PES 6 e il ritorno al passato coatto (aka: "Shame on you, Shingo!")
Se riprendi un gioco del passato più o meno recente, liberandone la custodia dalla morsa della polvere su un ripiano, lo fai perché, per qualche ragione, hai sentito l'impulso di ridarlo in pasto a una console. Oppure perché un nano giapponese con una scodella di capelli in testa ti ha rifilato un sacco di balle. Una delle due. Esempio del primo caso: (ri)giochi a Giant Gram AJPW 2 per Dreamcast, e lo (ri)trovi un gioco di bresslinz molto arcade (pure troppo, viste le combo da picchiaduro, l'impossibilità di arrampicarti sul paletto o correre quando cacchio ti pare e la presenza di un paio di brutti ceffi di Virtua Fighter) e proprio per questo piuttosto limitato, ma comunque gradevole e dotato di un certo ritmo. Con tutti i suoi difetti.
Esempio del secondo caso: lo scorso settembre, Seabass Takatsuka, circondato dai suoi Shingo-boys dall'aria fin troppo sensibile, promette per PES 2008 un multiplayer che "avrebbe sorpreso". La sorpresa, poco dopo, si è scoperto essere un enorme trave su per il c*lo per chi, come te, ha versato a Konami negli ultimi dieci anni tonnellate di euro, dollari, yen, rupie, e ora si aspetterebbe un gioco almeno perfetto. E invece PES 2008 esce e l'online non fa cagare: è semplicemente ridicolo. Tutti a dirsi allora ma no, guarda, dev'essere un piccolo problema momentaneo, che il Seabass ora ci tira fuori una bella patch, sicuro, e si mette tutto a posto e siamo di nuovo amici come prima mi costa una fortuna riuscire ad ammetter che, massì tranquilli. Ma i mesi passano e non si risolve una bella fava e tu e tutti gli altri Pessici ovviamente vi incazzate, ma di brutto, e per umiliare albionici e transalpini con un cacchio di colpo sotto vi spostate in una grigia transumanza, tristi e umiliati, verso campi dove un qualcosa da brucare almeno c'era: quelli di PES 6. Con tutti i suoi difetti. Così, mentre inarchi per la sesta volta in una stessa partita una bianca paloma verso la porta di uno sprovveduto minchione di qualche campagna inglese, ripensi alle promesse pinocchie di un game designer che, fino a qualche anno fa, consideravi un grande. Non per buttarla sul personale, ma oggi, al massimo, lo catalogheresti come grande stronzo.
In foto: quantomeno in Giant Gram 2 c'è Tiger Mask. In PES 6 c'è invece un Ibrahimovic che sembra Pippo Franco.
Esempio del secondo caso: lo scorso settembre, Seabass Takatsuka, circondato dai suoi Shingo-boys dall'aria fin troppo sensibile, promette per PES 2008 un multiplayer che "avrebbe sorpreso". La sorpresa, poco dopo, si è scoperto essere un enorme trave su per il c*lo per chi, come te, ha versato a Konami negli ultimi dieci anni tonnellate di euro, dollari, yen, rupie, e ora si aspetterebbe un gioco almeno perfetto. E invece PES 2008 esce e l'online non fa cagare: è semplicemente ridicolo. Tutti a dirsi allora ma no, guarda, dev'essere un piccolo problema momentaneo, che il Seabass ora ci tira fuori una bella patch, sicuro, e si mette tutto a posto e siamo di nuovo amici come prima mi costa una fortuna riuscire ad ammetter che, massì tranquilli. Ma i mesi passano e non si risolve una bella fava e tu e tutti gli altri Pessici ovviamente vi incazzate, ma di brutto, e per umiliare albionici e transalpini con un cacchio di colpo sotto vi spostate in una grigia transumanza, tristi e umiliati, verso campi dove un qualcosa da brucare almeno c'era: quelli di PES 6. Con tutti i suoi difetti. Così, mentre inarchi per la sesta volta in una stessa partita una bianca paloma verso la porta di uno sprovveduto minchione di qualche campagna inglese, ripensi alle promesse pinocchie di un game designer che, fino a qualche anno fa, consideravi un grande. Non per buttarla sul personale, ma oggi, al massimo, lo catalogheresti come grande stronzo.
In foto: quantomeno in Giant Gram 2 c'è Tiger Mask. In PES 6 c'è invece un Ibrahimovic che sembra Pippo Franco.
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