Tokyo Jungle: il gioco brutto bellissimo

Quando ne hai sentito parlare la prima volta, a un TGS di qualche anno fa, di questo gioco per PS3 ambientato in una Tokyo post-disastro-non-specificato in cui la razza umana si è estinta e gli animali combattono per sopravvivere, hai pensato Woo-hoo! Pheegata!, scimmiatissimo. Poi, tempo dopo, ne hai visto un trailer, solo che nel trailer non c'era un leone che lottava all'ultimo sangue con un branco di lupi o con un coccodrillo: c'era un volpino che si accoppiava. On screen. La scimmia è scesa dalla spalla ed è andata a farsi prescrivere degli ansiolitici. E così ad agosto, quando il gioco imperversava in tutti i negozietti di Akihabara, non ci hai pensato neanche per un istante a comprarlo. E hai fatto male. Malissimo. Perché Tokyo Jungle è il gioco-brutto più bello degli ultimi mesi [...]

Perché è un gioco brutto?
Perché la grafica fa schifo. Una roba da PS2, pezzentissima. Che ha pure la faccia tosta di rallentare quando ci sono troppi animali su schermo.

E allora?
Allora niente. Quando inizi a giocarci poi non te ne stacchi più, e della grafica non te ne frega una well-loved. 

Praticamente il contrario di Avengers Initiative, il gioco di cazzotti con Hulk per iPhone?
Esatto. L'effetto è quello di un Dark Souls con volpini e ghepardi, e, per quanto possa sembrare incredibile, il tasso di assuefattività - ammesso che questo vocabolo esista davvero in italiano. In caso contrario, facciamo finta di sì - non è l'unico elemento che i due giochi hanno in comune.

Sì, ma questo di che diavolo parla?
Di sopravvivenza. Tanto che la modalità principale è il survival mode, e quella secondaria lo story mode.

Eh?
Devi scegliere un animale. All'inizio ce ne sono solo due: un volpino e Bambi un cervo sika, ma risalendo lungo la catena alimentare se ne sbloccano un inverosimilione, su fino a grandi felini, elefanti, orsi, minolli e velociraptor.

Dinosauri?!?
Anche, ma non distraetevi. E insomma prendi il volpino o il cerbiatto, e devi sopravvivere il più a lungo possibile, procurandoti del cibo e cercando di non diventare cibo per qualcun altro.

Come funziona?
I carnivori come il volpino devono cacciare. Ammazzare animali più piccoli o, se proprio se la sentono, tentare la sorte con un grosso predatore. E morire. Gli erbivori come il cerbiatto, invece, il cibo ce l'hanno lì a portata di mano, le piante segnate sulla minimappa, ma per difesa e attacco possono affidarsi solo ai calci. Il che con un gatto o un terrier magari funziona, con una tigre molto, molto, molto meno. Per il resto, devono sgattaiolare in mezzo ai predatori e correre il più possibile. 

Con tanto di punti esclamativi sulle teste degli altri animali quando ti sgamano e scatoloni sotto cui nascondersi. Metal Deer Solid

E il volpino che si accoppiava nel trailer?
In ciascuno dei quartieri di Tokyo utilizzati dal gioco (Shibuya, Yoyogi Park, un tratto della Yamanote) puoi marcare il territorio in determinati punti e trovarti una compagna. Come nella vita reale al sabato sera in discoteca, le femmine alfa ti cagano solo se sei di rango alto, con quelle medie magari ce n'è, quelle disperate (sic) ti attaccano le pulci. Letteralmente. Una botta di doggy style e un ululato più tardi, si passa alla generazione successiva: nel tempo accelerato del gioco, l'animale viene soppiantato dai suoi cuccioli, che ereditano i valori del padre (attacco, difesa, eccetera) e sono due, quattro o cinque a seconda del livello della madre.

Su rieducational channel

Quindi a quel punto guidi un piccolo branco? 
Yepa. E qui viene il bello. Perché, per dire, un lupo al tuo licaone proverà sempre a magnarselo, ma se di licaoni ne guidi cinque farà molto meno il grande di coolo. Perché puoi provare a stendere un bufalo o - se proprio ti prude la vita - un coccodrillo o un branco di leoni. Oppure perché alla guida degli erbivori puoi giocarti la bastardata di sacrificare al predatore uno dei fratellini per tagliare la corda.

Lo scopo?
Tirare avanti per il maggior numero di anni simulati e completare nel frattempo le missioni che il gioco ti affida, alcune delle quali sbloccano altri animali, in genere dopo averli sconfitti o averci ciulato il territorio.

E se uno volesse subito tigri dai denti a sciabola e velociraptor?
Alcuni animali sono sbloccabili a pagamento. Ma ovviamente si tratta di un vezzoso artificio con cui le donnette arricchiscono il paese della sterlina (cit). Si perde tutto il gusto.

Sì, ma perché ti ha ricordato Dark Souls?
Perché il pericolo è dietro l'angolo. Quando guidi un piccolo branco, in caso di morte del primo animale passi a controllare uno dei fratelli che lo seguono, come se fossero delle vita extra, è vero. Ma il predatore che ti salta fuori all'improvviso è facile che con la prima zampata te li ammazzi tutti quanti e ciao, fine partita, devi ricominciare da capo. È però un ricominciare da capo che può contare sul livello raggiunto dall'animale e sulla conoscenza di scenario e situazioni da parte del giocatore. In altre parole, più giochi e più sblocchi bestie più toste, impari a cavartela e a resistere più a lungo. A sopravvivere. 

La brutta notizia?
Niente versione su disco per Europa e Stati Uniti.

Quella bella?
Esce su PlayStation Network il 26 settembre, al prezzo ridicolo di 12 euro e novantanove. Il che significa che chiunque abbia una PS3 non è invitato a comprarlo: è moralmente obbligato a farlo.

Fattore longevità?
Dove diavolo siamo? Su una rivista di videogiochi del '92? "Fattore longevità", dice. Comunque: dura un frappo. Solo mettersi a sbloccare tutto il bestiario e completare le varie sfide porta via eoni. Non è un caso se Darksiders II l'hai parcheggiato sullo scaffale e stai giocando da una settimana solo a questo.

Posso fare un'altra domanda?
No.

Ma io vol...
Ho detto di no.