Left 4 Dead 2: incubi aromatizzati alla fragola

Hai un grosso problema con Left 4 Dead 2. Grossissimo. Enorme. E no, non si tratta del fatto che il gioco richieda (giustamente) un bel po' di coordinazione in più tra i quattro sopravvissuti per vedere la fine di ciascuna campagna (anche se questo rende le cose incidentalmente un attimino difficili quando uno dei tuoi compagni è un ragazzino di dodici anni che urla Bella raga! ogni due per tre, il secondo è un americano che se ne va per i cazzi suoi e il terzo è un bot intelligente come la Vento sotto narcotici). E no, non è nemmeno il fatto che ora puoi decapitare gli infetti con un colpo di katana, affettarli per lungo con un'ascia da pompiere o far assaggiare loro il teflon delle padelle antiaderenti Lagostina antigraffio interno in alluminio per la diffusione omogenea del calore garantite dodici anni in regalo anche un set di bicchieri. Nemmeno. Il tuo problema nasce dal fatto che il primo L4D ti turbava profondamente il sonno. A te, che hai dato vita al magazine Horror Mania e fondo a tutto ciò che di horrorifico la produzione home video mondiale abbia mai sfornato? A te, che ti sei addormentato mille volte sogghignando dietro agli zombie di Romero e Fulci? Sì, a te. Proprio a te. Dormivi, e sognavi il pianto di quella strega stronza, con la musichina inquietante di sottofondo. Tutte le notti, tutta la notte.
Perciò quando ieri sera sei andato a dormire, dopo una giornata essenzialmente trascorsa tra le casupole sparse, gli acquitrini e i campi di granturco della campagna Hard Rain di L4D2, campagna nella quale di Witch ce ne sono letteralmente A DECINE, temevi sinceramente il peggio.
Solo che poi anziché la Witch hai sognato quella pubblicità dei primi anni 80 della Big Babol, quella con Daniela Goggi vestita da pattinatrice. E ti sei svegliato di soprassalto, agitatissimo lo stesso.

In foto: ci sono uno svizzero, un napoletano e un americano che...

TASSO DI TACHIONI: MinkiaSabri.