"Io e Te" di Niccolò Ammaniti. Una mezz'ora di

Il fatto stesso che in un sabato pomeriggio parecchio svogliato ti ritrovi a incrociare per caso in libreria un nuovo romanzo di uno dei tuoi autori preferiti è indubbiamente uno di quei momenti topici in grado di conferire tutto un altro spessore alla giornata. Non fosse che quel romanzo, "Io e Te" di Ammaniti, è in realtà poco più di un racconto, poco più di 90 pagine, poco più di un'idea abbozzata. [...]
In copertina, per grande onestà intellettuale dell'autore, un suo scarabocchio
 Tornato alle atmosfere che gli sono più congeniali, gli adolescenti introversi, dopo la divertita riscoperta del grandguignol nel precedente "Che la festa cominci", il buon Nic ti porta nella testa di Lorenzo, questo quattordicenne della Roma bene, questo mix ambulante di agorafobia, misantropia diffusa e sindrome di Edipo all'ultimo stadio. Per far credere alla sua adorata madre di esser stato invitato a una settimana bianca, Lorenzo si rinchiude in cantina assieme a qualche libro di King, a una PlayStation munita di Soul Reaver, a una provvista di dolci e sottaceti.
Scorrono veloci, le novanta pagine di quello che è a tutti gli effetti un racconto lungo, lasciandoti in bocca la brutta sensazione del riciclo di idee e situazioni e caratteri già apprezzati altrove nell'opera del più grande autore romano degli ultimi quattrocento anni. Il solito ragazzetto allampanato con il cespuglio di capelli in testa, i tamarri della sterminata periferia romana descritti ancora una volta come esseri subumani aggressivi, sguaiati e violenti, il rapporto con la nonna, un rifugio vicinissimo alla vita che scorre eppure così lontano da tutto il resto - vedi la cantina de "L'ultimo capodanno dell'umanità" o la terrazza romana su cui rimane intrappolato il ladruncolo nel romanzo pubblicato su Rolling Stone. La sensazione a un certo punto muta in certezza allorché ti imbatti nel racconto nel racconto, nella storia del robottino puliscipiscine K19 che il Nostro aveva scritto anni addietro (per MicroMega? Boh. Da qualche parte l'avevi comunque già letta) e qui riciclata senza un vero perché. 
E per quanto il finale cerchi di ammollarti il solito pugno nello stomaco, per quanto Ammaniti non sia Moccia (per sua fortuna), e quello che pensa un quattordicenne tignoso lo riesca a metter giù con il suo word processor meglio di chiunque altro, alla fine, beh alla fine boh.
Sarà la maledizione di cui Ammaniti scriveva in "Che la festa cominci": una volta che hai pubblicato un capolavoro, il tuo pubblico si aspetta di vederti saltare l'asticella sempre a quell'altezza. Sarà che il taglio del racconto, la sua linearità, il numero ridotto al minimo di personaggi ricordano fin troppo i romanzi a puntate dell'autore per le riviste. Sarà che Lorenzo è l'unico protagonista adolescente di Ammaniti talmente stronzo che di lui, dei suoi problemi, del suo microcosmo e del suo filippino, alla fine, non te ne fregava una benemerita mazza.


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Commenti

  1. Ho visto che costa solo 10 euro. Che faccio? Lo prendo o lo lascio lì?

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  2. Bé, non è neanche facile ripetersi quando hai scritto capolavori come Io non ho paura e Come Dio Comanda. Di certo non credo che Ammaniti intendesse vincere un altro Strega con questo che giustamente definisci un racconto lungo più che un romanzo

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  3. red tiger: per 10 euro mo' non facciamo i pezzenti, tigre.

    pda: senza dubbio. Ma per me il vero capolavoro resta Ti prendo e ti porto via

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  4. si doc prob è il migliore ma anche fango ha il suo bel perchè, domani grazie al tuo post che lo ha rivelato al mondo quest'ultimo lo vado a pigliare :-*

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  5. l'ho appena letto.....1 ora e mezza di tempo...che dire...anche io credo che non ci sia nulla di particolarmente originale...io adoro Ammaniti, credo che sia un genio. ma i suoi ultimi due lavori mi hanno un po' delusa...di quest'ultimo, alla fine, ho avuto la sensazione che non ci sia stato suff sviluppo e che tutto sia stato troncato in modo troppo semplicistico...la sua opera che preferisco è "Ti prendo e ti porto via"
    Lara

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  6. Ciao Lara. Come scritto nel commento poco sopra il tuo, anch'io credo che il grande capolavoro del Nic sia Ti prendo e ti porto via.

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  7. Veramente una pura operazione commerciale

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  8. concordo ... peraltro nel 2010 il finale è credibile?

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  9. Anche io l'ho letto e ne ho fatto una recensione sul mio blog. Effettivamente manca il solito Ammaniti, peccato ;)

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