Non ci basta neanche in pizzeria. Figuriamoci su un un finto Nakatomi Plaza. (Con un DEKA)

Forse dovresti iniziare col dire che Dynamite Deka (al di fuori degli aurei confini di Nippolandia Die Hard Arcade) "è una trasposizione logica - e nel complesso convincente - nella terza dimensione dei beat'em up a scorrimento orizzontale 2D". Oppure che "rappresenta il naturale riallacciarsi di un discorso, dopo la brusca interruzione frutto - all'arrivo di Street Fighter 2 e cloni vari - dell'affermarsi del picchiaduro 1 contro 1". O ancora che "è un titolo che precorre i tempi, come dimostra l'uso (peraltro non invadente) dei QTE" o anche "un gioco sufficientemente eterogeneo, grazie all'impiego di strumenti di offesa che vanno dai lanciarazzi agli orologi a pendolo (!)". Solo che proprio non riesci a pensare ad altro che alla faccia da pirla del protagonista, nella schermata introduttiva. E al fatto che il gioco, con Die Hard, non c'entri una fava, anche se hanno infilato una canottiera al (biondo?) protagonista in copertina e cercato di farlo sembrare incazzatamente svagato come lo sarebbe stato John McClean. E ancora che i pompieri, con tanto di autopompa, non ce l'hanno mica una buona ragione per cercare di accopparti nel primo livello. E infine che, dopo aver giocato Dynamite Deka su Saturn, ed essertelo fatto piacere, pensavi/speravi che il seguito, quel Dynamite Cop per Dreamcast, fosse migliore.
E invece sbagliavi. Ma di brutto.

In foto, la cover jappa. Per realizzare l'intero gioco, Sega ha impiegato meno poligoni di quanti ne occorrono a Yamauchi per un cerchione di Gran Turismo 5. E si parla solo dei cerchioni da utilitaria.

Commenti

  1. Ho visto il link da TFP, complimenti per lo stile. In particolare i titoli sono troppo simpatici. Spero di ricordarmi di ricapitare ancora da queste parti. :D

    RispondiElimina

Posta un commento

Metti la spunta a "Inviami notifiche"per essere avvertito via email di nuovi commenti. Info sulla Privacy