Ranxerox, Inside Moebius, l'Uomo Topo e pure un paio di robe di antristi che ne sanno, via
Znórt! |
Visto che sei stato talmente bambascione da lasciarteli sfuggire a Lucca, la Comicon Edizioni ti ha mandato gli ultimi due volumi della sua collana I Fondamentali, dedicata ai grandi autori del fumetto internazionale. Laddove "grandi autori" non è una definizione buttata lì così, per far figo, sei stai parlando di mostri sacri come Moebius, Tamburini e Liberatore. Ranx - Edizione Integrale (202 pagine, 22 carte) è la raccolta definitiva di tutte le storie di Rank Xerox, il coatto sintetico della Roma del 1988 creato da Stefano Tamburini sulle pagine di Cannibale (rivista da lui fondata assieme a Mattioli l'anno prima) nel '78. Ci sono quindi le sue prime apparizioni in bianco e nero, scritte e disegnate da Tamburini with a little help from his friends Andrea Pazienza e Tanino Liberatore; ci sono quelle più celebri, a colori, realizzate in coppia con Liberatore (pubblicate in origine su Frigidaire nei primi anni 80); ci sono le storie francesi, con cui Liberatore ha portato avanti il personaggio (su testi di Alain Chabat e Jean-Luc Fromental) dopo la prematura scomparsa di Tamburini, morto a soli 31 anni. Rileggere oggi queste storie fa un effetto strano. Rank Xerox (poi Ranxerox, dopo che quelli delle fotocopiatrici se la sono presa un attimo per il nome) è il Lobo cinico e ultraviolento di Giffen anni prima del Lobo di Giffen. E molto più cinico. E ultraviolento. È una Roma cyberpunk anni prima che il cyberpunk nascesse. È al contempo, nelle varie fasi della sua esistenza, il più underground dei fumetti italiani e il più italiano dei grandi fumetti europei. A beneficio anche e soprattutto dei giovincelli che del cybercoatto non avessero mai sentito parlare prima, il volume è chiuso da due lunghi pezzi di Luca Boschi e Michele Mordente. C'è tutto, insomma: che uno si legge questo tomo e sta a posto con la sua coscienza di appassionato.
Inside Moebius, azzarderesti dall'alto di una fungia, è un'opera molto più particolare. Nata come un diario personale a fumetti tenuto da Jean Jiraud a partire dal 2000, quando aveva smesso di fumarsi le canne e doveva trovare qualcosa d'altro per tenersi impegnato (true story), si è tramutata in un lungo progetto editoriale snocciolatosi in Francia in sei volumi e raccolto in questa edizione italiana in tre uscite (quella in oggetto è la prima, Inside Moebius Vol.1, 230 pagine, 25 euro). Che poi uno magari, a sentir parlare di diario personale, si dice E sai che palle!, ma siccome stiamo parlando di Moebius, c'è che ci trovi della magia dentro: Moebius, l'autore, incontra in un suo spazio personale, il deserto B, il Moebius più giovane, quello che ancora si rollava l'erba. E non è da solo. Nella storia fanno presto la loro comparsa tutti i personaggi più celebri del maestro francese: il Maggiore del Garage Ermetico, il tenente Blueberry (creato assieme a J.M. Charlier), Arzak, Stel e Atan de Il Mondo di Edena, la supersexy Malvina, compagna del Maggiore. E non stanno lì a far niente, eh: parlano (male) del loro autore e delle sue crisi, discutono del senso della vita, della tragedia 11 settembre (con Bin Laden). Il tutto immerso in un mondo non solo surreale, ma zeppo di giochi di parole, riferimenti al fumetto internazionale, alla vita personale di Giraud (si accenna, alla fine, anche al male che di lì a poco se lo porterà via). Che non sia un fumetto per tutti è talmente evidente che in questo preciso istante ti senti anche un po' stupido a scriverlo, ma se siete incuriositi dal mondo interiore di un genio, se avete amato le sue opere (sì, vale anche la storia di Silver Surfer, ok), se vi va di sapere che diavolo pensa Arzak l'alieno di noi terrestri, beh, ora sapete dove cercare.
Suburbans (128 pagine, 12 euro, 80144 edizioni) è lo sfizioso progetto di un gruppo di talentuosi giovini, il T.I.N.A. comics lab (dove l'acronimo sta per This is Not America. O magari è il nome di qualche ragazza carina, vallo a sapere). Suburbans è la storia di questo essere metà uomo e metà
la seconda (Le terribili Lady Gaga, un prologo realizzato in precedenza) un disegno nervoso e abbozzato, più da fumetto autoprodotto degli anni 90. Ma in entrambi i casi i dialoghi restano frizzanti, originali e per nulla scontati. C'è, insomma, che ti è rimasta voglia di leggere altre avventure
Di Simone Marzini abbiamo già parlato sull'Antro tempo fa. Dopo il suo Portello Pulp (bello, non fosse stato per quel simbolo del Male in copertina), il Simone ci ha uscito un altro romanzo spassoso, Nordest Farwest (Edizioni Biblioteca dell'Immagine, 13 euro). Una serie di personaggi bizzarri (il tuo preferito è Zorro. Chiamato così perché se ne va in giro con mascherina, baffi finti e cavallo di legno), una rapina che come dicono i leghisti d'America se ne va presto a sud, un intreccio di storie e situazioni ammanitiano. E, come in Portello Pulp, la lettura scorre piacevole per il tono - divertente e divertito, direbbero i critici che ne sanno, e se non ne sanno fingono - usato da Simone. Bràu.
Amarcade, dell'antrista Gianlorenzo Barollo (Comix Revolution, 112 pagine, 11 carte), non è un libro sulla storia dei giochi da sala ma, come lascia intuire il titolo, un torrente di emozioni, ricordi, sensazioni legati a quei cassoni da nutrire a monetine e tempestare affettuosamente di cazzotti. Una lettura da lacrime napulitante più che da PdF del videogioco, che da Pong a Space Invaders, da Pac Man a Lady Bug snocciola tutti quei nomi che imbruschettano gli occhi di noialtri vecchietti. Suggestiva e gradita la scelta di non accompagnare i testi da semplici catture via MAME dei titoli, ma da illustrazioni (di Cristina De Milato) talmente belle che tipo di quella di Pac Man ne vorresti una maglietta tipo subito, ecco.
E per finire, LATE! il manga dell'amico Filippo Morini. Che magari il nome di Filippo non ve lo ricordate, ma avete qualcosa di suo sotto agli occhi tutti i giorni: la capuzzella coppolata del Dottor Manhattan nella testata di questo (s)pregevole blog. Bene. Il manga di Filippo è una storia breve di quattro pagine, dallo stile grafico ipercazzuto che, sinceramente, è una vergognosa vergogna che non sia già a lavorare alla Kodansha a far finta di bere per educazione i loro caffè bollenti assassini. E se la mezza tavola qui sopra vi ha incuriosito, toh, beccatevi tutta la storia subito e aggratise. Così non fate i picini con quella lagna che Letti di Recente vi fa uscire i soldi, su. Andare.
Lacrimazioni terroniche, per Moebius e Liberaore...
RispondiEliminaalmeno, per fortuna, posso leggerli gratis...
piccola specificazione, sono pugliese, quindi il termine "terroniche" non vuole essere un'offesa per nessuno, ci tengo a chiarirlo...
RispondiEliminadoc consiglio PK AppGrade 3 di Dicembre... ti dico solo il titolo dell'inedita: PAPERIN(IK)O IL DIABOLICO VENDICATORE :D
RispondiEliminaa cura di Sisti/Pastro (come il mese scorso!)
si, ok, tutto ottimo però adesso smettila di farmi arricchire ammmmmazon. ;)
RispondiEliminaTheKaz:
RispondiEliminaRavanei, remulass, barbabietul e spinass daghel al terùn (in quanto calabrese, son più meridionale io, scusa)
Andrea87:
Qui in Cimmeria non è ancora uscito. Il FASTIDIO.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina"Contiene Spoiler"
RispondiEliminaRank Xerox l'ho riletto qualche tempo fa e devo dire che è talmente avanti che risulterebbe attuale anche adesso. E poi alcune trovate geniali, tipo rank ricattato per fare il protagonista in un musical, mi fanno morire.
Il tuo Kung sud è più forte del mio, mi inchino... (:-)
RispondiEliminaColgo l'occasione per aprire una polemica da trollaggio professionistico dell'internet: secondo me i fumetti italiani non andrebbero MAI chiamati manga nemmeno quando copiano preciso-preciso lo stile e il tratto e gli stereotipi dei fumetti nipponici.
RispondiElimina(E questo fumetto poi li copia veramente bene; in genere capisco subito se un fumetto è veramente giapponese oppure no ma in questo caso non si capisce mica facilmente.)
Insomma gli italiani/americani/nongiapponesi che scopiazzano pari pari i manga non mi sono mai piaciuti.
Perchè dietro i manga c'è tutta una mentalità e uno stile e una filosofia e un passato che noi NON abbiamo.
Va benissimo farsi influenzare da certe ottime idee stilistiche dei manga (un esempio: il fumetto W.I.T.C.H., che era chiaramente ispiratissimo ai manga ma allo stesso tempo era qualcosa di spiccatamente occidentale che era impossibile scambiare per un manga). Va male cercare di essere un manga.
Oh, poi io quand'ero giovine mi compravo i fumetti yaoi scritti e disegnati da italiane, quindi non è che stia dicendo che gli spaghetti-manga siano brutti in sé.
tu calabrese e io siciliano... perdonami ma ce l'ho più lungo io allora essendo più terrone io di tutti voi messi insieme :P
RispondiElimina"...è il Lobo cinico e ultraviolento di Giffen anni prima del Lobo di Giffen."
RispondiEliminaIl mio stesso, identico, pensiero. Ma io rincaro la dose senza pietà: Lobo al confronto di Xerox è un bimbominkia pacioccone. E con tutte quelle K nelle sue battute poi...
Purtroppo non posso parlare per gli altri titoli perchè non li conosco, però l'uomo topo che non è ratman mi sconfinfera alquanto.
lun-sei:
RispondiEliminaMi sembra, permettimi, un punto di vista molto limitante. Manga, e tu lo sai meglio di me, non vuol dire "insieme di valori e tradizioni di un popolo tradotti in una forma d'arte visiva che voi rozzi gaijin non potrete mai capire, tsé!". Vuol dire "fumetto". Tanto è vero che i giapponesi chiamano manga anche i fumetti americani o italiani, piazzandoci il loro equivalente del genitivo sassone davanti (ItaRia no manga). Realizzare un manga vuol dire allora adeguarsi a uno stile di fumetto diverso da quello occidentale: se uno ci riesce (al di là del caso specifico di Filippo che è molto bravo) non vedo dove sia il problema. Non si sta vendendo mica del fumo: si segue uno stile. Altrimenti dovremmo impedire ai giapponesi di disegnare comics americani (tornatene a casa, puzzone di uno Tsutomu Nihei!), o agli italiani di fare altrettanto (raus, Cecchetto, Camuncoli, Fiorentino, Bianchi e soci!), o tornare indietro nel tempo e impedire a Jordi Bernet di mettere le manacce sull'italianissimo Tex. Che poi, Tex: italiani che scrivono di robe del West? Mah! :)
Bhe, Doc, è questione di punti di vista.
RispondiEliminaPerò vorrei sottolineare che infatti, e giustamente, i giapponesi NON chiamano manga i fumetti stranieri. Per esempio i fumetti americani loro li chiamano "amecome" (acronimo di "american comics"). Se magari dicono "Itaria no manga", stai sicuro che non lo fanno per dire che un fumetto italiano sia un manga. Lo fanno magari come se dicessero "manga finto" oppure "maccheroni americani", cose così.
Tex è un fumetto italianissimo senza nessun dubbio. Cosa c'entra il fatto che parla del far west e dei cowboys? Allora neanche Dylan Dog è italiano visto che è ambientato in Inghilterra?
....Se un manga giapponese è ambientato tipo in America, smette improvvisamente di essere un manga giapponese? Non capisco cosa volevi dire qui.
Sì, gli italiani non dovrebbero disegnare manga. Gli italiani dovrebbero disegnare secondo lo stile manga, se gli piace, ma senza copiare ESATTAMENTE tutto quello che c'è nei manga, il più delle volte senza neanche sapere il perché. (Lo ripeto: un ottimo esempio è W.I.T.C.H.)
Non sto affatto dicendo, insomma, che gli italiani non possono disegnare secondo lo stile grafico dei manga. Ma un conto è disegnare secondo quello stile, e un conto è COPIARE in tutto e per tutto. Noi, da occidentali, non ci rendiamo conto dell'effetto straniante che fa.
Che poi quello che noi italiani copiamo dei manga è sempre la superficie (gli occhioni, le facce buffe, i goccioloni di sudore, etc.). Mentre in realtà, ad esempio, Mugen No Juunin oppure Koroshiya 1 sono fumetti giapponesissimi nonostante il loro stile sia lontano anni luce dal manga "tipico" a cui si pensa di solito, e sembri quasi a prima vista uno stile più occidentale.
Un esempio diverso è questo fumetto online che avevo letto e tra l'altro mi era piaciuto da matti: http://www.forthewicked.net/
L'autrice è convintissima di stare seguendo in tutto e per tutto lo stile manga, eppure si vede benissimo che non è un fumetto giapponese.
Poi comunque, è solo il mio punto di vista, e comunque non è che se io dico che è sbagliato disegnare come i manga, improvvisamente c'è una epifania mondiale e tutti gli stranieri smettono di disegnare stile manga. :P
Quante cosette! Eheheh, sono cose che devo recuperare
RispondiEliminalun-sei:
RispondiEliminaIntendevo dire che, a mio modo di vedere, non è la nazionalità del suo autore a fare di un manga un manga, di un western un western, di un fumetto francese un fumetto francese. Aggiungo che:
a) il fumetto italiano riguardo al quale mi hanno sparato quell'Itaria no Manga in Giappone era un volume di Manara.
b) un conto sono le scopiazzature ridicole, i finti manga zozzi in edicola vent'anni fa, un conto è seguire uno stile riprendendone e facendone propri i suoi elementi tipici. Chi disegna supereroi ritrae muscolature umane impossibili alle prese con pose ridicole perché si ispira a dei canoni stilistici, indipendentemente dal suo tipo di tratto. Questo fa dei lavori realizzati per Marvel e DC di un autore italiano o francese, metti, dei finti fumetti americani?
detto questo, hai ragione: sono chiaramente punti di vista :)
Doccherrimo, mi cospargo il capo di cenere perchè di Moebius ho letto solo il fa te citato Silver Surfer (Parabola).
RispondiEliminaLo stile e la storia mi piacquero tantissimo, ma poi non approfondii mai.
Quindi chiedo: per non-moebico come il sottoscritto, la raccolta-diario che proponi tu può andar bene o mi consigli qualcos'altro come primo assaggio?
Bhe, su quella cosa dell'Itaria no manga, senza contesto non capisco. Forse stavano parlando a te e volevano farsi capire bene?
RispondiEliminaIo dico quello che so di fatto, e cioé che i giapponesi tengono ben distinti i loro fumetti da tutto quello che non è manga giapponese, che i fumetti occidentali loro li chiamano sempre comics, etc. :)
Una scopiazzatura è una scopiazzatura, a prescindere da quanto bello sia il fumetto.
Ispirarsi ai canoni stilistici (e narrativi) dei manga è fare un fumetto come W.I.T.C.H. (oh, nomino sempre quello perché mi viene in mente solo lui di esempio famoso).
Scopiazzare un manga invece è fare un fumetto tipo questo di Filippo Morini che hai appena linkato (che, lo voglio sottolinare, è un BEL fumetto, ed è disegnato davvero MOLTO BENE. Io non sto affatto criticando questo!!).
Sempre secondo il mio personale punto di vista, eh.
Il discorso comunque è complesso ed interessante, e bisognerebbe davvero parlarne a lungo. Magari un post sull'argomento nell'antro, tipo dibattito politico. XD
Comunque se mi dici che Ranxerox è il Lobo più Lobo che ci sia, mi faccio delle alte aspettative io che l'Ultimo Czarniano lo adoro.... voglio proprio leggerlo!! :D
Pede:
RispondiEliminaÈ un'introduzione interessante al suo mondo e ai suoi personaggi, anche per il corredo di approfondimenti su Giraud. Non ho letto tutto quello che ha realizzato, ma un pensierino ad Arzach o a Il garage ermetico lo farei tipo subito.
lun-sei:
Lobo al confronto è un fighetta.
Doc :
RispondiEliminaE' sempre un grande onore finire sulle pagine dell'Antro, grazie milioni!
lun-sei :
Sono abbastanza d'accordo con te quando dici che "gli italiani/americani/nongiapponesi che scopiazzano pari pari i manga non mi sono mai piaciuti".
Quando leggo un manga preferisco sia scritto e disegnato da giappi perchè, in genere, la differenza si vede eccome. Hanno un certo tipo di sensibilità verso determinati argomenti che gli occidentali non hanno e viceversa, come è ovvio che sia.
Queste 4 tavole che ho disegnato sono state però realizzate per un concorso in cui era richiesto di realizzare un manga a tutti gli effetti, disegnato su tavole formato B4, lettura alla rovescia, e che fosse il più aderente possibile alle situazioni e all'umorismo tipico del fumetto nipponico.
Io stesso quando l'ho inviato ad Alessandro l'ho chiamato manga perchè per la maggior parte delle persone che si interessano un minimo di fumetti sarebbe strano chiamarlo in altri modi, credo.
In ogni caso non avevo mai realizzato un fumetto, tantomeno un manga, prima di LATE! che è stato giusto un esperimento, una cosa realizzata in una settimana per mettermi alla prova.
E' lì da scaricare aggratis, quindi se hai voglia di leggerlo fammi sapere che ne pensi!
@lun-sei: "Bhe, su quella cosa dell'Itaria no manga, senza contesto non capisco. Forse stavano parlando a te e volevano farsi capire bene?"
RispondiEliminaE certo che volevano farsi capire bene. Tu come descrivi un manga a uno che non sai se conosce l'argomento? "Fumetti giapponesi", facile. Perché questo sono: fumetti. Li puoi chiamare manga, comics, historietas, BD o come cavolo ti pare, ma sempre fumetti resteranno.
I giapponesi usano il termine komikku per definire i manga americani solo tra gente del settore, ESATTAMENTE come succede da noi. Tant'è che pure l'articolo della wiki nipponica su Komikku recita "Amerika no manga". Altrimenti il termine è considerato EQUIVALENTE a manga.
Siamo NOI che ci facciamo l'idea che la differenza sia demarcata in modo netto, perché... leggiamo SEMPRE scritti di GENTE DEL SETTORE, grazie tante! :P
"...è una vergognosa vergogna che non sia già a lavorare alla Kodansha..."
RispondiEliminaStraquoto. Il MANGA (perdonami lun-sei, ma sono d'accordo col Doc sulla questione, e lo dico da mangofago/nippofilo) di Filippo è gran bello, e già mi è venuta voglia di leggere il seguito di questo italico Orange Road.
Di Rank Xerox ricordo ancora i fumetti nascosti di uno zio all'epoca all'incirca diciottenne, che da pargolo poco più che senziente rinvenii a casa di mia nonna: crude come poche, quelle tavole, cyberpunkissime.
Amarcade non ho capito che genere di libro è: che non sia un romanzo è chiaro, ma allora cosè? Racconti? Saggistica? Un almanacco? Una guida? Un diario personale?
Io resto sicurissima e adamantina della mia idea.
RispondiEliminaSe un occidentale si mette a realizzare una bellissima stampa giapponese, è una stampa giapponese o è una opera occidentale? E' una opera occidentale. Perché lui ha riprodotto e ha capito perfettamente lo stile e i temi della stampa ukyo-e.... ma non gli è venuto da dentro, non è la sua cultura, non è una cosa che può veramente capire e che gli sarebbe venuta spontanea se non l'avesse copiata da un altro popolo.
Se un giapponese si mette a fare arte occidentale, e ce ne sono stati, può essere perfettamente arte occidentale in tutto e per tutto. Ma sa di finto. Non è il suo VERO stile, non è la sua cultura, non è una cosa che potrà MAI capire veramente anche se la sa ripetere apparentemente identica.
Poi potrei anche tirarmi le pose da gran figa dicendo che io di 'ste cose me ne intendo di più perché le ho effettivamente studiate, ma anche no. Io per l'arte sono proprio negata. Ricordo la mia prima lezione di arte giapponese, con una macchia nera su sfondo bianco che rappresentava alberi nella foschia... e il mio commento "A me sembra lo straccio su cui puliva il pennello". XD
@ Filippo Morini
Se l'incarico era di ripetere pari pari lo stile e la trama tipici di un manga, allora nessuna critica: hai fatto un lavoro perfetto!
I disegni sono belli e la trama, bhe, in fondo è la solita minestra, ma è appunto quello che lo stile di moltissimi manga impone venga fatto.
Se questo è il tuo primo fumetto vero e proprio, allora sono basita! Wow!
Grande doc,Ranx ce l ho!
EliminaIn attesa di essere letto tra un Saga(della Bao, di B.K.Vaughan..eccellente) un Fables(eccellente) un marvel gold Capitan Bretagna di Alan Moore(!!!) Il compendium zombie(non,male)il Batman di Lucca con autografo di Lee..e non so che altro(sempre Moore e Grant Morrison tra gli altri).
Il Tempo è tiranno se sei nerd..
Grande Doc,Ranx ce l ho!
RispondiEliminaIn attesa di essere letto tra un Saga(della Bao, di B.K.Vaughan..eccellente) un Fables(eccellente) un marvel gold Capitan Bretagna di Alan Moore(!!!) Il compendium zombie(non,male)il Batman di Lucca con autografo di Lee..e non so che altro(sempre Moore e Grant Morrison tra gli altri).
Il Tempo è tiranno se sei nerd..
@lun-sei:
RispondiElimina"Se un giapponese si mette a fare arte occidentale, e ce ne sono stati, può essere perfettamente arte occidentale in tutto e per tutto. Ma sa di finto. Non è il suo VERO stile, non è la sua cultura, non è una cosa che potrà MAI capire veramente anche se la sa ripetere apparentemente identica."
Permettimi ma è un tantino "xenofoba" come affermazione. Mi sembra quasi che tu sostenga che l'integrazione tra culture diverse sia impossibile.
Io sono d'accordo che se ci si limita a "copiare", imitando senza comprendere, qualsiasi cosa ne venga fuori sarà posticcia, finta, di scarso valore. Spesso è così, statisticamente è la cosa più probabile. Ma se si sforza di comprendere la cultura e la sensibilità alla base di quella cosa (sia essa pittura, cinema, fumetto, cucina o che ne so) allora sarà alla pari dei prodotti "originali" e a volte, perchè no, anche superiore.
Altrimenti è come dire che un giapponese non potrebbe mai cucinare un "VERO" piatto di pasta all'amatriciana, o un italiano scrivere un "VERO" chambara (ogni riferimento a fatti, persone o RRobe e puramente casuale), o un tedesco comporre un "VERO" ikebana.
Non credo sia una cosa impossibile.
Sono una insegnante di lingua inglese con una laurea in lingua e cultura del Giappone: proprio per questo posso permettrmi di dire apertamente certe cose senza paura di sembrare xenofoba.
RispondiEliminaE' ESATTAMENTE perché ho speso tanto tempo studiando le altre culture, è PROPRIO perché io adoro alla follia imparare le lingue e i modi di vita di popoli diversi (adesso non so cosa darei per imparare il russo o il tedesco o un cinese migliore del mio cinese a livello schiappa), che ci tengo a fare di questo tipo di discorsi.
No, un giapponese non può fare un vero piatto di pasta all'amatriciana a meno che non sia nato e cresciuto in Italia. Perchè i gusti, i sapori, il modo di cucinare e di vedere il cibo per un giapponese sono così diversi che non farà mai un'amatriciana "vera".
E' BELLO che un fumetto italiano non sarà mai, e dico MAI, un vero manga. Così come è BELLO il contrario, e cioè che i giapponesi non faranno mai un fumetto che non sia un manga.
Meno male che le centinaia di anni di storia, tradizione, cultura, società, educazione e modo di pensare italiani sono diversi dai centinaia di anni di storia, tradizione etc. giapponesi. Il bello è proprio la varietà. Se i giapponesi fossero come gli occidentali, i manga che noi amiamo tanto NON ESISTEREBBERO. Nessun italiano o americano o altro avrebbe mai inventato un fumetto con uno stile come quello.
Voler essere tutti uguali NON è rispettare le altre culture, ma l'esatto contrario! E' questo che gli italiani non sanno, al contrario dei giapponesi che questo concetto lo hanno chiarissimo.
Ora basta con 'sto pistolotto, tanto il brutto delle discussioni internet è che nessuno mai cambierà il proprio punto di vista e tutti (me compresa, ovvio) penseranno di avere ragione. :P
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaRanxerox e Moebius nello stesso post??? OMFG!!!
RispondiElimina*sviene*
Ranxerox è probabilmente uno dei migliori fumetti di sempre della storia italiana. Sono contento che finalmente dopo tipo 30 anni si siano decisi a ristampare la raccolta completa!
Io ravanando per mesi alle varie fiere del fumetto, ero riuscito a recuperare i volumi sparsi, inclusi alcuni originali anni '80.
Che ovviamente ora sono incellophanati accuratamente.
Il volume di Moebius sembra interessante, almeno per me che l'ho amato e lo considero probabilmente il miglior autore di fumetti di tipo sempre. Chi non ha mai letto niente, deve inginocchiarsi sui ceci e patire le pene dell'inferno!
Il fumetto/manga/whatever di Filippo Morini l'avevo ovviamente già letto su Lega Nerd qualche settimana fa e gli ri-faccio i complimenti anche qua (lì spiegava la genesi del fumetto, che era per un concorso con certi requisiti specifici).
Leggetevi le altre sue cose perchè meritano davvero! ;-)
E come al solito, grazie Doc per le chicche!
Grazie once again Pedro!
RispondiEliminaDoc, le dirò: il SS di Moebius a me "ha piaciato" (cit.)!
RispondiEliminaMa quest'uomo ha segnato la mia crescita, forse sono di parte.
@Filippo Morini
RispondiEliminaLo so che l'ho buttata li, un po' tra le righe, e tu, giustamente hai fatto il vago xD
...ma pensarci seriamente a un eventuale seguito? :P
@lun-sei
Non è per polemizzare o per continuare una lotta a chi ha ragione, piuttosto per allargare un po' le vedute confrontandosi e sondando pareri diversi (il BELLO delle discussioni internet è anche questo), ma secondo il tuo ragionamento, di fronte a due piatti di amatriciana con lo stesso identico sapore, profumo e aspetto (difficile distinguere l'"amatriciana" di Filippo da quella di un Toshio-san qualunque, ammetterai, senza aver letto prima il nome sotto alle tavole) se uno dei due è stato preparato da un cuoco non italiano, non è un VERO piatto di amatriciana?
Calma un attimo con questi titoloni, non per i titoloni ma per l'esborso economico. Prima calcolo la mia IMU e quella di mia Moglie e poi ci penso.
RispondiEliminaRelativamente alla discussione credo che lo stile sia una questione di famigliarità, uno usa lo stile che più gli si addice, ovvero fa di necessità virtù, se uno partacipa ad un concorso per manga non disegna delle tavole che sembrano prese da Corto Maltese.
In fin dei conti un fumetto bello è bello indipendentemente dallo stile.
PS per Doc: grazie per i consigli di lettura, ho letto quello di RRobe sui samurai e mi è piaciuto (più la storia dei disegni, lo stile italiano/Bonelli - parlando di stili - non mi è mai tanto piaciuto).
E così il blog mi si libra in alto oggi, con Ranxerox e Moebius, e 'somma ti da lustro la cosa DocDoc! Certo, oggi che piove e ci sono 3 gradi, preferivo non so, il commento alla prima puntata di Lamù (che secondo me, non è facile fare ironia, su un prodotto già così. Sguscia dalle mani!)... Però, dai, parlare dei ragazzi della Traumfabrik (Scozzari, Tamburini, Pazienza, Liberatore, Sparagna) ti fa sempre ricordare che in Italia delle urla forti, anche nel mondo del fumetto ci sono state!
RispondiEliminaE che forse commenterebbero come Makkox, le mostre del fumetto e i suoi cosplayer.
http://www.ilpost.it/makkox/2012/11/06/lucca-comics-2012/
Per il discorso manga fatti da italiani (ma anche da ammerriggani) è chiaro cos'è che stona. Una cosa, un tipo di arte nazionale, da cui ti fai invadere e che nel giro di 10 anni, produce i "mangaka 'tagliani" , "che mangio sushi e mi piace mangiare alla giapponese, perchè leggo i manga", si chiama semplicemente moda puerile.
omoragno:
RispondiEliminaUn po' saggio, molto diario personale.
Grazie Doc, allora avevo suppostato bene...
RispondiElimina@Ultimus!
Grazie per il link di Makkox, gran belle tavole :D
Ultimus!:
RispondiEliminaPensa a cosa si trovava nelle riviste a fumetti di trent'anni fa in edicola. Pensaci e poi piangi :)
Belle letture, Inside Moebius è meraviglioso e l'ultimo volume contiene una lunga sequenza di tavole oniriche che mi ha fatto stupire, per la milionesima volta ovviamente, di quanto Moebius fosse un genio. Sarà per sempre il mio disegnatore preferito ela sua mancanza si sente già moltissimo.
RispondiEliminaSolo amore per Ranx.
@Doc
RispondiEliminaPiangere di felicità o tristezza ? :P
Sinceramente, non sono mai andato pazzo per Moebius e tutta la combriccola di Metal Hurlant: bravissimo disegnatore ( ho a casa molto suo materiale), grande visionario ( e forse lo sarei pure io se mi fossi fumato l'impossibile), ma le storie ..... ammetto che se alcvune erano interessanti e innovative, molte altre le ho sempre trovate assurde e senza senso così come quelle di tutti i suoi epigoni.
In un certo senso hanno rovinato il fumetto, attirando l'attenzione degli intellettuali ma faacendo dimenticare a una generazione di autori concetti come immediatezza, semplicità, spessore.
Che oh, se me ne fanno qualche fumetto "fumato" ogni tanto bene, ma se ne escono a centinaia di fumetti pieni zeppi di masturbazioni filosofico/mistico/religioso/quellochevuoi va tutto a ramengo.
Opinione personale, ovviamente.
Quando sento pronunciare le parle "Uomo Topo" mi viene sempre da pensare a quello della coppia Bartolo-Carnevale pubblicato nei volumi dell' Eura " Uomini e Topi".
Praticamente una specie di "supereroe" italiano ( si notino le virgolette) che si legge con un certo gusto.
Ma della somiglianza di Ranxerox con il Guido Carosella della Marvel non ne parliamo ( ed è Guido che copia, ovviamente)?
@omoragno
RispondiEliminaBhe, nel caso dei fumetti riesco a capire se è una cosa veramente giapponese il 99% delle volte quindi qualche "piccola" differenza c'è.
Nel caso del cibo non ti so dire soltanto perché non ho mai mangiato un'amatriciana cucinata da un giapponese.
Però quando vuoi mangiarti una pizza, preferisci che il cuoco sia italiano (preferibilmente napoletano) oppure cinese? E se ti sembra razzista rispondi subito e sinceramente a questo.... quando vai a mangiare cinese vuoi che il cuoco sia cinese o no (anche se poi magari il cibo cinese che cucina è il classico menu occidentalizzato)? Quando vai a mangiare thailandese non è molto meglio se il cuoco è thailandese?
O mi dici che per te DAVVERO non fa differenza se un simpatico tizio italiano con l'accento del meridione deve servirti un piatto di sushi o tenpura? :)
Sam:
RispondiEliminaNon mi riferivo ai francesi. Parlavo di Pazienza, Tamburini e Liberatore. Di Cannibale e Frigidaire. Di un periodo in cui, per dirla alla Brizzi, Andrea disegnava e Pier Vittorio (l'inarrivato Tondelli) scriveva. Un'intera generazione di giovani italiani che ha lasciato il segno, prima che droga e malattie se ne portassero via (ancora giovanissimi) una buona fetta.
Doc, sono troppo cinico se dico che, per farsi portare via dalla droga, saranno stati anche grandi artisti ma sicuramente anche un po' coglioni?
RispondiElimina@Sam
RispondiEliminaHo letto con attenzione il tuo parere. Parlando dei fumetti importati da Comic Art o l'Eternauta, e il momento d'oro della scuola Franco-Belga... Direi che c'è altro fumettisticamente che m'appassiona di più, tutto sommato. Anche se in questo periodo storico del fumetto, in quest'area che si respirava, probabilmente cadono anche Crepax e Pratt.
Detto questo, non esiste uno stilema per il fumetto, come non c'è per il cinema o per la musica. Soggettivamente e oggettivamente, questa gente ha solo aggiunto al medium fumetto, non tolto. (Anche perchè non si può togliere al fumetto, puoi solo aggiungere idee, è così vasto mondialmente che nessuno può sradicare quello che invece c'è già)
@scott
Chissà, probabilmente si sarebbero definiti loro cinici e disincantati, e invece a me, a te, ed a altri, chissà, forse invece ci avrebbero etichettati con "noiosi", "scontati".
Se questa gente ha deciso di vivere una vita breve "sulla corsia di sorpasso", e nel mentre lasciare molto in termini di arte/cultura al mondo, chi sono io per criticare le loro scelte?
Questo è il mio pensiero personale che mi saltava in testa leggendoti :)
Bye
Rileggendo questo post, riflettevo ancora una volta che è morto Jobs e c'ha fatto servizi, storie, libri, stirazzi... (nulla in contrario, eh).
RispondiEliminaÉ morto Moebius, che ha influenzato tutto il mondo con la sua arte e lo stile, e qui e lì solo qualche notizzuala, forse manco su tutti i telegiornali (che però c'hann sempre tempo per gossip, lamentele sul caldo d'estate, del-cane-che-allatta-il-gatto, stronzate errate varie).
Questa cosa mi ha sempre lasciato un certo amaro in bocca.
Da appassionato di Pazienza avevo molto sentito parlare di questo ranxephon o come si scrive, se mi escono i soldi forse me lo procuro... di moebius invece mi vergogno ma non ho mai letto niente...ma quello che mi interessa più di tutte è la storia dell'uomo sorcio napoletano, se mi assicuri che è divertente come ci si aspetta devo averlo assolutamente.
RispondiEliminaA proposito di Brizzi, ho finito proprio ora l'ultimo dell'Epopea Fantastorica.. Bello, ma il migliore resta il primo.
RispondiEliminaNatty Doctor:
RispondiEliminaLorenzo Pellegrini e le donne? Non l'ho ancora preso :(
@Ultimus!
RispondiEliminaJohn Donne scriveva che nessun uomo è un'isola, che la morte di ognuno riguarda tutti. Il fatto è che non viviamo da soli in questo mondo, abbiamo i nostri genitori, gli amici, gente che ci vuol benne, figli. il che non deve impedirci di fare ilnostro cammino, ovvio, ma ci dà la responsabilità di dover ASSOLUTAMENTE evitare certe stronzate. Il male che ci facciamo non riguarda solo noi. e poi dove stà scritto che si può lasciare molto in termine di arte e cultura solo vivendo esistenze folli?
@Doc
RispondiEliminaIo però oltre ai francesi ci metterei pure un pò di italiani con loro ( tipo Crepax ).
Non vorrei sembrare il solito polemico, ma penso che a un certo punto si sono cominciati a fare dei fumetti che tanto fumetti non erano.
Cose asssurde piene di inquadrature astruse, dettagli ricercati, simbolismi pindarici e tutte quelle cose che piacciono alla critica alta, ma che nella sostanza sono tutto fumo e niente arrosto.
Grandi illustratori, ma non certo autori di fumetti, dove a volte non solo si faceva a fatica a capire che succedeva, ma che sembravano fare fumetti che piacessero per primi a loro, gli autori, che al pubblico che li doveva acquistare.
Certo, anche questo tipo di fumetti conteneva qualcosa di buono, delle innovazioni e infatti gente come Miller ha fatto sue queste intuizioni e le ha però messe in un tipo di narrazione più popolare.
In un certo senso questa generazione di autori europei sono stati dannosi come la generazione di Mc Farlane e co. perché hanno diseducato tanti autori che sono venuti dopo a scrivere e disegnare cose più terra-terra, allontanando di fatto i lettori.
Credo che uno dei motivi per cui i fumetti americani dilagarono negli anni 80-primi 90 , era peché i lettori volevano solo leggere delle belle storie e non i soliti deliri mistico/urbani/bondage/feticisti/sessuali del fricchettone di turno.
IMHO , ovviamente.
A proposito, qualcuno ha già detto che Ranxerox fu uno dei personaggi itaiani più famosi di sempre, dato che lo pubblicarono anche in America sulla rivista Heavy Metal ( dove avrebbe dovuto comparire pure nell' omonimo film animato ispirato alla rivista stessa) e in Jap per Kodansha ?
RispondiElimina@scott
RispondiEliminaSe la sua sensibilità l'avesse costretto a vincere in certi aspetti e a perdere in altri, se un qualcuno si volesse liberare e slegare da tutto ciò che citi, col sognare di non avere degli obblighi tatuati fin dalla nascita dalla società, degli obblighi prescritti che sente bigotti... farà quello che può fare con la sua vita.
Poi a quanto ho capito, tante volte e difficile essere rivoluzionario, senza essere tutto e niente... penso.
@Sam
Era il momento storico, erano questi i tempi di narrazione, si pensi alla fantascienza aperta da 2001, ritrovabile nella prima serie di Spazio: 1999 oppure nel primo motion picture di Star Trek, ma non solo in quest'ambito, i film, la musica, tutto con tempi allungati, i '70 erano fatti di lunghe tavole rotonde (mi viene in mente lo sclero del tipo, alle insopportabili tavole dopo-film nella pellicola di Nanni Moretti) su tutto c'erano tempi lunghi di discussione (non solo politica), perchè era la prima volta che l'istruzione arrivava anche alle classi basse, e naturalmente arrivava come era sempre stata, diversa da come usava essere il popolo, e si cercava una soluzione che facesse convivere giovani che arrivano da storie diverse, sono processi del mondo, che poi portano a nuove sintesi. Chessò, anche a me tutto sommato fanno schifo gli anni '80, con la nascita seria del commercialismo, del consumismo, della "svendita delle anime", ma mica posso oppormi ad un decennio, e ridurlo a colpa dei socialisti e Craxi o i "settanta che c'erano i fricchettoni", che palle sarebbe! :DDD
@Ultimus!:dal mio punto di vista, evitare di sfasciarsi e avere delle relazioni affettive non vuol dire necessariamente essere dei piccoli borghesi bigotti. anzi, far credere che la ribellione (o comunque il non conformarsi) passi attraverso l'autodistruzione è una colossale fregatura che ci hanno propinato.
RispondiEliminaO.T, e passando ad un tuo commento sul sondaggio odierno:per essere al posto dell'amico di Faso mi amputerei una gamba con un seghetto arruginito!
@scott
RispondiEliminaL'unica cosa, qua parliamo di gente che ha lasciato il segno a livello internazionale, non del tossico vicino di casa che fa disperare la madre. Queste sono menti particolari, che hanno seguito la loro strada, di seguito alla testa talentuosa che avevano e alle loro esperienze di vita (scelte o subite).
È dura, ma io cerco (e consiglio) di valutare le persone d'arte e di cultura, per i loro prodotti, e non come persone. Quando li conosci, spesso rimane deluso o scottato (esperienze personali ;)). Guarda Doc Manhattan, pieno d'iniziative, una scrittura umoristica a mille, poi quando scopri che è di Cosenza, quanto ci rimani male?
Ultimus, guarda che ti faccio picchiare dal Mandarino.
RispondiEliminaAHAHAH!
RispondiEliminaGuarda, è davvero difficilistico capire cosa dice il Mandarino! Eppure ebbi i complimenti di mio padre, quando capii il dialetto strettissimo della moglie del parucchiere. Quale parrucchiere? Quello giù dü paisi, quello che non parlava perchè aveva paura che gli alieni gli rubassero le parole, dai, quello là!
Comunque qualcuno potrà sostienere che sono troppo ingenuo, non mi trova d'accordo, ma sia come sia, quando ho scoperto che ti chiami Alessandro Apreda e non Doc Manhattan, anche lì, quanta amarezza...
Ho preso Suburbans (l'uomo-topo) in fiera a Roma, stamattina. Mi è sembrato geniale! I disegni e la storia. Lo rileggerò tra 15 giorni e vedo che effetto mi farà. Grande Doc!
RispondiElimina@Ultimus: il tuo discorso continuava a non convincermi, ma con la tua riflessione sul fatto che un idolatrato blogger è effetivamente un terroncello con la coppola, un po' ho dovuto ricredermi!
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