Badass Bastards: The Lost Platoon 2, parte 8

Eccoci: con un ritardo mostruosamente mostruoso, l'ottavo capitolo di Badass Bastards 2. Su, ché ci siamo quasi, e se i tuoi calcoli sono esatti (e non è detto), con il 12 si chiude. Il che significa che mancano grossomodo solo sei o sette anni (ah-ah!). Un enorme grazie, come sempre, a Francesco Codolo per la sua sontuosa illustrazione, ennesima copertina del fumetto inesistente più amato dagli antristi: chi ha letto i capitoli precedenti, sa cosa c'entri quella ragazzina che vediamo accanto a Wendy. Andiamo? Siete pronti a farvi guastare l'umore per il resto della serata? Bene, andiamo. 

.8
 
    
    Fine agosto. 
    
    Il lavoro sul gioco che non si chiamerà più Badass Bastards 2 ma in un altro modo, anche se nessuno ha ancora deciso quale, continua. Più o meno.
    Avete bucato la gamescom di Colonia, ma se non portate qualcosa di anche solo vagamente decente al TGS, il publisher ha giurato di incularvi tutti quanti. Uno per uno. Il problema è che non ce la farete mai. Che sta venendo tutto uno schifo inguardabile. Che siete già belli e fottuti.
    Ogni volta che qualcuno dei giornalisti che conosci ti manda una mail o un messaggio privato su Facebook, ti chiede info e foto del progetto, non rispondi. Un progetto, ormai, non ce l’avete più. Tirate avanti, buttate giù le idee così come vi vengono, senza filtro. Ferri, Martini, la proprietà: nessuno vi controlla, andate a briglie sciolte. A loro frega solo che si faccia in tempo, che si continuino a stampare in fretta questi bulloni. Solo che non sono bulloni. Sono i chiodi della bara in cui rinchiuderete molto presto tutti quanti la vostra carriera e l’intera baracca, e nessuno di quei poveri stronzi sembra rendersene conto. 
   «Dai, gente, animo. In fondo cosa può andare peggio di così?», dice Subotnik dal suo cubicolo. 
   

   «A parte, tipo, tutto?», gli rispondi, ma così piano che forse non ti sente. Non che cambi qualcosa. Non che te ne freghi niente […]
    Tu e gli altri dovreste apprezzare Subotnik quando ce la mette tutta per non far sembrare quel posto frizzante come un campo di sterminio, davvero, ma dopo un mese a contatto con lui nessuno ne poteva più di quei cazzo di aneddoti da turbonerd su Star Wars. Dopo tre mesi volevate buttarlo dalla finestra. Dopo sei, era solo un tizio sullo sfondo. Una maglietta vecchia con Yoda o una felpa con un qualche gioco di parole con il logo sugli Stormtrooper, un invisibile rompicoglioni metà inglese e metà lucano, con la barba sempre di quattro o cinque giorni.
    Di quelle che a Raul Bova conferiscono un certo fascino.
    A Raul Bova.

    Con Phoebe continuate a sentirvi tutto il giorno, tutti i giorni, sul vostro canale privato, l’MSN abbandonato dagli altri vostri contatti. Sono le 18 e qualche noiaminuto quando vedi lampeggiare sull’icona in basso a destra sul monitor la scritta “Banshee”. È l’ennesima canzone triste che ti manda oggi, ma questa non hai alcuna voglia di ascoltarla. 
    Altri messaggi, uno dietro l’altro, bing, bing, bing. 
    

    Si sfoga per la stronzaggine del fidanzato, Jean qualcosa. Non lo sopporta più, dice. Se trova il coraggio un giorno o l’altro lo manda al diavolo, dice. 
    
    «In un’altra vita, in qualche modo, avrei tanto voluto conoscerti prima», dice nella lingua intermedia.
    
    Non hai bisogno di pensare una risposta.
   
    «Un’altra vita non esiste», scrivi di getto. «Abbiamo solo questa».
    Senti crescerti dentro solo una grande rabbia. Dev’essere la faccia che hai fatto, ma Marcio e Pietro si fermano a un certo punto davanti al tuo cubicolo e ti guardano... preoccupati? Spaventati?
     
   «Tutto bene?», chiede il primo.
     
   Gli occhi persi su delle celle di excel, non rispondi.

****
Altri combattono questa guerra perché sono stati costretti a farlo.
Per obbedire agli ordini. 

Per seguire il resto della truppa.

Per sopravvivere.
Non è il nostro caso.
Noi non siamo soldati. Siamo guerrieri.
Tutto ciò che chiediamo, è di avere vigore sufficiente nelle gambe per correre incontro al nostro destino.
Un cuore limpido per fare quello che ci è richiesto dal Signore.
Forza nelle braccia per reggere il nostro fucile.
Siamo guerrieri, e questa è la nostra Guerra Santa.

Mi chiamo Matt, e non sono un soldato.
Ho lasciato tutto quello che avevo perché la Guerra Santa mi ha chiamato.
Mi chiamo Matt, e sono un Guerriero di Gesù.
Ho abbandonato la mia casa per combattere in suo nome.
Per uccidere tutti gli infedeli che popolano queste terre.
Urliamo il suo nome, correndo giù per la collina.
Non abbiamo paura.
Le granate nelle cinture, il C4 sotto la corazza in kevlar.
Se deve, ognuno di noi sa quello che deve fare.
Se deve, ognuno di noi è pronto a morire.
Non siamo soldati, siamo guerrieri.
E questa è la nostra crociata.


    Rileggi alcuni pezzi del file Romanzo-Crociata.doc, saltando da una pagina all’altra, ma è tutto inutile, non ti viene in mente nulla. Avevi pensato a una grande battaglia, la follia di questi esaltati che si lanciano in un attacco kamikaze contro una guarnigione di arabi, descritta sempre in soggettiva. L’inversione dei ruoli tipica da scenario fantascientifico per sorprendere il lettore. Ma fa tutto schifo. Tutto quello che fai, qualunque cosa che rappresenti o su cui tu metti le mani tu, fa schifo.
    Non vali niente.

    Gloria, che è ancora la Gloria 1.0, la Gloria dolce di cui ti eri innamorato e che è tornata ad essere da qualche tempo, è preoccupata di vederti così, dice. Perennemente arrabbiato per il lavoro. Ma non sa che non è il lavoro. È anche lei, è la vita che fai, è tutto. È questo fottuto senso di colpa che ti impedisce di fare quello che vorresti, e cioè prendere un aereo per Parigi in questo preciso istante. Lasciarti tutto dietro, fuggire.
    Sei un vigliaccio se molli tutto, o lo sei solo se non trovi il coraggio di farlo?

    Una volta, era fine agosto come ora, eravate sul lago con tuo padre per un’uscita in barca. Aveva insistito talmente tanto per fare quel giro che non avevi trovato la forza di dirgli di no. Lo sapeva che per te tutto ciò che aveva a che fare con quel lago era solo una gran rottura di coglioni. L’avevi sempre odiato quel posto, sin da ragazzino. I tuoi compagni di scuola andavano al mare, a buttarsi tra le onde e giocare a pallone in spiaggia al tramonto, e te invece a rigirarti i pollici assieme a tuo padre e a tua madre in un posto dimenticato da Dio in mezzo alle montagne. Sulla sponda più deserta del Tridergio, dove l’unico altro ragazzino della tua età trascorreva sì e no due fine settimana all’anno. Ed era uno stronzetto insopportabile.
  
    Ma tuo padre l’adorava, e siccome si spaccava la schiena tutto l’anno per la famiglia, in vacanza si andava dove decideva lui. Quel pomeriggio era diverso. Era fine agosto ed eravate già tornati in città da dieci giorni. Non capivi perché ci tenesse tanto a portarti in barca sul lago quella domenica. Avevi già quattordici anni, eri grande per quelle stronzate, che gli diceva la testa.

    «Qual è la cosa che sogni di più nella vita, Gabri?», ti chiese all’improvviso, mentre il sole basso trasformava quel ramo del lago in una grande pozza dorata. Uccelli di un qualche tipo facevano chiasso sullo sfondo, in giro oltre a voi non c’era anima viva, se non un pescatore a mille chilometri o più. Fargugliasti qualcosa su una nuova console che sarebbe uscita a Natale.
    

    Tuo padre rise forte. Rise forte e poi tossì, una, due volte. Ma la sua non era tosse.
    «Avrai tanti sogni nella vita, Gabri» disse guardandoti con occhi grandi e un po’ lucidi. «Non lasciare che nessuno te li porti via. Perché lo fanno, eh. Perché tutti godono nel vedere i sogni degli altri andare in frantumi. Non c'è niente che dà più soddisfazione al prossimo che vedere le persone in ginocchio. Ma tu i tuoi sogni tieniteli stretti, Gabri. Fregatene di quello che pensano gli altri, la gente: fai sempre e solo la cosa giusta».
    Eri solo un ragazzino troppo stupido e annoiato per capire il significato di quelle parole, ma negli anni, ricordando con un grandissimo senso di colpa quello che ti aveva detto tuo padre l’ultima volta che eravate rimasti da soli, ti saresti ripetuto due cose. Che quando avresti voluto dirgli che gli volevi bene, e ringraziarlo per tutto, era ormai troppo tardi. E che ci avresti provato. Ci avresti provato sempre a fare la cosa giusta.
   

    Il problema, pa’, è sempre lo stesso: qual è la cosa giusta?
****
    Sono le 7 e cinque di un venerdì mattina. Non ti interessa più neanche del week-end, tanto sai che lunedì la giostra tornerà a girare.
    Stai bevendo il latte freddo direttamente dalla bottiglia, a petto nudo davanti al frigo. Gloria ti accarezza la nuca con le unghie e ti sorride. Sai cosa vuol dire, ma le dici che ora non c’è tempo. Ti fa le fusa, ti dice che verrà presto sera, che ti aspetta.
    Ti squilla il cellulare: è il tuo capo, GianMaria Ferri lo stronzo.
    Non ti ha mai chiamato sul cellulare prima d’ora.

    «Zainer, sei ancora a casa? Devi venire subito», dice con il tono di voce più agitato del mondo.
    «Ma sei già in ufficio, Ferri? Che diavolo dici, sono le sette del mattino», biascichi cercando di non far colare il latte, il cordless stretto tra orecchio e collo, le unghie di Gloria che ti accarezzano ancora la nuca.
    «Devi venire qui subito», ripete, e sembra quasi stia per scoppiare a piangere. «Qui è successo un casino della madonna».


[CONTINUA]

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Commenti

  1. Evvai...
    Adesso non ci sono più per nessun!!!

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  2. Fatto... ma rimortacci, tutto questo tempo e mi lasci così con una suspense. Questa è cattiveria!

    A parte le pirlate che scrivo (che mi vengono così naturali che non capisco come faccio) la storia è bella e ha aggiunto aspettative alle aspettative delle aspettative.
    Quando puoi fammi sapere come va a finere.

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  3. dillo però che un pò ti ci diverti anche a dare (poche) carote e (tante) bastonate alla scimmia che ho sulla spalla :(
    mi sta piacendo sempre di più, adesso però l'altra scimmia, quella di Frankie, protesta ;)

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  4. Ma Doc, visto che un fumetto l'hai già scritto, e visto che un'illustratore già l'hai trovato, c'è la possibilità di vedere il tutto trasformato in un bel volume? :D



    (Lo scrivo qui, per non semrbare un avvoltoio, però se interessa sto studiando sceneggiatura per fumetto, e se ti serve una mano son qui! E giuro di essere più gentile di GianMaria Ferri! :D )

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  5. Doc, ma perchè non inoltri questo capitolo agli sceneggiatori di The Walking Dead per mostrare cosa sia un vero e proprio cliffhanger, visto come hanno chiuso la terza stagione?

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  6. Altro cliffhanger...ma veramente finisce tra solo altre 4 puntate? Pensavo fosse una storia di più ampio respiro!

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  7. Buoni. Pensiamo a finire questo, poi si riprende Frankie.
    Per la versione a fumetti di cui parla Ferri: ci sono storie più adatte a una trasposizione a fumetti, altre molto meno. Altre come questa, tutta monologhi: se non sei Miller o Lapham, viene uno schifo. Mi piacerebbe, come detto in passato, realizzare davvero un fumetto sulla vita di Wendy Khane. Chissà... :)

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  8. Caro Doc, non puoi capire come stavo aspettando questo storia,complimenti...mi ha preso più della scimmia che ho per la seconda parte del finale di Breaking Bad,ancora grazie per questa storia

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  9. Cazzo DOC pubblicalo e facci un pozzo di soldi! E non te ne uscire con la cosa l'antro serve solo per hobby, per pagare le bollette faccio altro :)

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  10. Dai, ma con un cliffhanger così non vale, il prossimo capitolo lo vorrei leggere tipo adesso :)

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  11. Per la parte della Crociata ti sei ispirato a Legrottaglie, giusto?
    :-D

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  12. bella Doc! A mo' di saluto/commento per la storia. E' strano che di ogni cosa vogliamo subito il seguito, sapere come andrà avanti.
    Come se non vedessimo l'ora che finisse, ma razionalmente è di una cosa brutta che dovremmo aver voglia di superarla. Di quello che ci piaceci dovremmo gustarlo piano, capire quanto sia importante e quanto forse unico. Nella vita non capitano molto spesso le occasioni "solenni" o forse la vedi solo dopo molti anni, nei tuoi ricordi la figura di tuo padre in bicicletta davanti a te, eravate stati a prendere il gelato come facevate tutte le domeniche, ti sembra di ricordare che fossero tutte le domeniche estive, ti sembra di ricordare che spesso andavate solo tu e lui a prendere il gelato in bicicletta, la domenica pomeriggio.... ti sembra di ricordare. Ma perche invece te ne ricordi una sola, come se ci foste andati UNA sola volta?

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  13. 9° capitolo ora qui e subito!!!

    Dai non ci puoi lasciare sempre come gli stoccafissi al termine di ogni capitolo e per di più dicendoci che mancano solo 4 capitoli(opparcapaletta SOLO 4 capitoli) non si può...però se hai un seguito nella manica ci posso stare =D

    e per frankie spiace che lo si stia trascurando ma come hai detto anche lui avrà il suo tempo

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  14. susurone:
    Funziona sempre così. Vogliamo sempre arrivare il prima possibile alla fine di un libro/film/gioco, basta che lo si trovi un minimo interessante.
    Poi, arrivati alla fine, ci si rammarica che sia già finito. È tipo una legge universale :)

    Però qualcosa mi dice che il nono capitolo arriverà prima del previsto...

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  15. Le ragioni a voler conoscere la fine di un racconto vanno dalla banale curiosità ad una crescente empatia verso il personaggio principale, come in questo caso. Di questi tempi come si fa a non empatizzare con chi è costretto a vedere che va tutto "in vacca" compresa una buona parte della sua esistenza.
    Chi legge vuole sapere se volgerà tutto per il meglio ovvero se lo stallo che vive il protagonista verrà superato.
    Lo sapremo a tempo debito e senza fretta così possiamo gustarcelo meglio.

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  16. Però il pezzo sul padre, cazzo! Fa male, fa dannatamente male!

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  17. Fantastico. Ora vado a prendere la pompa dell'acqua industriale per l'esercito di scimmie che scalpita.

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  18. finalmente!
    adesso però non farci aspettare mesi per il capitolo successivo, eh!

    ps: leggere questa parte con in sottofondo "And Out Came the Wolves" (che mi sono ricomprato ora dopo averlo avuto e rivenduto durante l'adolescenza) dei Rancid mi ha fatto uno strano effetto nostalgico...

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  19. Subito a leggereh!!!
    Dal mio piccolo punto di vista, spingo fortemente verso la realizzazione di questo fumetto fantomatico... c:

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