La resistenza è futile (e il seguito inutile?)

Bisogna darle atto: Insomniac ci ha provato. Con il chiaro intento di porre rimedio alle pause soporifere che il primo Resistance si concedeva a più riprese, ha sfornato un seguito che ti butta nel casino dal minuto zero. Pronti via, e sei ai piedi di Mazinga. E poi c'è il polipone, e poi il figlio scemo di Godzilla, e poi ancora altri mostri molesti ogni tre per due. In mezzo, orde di Chimera e proiettili energetici che fischiano ovunque ed esplosioni e una ricerca ostinata del wow-factor in ogni dove (esempio emblematico la prima affacciata sulla San Francisco del gioco, comparsa spaesata di Independence Day). Ma non ci vuole questo gran genio, questo espertone dei VG, per capire che è tutta coreografia, tutta carta da parati. Che i Chimera saranno pure tanti, ma sono tutti uguali e sordomuti: basta aggirarli e prenderli alle spalle, ogni qual volta l'asfittica struttura dei livelli lo renda possibile, per trasformare i coriacei combattenti alieni in paperelle del tiro a segno. Gli spari nella schiena una, due, financo tre volte, e il fegataccio xenomorfo sta lì a prenderle senza neanche voltarsi. Il superbo, grandissimo coglione. Che i livelli sono corridoi che collegano stanze squadrate che si aprono su altri corridoi, con i punti da attraversare in fretta perché c'è la minaccia che per una qualche pretestuosa ragione non puoi stendere neanche a missilate (le furie, negli specchi d'acqua); e tu pensavi che sta solfa alla Quake fosse ormai roba solo da retrogaming. Che, infine, il tutto manca di finezza, pieno ovunque com'è di spigoli vivi: se ti infili sotto una cascatella non c'è il minimo effetto che ti faccia notare che l'acqua ti sta inzuppando il cranio; se stendi uno di quei bestioni con il lanciarazzi, il pavimento si riempie di sangue, ma questo è soltanto una melassa rossa credibile quanto le promesse scudetto di Galliani; se ti fermi un attimo a osservare i tuoi compagni che combattono, li vedrai prendersi delle pause surreali, fermarsi fianco a fianco con il nemico senza muovere un muscolo, per scambiare due chiacchiere sull'assurdità di questa guerra con un mostro in fondo alla valle che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore.
Poi, beh, poi non aiuta che Hale, il grunt Hale, il pericoloso mezzochimera Hale, sia doppiato nella versione tricolore da Gino il boyscout modello.

In foto, il gioco. Il primo Resistance si fece notare perché era un titolo nel complesso buono. E perché allora, su PS3, c'era sostanzialmente poco più di un cazzo. Oggi, esaurito il bonus sorpresa per le armi ingegnose (qui in buona parte riciclate), finite le polemiche con la chiesa d'Oltremanica, schiacciato da produzioni di ben altro spessore, il suo seguito appare come una sua pallida controfigura. Finita per errore sul set sbagliato.

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