Shutter Island: una tranquilla pasquetta di paura
Dopo quell'enorme stronzata del remake hollywoodiano di Infernal Affair (The Departed) e il concert film sui Rolling Stones (che non hai visto. E non credi vedrai mai), Martin Scorsese torna a fare un film che è Quasi Scorsese sulla scala da 1 a Scorsese. [...]
Ora, andrà detto subito che Shutter Island è un bel film. Di quei - per quanto la definizione sia aberrante, fin troppo abusata e ti stia abbastanza sui coglioni - thriller psicologici che ti trascinano prima a pensare una cosa, poi una completamente diversa. E anche quella tanto è sbagliata.
Solo, ti chiedi, c'era proprio bisogno del finale Scooby-Doo? Del solito riepilogone finale che ti deve spiegare proprio tutto-tutto a beneficio degli spettatori più lenti? Non sarebbe stato molto più d'effetto, in un puzzle mentale del genere, lasciare a chi guarda il compitino di rimettere a posto gli ultimi tasselli? Cazzo ci voleva?
Dobbiamo per forza tenergliela bassa la mangiatoia, al popolo dei ruminatori di pop-corn? Spider di Cronenberg (2002) pur in tutt'altra ambientazione e con un tono più angosciante e meno thriller-omammamiaadessocascagiùdallascogliera, affrontava lo stesso argomento, si snodava partendo da uno spunto molto simile. Ma alla fine non comparivano Fred, Daphne e Velma a sfilare maschere di gomma e ad insultare la tua intelligenza con il solito spiegone superfluo.
Ah, tornati a casa, ieri sera, vi siete visti un film che davano su Merdaset Prezzium: L'uomo che ama. Che è la storia di un tizio (Favino) che sta con la Bellucci. Ma poi se ne stanca e la molla.
Fantascienzo! Charlotto! Minchione!
Ora, andrà detto subito che Shutter Island è un bel film. Di quei - per quanto la definizione sia aberrante, fin troppo abusata e ti stia abbastanza sui coglioni - thriller psicologici che ti trascinano prima a pensare una cosa, poi una completamente diversa. E anche quella tanto è sbagliata.
Solo, ti chiedi, c'era proprio bisogno del finale Scooby-Doo? Del solito riepilogone finale che ti deve spiegare proprio tutto-tutto a beneficio degli spettatori più lenti? Non sarebbe stato molto più d'effetto, in un puzzle mentale del genere, lasciare a chi guarda il compitino di rimettere a posto gli ultimi tasselli? Cazzo ci voleva?
Dobbiamo per forza tenergliela bassa la mangiatoia, al popolo dei ruminatori di pop-corn? Spider di Cronenberg (2002) pur in tutt'altra ambientazione e con un tono più angosciante e meno thriller-omammamiaadessocascagiùdallascogliera, affrontava lo stesso argomento, si snodava partendo da uno spunto molto simile. Ma alla fine non comparivano Fred, Daphne e Velma a sfilare maschere di gomma e ad insultare la tua intelligenza con il solito spiegone superfluo.
Ah, tornati a casa, ieri sera, vi siete visti un film che davano su Merdaset Prezzium: L'uomo che ama. Che è la storia di un tizio (Favino) che sta con la Bellucci. Ma poi se ne stanca e la molla.
Fantascienzo! Charlotto! Minchione!
Boh. Secondo me Scorsese doveva appendere la cinepresa al chiodo dopo "Casinò" e lasciarci così, col botto. Che tanto un capolavoro del genere quando stracazzo lo rigira?
RispondiEliminaBeh, qui la discussione si fa pesa. E' vero che Scorsese un nuovo Taxi Driver o un nuovo Toro Scatenato (il suo film che mi piace di più) non lo tira più fuori, ma Gangs of New York è un bel film. Shutter Island, alla fine, pure.
RispondiEliminaMa sì, sì, Gangs of New York è un bel film ed è piaciuto anche a me (DiCaprio nonostante tutto), ma vuoi mettermi un Casinò, un Goodfellas, un Taxi Driver, un Toro Scatenato, un Cape Fear qualsiasi.. Ammettiamolo: il buon Martin le cartucce migliori le ha già sparate, e da tempo (e visto che stiamo affermando praticamente la stessa cosa, non mi dilungo e la chiudo qui).
RispondiEliminaNon ho ancora visto Shutter Island (ce l'ho in programma a fine mese), però la mania della spiega è proprio un problema del cinema ammerigano recente. Guarda Spielberg, fra quella minchia di scena del furgone televisivo nella Guerra dei mondi e lo spiegone finale di Minority Report...
RispondiEliminaMa lo stesso Scorsese: uno dei grossi problemi di The Departed rispetto a Infernal Affairs è proprio la voglia di spiegare ogni minima cazzata, non lasciare niente di non detto, mettere le didascalie a ogni cosa.
Assolutamente d'accordo: la sfilza di film rovinati sul filo di lana dallo spiegone finale è infinita. Del resto credo che film come Memento mi siano piaciuti molto proprio perché non collegavano i puntini per conto dello spettatore. Poi, chiaro, il pubblico si abitua (e all'uscita dal cinema, quando andai a vedere Memento, era tutto un coro di "nonc'hocapitouncazzo!")
RispondiEliminaIo avevo capito (credo), però in effetti non mi piaceva molto quel che avevo capito. :D
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