MotorStorm Pacific Rift: la guerra del Pacifico sulle motorette

Il primo MotorStorm era un gioco molto basato sulla sàspenz: sceglievi un veicolo nel menu, poi stavi le ore a chiederti cosa sarebbe apparso sullo schermo mentre il gioco ravanava incerto nel blu-ray. Pacific Rift è sostanzialmente la stessa cosa, ma senza quei caricamenti ridicoli e con uno scenario un attimo più vario di quel cazzo di deserto orribile... [...]

Motociclo o motocarrozzetta (ma anche camion e i nuovi bigfoot), sgomma, inchioda va a manetta. Il sistema di controllo è rimasto quello saponetto dell'originale, le dinamiche di gioco pure. In pratica, se prendi un mezzo leggero dovresti avventurarti sulle corsie differenziate per centauri, tutte rampe e passerelle, mentre con i bestioni su quattro ruote dovresti sguazzare nel fango e insegnare il rispetto a quad, auto e buggy. Ma in realtà tu finisci sempre per a) tentare di trascinare un camion su per passerelle impossibili, b) spatafasciarti con le moto ogni due secondi (il modo in cui il veicolo va in pezzi e quello in cui il pilota va incontro a morte certa sono rimasti quelli risibili del primo MotorStronzo), c) prendere un'auto. La virtù sta nel mezzo, dicevano i latini. Le possibilità di sopravvivere in mezzo a tutto questo casino, evidentemente, pure.
Il turbo continua a funzionare con il suo sistema alla ChiccoeSpillo di Samuelebersani (tira, tira, tira, attento frena, ciao), solo che ora i corsi d'acqua lo raffreddano, la vicinanza della lava lo surriscalda, tutto il resto lo lascia abbastanza indifferente.
Diverte, MotorStorpio Pacific Rift? Sì. Per poco meno di dieci minuti. Poi si torna tutti assieme ad aspettare forte-forte Split Second Velocity.


In foto: la pista nella foresta, quella sul vulcano, quella sulla montagnella, quella sulla spiaggia. Il track design gliel'ha fatto Miyamoto.