Royal Pro Wrestling: il gioco bresslinistico dimenticato per la console dimenticata
Lo sapevate che esiste un gioco di bresslinz per 3DO? No? Non lo sapevi manco tu. Poi l'hai saputo, e l'hai cercato. Per tipo due anni. Alla fine l'ultima battuta di caccia ad Akiba è stata fruttuosa, e ne hai trovato una copia nuova. Nascosta sotto pile di giochi erotici per la fortunatissima e riuscitissima console di tripòuchins, di quelli con le giapponesi cesse e ciglione in copertina. Così l'hai preso, chiedendo a uno dei dodici nippocommessi che presidiavano militarmente la cassa di incartartelo in mezzo a due copie di Plumbers don't wear ties, che ti vergognavi a farti vedere in giro con questo giochino bresslinistico insulso.
Due anni di ricerche, ma sono bastati due minuti con Royal Pro Wrestling, e questo misconosciuto simulatore bresslinistico di Natsume sembrava già riassumere impeccabilmente tutti gli errori più terra-terra che si possano commettere nel confezionare un gioco del genere. E' lento, il button-mashing per le prese era roba vecchia già nel 1996, quel poco di 3D che c'è (per gli stadi, il pubblico, qualche altra minchiata) è terrificante. Ma - perché c'è un ma -, esattamente come la console che lo ospita, Royal Pro Wrestling per 3DO ha i suoi momenti di rivalsa fantozziana. Quei momenti in cui urla Segni: non tre punti, undici, coglionazzo! e non ti fa pentire di non aver trascorso quelle due ore spese a cercarlo a farti chiamare master in un maid café. [...]
Che il 3DO tutti a prenderlo per il culo, tutti a dirci a tripòuchins che ce l'aveva piccolo, ma la console non aveva region lock (e invece quindici anni dopo siete ancora lì a far i salti tripli per giocare l'import su Wii e 360) e c'era quel sistema di connessione a margherita dei pad che poteva dar vita a suggestive catene dell'ammore in multiplayer. Così Royal Pro Wrestling non è un Fire ProWrestling (ma proprio per niente), eppure l'elenco di mosse è discreto. Con tanto di double suplex negli incontri di coppia e planchas (i voli fuori dalle corde, spiccati partendo dall'interno del ring). C'è un minimo di telecronaca, con un telecronista narcolettico che chiama i nomi dei colpi quando si ricorda. Il 2D stilizzato dei lottatori non è poi malaccio. E, soprattutto, piace la scelta di mischiare le tre anime del circo bresslinistico: sotto l'anonimato di nomi falsi scelti da Paperino e Pluto, la meglio gioventù dell'allora WWF, del bresslinz nipponico e dei luchadores messicani anima sia la modalità campagna (accompagnata da commoventi scenette anime e orripilanti commistioni 3D/2D dopo ogni match) che gli incontri singoli. Con tanto di mosse e taunt vere. Così Randy Savage si esibisce nei suoi flying elbow dalle corde sotto l'identità a prova di bomba di Andy Savace. Tiger Mask piroetta per il ring con il nome di Tigle Mask. I Road Warriors sono i Rhyno Warriors. Great Muta è Great Budo, Giant Baba è Big Kiba, Undertaker diventa per l'occasione Underdise Morgan.
Hogan, invece, doveva stare giustamente sulle palle pure ai tizi di Natsume, che l'hanno ribattezzato Golden Lips. Sì, esatto: Lips. Pompinaro Hogan, a quel punto, era ormai a un passo.
Alla fine, nella sua mediocrità, Royal Pro Wrestling si gioca meglio del più ambizioso Champion Wrestler per PSone di Taito.
Alla fine, chi come te ha un 3DO e ci piace il bresslinz ha evidentemente già di suo i suoi bei problemi. Seri. Perché non aggiurgene un altro, dunque, tentando di procacciarsi questo meraviglioso gioco mediocre?
Bastano un paio d'anni, che sarà mai...
Due anni di ricerche, ma sono bastati due minuti con Royal Pro Wrestling, e questo misconosciuto simulatore bresslinistico di Natsume sembrava già riassumere impeccabilmente tutti gli errori più terra-terra che si possano commettere nel confezionare un gioco del genere. E' lento, il button-mashing per le prese era roba vecchia già nel 1996, quel poco di 3D che c'è (per gli stadi, il pubblico, qualche altra minchiata) è terrificante. Ma - perché c'è un ma -, esattamente come la console che lo ospita, Royal Pro Wrestling per 3DO ha i suoi momenti di rivalsa fantozziana. Quei momenti in cui urla Segni: non tre punti, undici, coglionazzo! e non ti fa pentire di non aver trascorso quelle due ore spese a cercarlo a farti chiamare master in un maid café. [...]
Hogan, invece, doveva stare giustamente sulle palle pure ai tizi di Natsume, che l'hanno ribattezzato Golden Lips. Sì, esatto: Lips. Pompinaro Hogan, a quel punto, era ormai a un passo.
Alla fine, nella sua mediocrità, Royal Pro Wrestling si gioca meglio del più ambizioso Champion Wrestler per PSone di Taito.
Alla fine, chi come te ha un 3DO e ci piace il bresslinz ha evidentemente già di suo i suoi bei problemi. Seri. Perché non aggiurgene un altro, dunque, tentando di procacciarsi questo meraviglioso gioco mediocre?
Bastano un paio d'anni, che sarà mai...
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