E venne il giorno (in cui il salice smise di piangere e si incazzò come una biscia)
Sarà che a te i film catastrofici piacciono, soprattutto quando NON finiscono bene.
Sarà che dell'ultimo lavoro di Shyamalan avevi letto e sentito le peggio cose (per dire, la media voto su IMDB si ferma sul 5 -, con rimando a settembre e domani accompagnato dai genitori caro il mio regista indiano con la fissa per Philadelphia), ma a te questo "E venne il giorno" è piaciuto. Perché il cavallo di battaglia di Shyamalan, la costruzione audiovisiva della tensione, a tuo modo di vedere qui funziona meglio che in Signs. Perché i momenti metareferenziali in cui ci si diverte a perculare i luoghi comuni del genere catastrofico (il dialogo tra Whalberg e la pianta di plastica, il primo piano del ramo con l'altalena) sono spassosi. Perché questa volta la comparsata del regista non sei riuscita a beccarla (era la voce di Joey al telefonino). Perché il solito momento Hitchcock (la vecchia campagnola che passa da simpatica nonnina ammiccante a psicopatica pericolosa nel giro di uno schiaffo: quello rifilato, a tradimento, alla mano della bambina protesa verso il dolcetto) arriva in modo assolutamente inatteso. Perché, tutto sommato, non fa sembrare TROPPO stupida una storia in cui il pericolo mortale arriva con l'agitarsi di quattro frasche.
In foto, la locandina italiana. Che il titolo originale, "The Happening", magari era troppo festaiolo/inizio decennio. Qui un sunto della calorosa accoglienza riservata alla pellicola dalla stampa nostrana. Misuratissimo, come sempre, il commento del Foglio, che ne salva giusto l'insalvabile faccia bronzea di Whalberg. Contenti loro.
Sarà che dell'ultimo lavoro di Shyamalan avevi letto e sentito le peggio cose (per dire, la media voto su IMDB si ferma sul 5 -, con rimando a settembre e domani accompagnato dai genitori caro il mio regista indiano con la fissa per Philadelphia), ma a te questo "E venne il giorno" è piaciuto. Perché il cavallo di battaglia di Shyamalan, la costruzione audiovisiva della tensione, a tuo modo di vedere qui funziona meglio che in Signs. Perché i momenti metareferenziali in cui ci si diverte a perculare i luoghi comuni del genere catastrofico (il dialogo tra Whalberg e la pianta di plastica, il primo piano del ramo con l'altalena) sono spassosi. Perché questa volta la comparsata del regista non sei riuscita a beccarla (era la voce di Joey al telefonino). Perché il solito momento Hitchcock (la vecchia campagnola che passa da simpatica nonnina ammiccante a psicopatica pericolosa nel giro di uno schiaffo: quello rifilato, a tradimento, alla mano della bambina protesa verso il dolcetto) arriva in modo assolutamente inatteso. Perché, tutto sommato, non fa sembrare TROPPO stupida una storia in cui il pericolo mortale arriva con l'agitarsi di quattro frasche.
In foto, la locandina italiana. Che il titolo originale, "The Happening", magari era troppo festaiolo/inizio decennio. Qui un sunto della calorosa accoglienza riservata alla pellicola dalla stampa nostrana. Misuratissimo, come sempre, il commento del Foglio, che ne salva giusto l'insalvabile faccia bronzea di Whalberg. Contenti loro.
Sono un estimatore del cinema di Shyamalan dall'epoca del suo folgorante esordio (Il Sesto Senso) e considero Unbreakable il miglior film sul super-eroismo mai girato. Il talento del regista di origini indiane non è da me minimamente messo in discussione. E tuttavia, con tutta la buona volontà, non posso evitare di considerare The Happening (E Venne Il Giorno) il suo film più debole e meno riuscito di tutta la sua carriera.
RispondiEliminaMa probabilmente è così. Pur giocandosela con il soporifero Lady in the Water, probabilmente E venne il giorno è il suo peggior film. Ma questo ne fa una pellicola da 5 in pagella? L'avesse girato un qualsiasi cineasta meno puzzonasista (e bravo) di Shyamalan, ci si sarebbe accaniti così?
RispondiEliminaCerco di andare contro corrente. Il film non è malvagio. Per lo meno ha dei buoni momenti, come detto quello del dialogo con la pianta ma almeno altri 4-5 (ricordo una panoramica dall'interno casa su una parete a seguire il probabile movimento della vecchia in giardino). Come moltissimi registi di genere (per DePalma, Argento il discorso è analogo) bisogna fare un discorso del genere al momento del giudizio: se il film è una vaccata ci sono almeno un paio di scene girate magistralmente? Forse Shyamalan è in quella fase lì. Film deboli, ma con delle belle scene. Per il momento, solo alcune buone scene. Meglio di niente. Secondo me ricordare un film per un paio, ma anche al limite solo una scena, non è sempre una cosa discutibile. Alla presentazione di Deadspace, per rimanere in argomento, Argento parlò di alcuni suoi film (credetemi autentiche vaccate come La Sindrome di Stendhal!) di cui parlavano all'estero per singole inquadrature.
RispondiEliminaVerissimo. Avendo cullato a lungo Horror Mania so bene come, soprattutto nei film di genere e soprattutto tra registi, si tendano ad apprezzare singoli momenti, determinate scene per la maestria (o il ruspante artigianato, in casi di mezzi scarsini) con cui le si è girate. Ed è proprio per quello che gente come Fulci è ormai più nota oltreoceano. Ma, ribadisco, a me la storia in sé non è sembrata quel disastro di cui si legge in giro. Certo, se la confronti con Unbreakable o Il Sesto Senso il paragone non regge. Ma ha davvero un senso farlo?
RispondiEliminaDue cose:
RispondiElimina1. mi tocca lasciar sfogare il mio insopprimibile istinto da maestrina e far presente a Diobrando che Il sesto senso è in realtà il folgorante terzo film di Shyamalan. Chiedo scusa;
2. l'apprezzare il singolo momento, la determinata scena, è senza dubbio una cosa tipica da film di genere (la scena d'azione, l'omicidio figo e via dicendo), ma in generale mi sembra sia soprattutto una cosa da appassionati, da cinefili. Applicata anche a film non necessariamente di genere, che magari non ti piacciono, ma salvi per "quella scena lì che vale il film".
Cmq io di Shyamalan ho adorato soprattutto Unbreakable, che mi è sembrato la versione "ripulita" de Il sesto senso. Mi son divertito un sacco anche con Signs, ma poi mi è cominciato a calare parecchio. Soprattutto, non è più riuscito a convincermi con le sceneggiature, fra dialoghi tremendi e personaggi poco credibili, anche se certamente se esiste oggi un regista che si salva per quanto cazzo è bravo a girare è lui.
Chiedo umilmente venia a mastro giopep.. Correggo l'assunto precedente e dico: Il Sesto Senso è il primo film di Shyamalan a riscuotere un successo a livello planetario.. Ahimè, non ho visto nè Wide Awake, nè Praying with Anger.. Qualcuno sa dirmi come sono?
RispondiEliminaNon li ho visti manco io, e non è che i voti su imdb facciano venire 'sta gran voglia di sbattersi per farlo.
RispondiEliminaIl Sesto Senso, per me, è un capolavoro di una dolcezza inarrivabile. Spezzo una lancia, in ogni caso in quel posto, per Shyamalan o comediavolosiscrive, tenendo conto che i critici cinematografici (ah, perchè quelli musicali no?) soprattutto nostrani sono delle checche castrate a suon di raudi. Un pò come gli arbitri va, che avrebbero voluto, si sa, fare i centravanti ma qualcosa nel dna gli ha detto parecchio male.
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