Phantom Hourglass: il nuovo Zelda, in comode, piccole rate

Difficile dire perché continui a piacerti. Eppure della serie di Zelda, pur incartata com'è da decenni sugli stessi jingle fanciulleschi, sugli scrigni con il mezzo cuore e i fiori-bomba, sulle stesse menate sulla tri-forza, ti sorbisci rigorosamente ogni nuovo capitolo. Lamentandoti ogni volta delle sue idiosincrasie, certo, ma giocandolo comunque fino ai titoli di coda. Il motivo ti sfugge (altrimenti avresti scritto, in cima al post, "è semplice spiegare perché continua a piacerti", ovvio), ma affronti con cipiglio encomiabile anche in questo The Legend of Zelda: Phantom Hourglass mostri con nomi improbabili come Gino il calamaro e Mimmo il metalmeccanico precario e Pavel il tuffatore professionista, il solito postino pederasta che ti insegue ovunque in mutande (in questo caso, dopo le sgroppate di Twilight Princess, si è furbescamente munito di un paio d'ali. E stimoli eccezionali), quella gran troia di Zelda che si fa rapire/segregare per la venticinquesima volta di fila (ma stattene a casa, echecazzo), mercanti cravattari che ti vendono robe da bancarella a prezzi assurdi. Che 600 rupie per un pezzo di battello arrugginito non sono prezzi da paese civile.
Ma fin qui. Il punto è che il tuo DS giappo della primissima ora, nonostante i ripetuti cambi di batteria apportati alla sua mattonosa figura, vanta un'autonomia di circa otto minuti. Quando va bene. Il che vuol dire che giochi per un niente, salvi, chiudi, ricarichi per svariate ore, giochi per ancor meno, salvi... Di questo passo, stimi che la longevità dell'ultimo Zelda ti arriverà a lambire i 25 mesi.

In foto, quel tizio verdolino che una volta si chiamava Link, alle prese con una nuova, barbosa ma in qualche modo pur sempre magnetica, avventura. Che stai affrontando con maratone di otto minuti per volta. Sempre quando va bene.

Commenti

Posta un commento

Metti la spunta a "Inviami notifiche"per essere avvertito via email di nuovi commenti. Info sulla Privacy