Metal Gear Rising: Revengeance, il simulatore di Goemon Ishikawa
Perché l'idea di guidare un cyborg con la mandibola di Trap-Jaw dei Masters, una katana ultra-cool tutta di metallo che taglia qualsiasi cosa-nemico-albero-veicolo-elicottero-nome-animale-città in due con un solo fendente come quella di Goemon, gli artigli a mani e piedi e un cane robot come Kyashan sembra sulla carta la ricetta di un videogioco super fichissimo. Soprattutto se dietro quel gioco c'è la gente di Bayonetta. Ma allora perché, sette ore (scarse) dopo averlo iniziato, rimetti al suo posto il disco con l'aria delusa delle grandi occasioni? In buona sostanza, perché Metal Gear Rising: Revengeance, questo spin-off tutto action della saga di Metal Gear sviluppato da Platinum Studios quando Ciccio-Kojì si è reso conto di non saper andare avanti con la sua idea del simulatore di tagliameloni, è un enorme, allegro, incompreso, sparaflashatissimo casino […]
Riassunto delle puntate precedenti. Anno 2001, Raiden il biondino è il grande sorpresone di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty. Il gioco in cui tutti, dopo la sontuosa demo, si aspettavano un'altra grande avventura di Snake, e invece Ciccio-Kojì ci ha fatto lo scherzone e il protagonista era questo, il fighetta con il nome in codice che derivava dal caccia giapponese della Mitsubishi della seconda guerra mondiale. O dallo spara-spara da salagiochi della Seibu. O da quel tizio coi fulmini e la paglietta in testa di Mortal Kombat. Vallo a sapere. Il popolo dei videogiochisti, anestetizzato da tutti i millemila spiegoni del gioco, storce un po' il naso.
I nasi tornano al loro posto solo nel 2007, ché in Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots c'è un Raiden cyborg incazzatissimo che scalciacooli, tira giù i nomi, perde ettolitri di sangue della centrale del latte e pure un paio di braccia, lasciandosi dietro una scia di cosplayer giapponesi che stravincono l'Internet.
Altra sgasata di tachioni e finiamo in quello che per noi è il 2013 e per il liberiano diversamente scuro di pelle che tutti chiamano Jack lo Squartatore il 2018, e ci sono un sacco di tizi da affettare alla julienne e vecchie amicizie e boss filosofi e un po' stronzi da frequentare. E dunque: per quel poco che dura, per quelle sette ore (scarse) abbastanze tirate, Metal Gear Rising: Revengeance potrebbe anche essere un gioco divertente, non fosse per tre GROSSI problemi di base che ti hanno bucato tutte e quattro le ruote dell'entusiasmo.
PROBLEMA #1: il sistema di combattimento rifiuta con sdegno tasti di parata da donnette che arricchiscono il paese della sterlina, optando per una combo di parry e schivate. In pratica, gli unici due modi per contrastare un attacco avversario sono mollare un colpo di spada nella stessa direzione da cui l'attacco proviene e nello stesso istante in cui viene eseguito, oppure (nel caso degli attacchi imparabili, contrassegnati da un bagliore giallo) schivare. Pheegata, perché, chiariamolo prima di proseguire, Rising NON è pensato come un picchiapicchia da salagiochi di inizio anni 90. Il punto è però che quel sistema ci vogliono un paio d'ore per riuscire a padroneggiarlo al meglio, e quando scopri di esserci riuscito, quando viene fuori da quella compilation di schiaffazzi rimediati fino a quel momento, ti accorgi anche di esserti lasciato alle spalle metà del gioco. Quando affronti tutti i primi boss, mentre provi a individuare i loro pattern d'attacco (non sempre leggibilissimi) e come fronteggiare la loro esuberanza, Rising continua a imbottirti di item curativi automatici, tanto che pur nell'ignoranza totale arrivi comunque a vedere quei boss stecchiti al suolo. Una situazione che, nella tua partita, si è ripetuta fino al tizio finale, con il risultato non solo di mitigare enormemente la difficoltà, ma di sminuire l'importanza del sistema di combattimento di cui sopra. In altre parole, tutta la prima run è un prendere legnate e andare avanti lo stesso, è un inno all'ammaccabottoni in un gioco che è tutt'altro che un ammaccabottoni, è un peccato. Se non ti fai un secondo giro a un livello di difficoltà superiore e apprezzi quello che c'è da apprezzare, è un vero peccato.
PROBLEMA #2: la telecamera. In un gioco d'azione dalla velocità frenetica non è molto pratico che l'inquadratura si prenda una pausa caffè, esca fuori a fumarsi una paglia, insomma abbandoni la scena per farsi i cazzi propri ogni due per tre. Succede nei boss fight, per quanto ti sforzi di agganciarla al bersaglio, succede negli scontri con gli sgherri comuni, succede porcatrottola quando attivi lo Zan-Datsu, lo slow motion per il taglio di precisione, e devi affettare durante un salto una certa parte del nemico per ricaricarti le pile o rubargli dei dati, e quel nemico scompare sotto di te, solo nell'immenso vuoto che c'è.
PROBLEMA #3: il fatto che duri solo sette ore di gioco (scarse) è in fondo un bene: alla fine della sua corsa Rising ci arriva infatti un po' col fiato corto. Tutto quello che ludicamente ha da offrire, il gioco Platinum se lo spara nella prima oretta e mezzo. È già tutto lì, tocca solo a te fartelo piacere, imparare ad apprezzarlo, prenderlo cercando di non prenderle. L'acquisizione di altre due armi secondarie e di nuovi attacchi conferisce solo un minimo di varietà extra agli scontri, la struttura inizia presto a mostrare i suoi limiti, dal Vai che figata si scivola a un tratto, all'arrivo dell'ennesimo drappello di poveri cristi da passare nel frullatore, verso il sopracciglio annoiato di secondo grado.
Gioco impegnativo che fa di tutto per sembrare un gioco ignorante, preda di un sistema di inquadrature affidato a un regista diplomato con riserva alla scuolaradioelettra, giocoforza, Rising in alcuni punti comunque diverte, va detto. Perché dopo esser stato promosso in tutti i primi boss-fight con un 18 politico capisci come funziona, perché Raiden è un fico anche se non fa wall-run come nei vecchi trailer, perché ci sono alcune gag e citazioni riuscite (una piuttosto prevedibile, un'altra NO), perché i boss (semi)umani sono dei cyborg con corazze e design tostissimi,
specie questo, Monsoon, un fratocugino di Jeeg. Ma, si diceva prima, quando ti stai divertendo è già troppo tardi. A quel punto, sui titoli di coda, magari uno si ci rimette e lo gioca sin dall'inizio come va giocato. O magari non ne ha voglia, lo mette via, e ciao. Te ti giochi la seconda.
Tre su cinque, c'è in giro molto di peggio, c'è in giro molto di meglio. Torni alle tue scampagnate nel mondo del super-classicone con la magia dentro Ni No Kuni tra una cosa e l'altra, dove "tra una cosa e l'altra" vuol dire che ieri ti sei fatto un'oretta di Crysis 3 e ti è venuta la depressione.
Riassunto delle puntate precedenti. Anno 2001, Raiden il biondino è il grande sorpresone di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty. Il gioco in cui tutti, dopo la sontuosa demo, si aspettavano un'altra grande avventura di Snake, e invece Ciccio-Kojì ci ha fatto lo scherzone e il protagonista era questo, il fighetta con il nome in codice che derivava dal caccia giapponese della Mitsubishi della seconda guerra mondiale. O dallo spara-spara da salagiochi della Seibu. O da quel tizio coi fulmini e la paglietta in testa di Mortal Kombat. Vallo a sapere. Il popolo dei videogiochisti, anestetizzato da tutti i millemila spiegoni del gioco, storce un po' il naso.
I nasi tornano al loro posto solo nel 2007, ché in Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots c'è un Raiden cyborg incazzatissimo che scalciacooli, tira giù i nomi, perde ettolitri di sangue della centrale del latte e pure un paio di braccia, lasciandosi dietro una scia di cosplayer giapponesi che stravincono l'Internet.
Altra sgasata di tachioni e finiamo in quello che per noi è il 2013 e per il liberiano diversamente scuro di pelle che tutti chiamano Jack lo Squartatore il 2018, e ci sono un sacco di tizi da affettare alla julienne e vecchie amicizie e boss filosofi e un po' stronzi da frequentare. E dunque: per quel poco che dura, per quelle sette ore (scarse) abbastanze tirate, Metal Gear Rising: Revengeance potrebbe anche essere un gioco divertente, non fosse per tre GROSSI problemi di base che ti hanno bucato tutte e quattro le ruote dell'entusiasmo.
PROBLEMA #1: il sistema di combattimento rifiuta con sdegno tasti di parata da donnette che arricchiscono il paese della sterlina, optando per una combo di parry e schivate. In pratica, gli unici due modi per contrastare un attacco avversario sono mollare un colpo di spada nella stessa direzione da cui l'attacco proviene e nello stesso istante in cui viene eseguito, oppure (nel caso degli attacchi imparabili, contrassegnati da un bagliore giallo) schivare. Pheegata, perché, chiariamolo prima di proseguire, Rising NON è pensato come un picchiapicchia da salagiochi di inizio anni 90. Il punto è però che quel sistema ci vogliono un paio d'ore per riuscire a padroneggiarlo al meglio, e quando scopri di esserci riuscito, quando viene fuori da quella compilation di schiaffazzi rimediati fino a quel momento, ti accorgi anche di esserti lasciato alle spalle metà del gioco. Quando affronti tutti i primi boss, mentre provi a individuare i loro pattern d'attacco (non sempre leggibilissimi) e come fronteggiare la loro esuberanza, Rising continua a imbottirti di item curativi automatici, tanto che pur nell'ignoranza totale arrivi comunque a vedere quei boss stecchiti al suolo. Una situazione che, nella tua partita, si è ripetuta fino al tizio finale, con il risultato non solo di mitigare enormemente la difficoltà, ma di sminuire l'importanza del sistema di combattimento di cui sopra. In altre parole, tutta la prima run è un prendere legnate e andare avanti lo stesso, è un inno all'ammaccabottoni in un gioco che è tutt'altro che un ammaccabottoni, è un peccato. Se non ti fai un secondo giro a un livello di difficoltà superiore e apprezzi quello che c'è da apprezzare, è un vero peccato.
PROBLEMA #2: la telecamera. In un gioco d'azione dalla velocità frenetica non è molto pratico che l'inquadratura si prenda una pausa caffè, esca fuori a fumarsi una paglia, insomma abbandoni la scena per farsi i cazzi propri ogni due per tre. Succede nei boss fight, per quanto ti sforzi di agganciarla al bersaglio, succede negli scontri con gli sgherri comuni, succede porcatrottola quando attivi lo Zan-Datsu, lo slow motion per il taglio di precisione, e devi affettare durante un salto una certa parte del nemico per ricaricarti le pile o rubargli dei dati, e quel nemico scompare sotto di te, solo nell'immenso vuoto che c'è.
PROBLEMA #3: il fatto che duri solo sette ore di gioco (scarse) è in fondo un bene: alla fine della sua corsa Rising ci arriva infatti un po' col fiato corto. Tutto quello che ludicamente ha da offrire, il gioco Platinum se lo spara nella prima oretta e mezzo. È già tutto lì, tocca solo a te fartelo piacere, imparare ad apprezzarlo, prenderlo cercando di non prenderle. L'acquisizione di altre due armi secondarie e di nuovi attacchi conferisce solo un minimo di varietà extra agli scontri, la struttura inizia presto a mostrare i suoi limiti, dal Vai che figata si scivola a un tratto, all'arrivo dell'ennesimo drappello di poveri cristi da passare nel frullatore, verso il sopracciglio annoiato di secondo grado.
Gioco impegnativo che fa di tutto per sembrare un gioco ignorante, preda di un sistema di inquadrature affidato a un regista diplomato con riserva alla scuolaradioelettra, giocoforza, Rising in alcuni punti comunque diverte, va detto. Perché dopo esser stato promosso in tutti i primi boss-fight con un 18 politico capisci come funziona, perché Raiden è un fico anche se non fa wall-run come nei vecchi trailer, perché ci sono alcune gag e citazioni riuscite (una piuttosto prevedibile, un'altra NO), perché i boss (semi)umani sono dei cyborg con corazze e design tostissimi,
specie questo, Monsoon, un fratocugino di Jeeg. Ma, si diceva prima, quando ti stai divertendo è già troppo tardi. A quel punto, sui titoli di coda, magari uno si ci rimette e lo gioca sin dall'inizio come va giocato. O magari non ne ha voglia, lo mette via, e ciao. Te ti giochi la seconda.
Tre su cinque, c'è in giro molto di peggio, c'è in giro molto di meglio. Torni alle tue scampagnate nel mondo del super-classicone con la magia dentro Ni No Kuni tra una cosa e l'altra, dove "tra una cosa e l'altra" vuol dire che ieri ti sei fatto un'oretta di Crysis 3 e ti è venuta la depressione.
Ma la storia è collegata a quella di MGS4? Ci sono spiegoni pure qui? Guest-star?
RispondiEliminamitch:
RispondiEliminaQualche leggero rimando e una comparsata in particolare. Più che altro, si approfondisce la storia di Raiden. Spiegoni e peeppe varie, fortunatamente, pochi.
A proposito di Ni No Kuni! Ne avevi parlato in qualche articolo? Aspettavo un tuo parere.
RispondiEliminaNon so... io adoro la saga di Metal Gear, eppure 'sto gioco non ho proprio voglia di comprarlo. Mi sa tanto da spinoff acchiappasoldi che della grandezza e potenza della serie originale ha molto, molto poco.
RispondiEliminaInsomma, anche Metal Gear si è convertito al dio denaro.
Dei Platinum Games trovo molto più originale e divertente Anarchy Reigns, gioco di cui molti ignorano perfino l'esistenza... semplicemente perché non ha il brand famoso dietro.
Quindi mi confermi che ho fatto bene a farmelo prestare da un amico... al quale già che c'ero ho requisito pure DMC...
RispondiEliminann puoi buttar giù, li nell'ultima riga del post, una frase come quella e aspettarti che nessuno ti minacci per saperne di più di questa tua dichiarazione sconsiderevole quindi doc, il prima possibile, sai cosa fare.
RispondiEliminaIl Giubba:
RispondiEliminaNe ho parlato a lungo nell'ultimo RingCast. Quello in cui ho la voce così impastata dall'antidolorifico da sembrare uno zombie. In poche parole, nippoRPG che più classico non si può, ma con quella grafica e quel sonoro è una delizia. Sono a una ventina di ore: magari quando lo finisco ne parliamo.
nizzo90:
Se continuo, se cioè non mi scoccio prima, di Cràisis torniamo a parlare presto. Vai tranquillo, vai Brooklyn.
bubba ho-tep:
RispondiEliminaAh, sicuro. Un tempo sarebbe stato il classico gioco da noleggio. Cioè, quando c'erano ancora i videonoleggi.
Avevo l'intenzione di prenderlo ma mi sa che lo lascio in negozio.. a quando una recensione di Ni No Kuni :) ? Praticamente ho comprato la Ps3 apposta... :/
RispondiEliminaQuella parata sta proprio sulle guglie al mondo tutto,non ce n'è...
RispondiEliminaEpic Fail l'uscita della demo,che ha confermato tutti i miei timori e le angosce per un titolo che mi puzzava di mossa kansas city dall'ormai mitologico taglio delle angurie.
Poco male, anche fosse il gioco figherrimo totalOne non me lo cagherei di striscio,o gli farei fare la fine abbozzata di DMC: ormai sulla PS3 gira solo NI NO KUNI.
Ma neanche per mettere su un film.
No,neanche per quello,Ni No Kuni non si toglie. Punto.
E qui arrivo al vero scopo viscido di tutto 'sto blatero: aspetto la rece di Ni No Kuni.
Di più nin zó
Ho da poco finito, dopo 110 ore e un platino non ho più lagrime napulitane, le ho versate tutte.
RispondiEliminaVeramente bellissimo.
Ora sono alle prese con l'altro gioco Platinum Games, quello in cui c'è anche la versione tarocca di Raiden, Anarchy Reigns... :D
MisterZoro, Mattia:
RispondiEliminaVedi risposta a Il Giubba :)
Doc, ma ogni tanto una partita a fifa no ? :)
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSee, Manuel, è una vita che non tocco i giochi di pallò. E dire che ieri c'avevo una mezza idea di rimetter mano a PES.
RispondiEliminaDai, fattela tornà sta voglia, che è una vita che ti ho aggiunto e non abbiamo giocato neanche una volta. :)
EliminaA me sto gioco aveva stufato già alla demo.
RispondiEliminaSarà che sono io refrattario alle "figaggini giapponesi", ma sinceramente non mi attira molto un gioco dove devi SOLO fare a fette qualcuno in modo figoso.
Stessa cosa vale per i DMC e i Bayonetta (ok lì si spara).
Va bene, poi c'è la storia, ma sinceramente le pippe mentali nipponiche mi fanno venire voglia di usare il minipimer sulle balle.
Oddeeo Doc! Dove lo trovo il video con voce pastosa? O_o
RispondiEliminaLawless:
RispondiEliminaUsa l'opzione nome/url, ché i commenti anonimi vanno sempre e comunque bruciati tra le fiamme dell'inferno. A ogni modo, a saperlo il Konami Code (che sblocca da subito tutti i livelli di difficoltà) ce lo dovevo buttare subito.
MisterZoro:
http://ringcast.tumblr.com/post/44278437536/lhardware-ps4-e-stato-cambiato-al-volo-prima-del
rifatti una tornata ad Hard, a mente fredda. E' l'erede spirituale di Vanquish, e gronda gameplay. Una volta capite le meccaniche, diventa una figata.
RispondiEliminaPoi ovvio, la telecamera e alcune cose sono da denuncia, ma il fulcro del gioco c'e' tutto.
Pensa che invece io ieri ho finito crysis 2. Bellissima l'ambientazione. Peccato si siano dimenticati di farci un gioco dentro
RispondiEliminaPeccato per l'assenza di Snake, anche se sembra che sia ancora un giocone
RispondiEliminaA parte cxhe essere l'erede spirituale di vanquish non so se sia sto gran complimento questo gioco, da quelli che hanno tirato fuori Bayoinetta (cioè....BAYONETTA! cacchio miglior action della gen senza se e senza ma) si vede che è proprio un lavoretto buttato li tanto per arrivare a fine mese.
RispondiEliminaAlla platinum ha telefonato Kojima con una borsa coi paperdollari dicendo "VI PREGO NON SO COME CAZZO FARE A USCIRNE, NON SONO CAPACE A FARE UN GIOCO CHE HO GIA PRESENTATO CON DEI VIDEO FARLOCCHI PRESI DA COOKING MAMA" quelli si sono fregati le mani e han tirato fuori un action "template" aggiungendo la meccanica dell'affettamento e via alla cassa.
Lo debbo ancora finire ma i suoi limiti mi sono apparsi tutti evidentissimi, anche se forse il sistema di parata lo sto padroneggiando gia da monsoon, è proprio un gioco dove si son sbattuti pochissimo in ottimizzazione, che con un solo playtest vedevi sia la telecamera cagosa che le parate non tanto da rivedere ma da FAR IMPARARE con un tutorial degno di sto nome...
Per ni no kuni debbo dire che dopo averlo finito in lungo largo, destra, sinistra posso dire che anche li non è che level 5 si sia sprecata piu dit anto il buono del gioco che lo eleva da JRPG appena sufficiente a JRPG piu che discreto lo fanno tutto le musiche e lo stile ghibli (e il bellissimo abecedabra).
Ambientazioni di due schermate, storia piatta, livello di difficoltà facilissimo, gestione del party in combattimento abbastanza ridicola (tutti in difesa...LOL funziona mezza volta, il mana dei pg controllati dall'intelligenza artificiale finisce anche contro un pokemon di primo livello, etc etc) pure li la parola capolavoro è ben lontana, purtroppo, due giochi che mi hanno lasciato l'amaro in bocca.
Mi ha tirato molto di più catherine, che ho finito ieri, e nella povertà di mezzi con cui è realizzato è un gioco dove traspare la cura per i dettagli messa dallo staff (lo so che ha due ambientazione in croce, ma anche solo i vari dialoghi e i rimandi all'interno del gioco fanno vedere come lavora qualcuno che TIENE alla sua creatura)
Quoto la recensione del doc. Nonostante sia un fan del mtalgearverse, e delle altre opere di H.K., ho chiuso la demo dopo 30 min. Credo che questo titolo lo giocheranno con entasiasmo giovani umani con frammenti di dna di piovra. Pace. A presto Kojima.
RispondiEliminaQuando calerà di prezzo un giro ce lo farò volentieri...per ora risparmiamo grano in attesa di titoloni.
RispondiEliminaDetto questo, vorrei un action figure DECENTE di Raiden. E pure una di Monsoon, già che ci siamo.
RispondiEliminaIo sono al boss finale, prima run giocata a difficile, e l'ho trovato difficile per davvero, per via dei due problemi che hai evidenziato tu: parata non proprio easy, e telecamera che scazza spesso e in ogni situazione. La trama è forse un pò troppo incasinata anche per un gioco jappo, con mille riferimenti e Raiden che vuol fare 200 cose tutte insieme. Però fila liscio senza stancare, complici anche delle shortcut esaltanti e dei boss che a mio avviso sono il vero pregio di questo gioco. Al di là di Raiden, che gasa tantissimo ma dopo 3-4 ore passate ad affettare ci si abitua, i boss sono uno più riuscito dell'altro. Monsoon è probabilmente il migliore, ma ho apprezzato anche Mistral. Quello finale invece lo sto odiando... Non mi pento affatto dell'acquisto, e seppur non sia un capolavoro è un bel gioco nel suo genere. P.s.: non so per quale arcano motivo, ma oltre alla copia base, mi hanno regalato anche il box metallico con un codice per una skin extra per Raiden. Della skin me ne faccio zero, ma il dvd case è veramente bello!
RispondiEliminaBella Doc, anche io sono alle prese con Ni No Kuni (e Persona4 G su psvita). Mi attendo una tua recensione, eh.
RispondiEliminaAlessandro:
RispondiEliminaLa skin è quella del ninja Gray Fox, vero?
Con tanti nemici tagliati sottili sottili che non puoi dire di no
RispondiEliminaSbruotflcopter
Mi mancavano sti tag :')
@Doc: no, è un'altra, si chiama "Inferno", è uguale a quella standard ma con la colorazione rossa.
RispondiEliminaHo fatto 7 ore e mezzo ? Che faccio lascio ? Ormai compro i videogiochi come dal salumiere e dopo questa recensione mi sa che il gioco lo piglio dagli amazonici quando arriva sui 30 euro. C'è almeno un qualche incentivo a rigiocarlo come negli altri metal gear, tipo mimetiche ottiche o bandande ?
RispondiElimina@Clopin
RispondiEliminasi l'incentivo è che cmq ci hai messo 30€ e cazzo, almeno 10 ore lo voglio giocare quindi un'altra run te la fai, per il resto, ne dubito.
Lo diamo per ufficiale, tipo nuova legge della termodinamica, che i giochi con protagonista Raiden sono un pò cosìcosàcosù? E che il nostro cosocyborg non-preferito funziona meglio come personaggio di contorno? E una domandina: ma secondo voi in MGS4 Raiden le prendeva a destra e a manca per accontentare i fans a cui MGS2 non era piaciuto granchè?
RispondiEliminaSgomento e sconforto per la depressione a Crysis 3, ci volevo crederci che fosse venuto bene...
RispondiElimina@Doc
RispondiEliminaPer avere un metro di paragone diretto, come valuteresti retrospettivamente Bayonetta in punti OW :P ?
@chi lo ha già spolpato
Mistral è "solo" un midboss o ha un peso più importante nel gioco?
Imp y Celyn:
RispondiEliminaBayonetta era un chiaro esempio di fuori scala su cinque.
Sarà piacevole affettare un bel po di cosette. Come mi fa arrapare Metal Gear... ahhhhhhhh
RispondiElimina@manuelp82, no, é così massacrato (oltre che tutto il resto) per piacere alle giocatrici, per suscitare anche l'istinto da infermiera.
RispondiElimina