Io sto senza gli ippopotami (Far Cry 2 e le scampagnate)
Al di là delle mirabilie tecniche proposte, il primo Far Cry per PC era un signor gioco. Con quell'approccio un po' free roaming, con quei villaggi zeppi di nemici da fare arrosto, con quei mostri un po' coglioni. Che li tiravi giù con la jeep uno via l'altro. Poi, persa Crytek e rimasta con un bel nome (letteralmente) di grido in mano, Ubisoft ha sfornato prima l'incerto remix per Xbox (FC Instincts), poi questo Far Cry 2. Sei in Africa, in una di quelle Afriche subsahariane generiche in mano ai signori della guerra, piena di termitai ma senza manco mezzo animale, e devi portare a termine un tot di missioni per varie fazioni in lotta fra loro. Magari facendo ulteriormente a cazzo tuo per seguire i consigli di una banda di pezzenti, che il gioco ti appioppa come "amici" dal primo minuto. Questa gente accorre, bonta sua, in tuo aiuto quando stai per crepare sul campo, dandoti il tempo di cavarti (ancora, letteralmente) le pallottole di corpo con una tenaglia; e se rimangono a terra nello scontro (mimetizzando furbamente il loro corpo ferito alla vista dei nemici con un bel fumogeno blu. Blu elettrico) puoi decidere se ringraziarli con un po' di antidolorifico o con una pallottola in testa. No, davvero. Amici amici, amici il cazzo, recita al riguardo un noto adagio africano.
Ora, detta così, Far Cry sarebbe un FPS con parecchie idee, anche se non tutte geniali e molte già lise. Vino ordinario per mandar giù una bistecca sparacchina come tante, con i soliti bug tipici del QA di Ubisoft (tipo i tavolini fantasma su cui sono poggiati libri fluttuanti nell'aere, liberi e felici). Non fosse che, tra una missione e l'altra, per andare dal punto A al punto B devi ingoiare chilometri e chilometri di savana alla guida di una dannata jeep. Attività che, già pallosissima di suo per la lunghezza dei percorsi, viene resa ancor più orchiclasta da una serie di fattori extra. Che le macchine sono munite di GPS, ma non si vede un cazzo e per capire dove devi andare devi tirar fuori una mappa ancora più incasinata che si gestisce in tempo reale senza mettere in pausa senza vedere dove vai che o guardi la mappa o la strada e attento al tronco di baobab attento frena ciao. Che tra il punto A e il punto B ci sono millemila posti di blocco dei guerriglieri, tutti uguali, tutti con le stesse macchine e gli stessi bianchi alla mitragliatrice fissa delle jeep. E hai voglia di scendere ogni volta a farli fuori: ritornano. E allora, quando passi, puoi provare anche a tirar dritto, ma quelli ti sforacchiano la macchina e perdi potenza e si scassano i fari e già prima non si vedeva un benemerito. Allora smonti, ammazzi tutti di nuovo, e fai ricorso alla migliore perla del gioco: la chiave a tubo magica. Non importa quante raffiche di mitra si è beccata la tua carretta, quanto fumi il suo motore in procinto di esplodere: basta aprire il cofano, avvitare per tre secondi un bullone perfettamente inutile e completamente estraneo al motore, e tutto torna come nuovo. Compresi i fari. Per una nuova, emozionante scampagnata in giro per i colli di un paese africano senza nome e dignità.
In foto, il gioco. L'obiettivo finale è trovare ed eliminare un trafficante d'armi noto come Sciacallo. Che all'inizio, pur conscio delle tue intenzioni, non solo ti lascia vivere, ma ti omaggia anche di una pistola carica e di un machete. Bella volpe lo sciacallo.
TASSO DI TACHIONI: Insufficiente, assolato, disperso nella boscaglia.
Ora, detta così, Far Cry sarebbe un FPS con parecchie idee, anche se non tutte geniali e molte già lise. Vino ordinario per mandar giù una bistecca sparacchina come tante, con i soliti bug tipici del QA di Ubisoft (tipo i tavolini fantasma su cui sono poggiati libri fluttuanti nell'aere, liberi e felici). Non fosse che, tra una missione e l'altra, per andare dal punto A al punto B devi ingoiare chilometri e chilometri di savana alla guida di una dannata jeep. Attività che, già pallosissima di suo per la lunghezza dei percorsi, viene resa ancor più orchiclasta da una serie di fattori extra. Che le macchine sono munite di GPS, ma non si vede un cazzo e per capire dove devi andare devi tirar fuori una mappa ancora più incasinata che si gestisce in tempo reale senza mettere in pausa senza vedere dove vai che o guardi la mappa o la strada e attento al tronco di baobab attento frena ciao. Che tra il punto A e il punto B ci sono millemila posti di blocco dei guerriglieri, tutti uguali, tutti con le stesse macchine e gli stessi bianchi alla mitragliatrice fissa delle jeep. E hai voglia di scendere ogni volta a farli fuori: ritornano. E allora, quando passi, puoi provare anche a tirar dritto, ma quelli ti sforacchiano la macchina e perdi potenza e si scassano i fari e già prima non si vedeva un benemerito. Allora smonti, ammazzi tutti di nuovo, e fai ricorso alla migliore perla del gioco: la chiave a tubo magica. Non importa quante raffiche di mitra si è beccata la tua carretta, quanto fumi il suo motore in procinto di esplodere: basta aprire il cofano, avvitare per tre secondi un bullone perfettamente inutile e completamente estraneo al motore, e tutto torna come nuovo. Compresi i fari. Per una nuova, emozionante scampagnata in giro per i colli di un paese africano senza nome e dignità.
In foto, il gioco. L'obiettivo finale è trovare ed eliminare un trafficante d'armi noto come Sciacallo. Che all'inizio, pur conscio delle tue intenzioni, non solo ti lascia vivere, ma ti omaggia anche di una pistola carica e di un machete. Bella volpe lo sciacallo.
TASSO DI TACHIONI: Insufficiente, assolato, disperso nella boscaglia.
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