L'Erezione degli Argonauti

Rise of the Argonauts è un gioco come non te l'aspetti. Nonostante le combo e le armi multiple portate da Giasone sulla schiena, non è God of War. E probabilmente non voleva esserlo. Se non sapessi che dietro a questo titolo ci sono Codemasters e Liquid Entertainment, penseresti al classico action RPG di matrice nipponica. Magari di quelli un po' così, senza troppe ambizioni. Che basta poco (giusto il tempo di installare i soliti 5 GB di dati) per ritrovarsi di fronte a una delle declinazioni meno performanti dell'Unreal Engine. A combattimenti raffazzonati, in cui le combo vanno a vuoto e, quando pure non ci vanno, producono sempre le stesse conseguenze sui malcapitati avversari. A volti espressivi quanto un difensore juventino qualsiasi, chiamato a parlare in TV del gol appena subìto. Ma, per chi avesse la voglia e la perseveranza di andare oltre, Rise of the Argonauts sa offrire anche un minimo di contenuti. Che la struttura alla Fable può piacere (non a te, sia chiaro. Ma magari a qualcun altro), che i dialoghi non sono male e godono di un doppiaggio almeno discreto. Che la storia narra in modo tutto personale di Giasone e del suo vello e della manica di debosciati che lo accompagnano, ma lo fa con un rimpasto di nomi e situazioni verosimile e addirittura piacevole. Tra centinaia di dialoghi a scelte multiple in stile avventura grafica della Lucas, subquest, peregrinazioni pretestuose sulla mappa, insomma, si corre pure il rischio di far sorridere chi nutra viva passione per la mitologia o conservi una copia delle Argonautiche di Apollonio Rodio sul comodino. Con testo originale a fronte. Certo, facendo salvo il fatto che Ercole nel gioco ha corpo, modi e basette del compianto André the Giant.

In foto, Ercole the Giant, qui ritratto subito dopo un combattuto match con Hogan durante il gioco. Gioco prima di installare il quale, la tua PS3 ti ha gentilmente invitato a fare un po' di spazio, e che diamine. Che non restava libera che una manciata di mega. Che le installazioni precedenti avevano vampirizzato l'intero HD. Morale della favola: nella malaugurata ipotesi ti venisse voglia di rigiocare uno di quei titoli di cui sei stato costretto a buttare i file d'installazione, dovresti ripetere da capo il supplizio di Tantalo, le ore di attesa a fissare una stupida barra di caricamento senza poter fare altro che inveire. Ergo, quei giochi lì non li rivedrai più nemmeno per il cazzo. Sony e la sua PlayStation 3: la morte del gioco plug & play su console.

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