e mi sono venute in mente all'inizio tante cose, anche complesse. A un certo punto volevo scrivere una storia che avesse dentro tremila parole, con tremila lettere, una roba ingegnosa di questo tipo. Poi ho lasciato perdere e mi son detto: "La scrivo così e spero che il lettore la capisca". E ho scritto una storia unplugged, intimista, che parla di come un fumetto può accompagnare tutti i momenti della nostra vita, intrattenerti, esserti vicino sempre e anche commuoverti, facendoti ricordare il tuo passato. La storia si svolge per questo in ambientazioni quotidiane, come la fumetteria (che ricorda la fumetteria SuperGulp di Milano in cui vado io), senza viaggi ai confini dello spazio e in cui Topolino c'è poco ma allo stesso tempo c'è sempre, perché è una storia su Topolino, il settimanale. Una storia con personaggi semplici che Giorgio ha realizzato a matita. Avremmo potuto usare l'orchestra, visto che era il numero 3000 di Topolino, e invece siamo andati lì con voce e chitarra acustica. Avevo il terrore che questa cosa non fosse capita, e invece son stato premiato perché è piaciuta molto, molti si son commossi come mi son commosso io a scriverla. Ed è stato così anche per gli altri autori. Conoscendoli, ognuno ha messo qualcosa di più in quelle storie.

D: Mi ha colpito molto il fatto che il personaggio scelto per rappresentare il lettore sia stato Gambadilegno. Perché proprio lui?

TF: Perché il lettore non si identifica con Topolino, mentre con Gambadilegno sì: tutti noi alla fine siamo un po' dei cialtroni, dei Gambadilegno. Gambadilegno rinuncia a 3000 dollari, non a 300mila, ed è una storia che potrebbe capitare a tutti: trovi il numero 1 del fumetto che ti piaceva da bambino e vale una bella somma, ma non un capitale. Stai per andare a venderlo, ma poi ti dici che non te ne frega dei soldi e te lo tiene. Il gesto eroico che fa Gambadilegno non salva il mondo, ma è un gesto bello lo stesso, e non c'è niente di più bello del ritrovamento di una cosa fantastica di cui decidi di non liberarti, anche se ci potresti guadagnare qualcosa. A me è capitato spesso! Trovi un disco, un fumetto che hanno un valore collezionistico: potresti venderli su ebay, ma alla fine non lo fai e te li tieni.

D: Chiudiamo con la domanda inevitabile: PK. Proprio dal tuo podcast, Tizzoni d'Inferno, è arrivata durante l'intervista a Catenacci la prima conferma del rilancio di PK. Si sa da allora che PK torna, ma non si sa quando e come, ossia di quale PK si stia parlando. E allora: quando e come torna PK? 


TF: Per la prima volta in questa intervista, in cui ti ho parlato con il cuore in mano, non posso risponderti liberamente… ma qualcosina posso dirtela. Siamo tutti molto legati a PK, in particolare la direttrice Valentina De Poli, che come detto ai tempi faceva parte del team. Le richieste per PK sono tantissime, e la questione non è tanto in quale contenitore farlo tornare, ma di ritrovare quello spirito. Sia io che Francesco Artibani abbiamo elaborato un po' di idee per tornare a utilizzare quel personaggio e quel mondo. Ma sono due progetti paralleli: lui ha avuto un'idea, io ne ho avuto un'altra, potevano convivere e ci siamo portati avanti. Ora non so chi di noi due sia più indietro [ride], ma ho promesso l'altro giorno in ginocchio, e quindi ripeto la promessa di fronte a voi e alla redazione di Topolino, che settimana prossima comincio a scrivere il mio progettino. Tavola 1, esterno giorno, e mi metto a scrivere. Poi dove verrà ospitato, e in che modo ho ritrovato il mondo di PK, lo scoprirete…

Un enorme grazie a Tito per la disponibilità e la bella chiacchierata. Lo seguite Tito su Twitter, vero? Beh, se non lo fate, fatelo: @titofaraci. Dove lo trovate un autore che quando volete interloquire con lui risponde sempre alle vostre domande? Appunto.


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Commenti

  1. Mi viene da piangere lacrime napulitanissime :') le storie di Tito sono tra quelle che più mi hanno segnato nel finire dell'infanzia e l'inizio della preadolescenza, dovrei avere ancora in giro il primo MM e pure un poster che se non ricordo male (e potrebbe benissimo essere) ti spedivano con un questionario...ma vallo a trovare mo, dannati siano i mille traslochi

    Mi ricordo vagamente che, pur animato da un infervorato spirito critico sin da piccolo le mie risposte erano qualcosa del tipo "va benissimo così!! è meraviglioso, vi amo!!"

    E (come tutti) pure io venivo da una lunga stagione d'odio profondo per Topolino in quanto personaggio, il che rendeva tutto più eclatante

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  2. Ah, o si parla della sua apparizione sulle pagine di Rat-Man, o un'intervista a Tito Faraci non vale! :D

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  3. Grazie! Una bella intervista come ai vecchi tempi, chiacchierando liberamente con un registratore acceso. Mi sono divertito.

    Ciao

    Tito Faraci

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  4. Sto male. Lunga vita all'imperatore Tito e a PK!

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  5. Non conoscendo il resto delle storie sceneggiate da Faraci, approfitto del post per fargli i complimenti per la storia di apertura di Topolino 3000, un capolavoro che mi ha davvero commossa e mi ha fatto ripensare a quando non vedevo l'ora che uscisse il settimanale del Topo per immergermi nelle Avventure dei personaggi Disney.
    Dopo miriadi di fumetti letti non è facile suscitare nel lettore "scafato" delle emozioni, quindi ancora complimenti!!

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  6. Sempre belle e interessanti le interviste dell'Antro, spero proprio che il progetto PK risorga al più presto!! E ora la speranza c'è!

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  7. No, dai, complimenti a Tito! Anderville, Motore|azione, Trauma:pietre miliari! e poi un eterogeneità che levati! Ne approfitto per dire che anche W.I.T.C.H. e Kylion avevano un loro dannato perchè!

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    1. Mai letto W.I.T.C.H., ma Kylion non mi dispiaceva. Nell'ultimo numero si percepiva nettamente la chiusura forzata.

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  8. Ottima intervista.

    Mi fa capire che la strada che ho scelto di fare è lunga e sicuramente non facile ma...che da anche tante soddisfazioni.

    Spero di riuscirci :-)

    Grazie Doc e grazie Tito!

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  9. "Quindi ripeto la promessa di fronte a voi e alla redazione di Topolino, che settimana prossima comincio a scrivere il mio progettino."

    Cos'è questo odore di primate che proviene dal mio dorso?

    Grande Tito!

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  10. Se posso dare un consiglio sulla ripresa di Pk,io direi di fare una partenza alla Marvel Now!,praticamente intendendo che le storie precedenti siano state vissute,ma i rimandi ad esse devono essere pochi e se proprio necessari,spiegati.

    Ps:Sara' da zappata sui piedi,pero' io mi sono sempre chiesto il perche' la Disney punti cosi' tanto su Topolino,quando e' evidente che il personaggio stia sulle balle a tutti.
    Piuttosto che riportarlo alle origini,sostituirlo con uno nuovo (magari tutto italiano) non sarebbe piu' comodo?

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  11. русский спамер5 giugno 2013 alle ore 09:45

    Eh...lacrime napulitante davvero!

    Allora, niente, ne approfitto per fare la personcina seria e ne butto li' un po':

    - Doc, le due migliori storie con Topolino sono forse "Topolino e il mistero della voce spezzata" e "Pippo 900", rispettivamente come protagonista e come co-protagonista. La seconda storia tra l'altro e' un capolavoro assoluto.

    - Seguo Topolino da 29 anni (ho imparato a leggere a 6 anni, e lo divoro da allora) e mi permetto di dire che Valentina de Poli e' il miglior direttore che Topolino abbia mai avuto. Che poi non so che lavoro faccia un direttore, ma di una cosa sono sicuro: da quando c'e' il suo nome sopra, Topolino non sbaglia un numero. E' infantile, lo so, ma se esistesse il fan club di Valentina sarei il tesserato numero uno (ed e' pure gnocca, tanto per gradire ;-D)

    - Mi piacerebbe tantissimo leggere "La storia di PK vista da Max Monteduro". Vado un po' a memoria, e non me ne voglia Faraci, ma ricordo chiaramente DUE PKNA: uno con il nome di Monteduro sopra, da 10+, ed uno senza il nome di Monteduro sopra, sceso bruscamente ad un 8 1/2. Che e' comunque un risultato notevolerrimo, eh. Sicuramente in entrambe le incarnazioni uno dei miei fumetti preferiti, scalciava cooli e regge botta anche oggi, 15 anni dopo!

    - Egregio Dott. Faraci...quando parli di forum molto attivi ti riferisci a it.fan.pikappa? Farebbe estremamente piacere scoprire, dopo tanti anni, che qualcuno ci leggeva :-)

    Sul resto...quoto a nastro, MMMM non mi faceva impazzire (troppo deus ex machina, ma non e' questo il luogo per approfondire) ma c'era dietro della qualita' enorme -e comunque li ho comprati tutti- e la storia sul 3000 era davvero un bel unplugged.

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  12. Doc. giusto per uscire fuori tema, da si può creare l'account e giocare gratis a Marvel Heroes MMO della Marvel, tu e gli antristi ci giocherete??

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    1. Ho ricevuto inviti per beta varie da mesi, ma non il PC :(

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    2. Dovrebbe uscire comunque a breve la versione per Mac se non erro. Comunque se riesco stasera lo provo, vediamo se è carino o si rivela una meenchiata!!

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  13. doc bella intervista! E questo nuovo PKNA mi scimmia non poco! Speriamo di poterlo vedere prima o poi...


    però fila a correggere quel Rick Sassi :/

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    1. Nel trascrivere tutta l'intervista, il correttore automatico deve averci messo le zampe. Corretto :)

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  14. Ah, quindi esisteva davvero la rivista "Coscia" di cui parlava Salvi al Drive-in, quando faceva il metallaro ("gruppo di rock duro-duro-duro, ci chiamiamo i Budini Molli") e diceva: "e' una rivista che acchiappa..." e poi "anzi solo chiappa, perche' noi siamo molto vvvollgggarrri!" oppure "solo acc, perche' chiappa e' trooppo volgaaare!".

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    1. Da rEgazzino adoravo Salvi. La cassettina di MegaSalvi è stata in heavy rotation nel walkman per mesi. Al di là dei singoli Esatto! e C'è da spostare una macchina, indimenticabili Maionese e Le solite promesse :D

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    2. Indimenticabili, dovrei avere ancora la cassetta.

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    3. "D'inverno tengo il riscaldamento altissimo per motivi religiosi!"

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  15. Il Topo di Gottfredson è proprio quello descritto dal Tito. Nella storia in cui esordisce Tubi, MM si ritrova a rispondere alle domande in un ufficio di collocamento. La dipendente gli chiede quali esperienze pregresse potesse infilare in un curriculum ed il Topo dice che è stato esploratore, pilota e detective e la tizia scrive sul modulo qualcosa come nessuna esperienza rilevante. Ecco perchè finisce a fare il ragazzino di bottega dall'idraulico criminale ( e non è un riferimento alle sue tariffe ).
    Consiglio a tutti gli antristi magari di tendenza ratmaniaca di provare le storie d'antan del Topo ( Il Sosia di Re Sorcio , i team up con Eta Beta ).

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  16. Troppi ricordi per un solo post! Grazie Tito e grazie doc.!

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  17. Senza dilungarmi troppo: GRAZIE, davvero, ad entrambi. Intervista fantastica :-D

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  18. Ecco il ritorno di una apprezzatissima rubrica. Anche io come molti mi sono riavvicinato al Topo dopo una lunga assenza grazie al numero 3000. Devo ammettere che incontrare nuovamente lo Zio Paperone è stato emozionante.
    Bravissimi a Tito e soci.

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  19. anch'io sono ritornato a leggere il topo dopo non so quanti anni con Topolino 3000 e pensate un po,nostalgia ultracanaglia,me lo ha comprato mio papa' come faceva quando ero ancora un bambino,oggi che sono ormai un "vecchio" padre di 2 figli in eta' da lettura pure io...
    nostalgia nostalgia...

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  20. Grande Faraci! non vedo l'ora che torni!

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  21. bell'intervista, prossimo passo per Tito gli USA?

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    1. Oh, Tito negli USA è sbarcato da tempo. Non so di possibili edizioni americane dei suoi lavori Disney, ma di sicuro c'è questo:

      http://www.imagecomics.com/comics/4450/The-Last-Battle-One-Shot-MR-

      ;)

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  22. Bellissima intervista. Speriamo che con PK si ricominci presto, non sto nella pelle.

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  23. La mia infanzia è sempre stata costellata di Topolino e Tex, con Diabolik arrivato in tarda età (ci ho fatto la tesi :-P), unitamente ai fumetti ameriggani.

    Tito Faraci incarna un po' l'evoluzione delle mie letture a fumetti, insomma, e me ne sono reso conto da un po' :-) Seguire quest'intervista è stato bellissimo, anche perché, se Tex ed i suoi pards sono lo sfondo immutabile della mia cultura fumettistica, PK e MMMM ne costituiscono indubbiamente l'apice (e anche X-Mickey l'ho letto con molto piacere). Nessuna esagerazione, davvero. Sorry Stan.

    Porca zozza! quando in una storia c'è lo zampino di Tito e ad i suoi colleghi/amici,me ne accorgo subito :-D

    Grazie della bella intervista, dei ricordi che ha suscitato e... PK! PK! PK! ARRRGHASDOFHAQWDKFGVKBDE!!!

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    1. Ah, dimenticavo: di Salvi ho tutte le cassette, io che di musica ne ho sempre ascoltata poca: da piccolo mi faceva impazzire.

      Le sue avventure con Pippo erano il massimo!

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  24. Complimenti per l'intervista e doverosi complimenti anche al sig. Faraci. :D :D

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  25. Bellissima intervista! Grande Tito Faraci, uno dei migliori sceneggiatori di fumetti, se non il migliore!

    Amo PK fin dal marzo del '96, ricordo ancora il giorno in cui lo andai a comprare, stessa cosa vale per MMMM, anche se poi dovetti smettere di comprarlo perché tra quattro Topolino e un PKNA al mese non mi bastavano i soldi della paghetta, ahimè!

    Ho interrotto la mia collezione di Topolino quattro anni fa, ma per uno scherzo del destino mi sono ritrovato in un'edicola il martedì prima che uscisse il Topo 3000... Comprato all'istante!

    Spero di ritrovare presto Pikappa in edicola, mi farebbe piacere se arrivasse sulle pagine di Topolino! Lo ricomprerei assolutamente!

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  26. Di Faraci ricordo un bel Jungle Town, peccato che non si sia mai andato avanti oltre il primo volume.

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  27. Come ho già forse avuto occasione di dirvi, la mia serie completa di MMMM è ancora in bella vista sulla mia libreria e sono assolutamente di parte! Chapeau!

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  28. Applausi per Tito: per MMMM, per PK, e per tutto il resto.

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  29. Intervista bellissima!
    Divorata con immenso piacere

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  30. Lettore di PK e MMMM sin dalla prima ora!
    Incredibile che due fumetti per certi versi così simili abbiano avuto un destino tanto differente!
    Nel mio carniere ho sia Witch (abbandonato quando non è diventato una specie di Cioè) e Kylion che ahimè non ha avuto il successo sperato.

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  31. Hey Doc! perchè non intervisti D'Angelo sul drive in e sopratutto gli CHIEDI perchè hanno ciuso lo show?

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  32. Grazie. Mi state commuovendo, mannaggia...

    Ciao
    Tito Faraci

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  33. Tutto bellissimo, ma... solo io mi ricordo il maiale Harpo?
    Alle ultime che sapevo Faraci e la Mondini (se ricordo bene) se ne stavano disputando la paternità...
    D.

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  34. eh si sa: i migliori sono sempre quelli che ascoltano "generi estremi": mente più aperta, idee più fantasiose e sorriso a portata di "labbro", anche se in contrasto coi "canoni estetici" dei propri ascolti, grande Tito!

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  35. Io mi ricordo la prima storia di Tito, il campione terrestre... era appena arrivato e già inseguiva il suo progetto di rendere meno PdF il topastro... che in quella storia finiva per essere umiliato sul piano intellettuale dal suo cane! (Pluto, non Pippo, per essere chiari)

    Sulla terza serie di Pk, fu un doppio errore, primo per quanto detto da Tito, secondo perchè per fare quella terza serie chiusero troppo frettolosamente la seconda, che aveva potenzialità discrete, e invece finì per essere un mezzo flop, comparato alla prima... le singole storie niente male, ma la macrotrama finì irrimediabilmente compromessa.

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  36. Arrivo tardi, ma spero che Tito legga lo stesso.

    Sei il mio idolo; fai il lavoro più bello del mondo e lo fai meglio di tutti.

    Ho letto qualsiasi cosa tu abbia mai scritto/sceneggiato, e il numero 0 di MMMM è stato il primo fumetto che ho comprato in vita mia. L'ho letto talmente tante volte che potrei recitarlo a memoria, tavola per tavola.

    Ciao Tito, buon lavoro!

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  37. Bella intervista!

    Complimenti a Tito Faraci, che è sempre stato uno dei miei autori preferiti e che insieme a Silvia Ziche formavano una coppia di ferro.
    A tal proposito, consiglio a tutti (se riuscite ancora a trovarlo in giro) il bellissimo ed esilarante volume autoconclusivo che fecero insieme: "Infierno!"

    ^__^

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