Gli svaghi di Square e il picchiaduro con armi per gli svizzeri
C'è stato un tempo, un tempo non troppo remoto, in cui Square non produceva solo giochi di ruolo tutti uguali come i Baiocchi del Mulino Bianco. Prima che quei geniacci giapponesi facessero ni più ni uguale shi, e capissero che bastava metterci Paperino e Topolino e Pippo, in quella struttura sempre uguale lì, per fare vagonate di soldi. Beh, in quel tempo lì, Square tirava fuori improbabili racing game i cui veicoli avevano un'inerzia venusiana (Driving Emotion Type-S), sontuosi sparatutto a scorrimento orizzontale in grado di dar la paga a qualsiasi roba partorita da Taito e Irem (Einhander), mediocri saghe bresslinistiche (All Star Pro-Wrestling) e, sì, anche bizzarri picchiaduro come i due Bushido Blade. Bizzarri perché, essenzialmente, tutti i picchiaduro con armi, da che mondo e mondo, da che Soul Edge e Last Blade e Samurai Spirits, ti hanno insegnato che per avere la meglio sull'avversario devi mulinare veloce la tua arma, colpirlo un numero spropositato di volte, martellare essenzialmente quei fottuti tasti d'attacco con ritmo adeguatamente sostenuto. I due Bushido Blade, invece, seguivano la... uh, via del Bushido, e quindi un approccio molto zen e minimalista alla questione. I due rivali (vestiti in genere di merda, con nuance molto samurai come il giallo canarino e il lilla della mucca Milka) si fronteggiano in una foresta di bambù, o in un campo innevato, o in un altro posto molto caratteristico stile duello finale in un telefilm di samurai degli anni 70, si salutano e iniziano a combattere. Un combattimento estremamente realistico, se è vero com'era vero che bastava colpire una sola volta al capo il pagliaccio che ti si poneva di fronte per vincere l'incontro. O colpirlo alle gambe con un fendente per ridurlo sulle ginocchia. A un braccio per fargli perdere l'uso dell'arto. Il che, nelle intenzioni quadrate di Square, avrebbe dovuto dar vita a duelli condotti con nervi tesissimi e riflessi pronti. Il punto, però, era che nonostante il rigidissimo set di regole imposto, nonostante il codice d'onore che puniva in caso di attacchi vigliacchetti alle spalle o cose del genere, nulla impediva di infilzare come un pollo il povero minchione vestito di giallo canarino, la povera deficiente vestita di lilla Milka, mentre educatamente enunciava i suoi propositi belligeranti. Io ti ammaz... aargh. Fine dello scontro (con il vincitore inginocchiato in genere accanto allo sconfitto, a chiedergli perdono in una giaculatoria di lacrimevoli sumimasen e gomennasai, manco fosse una puntata dei Cavalieri dello Zodiaco) e avanti il prossimo. Ripetevi per un sei, sette volte, quindi una colonna di kanji ti diceva hai completato il gioco grazie e arrivederci amore ciao. Al che restavi un po' così, e pensavi che a) gli irrealistici martellamenti di tasti erano alla fine della fiera più divertenti, e che b) Square avrebbe fatto meglio, per la sua sopravvivenza, a dedicarsi a qualcosa di più convenzionale. Qualcosa, chessò, tipo un Final Fantasy annacquato con Paperino e Topolino e Pippo.
In foto, la cover giapponese del gioco. Il cui producer, Tetsuo Mizuno, venne liquidato dopo anni di onorato servizio in Square, con un sentito calcio in c*lo, giusto qualche settimana dopo l'uscita di Bushido Blade 2. E no, non si è trattato di una coincidenza.
In foto, la cover giapponese del gioco. Il cui producer, Tetsuo Mizuno, venne liquidato dopo anni di onorato servizio in Square, con un sentito calcio in c*lo, giusto qualche settimana dopo l'uscita di Bushido Blade 2. E no, non si è trattato di una coincidenza.
Non esistono le coincidenze. Nè il destino. Terminator docet.
RispondiEliminaP.S.: Bushido Blade non era così male, in fondo.. Sicuramente meglio di Kingdom Hearts (sempre che i due titoli possano essere messi a confronto, naturalmente).
Beh, dei due BB si rivelò di certo più deludente il secondo. Ma, se la memoria non mi inganna, mi par di ricordare fu lanciato in fretta e furia, e questo provocò scazzi di un certo spessore tra l'azienda Quadrata e il team di sviluppo.
RispondiEliminaIl primo in multiplayer era uno spacco, però.
RispondiEliminaLa sabbia negli occhi, i tentativi andati male di fare contromosse, gli scontri chiusi in due colpi, la gente zoppa che arranca con l'avversario che corre attorno perculando... :D
probabilmente sì. Ma io avevo uno sparring partner (mio fratello) che, in quanto bimbominkia doc all'epoca, sulla pleistescio giocava solo a PES.
RispondiEliminaE contro la CPU erano due palle.