Il favoloso mondo dei cartelli della metro giapponese
Questo post ti è rimasto parcheggiato nelle bozze per mesi. Tanto che dei meravigliosi, terrificanti poster della metro giapponese raccolti da pinktentacle.com ha fatto a tempo perfino a parlare il sito di Repubblica. Ma visto che adesso è saltato fuori e che era già bello pronto, con le didascalie e tutto, che facciamo? Lo buttiamo via? Ora, mentre il resto del mondo per dirti quello che devi e non devi fare quando monti su un vagone della metro si limita ai soliti cartelli, alle solite silhouette con la testa a sfera tipo il pupazzo di Italia 90 o i simboli del CONI, il Giappone degli anni 70 e 80 no. Il Giappone degli anni 70 e 80 chiama a veicolare il proprio messaggio di grande valenza civica testimonial dello spessore di Superman, Rambo, Vampirella, Hitler, Gesù e la Madonna. No, davvero [...]
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Usanze e fissazioni tipicamente giapponesi
Anche se vieni da Krypton e c'hai i superpoteri, le gomme appiccicate sotto le scarpe sono una bella rottura di palle lo stesso |
Il grande dittatore di Chaplin. In soldoni: tenete chiuse quelle gambe ché così ci infiliamo un altro salaryman su quel sedile, grazie |
La cortigiana di un famoso spettacolo Kabuki, nota per far perdere il senno agli uomini. Il messaggio è: ok guardare le pheeghe nella metro, ma ricordatevi l'ombrello per piacere |
E' il 1979 e il titolo è un capolavoro: "Space Invaders" |
Presente quelle scritte "Non superare la linea gialla" nelle nostre metro e ferrovie? Questa è uguale. Solo che la linea è bianca, e il concetto è rafforzato da due lottatori di sumo |
L'ultima cena. Gesù assiste sconsolato alla moltiplicazione degli ombrelli smarriti nella metropolitana. "Non sono stato io", aggiunge |
Occhio a non restare incastrato nelle porte. Te lo dicono Vampirella, Superman e, uh, Rambo? (Shimatta = Dannazione, Accidenti, Porcadiquellavaccaargentina) |
Tu, ubriacone senza famiglia, lo capiamo che è Natale e ti senti solo, ma fai il piacere di andartene a fanculo da qualche altra parte, grazie |
Il pensatore di Auguste Rodin, che non è seduto in modo composto e quindi è un soggetto da non imitare |
Non si fuma sulla banchina nelle ore protette. Te lo dice, uh, un kappa |
Marilyn nel seguito di "River of no Return" (La magnifica preda): Umbrella of no Return |
Il tizio di Io sono Teppei invita a cedere il posto agli anziani. A oggi questo non succede MAI, e quand'anche tu, straniero di buone maniere, ci provi, è ogni volta un dramma |
Non entrare di corsa nel vagone. Te lo dice la SUORA NINJA |
Favorite l'abbonamento all'ingresso. Anche tu, nanetto corso |
Astroboy riporta solerte il suo ombrello a un impiegato che STA CERCANDO DI SUICIDARSI SUI BINARI E SAI CHE CAZZO GLI FREGA |
Ancora: correre nel vagone quando si stanno chiudendo le porte è pericoloso, come dimostra la storia di Cenerentola che... No, in effetti non c'entra una fava, è vero |
Cedete il posto alle donne con bambino, impiegati senza cuore e con le scarpe orribili. Fatelo. Soprattutto se si tratta della Madonna con un Bambinello dai tratti giapponesi |
Non si fuma sulla banchina nelle ore protette. Te lo dice, uh, lo scimmiotto Monkey. Ma metterci, chessò, uno sceriffo invece di questi pupazzetti delle fiabe? |
Leggi testualmente: "Se ti sembro Babbo Natale è perché hai bevuto troppo. E' solo ottobre. Non rompere i coglioni agli altri passeggeri, grazie" |
Ancora quei fottutissimi ombrelli. Nell'80 il fenomeno è ormai un dramma di proporzioni terrificanti |
Il mimo Marcel Marceau ricorda di lasciare il posto agli anziani. Soprattutto se si tratta di scomodi posti in legno rimasti dall'immediato dopoguerra |
Dietro c'è un gioco di parole con una canzoncina per bambini che parlava di gatti calpestati. Sul serio |
Il discorso della tessera vale anche per te, Superman |
Il messaggio, chiarissimo, è: "Se il vagone raggiunge temperature subsahariane, prova ad aprire il finestrino, genio" |
E' arrivato finalmente lo sceriffo! Ed è John Wayne! Armato di una pistola ad acqua! |
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Usanze e fissazioni tipicamente giapponesi
Ma cos'è questa cosa degli ombrelli?
RispondiEliminaLi dimenticavano allora, li dimenticano anche oggi. Le metro giapponesi sono tutte un pullulare di ombrelli senza padrone.
RispondiEliminaVedo che piace anche a te il sito del tentacolo rosa ;)
RispondiEliminaQuando non c'ha su le robe disgustose è un blog bellissimo.
RispondiEliminaSì, sui video dei bambini horror mecha in acido mi inquieto anche io.
RispondiEliminaguardare i cartelli sulla metro giapponese è sempre un'esperienza. sono ancora traumatizzato dalle onnipresenti pubblicità della serie live action di Carletto...
RispondiEliminapiccola errata corrige: "shimatta" vuol dire "è chiusa"; "komatta" invece è "accidenti! perdiana! porcadiquellavaccaargentina!"
Grazie per la precisazione, John. Questo spiegherebbe peraltro le tante risse sfiorate in quel di Osaka con i buzzurri locali, ma...
RispondiEliminahttp://en.wiktionary.org/wiki/shimatta
Resta, di base, che il mio giapponese rudimentale fa cagare.
mmh... magari è gergo, non lo so! il buon vecchio shogakukan (il fido dizionario) non da ulteriori precisazioni a riguardo.
RispondiEliminain teoria "shimatta" è la forma passata di "shimaru", chiudere.
in ogni caso, meglio evitarne l'uso sconsiderato nei pressi di teppisti alla Kazuma Kiryu.
dopo accurata ricerca, la scottante verità è che abbiamo ragione entrambi. a questo punto se Vampirella dica "è chiusa!" o "cribbio!" diventa del tutto discrezionale.
RispondiEliminaLa bizzarra fantasia dei giapponesi è ineguagliabile!
RispondiEliminaPerò l'impiegato a cui Astroboy vuole ripotare l'ombrello è nientemeno che Osamu Tezuka, il suo creatore.
O lo sceneggiatore della Bonelli Antonio Serra, non ricordo.
In realtà il gioco è proprio sui due significati di shimatta. Che non è solo passato di shimaru, ma anche shimau. Lo scio(ga)cchino, come lo chiamo io, è utilissimo ma ovviamente insufficiente quando si scende nel colloquiale. Stupendo in quella di Napoleone dove scrivono "mostrare bello chiaro" e "non far cadere e non sporcare" come se fosse la definizione del dizionario di "abbonamento"...
RispondiEliminaManuel
ma felpe col cappuccio o k-way no?
RispondiEliminaManuel: grazie per la spiegazione. La verità non poteva che essere evidentemente nel mezzo.
RispondiEliminaLil'Spot: no, perché i cappucci sono più difficili da dimenticare in giro. Non c'è gusto, scusa.
a giusto, non ci avevo pensato... Non sono proprio Giapponese
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