La rabbia e la vergogna ("Rant/Rabbia" di Chuck Palahniuk)

Visto che poi ti senti in colpa, perché chiunque incroci a queste coordinate ti rimprovera di criticare sempre qualsiasi cosa leggi, giochi, vedi, ogni tanto un qualche complimento, giusto il minimo sindacale, devi pur elargirlo. E allora ti andrebbe di parlare di "Rant" (nell'italiota di Mondadori "Rabbia", che fa assonanza ma non c'entra un cazzo con l'onomatopeico nomignolo del protagonista che in originale dà il titolo al romanzo), l'ultima fatica dell'amico Chuck, che è rimasto il tuo scrittore preferito nonostante le inquietanti avance di qualche mese orsono.
Ora, "Rant" è un libro bellissimo. Scritto con la tecnica della biografia orale, è un romanzo con dentro una sorpresa, dentro cui c'è un'altra sorpresa, dentro la quale trovi un'altra sorpresa ancora. Ma solo se guardi bene.
Come forma d'intrattenimento collaterale, finita la lettura (in, tipo, tre sere), ti sei dedicato all'infame frontespizio. Il frontespizio, per chi non lo sapesse, dovrebbe servire a offrire al potenziale lettore un'indicazione di massima sulla natura del romanzo. Tu, però, hai imparato a veleggiare al largo dai frontespizi dopo esserti imbattuto in un numero impressionante di spoileroni clamorosi e puttanate assortite. Soprattutto puttanate assortite.
Ecco, letto a posteriori, quello di "Rabbia" finisce dritto dritto in questa seconda categoria. Si legge, tanto per dire, che il protagonista è cresciuto in un mondo di "videogames e soffocante conformismo". Ora dei vg, in Rant, proprio non si parla. Ma neanche per errore, di striscio, in un qualche capitolo poco importante. Proprio no. Subito sotto, viene "spiegato" come Rant e i suoi amici si dedichino nel libro al "party crashing", ovvero che cozzino volontariamente l'uno contro l'altro a bordo di autovetture, in "violente cacce notturne". Solo che, se il romanzo l'hai letto, sai che non si tratta nè di cacce (ma di un gioco organizzato, con regole precise), né tantomeno di un'attività violenta (che se tamponi troppo forte ti buttano fuori). Risultato collaterale del frontespizio-puttanata? Tutte le menti che recensiscono romanzi per le riviste patinate, visto che il tempo di leggerli, quei romanzi, non ce l'hanno mica (e ci mancherebbe: basta leggere i frontespizi), hanno incentrato le loro recensioni di "Rabbia" su questi violentissimi, letali incidenti. Che non ci sono.
D'altronde, ai tempi di Fight Club (il film. Che prima il libro, in Italia, non se l'era cagato nessuno) ti pare successe la stessa cosa con "gli incontri all'ultimo sangue" (una regola del Fight Club che si erano persi anche i protagonisti, ma non gli indefessi e acculturati recensori della stampa tricolore).
Dice: perché tanto livore? Be', non lo sai. Ma se certe cazzate le scrivono su un libro di Baricco non te le frega una ceppa. Per Chuck un po' ti incazzi, questo sì.

In foto, "Rant: An oral biography of Buster Casey". Dovevi, una volta tanto, parlare bene di qualcosa e sei finito a riversare sulla tastiera le solite tonnellate di invettive. Sei sempre lo stesso, guarda.

Commenti

  1. e fai a cagare un libro che è stato tradotto di merda?
    ora finisco rant, poi torno a dirti se è davvero così bello.
    per ora, boh.
    parlano tutti come tyler durden.
    come victor mancini.
    come shannon.
    è creare bei personaggi? o copie di copie di copie di copie?

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  2. Be' finiscilo prima, dai: poi ne riparliamo. Quanto alla clonazione dei personaggi, Chuck ha sempre fatto della tautologia il motivo dominante della sua produzione. Buster/Rant l'ho trovato ancora più fuori dagli schemi (e, forse, ancora più santone di Tyler Durden).

    PS
    Ovviamente, il romanzo l'ho letto in originale. E testimone me n'è questo post: http://docmanhattan.blogspot.com/2007/07/what-to-do-if-your-corn-has-children-in.html
    La versione italiana mi è stata regalata da una moglie gentile quanto poco attenta :-)

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  3. Aehm, il post era questo:

    http://docmanhattan.blogspot.com/
    2007/07/what-to-do-if-your-corn-
    has-children-in.html

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