Fratelli Colt(elli)
Il primo Call of Juarez aveva qualcosa di buono (l'ambientazione, più che altro), parecchie ore di noia, e pure qualche roba francamente imbarazzante. Tipo che guidavi un prete pedofilo all'inseguimento di un ragazzino, o mollavi con lo stesso religioso una serie di cartoni in stile Padre Swing di Tiramolla a dei poveri tangheri.
Questo seguito, Call of Juarez: Bound in Blood, inizia invece come un Call of Duty qualsiasi: con le cannonate tutt'intorno, le stelline, e gli spostati qui e raggiungi il punto là e fai questo e fai quell'altro. Solo che non sei un soldato del nord ma, stranamente, un sottoufficiale confederato. Il che, strano, lo è perché storicamente i sudisti nel mondo dell'entertainment sono gli schiavisti, quelli bastardi e pure un po' figli di buona donna. Descrizione che del resto calza a pennello ai due fratelli McCall, disertori, tagliagole e sempre pronti a mettere a ferro e fuoco una cittadina del vecchio West per qualche donna. Chiù pilù ppi tutti, recitava un vecchio adagio della frontiera americana. Così, alla guida ora dell'uno ora dell'altro (sempre seguiti dappresso dal terzo fratello, quello buono ma scemo), hai affrontato sette ore scarse di gioco, tra magioni del sud, polverosi pueblo messicani e hollywoodiani villaggi Apache, ma anche laggiùnelMontanatramandrieecowboy, senza mancare un solo luogo comune sull'epopea western che fosse uno, dagli assalti alla diligenza agli indiani incazzati in canoa, dai bandidos messicani ai totem in stile Arrapaho (il film degli Squallor del 1984, evidente punto fermo per Techland nella realizzazione delle location di questo gioco). Il tutto, per poi incanalarti in un risibile finale che, dopo un tour guidato al ranch in cui si concludeva il primo gioco, imbocca a sorpresa la soluzione alla Indiana Jones. Yawn.
In foto, i due protagonisti: a destra Thomas McCall, a sinistra il fratello Ray. Che dopo tutte le battone di cui si innamora, e che il fratello puntualmente gli ciula a tradimento, non ti stupisci si sia tramutato nel reverendo pederasta del primo Call of Juarez. Così va la vita.
TASSO DI TACHIONI: Selvaggiamente medio.
Questo seguito, Call of Juarez: Bound in Blood, inizia invece come un Call of Duty qualsiasi: con le cannonate tutt'intorno, le stelline, e gli spostati qui e raggiungi il punto là e fai questo e fai quell'altro. Solo che non sei un soldato del nord ma, stranamente, un sottoufficiale confederato. Il che, strano, lo è perché storicamente i sudisti nel mondo dell'entertainment sono gli schiavisti, quelli bastardi e pure un po' figli di buona donna. Descrizione che del resto calza a pennello ai due fratelli McCall, disertori, tagliagole e sempre pronti a mettere a ferro e fuoco una cittadina del vecchio West per qualche donna. Chiù pilù ppi tutti, recitava un vecchio adagio della frontiera americana. Così, alla guida ora dell'uno ora dell'altro (sempre seguiti dappresso dal terzo fratello, quello buono ma scemo), hai affrontato sette ore scarse di gioco, tra magioni del sud, polverosi pueblo messicani e hollywoodiani villaggi Apache, ma anche laggiùnelMontanatramandrieecowboy, senza mancare un solo luogo comune sull'epopea western che fosse uno, dagli assalti alla diligenza agli indiani incazzati in canoa, dai bandidos messicani ai totem in stile Arrapaho (il film degli Squallor del 1984, evidente punto fermo per Techland nella realizzazione delle location di questo gioco). Il tutto, per poi incanalarti in un risibile finale che, dopo un tour guidato al ranch in cui si concludeva il primo gioco, imbocca a sorpresa la soluzione alla Indiana Jones. Yawn.
In foto, i due protagonisti: a destra Thomas McCall, a sinistra il fratello Ray. Che dopo tutte le battone di cui si innamora, e che il fratello puntualmente gli ciula a tradimento, non ti stupisci si sia tramutato nel reverendo pederasta del primo Call of Juarez. Così va la vita.
TASSO DI TACHIONI: Selvaggiamente medio.
Doc...e non so se hai ancora visto CALL OF JUAREZ - THE CARTEL. Un gioco che, nonostante sia ambientato ai giorni nostri, in comune con gli altri due oltre al titolo ha anche IL PRETE PEDERASTA!!!
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