Kick-Ass: perché il fumetto spacca e il film invece no
Kick-Ass, il fumetto di Mark Millar e John Romita Jr, non è la solita rilettura in chiave moderna del mito del super-eroe (compito che peraltro Millar ha già assolto da anni, ed egregiamente, dapprima con The Authority, quindi con gli Ultimates e Wanted). Kick-Ass è la storia di ciò che accadrebbe se un nerd qualsiasi decidesse di indossare una tuta da sub e un passamontagna per combattere il crimine in una metropoli di oggi, negli anni di YouTube e MySpace. Se escludiamo il personaggio di Hit Girl, tutto il resto è assolutamente reale, verosimile, più credibile di quello che passano quasi tutti i nostri telegiornali.
Per trasporre tutto questo su schermo, il britannico Matthew Vaughn (produttore convertitosi con poco successo - l'incerto Stardust - alla macchina da presa) non doveva far altro che attenersi alla lettera della miniserie a fumetti. E, finché lo fa, finché rimane sui binari del suo fratellino di carta, Kick-Ass il film funziona. Il protagonista è sfigato a sufficienza, il costume rende, dialoghi e inquadrature ricalcano alla Zack Snyder le vignette. I problemi iniziano prevedibilmente quando il film si mette a prendere delle iniziative. [...]
Ci sono diverse cose che non vanno in Kick-Ass il film (la pellicola che nel resto del mondo civilizzato è in sala già da giorni, e che in Italia non si sa bene se e quando qualcuno avrà la magnanimità di distribuire).
Parecchie piccole note stonate e cinque puttanate di magnitudo altissima. Andiamo un po' a vederle? Massì, dai. Che sono le sei e cinquantadue e qualcosa dovrai pur fare fino alle otto e quaranta.
5) BIG DADDY
Per quanto Nicolas Cage e il suo parrucchino si sforzino di rendere credibile il personaggio e la sua lucida follia, le origini sono quelle di un Punitore qualsiasi. Laddove la rivelazione delle vere motivazioni di Big Daddy (l'essere un nerd appassionato di fumetti) è uno degli elementi maggiormente corrosivi della miniserie di Millar & Romita. Quel Big Daddy è solo un mentecatto che vive portandosi dietro una valigia piena di albi della Silver Age e cresce la figlia come una killer ninja giusto perché era il suo sogno da sfigato. Ah, e lì fa comunque una fine molto più brutta di quanto si vede sul grande schermo.
4) RED MIST
Ok, nella miniserie era comunque una cosa telefonatissima. Ma c'era proprio bisogno di sgamare da subito nel film che Red Mist è il figlio del mafioso? Le motivazioni psicologiche del ragazzino, comunque, sono tutte cannate da Vaughn. Lo vediamo pentirsi, provare dei sentimenti, cercare di tenere a freno il padre e i suoi scagnozzi. Il Red Mist di carta non aveva alcuna intenzione di buttarsi nell'incendio e sghignazzava di gusto mentre a Kick-Ass applicavano gli elettrodi ai testicoli. Per dire.
3) LA VIOLENZA EDULCORATA
Proprio perché calato in un contesto verosimile, il Kick-Ass a fumetti è zuppo di ettolitri di sangue e carico di una violenza che manco Chuck Norris. Il protagonista arriva alla fine con il volto completamente tumefatto, i coltelli da cucina si piantano nei crani e le pallottole fanno schizzare via gli occhi dalle orbite. Per l'unica sua scena veramente violenta (Hit Girl che affetta gambe e chiede nomi a casa dello spacciatore-videogiocatore) il film utilizza come colonna sonora The Tra La La Song. Sì, la sigla dei Banana Splits.
2) IL FINALE
Che cazzo è quella roba alla WarMachine? Ma che diavolo gli è venuto in mente?
1) IL RAPPORTO CON KATIE
Nel fumetto, il protagonista riesce a legare con la bella della classe, Katie, solo perché questa è convinta che lui sia gay e vittima di abusi.
Nel film, pure.
Solo che quando la Katie del film scopre che è tutta una balla, se la prende per tipo zero secondi, poi i due limonano e il giorno dopo trombano nel parcheggio della fumetteria come ricci.
Nel fumetto, il povero nerd sogna che le cose vadano così, ma Katie a) gli dà del pervertito imbroglione, b) chiama il suo ragazzo nero per farlo pestare a sangue, c) gli invia sul telefonino una foto di se stessa alle prese con l'attrezzo del summenzionato giovane di colore.
Insomma, considerato il materiale di partenza, il risultato non può che dirsi deludente. Certo, qualche risata, paradossalmente soprattutto a chi il fumetto non l'ha letto, la pellicola di Vaughn riesce pure a strapparla. Ma è un po' come dire che uno si compra un DVD di Jenna Jameson e poi è contento perché per qualche secondo si intravede uno spicchio di chiappa.
E tanto comunque in Italia non arriverà mai, se non in una qualche versione direct to video doppiata da cani e con un nuovo titolo/sottotitolo spiegone di quelli da antologia.
Tipo: "Il super-eroe che i culi voleva spaccarli agli altri. Voleva!".
Ci sono diverse cose che non vanno in Kick-Ass il film (la pellicola che nel resto del mondo civilizzato è in sala già da giorni, e che in Italia non si sa bene se e quando qualcuno avrà la magnanimità di distribuire).
Parecchie piccole note stonate e cinque puttanate di magnitudo altissima. Andiamo un po' a vederle? Massì, dai. Che sono le sei e cinquantadue e qualcosa dovrai pur fare fino alle otto e quaranta.
5) BIG DADDY
Per quanto Nicolas Cage e il suo parrucchino si sforzino di rendere credibile il personaggio e la sua lucida follia, le origini sono quelle di un Punitore qualsiasi. Laddove la rivelazione delle vere motivazioni di Big Daddy (l'essere un nerd appassionato di fumetti) è uno degli elementi maggiormente corrosivi della miniserie di Millar & Romita. Quel Big Daddy è solo un mentecatto che vive portandosi dietro una valigia piena di albi della Silver Age e cresce la figlia come una killer ninja giusto perché era il suo sogno da sfigato. Ah, e lì fa comunque una fine molto più brutta di quanto si vede sul grande schermo.
4) RED MIST
Ok, nella miniserie era comunque una cosa telefonatissima. Ma c'era proprio bisogno di sgamare da subito nel film che Red Mist è il figlio del mafioso? Le motivazioni psicologiche del ragazzino, comunque, sono tutte cannate da Vaughn. Lo vediamo pentirsi, provare dei sentimenti, cercare di tenere a freno il padre e i suoi scagnozzi. Il Red Mist di carta non aveva alcuna intenzione di buttarsi nell'incendio e sghignazzava di gusto mentre a Kick-Ass applicavano gli elettrodi ai testicoli. Per dire.
3) LA VIOLENZA EDULCORATA
Proprio perché calato in un contesto verosimile, il Kick-Ass a fumetti è zuppo di ettolitri di sangue e carico di una violenza che manco Chuck Norris. Il protagonista arriva alla fine con il volto completamente tumefatto, i coltelli da cucina si piantano nei crani e le pallottole fanno schizzare via gli occhi dalle orbite. Per l'unica sua scena veramente violenta (Hit Girl che affetta gambe e chiede nomi a casa dello spacciatore-videogiocatore) il film utilizza come colonna sonora The Tra La La Song. Sì, la sigla dei Banana Splits.
2) IL FINALE
Che cazzo è quella roba alla WarMachine? Ma che diavolo gli è venuto in mente?
1) IL RAPPORTO CON KATIE
Nel fumetto, il protagonista riesce a legare con la bella della classe, Katie, solo perché questa è convinta che lui sia gay e vittima di abusi.
Nel film, pure.
Solo che quando la Katie del film scopre che è tutta una balla, se la prende per tipo zero secondi, poi i due limonano e il giorno dopo trombano nel parcheggio della fumetteria come ricci.
Nel fumetto, il povero nerd sogna che le cose vadano così, ma Katie a) gli dà del pervertito imbroglione, b) chiama il suo ragazzo nero per farlo pestare a sangue, c) gli invia sul telefonino una foto di se stessa alle prese con l'attrezzo del summenzionato giovane di colore.
Insomma, considerato il materiale di partenza, il risultato non può che dirsi deludente. Certo, qualche risata, paradossalmente soprattutto a chi il fumetto non l'ha letto, la pellicola di Vaughn riesce pure a strapparla. Ma è un po' come dire che uno si compra un DVD di Jenna Jameson e poi è contento perché per qualche secondo si intravede uno spicchio di chiappa.
E tanto comunque in Italia non arriverà mai, se non in una qualche versione direct to video doppiata da cani e con un nuovo titolo/sottotitolo spiegone di quelli da antologia.
Tipo: "Il super-eroe che i culi voleva spaccarli agli altri. Voleva!".
Comunque leggevo nonmiricordopiùdove che film e fumetto son stati sviluppati assieme. Tipo che Vaughn ha letto il pezzo di fumetto che era già pronto, ha annusato la figata e ha detto a Millar: "Piglio l'idea e vado come mi pare? Sereno?".
RispondiEliminaHa fatto evidentemente male a fidarsi, l'uomo Millar. Parecchio male.
RispondiEliminaSì, però avverti che ci sono gli spoiler, mannaggia a te.
RispondiEliminaSecondo me Millar ha fatto benissimo, ha incassato l'assegno e vive felice. Ce lo vedo poco a farsi il sangue acido e la rogna stile Alan Moore.
RispondiElimina@ Delu: ci hai ragione. Ma chi legge un post del genere è interessato a Kick-Ass. Chi è interessato a Kick-Ass il fumetto l'ha letto. Chi il fumetto l'ha letto gli resta poco da farsi spoilerare.
RispondiEliminaE chi non l'ha letto? Beh, ha fatto male.
@GioPeP: massì, fotte sega a Millar. E in fondo pure a me, se proprio devo dirlo. E' solo che Vaughn è una testa di minchia.
Ehi Doc, piccolo errore: il debutto in regia di Vaughn è stato Layer Cake (il Italia "il Pusher" mi pare) un action versione Guy Ritchie però serio. Visto che odi così tanto Vaughn, perchè non lo distruggi dalla prima passata ? xD
RispondiEliminaBella recensione comunque, sono uno di quei coglioni che non ha ancora letto il fumetto, rimedio il prima possibile
No, ma cioé: si sa che Vaughn aveva diretto anche dell'altro. E da qualche parte l'ho pure scritto, citando "l'incerto Stardust".
RispondiEliminaSicuramente, ma nell'articolo c'è un accostamento di Stardust con "trasferito alla regia", il che mi ha fatto pensare che il suo debutto sia Stardust, invece è Layer Cake (che a parte gli scherzi ti consiglio di guardare, almeno tecnicamente è fatto molto bene).
RispondiEliminaComunque Vaughn rimane una testa di minchia xD
La questione del palazzo in fiamme però è un po' diversa. Nel fumetto non vuole saperne perché si tratta di rischiare la vita per degli sconosciuti. Nel film fa la scena da eroe per pararsi il culo con Kick-Ass, ma in realtà vuole vedere che cazzo è successo nell'edificio, dato che dentro non ci sono innocenti, ma i suoi picciotti che lui ha fatto mettere lì per preparare la trappola. E vuole recuperare la videocamera.
RispondiEliminaChe poi secondo me il fatto che te lo dipingano come un pezzo di merda fin dall'inizio è forse l'unico cambiamento sensato che han fatto per il film. Certo, partendo da questa base ha ancora meno senso che alla fine cerchi di difendere Kick-Ass...
Beh, dai: anche nel fumetto il figlio del boss era più che altro un figlio di puttana. Ma all'inizio fingeva, e quindi alla fine se ne fotte. Proprio per questo, come dici tu, non ha senso che nel film poi si dispiaccia per Kick-Ass. Il volo finale, in un film tratto da un fumetto che si sforza di calare degli aspiranti "eroi" nel nostro mondo (beh, sempre tranne la ragazzina), converrai che è un po' come una gangbang in Biancaneve.
RispondiEliminaSì sì, ma infatti per me la differenza "sensata" è nel dirtelo proprio chiaro e tondo, che è un figlio di puttana. Tipo la scena in cui devono andare al cinema, il padre lo raggiunge in macchina e intanto che parlano si sente sullo sfondo la mattanza. È bella, dai. :D
RispondiEliminaAnche perché permette di dipingere meglio il fatto del bambino che ci tiene ad avere l'approvazione del padre, che pure non è male. Nel fumetto, fino alla svolta, è solo uno stronzetto che si veste da supereroe ma si caca sotto a fare l'eroe per davvero.
Poi, chiaro, proprio perché nel film la cosa è ancora più marcata e netta da subito, non ha senso il mezzo ripensamento, visto anche che oltretutto due minuti dopo gli vuole fare il culo.
Il finale, guarda, non mi ha fatto cacare tanto per il jetpack in sé, quanto per il fatto che - per il personaggio che è Kick-Ass - secondo me ha davvero poco senso che si metta a smitragliare gente in quel modo. Non so, secondo me, per come l'han caratterizzato, non ci sta troppo. Quindi alla fine la minchiata è pure doppia. :)
Doc, hai toppato di brutto.
RispondiEliminaKick Ass movie e tanto meglio di quello a fumetti. Soprattutto per le cuciture. Ma anche per le timberland. Ne avevo scritto su PLAYERS, non mi ricordo che numero.
Però l'antro spacca*, quindi ti perdono.
Stai cazzo :)
*non come American Dad