We have a lot of games for you. And, basically, we have it longer than the others (E3 08, day two)


Nintendo ribadisce la forza dei suoi numeri, ma per farlo ammorba chi ha avuto la sventurata idea di alzarsi all'alba per raggiungere il Kodak Theatre, con una risibile pantomima familiare ("sono una brava mamma, ma mi sono rotta un polso per fare la moderna con mio figlio, portandolo a fare snowboard", esordisce sul palco una delle più importanti figure dell'organico yankee della società). Seguono accrocchi inutili, emozionanti simulazioni di lancio il piattello al cane me lo riporti Fido e possibilmente senza sbavarlo tutto come l'altra volta grazie, Miyamoto che si copre di ridicolo come da contratto ormai a ogni E3, altre battute sul polso, ma sempre all'insegna del sorriso. Che, dice, Nintendo i suoi giocatori li vuole far continuare a sorridere. Sì, senza contare Miyamoto. Tre ore dopo, in un altro teatro, Sony ribadisce la forza dei suoi numeri, ma per farlo lancia frecciate alla concorrenza, fa muovere un coso di Little Big Planet sullo schermo, colleziona anche qualche figura di merda (uno dei giochi mostrati in trailer tra le "big thing" in arrivo per PSP... beh, è solo per PS3. Che il montatore ha fatto un po' di casino). Càpita. Seguono Jim Lee che fa le flessioni sul palco, Tretton che legge TUTTO il discorso da un gobbo gigantesco, inquietanti bibitoni distribuiti all'uscita, sotto un sole impietoso.
Poi corri al Convention Center, e fai cose, vedi gente, stringi mani, e soprattutto prendi parte a conversazioni surreali. Tipo che stai giocando Lego Batman in co-op con un tipo di Traveller's Tales e gli chiedi se l'hub del gioco sarà, evidentemente, la Bat Caverna. E lui ti risponde che non può dire nulla in merito, ma che "se lo fosse", sarebbe una batgrotta enorme e piena di cose cool. E, ovviamente sempre nella remota eventualità, che lui non può allo stato attuale delle cose né smentire né confermare, in cui lo fosse ("ma non te lo sto dicendo"), sarebbe il miglior batanfratto mai visto. Tanto che, quando molli pad e Robin al loro destino e lasci la saletta, l'accavallarsi di periodi ipotetici ti ha indotto un sottile senso di vertigine. O tipo Ed Boon ti dice che prendere a calci in culo Superman, se ti impegni, non è mica così difficile come potrebbe sembrare, eh.
Altre ore di vuoto e di moquette che puzza come la plastica del Super Santos nel Convention Center vuoto, poi la transumanza dei ludogeek fa tappa in una ex chiesa. Qui, neanche a dirlo, Activision ribadisce la forza dei suoi numeri, ma per farlo invita sul palco artisti che non si esibiscono, mostra trailer vecchi di un paio di ere geologiche, e chiude con un severo attacco ai testicoli dei presenti, con uno spiegone-tutorial di due ore su tutte le nuove funzioni del nuovo ghitàrìro. All'uscita, la folla dei ludowanker si disperde attonita. Tu saluti i colleghi italiani, e, il Duffo al seguito, ti avvii in cerca di un taxi, per poi scoprire che l'albergo è praticamente dietro l'angolo, tipo due minuti a piedi. Che anche le megalopoli plutocratiche e popolate solo di messicani che ti dicono sì senor e piene di conferenze in cui viene ribadita la forza dei propri numeri e i polsi rotti e la tempra atletica di Jim Lee, alla fine se vai a vedere sono dei paesoni.

In foto: quantomeno, Nintendo le testimonial se le sceglie di un certo livello. Va detto.


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