Come che tipo Rocky Balboa
Che quella simpatica storia di sabato dei super-poteri regalati dalla reazione allergica agli antibiotici, delle mani rosse tipo Pyro e le formiche in circolo sotto pelle, non te la fossi esattamente lasciata alle spalle l'hai capito all'incirca quattro ore fa. Dopo altri due giorni di effetti collaterali più o meno terrificanti, ti sei svegliato alle tre e ti sentivi tutto gonfio in viso e sei andato a guardarti allo specchio strisciando verso il bagno silenzioso come un ninja cavaliere dello zodiaco con l'orecchino e, toh, eri tutto gonfio davvero. Ma tipo che l'occhio destro era talmente gonfio da essere chiuso, il sinistro stava prendendo pure lui il brutto esempio da quell'altro e c'avevi il labbro inferiore di Francesca Dellera nel celebre capolavoro di Marco Ferreri La Carne (1991). Una configurazione facciale utilissima se sei un pugile italoamericano che ha appena perso ai punti nel'76 l'incontro della vita e vuole togliersi dai piedi il giornalista rompileghisti per riabbracciare la sua fidanzata cessa che non si sa dove sia finita. Molto, MOLTO meno in tutte le altre circostanze [...]
E così, il tempo di dire "Non fa male, non fa male, ma guarda come cazzo ti sei ridotto porcapaletta", e sei DI NUOVO al pronto soccorso, affidato alle amorevoli cure del servizio sanitario nazionalpopolare. Arrivate lì che sono tipo le tre e un sospiro, e fai subitissimo la figura del nabbo perché nella saletta comunicante c'è un tizio che ha più o meno la tua età ma alla tua banale, risibile intossicazione da antibiotici vede e rilancia con un tentativo di suicidio con il gas e un intero blister di Xanac ingollato. PWNED. Te ne stai lì disteso per un po', ad aspettare che il cortisonico ti restituisca le gioie della visione binoculare e l'utilizzo della parola, fissando con l'unico occhio al momento impiegabile il celestino melvato terrificante del soffitto. Ed è più o meno allora che la scena circostante esplode.
C'è che l'aspirante suicida non è pacifico come l'aspirante suicida delle storie di Alan Ford (CdVdS™, citazione da vecchietti della settimana), ma il fatto che il padre e tutti quei tizi con il camice si sforzino di tenerlo in questa valle di lacrime gli fa girare parecchio i coglioni, pare. E' così un attimo che si scaglia contro un medico, viene bloccato, ribalta un tavolino, arrivano altri infermieri e un paio di sceriffi della vigilanza, volano sedie, scappellotti, minacce, un quattordici pollici mivar CRT residuato degli anni 90, parole, parole grosse, schiaffi a mano aperta. Il più o meno tuo coetaneo carburato ad ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine e GPL da bombola italgas sud ha una qualche formazione in Scienze Naturali alle spalle, ed alterna in modo affascinante appellativi coloriti a termini propri della biologia evolutiva. Stronzi, figli di puttana, amebe, lasciatemi stare, bastardi, paramecio, mitocondrio. Con calma serafica, dalla tua stanzetta comunicante, mentre pensi che paramecio sia in effetti un'offesa di un certo peso, vedi un telefonino sfrecciare a, boh? Un metro? Un metro e mezzo? Con un occhio solo con le distanze è un casino, dalla tua testa. Non mi colpite per cortesia, pensi. Ché se mi prendete in un occhio c'è il rischio si sgonfi. Ah-ah, ridacchi da solo come un pugile scemo, mentre volano nomi, cose e città che iniziano tutti per lettere stranissime.
Un'ora più tardi hai abbastanza kryptonite cortisonica in circolo e i tuoi super-poteri iniziano a sparire. Mentre la royal rumble a tre metri di distanza entra nel vivo con l'ingresso sul ring dell'infermiera energumena che minaccia TSO e camicie di forza. E quando vede che proprio non serve, quando rimedia pure lei qualche centra a tradimento, urla Adesso ti ammazzo io, altro che suicidio, stronzo. Nel corridoio parte la ola e si espongono cartelli che inneggiano all'indimenticato Ultimate Warrior. Come sia andata a finire, chi abbia vinto, cosa ne sia stato di quel povero cristo disperato che cacciava fuori frasi che al confronto la Regan de l'Esorcista era una carmelitana scalza, purtroppo non hai modo di saperlo, perché alle quattro e venti te ne sei tornato a casa. Subito prima di venir via, subito prima che ti staccassero la flebo e controllassero che non stavi morendo soffocato, subito prima che qualcuno ti ripetesse per l'ennesima volta che il tizio che ti ha prescritto tutti quegli antibiotici per tutti quei giorni dev'essere tipo un pericolosissimo criminale di guerra fuggito in Argentina, sei rimasto per un altro po' a fissare il soffitto e a pensare alla gente che finisce in quel posto tutti i giorni e soffre e non sta bene e vorrebbe starsene a casa sua e invece è lì a fissare il soffitto come te in quel momento, sentendo urla di dolore e disperazione. E allora, ecco, l'hai capito: che il celestino melvato è proprio un colore dimmerda.
E così, il tempo di dire "Non fa male, non fa male, ma guarda come cazzo ti sei ridotto porcapaletta", e sei DI NUOVO al pronto soccorso, affidato alle amorevoli cure del servizio sanitario nazionalpopolare. Arrivate lì che sono tipo le tre e un sospiro, e fai subitissimo la figura del nabbo perché nella saletta comunicante c'è un tizio che ha più o meno la tua età ma alla tua banale, risibile intossicazione da antibiotici vede e rilancia con un tentativo di suicidio con il gas e un intero blister di Xanac ingollato. PWNED. Te ne stai lì disteso per un po', ad aspettare che il cortisonico ti restituisca le gioie della visione binoculare e l'utilizzo della parola, fissando con l'unico occhio al momento impiegabile il celestino melvato terrificante del soffitto. Ed è più o meno allora che la scena circostante esplode.
C'è che l'aspirante suicida non è pacifico come l'aspirante suicida delle storie di Alan Ford (CdVdS™, citazione da vecchietti della settimana), ma il fatto che il padre e tutti quei tizi con il camice si sforzino di tenerlo in questa valle di lacrime gli fa girare parecchio i coglioni, pare. E' così un attimo che si scaglia contro un medico, viene bloccato, ribalta un tavolino, arrivano altri infermieri e un paio di sceriffi della vigilanza, volano sedie, scappellotti, minacce, un quattordici pollici mivar CRT residuato degli anni 90, parole, parole grosse, schiaffi a mano aperta. Il più o meno tuo coetaneo carburato ad ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine e GPL da bombola italgas sud ha una qualche formazione in Scienze Naturali alle spalle, ed alterna in modo affascinante appellativi coloriti a termini propri della biologia evolutiva. Stronzi, figli di puttana, amebe, lasciatemi stare, bastardi, paramecio, mitocondrio. Con calma serafica, dalla tua stanzetta comunicante, mentre pensi che paramecio sia in effetti un'offesa di un certo peso, vedi un telefonino sfrecciare a, boh? Un metro? Un metro e mezzo? Con un occhio solo con le distanze è un casino, dalla tua testa. Non mi colpite per cortesia, pensi. Ché se mi prendete in un occhio c'è il rischio si sgonfi. Ah-ah, ridacchi da solo come un pugile scemo, mentre volano nomi, cose e città che iniziano tutti per lettere stranissime.
Un'ora più tardi hai abbastanza kryptonite cortisonica in circolo e i tuoi super-poteri iniziano a sparire. Mentre la royal rumble a tre metri di distanza entra nel vivo con l'ingresso sul ring dell'infermiera energumena che minaccia TSO e camicie di forza. E quando vede che proprio non serve, quando rimedia pure lei qualche centra a tradimento, urla Adesso ti ammazzo io, altro che suicidio, stronzo. Nel corridoio parte la ola e si espongono cartelli che inneggiano all'indimenticato Ultimate Warrior. Come sia andata a finire, chi abbia vinto, cosa ne sia stato di quel povero cristo disperato che cacciava fuori frasi che al confronto la Regan de l'Esorcista era una carmelitana scalza, purtroppo non hai modo di saperlo, perché alle quattro e venti te ne sei tornato a casa. Subito prima di venir via, subito prima che ti staccassero la flebo e controllassero che non stavi morendo soffocato, subito prima che qualcuno ti ripetesse per l'ennesima volta che il tizio che ti ha prescritto tutti quegli antibiotici per tutti quei giorni dev'essere tipo un pericolosissimo criminale di guerra fuggito in Argentina, sei rimasto per un altro po' a fissare il soffitto e a pensare alla gente che finisce in quel posto tutti i giorni e soffre e non sta bene e vorrebbe starsene a casa sua e invece è lì a fissare il soffitto come te in quel momento, sentendo urla di dolore e disperazione. E allora, ecco, l'hai capito: che il celestino melvato è proprio un colore dimmerda.
All'infermiera assassina sono scoppiato xD
RispondiEliminaMa quante te ne capitano, Doc?
Almeno dalle tue disavventure escono post brillanti e spassosi come questo.
Dalle mie solo incazzature e borbottii da vecchi rincoglioniti che durano un po' troppo, per non essere ancora un vecchio rincoglionito... xD
Levataccia pure per me stamattina che, succede, se uno per sbaglio manda avanti l'orologio di un'ora, che poi le 6.30 non sono le 6.30 ma sono le 5.30. Niente, paragonato alle tue mirabolanti avventure da supereroe di quartiere (quasi) dell'altromondo, ma almeno posso uscirmene con un bimbominkiesco "PRIMO!" a insozzare la candida tavola del post. :)
La vita di noi super-eroi-pugili è durissima.
RispondiEliminaNon so se è colpa dell'ora insolita, ma a quest'ultimo commento sto ridendo come uno scemo.
RispondiEliminaOk, fanculo, mi hai convinto. Ti addo su FB (vista anche la chiusura dell'altro post) xD
Doc, scrivi un libro sulla tua vita.
RispondiEliminaNon quella dove ti cambi il vestito in cabina però.
PS: ma non lo stai seguendo più Mine Fujiko to iu onna?
@Queto_Daemone
RispondiEliminaDiotipregopercarità non spoilerare niente, che c'ho tipo, boh, 4-5 episodi di arretrati! :')
"Le incredibili avventure del Doc - Il mondo sanitario" (ep. centordici)
RispondiEliminache bel post Doc, e che storia!
Non è da tutti saper raccontare in maniera così ironica le nottate dimmerda al pronto soccorso Doc, hai la massima stima per questo.
RispondiEliminaMi spiace davvero x tutti sti casini ;__;
La prossima volta,magari, invece di trovare uno psyco dottore che ti prescrive una bomba di antibiotici da mettere k.o. un elefante, fatti, chessò, dare del concentrato di pipistrello così diventi il discepolo di Batman.
Mi spiace per la pessima nottata.
RispondiEliminaIl celestino melvato è il colore che assocerei a questa mia settimana lavorativa; il lavoro mi sta uccidendo e non capisco fino a che punto queste mie parole esprimano qualcosa di figurato o qualcosa di reale.
Stima, stima vera per la citazione dell'aspirante suicida, uno dei miei personaggi di sfondo preferiti.
RispondiEliminaPensa che mia madre al pronto soccorso ci lavora e questa è un po' la sua routine...
RispondiEliminaSecondo me, dovresti fare lo sceneggiatore di una fiction alla Boris, ma sulla sanità. Post davvero divertente, nella sua tragedia, complimenti.
RispondiEliminaPS: Sei una chiavica, stai sempre male!
Ma uno schizzo del tuo super-costume quando?
RispondiEliminaParamecio, parole grosse.
RispondiEliminaPovero Doc, son brutti momenti... Certo che tu... Mai dovuto prendere un'aspirina in vita tua uh? ;-O
RispondiEliminaQuoto nonhobisogno.
RispondiElimina....O vedi a campa' di softdrink e nerdteenfood?
Poi il fisico ne patisce.
;)
Doc abbiamo gli stessi super poteri! anche io un paio di volte sono dovuto andare al promto soccorso bello gonfietto e col respiro che sembravo Dart Vader!
RispondiEliminala prossima volta che ti serve un consulto o una prescrizione medica fammi sapere, doc...giuro che la laurea e la specializzazione non me le hanno regalate!!!
RispondiEliminaMal che vada, benda di capitan Harlock e mi diventi il re del cool.
RispondiElimina(si scherza, eh!)
Doc,alla rumble potevi partecipare,quando ti ricapita? Non sia mai che McMahon ti vedeva e ti pigliava in WWE come luchadore.
RispondiElimina"Stronzi, figli di puttana, amebe, lasciatemi stare, bastardi, paramecio, mitocondrio".... Era forse il Capitano Haddock di Tin Tin?
RispondiEliminaDoc non si sa mai cosa si trova al Pronto Soccorso...meno male che tu hai i super poteri ;)
RispondiEliminaLa causa di cotanta ostilità è proprio il celestino melvato. Nessuno sopporta quel colore. NESSUNO.
RispondiEliminaMr. Giobblin
RispondiEliminaSono d'accordo.
E' QUASI peggio del verde melvino.
Stima tipo enorme, Doc.
RispondiEliminaCon quello che hai passato altro che post di ridere, avrei tirato giù un settordici calendari tra gregoriani, giuliani, cinesi e maya come massimo sforzo artistico!
Doc, solo a te capitano 'ste cose... mi sto catafottendo dalla sedia a leggere le tue disavventure, sappi che m'hai svoltato una potenziale giornata di melma :°D
RispondiEliminaDoc,
RispondiElimina«il tizio che ti ha prescritto tutti quegli antibiotici per tutti quei giorni dev'essere tipo un pericolosissimo criminale di guerra fuggito in Argentina»
«Con calma serafica, dalla tua stanzetta comunicante, mentre pensi che paramecio sia in effetti un'offesa di un certo peso, vedi un telefonino sfrecciare»
«Adesso ti ammazzo io, altro che suicidio, stronzo»
ogni volta che rileggo queste frasi continuo a scompisciarmi dalle risate. Conosco per esperienza diretta il dramma della allergia, e degli ospedali meridionali la notte. Mi immagino vivida la scena...
Tra parentesi, è incredibile come la ricerca di celeste melvino su gooooogle (immagini) produca un album fotografico completo di saint seya omega!
RispondiEliminaBuona guarigione, eh!
Sto ridendo come un cretino da tipo... Dieci minuti? Forse anche più.
RispondiEliminaIl brutto è che ho un vago deja vu, mi sembrano le solite situazioni che mi racconta mia madre quando torna da lavoro dall'ospedale.
Per il finale magari controlla su qualche quotidiano locale, magari ne parlano e scopri che è stato pestato a sangue dall'infermiera assassina.
Beato te Doc, che incontri sempre gente interessante!
RispondiEliminaSeriamente, mi spiace per tutte le sfighe che ti capitano, e anche io da piccolo, ebbi un ascesso che mi gonfio la faccia da rendermi un sosia di Quasimodo del film Disney.
Però niente pazzi che volevano suicidarsi, niente infermieri che si improvvisavano bressler, solo un altro bimbo più piccolo , dall' altro lato della stanza seduto, che mi guardava con una faccia tra il disgusto e la compassione.
Blog scoperto da poco e pare davvero interessante: adesso mi tocca leggere da qui fino alla fine del mondo le cose arretrate!!! Quindi devo farlo prima di Dicembre...sarà dura ma cercherò di riuscirci.
RispondiEliminaNon commento mai ma ti leggo sempre con mostruoso piacere.
RispondiEliminaStavolta peró mi tocca scriverti perchè mi sono pisciato dalle risate, e meriti proprio i complimenti.
Complimenti. Ecco l'ho detto.
Ciao doc.
Ma soprattuttamente: antibiotici in dosi da cavallo prescritti a causa di cosa, se è lecito saperlo? Che se te li hanno dati tipo per il mal di schiena, indubbiamente non sanno il fatto loro... :P
RispondiEliminaSee, il mal di schiena evroniano :D
RispondiEliminaPraticamente un Manhattan Balboa!
RispondiEliminaPensa che a mia moglie succedeva sempre sotto Pasqua, poi si è scoperto che era allergica ai semi di papavero con cui sua mamma infarciva i dolci!! Era veramente irriconoscibile con gli occhi gonfissimi e a malapena riusciva a vedere!!
@gianluca gentili:ho pensato esattamente la stessa cosa!
RispondiElimina@Doc:antibiotici per un mal di schiena? Really? Really? Really? (cit.)E comunque, non è che puoi passare dal Pronto Soccorso ed informarti su come è finito il match, così ce lo fai sapere?
Tutte le volte che finisco io al PS (e ho una discreta collezione di codici gialli, per non farmi mancare nulla), tutto questo pandemonio non c'è mai XD
RispondiEliminaAcalia
RispondiEliminaPer gli standard da pronto soccorso meridionale, quella di ieri era una serata tranquilla.
Storie di vita vera.
RispondiEliminaTorno ora dall'ospedale, che in questi 2 mesi fra me, nonni e parenti vari ci ho fatto il solco.
E mia zia fissa in agonia un verde pisello smorto da giorni...
In quanto presidentessa del tuo gruppo di groupie, ti auguro una pronta guarigione. Ma con la benda saresti figo lo stesso :D
RispondiEliminaCi sono passato anche io, mentre mi passavo la notte del 31 Dicembre 2010 / 1 Gennaio 2011 flebomunito nel reparto 'mbriagoni di fine anno allestito per l'occasione all'ospedale di Careggi a Firenze ho visto volare cose che non dovrebbero volare, animali vegetali e minerali indistintamente.
RispondiEliminaIl pazzoide si meritava subito camicia di forza e portato via... passando magari prima per la polizia però. Tanto, quello che voleva non era certo morire, ma solo rompere le scatole al prossimo, per via di chissà che turba mentale/difetto genetico/abuso di droghe.
RispondiEliminaDOC, siamo tutti con te.....
RispondiElimina...o almeno ci sarebbe piaciuto esserci per vedere la scena.... ;-)
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaDoc, ho pianto dal ridere!
RispondiEliminaTornando seri, ma un pensierino anche a chi ci lavora tutti i giorni in quel posto? :-)
uno dei migliori post di sempre!!!
RispondiEliminaChe poi, gente, 'sti cortisonici altro che Red Bull. Vai a cannone per tutto il giorno: per forza che son considerati roba dopante. °__°
RispondiElimina