Una cosa tira l'altra. Ma non si capisce bene verso dove

A volte (e, prima che qualcuno me lo faccia notare, sì: questo è almeno il ventesimo post che inizia con il medesimo, logoro abbrivio. E quindi?) pensi che la creatività non sia facile tenerla al guinzaglio. Che, dopo esserti bullato per anni, con compagne di liceo dalla penna anemica, quindi con colleghi che per stendere la review di un DVD impiegavano ere geologiche, della tua facilità di scrittura, ora ti ritrovi in balia degli eventi.
Un po' come un petomane fuori allenamento, direbbero i tuoi sarcastici amici del pallone, alterni clamorosi numeri e delle gran cagate.
Così giochi a Virtua Fighter 5 e ti vengono, per una qualche ragione, nuove idee per Ethan?, utili a renderne ancora più inutilmente barocca la struttura. Ti metti a riscrivere qualche dialogo per Ethan?, sicuro che il disegnatore se ne avrà a male, e ti sboccia nel cranio qualche puttanata che puoi scrivere solo qui sopra. Stai digitando sul browser "docmanhattan.blogs...", quando la puttanata ti inizia a sembrare un minimo brillante e decidi di serbarla, perché no, per un'editoriale di WinGiochi. Ti metti, infine, a stendere questo cazzo di editoriale per WinGiochi e ti accorgi che, toh, alla fine il concetto può diventare parte integrante di quel nuovo romanzo al quale ti affanni a sacrificare dottrie ogni notte.
A quel punto ti fermi, scolli gli occhi dal monitor e cerchi di ritrovare il bandolo della matassa. Devi averlo smarrito da qualche parte, ti suggerisce una vocina nel cervello, tra i livelli a base quadrata della modalità arcade di Virtua Fighter 5. Riafferri il pad, riprendi a subire legnate da Dural, il personaggio-preservativo, e senti le idee scalpitare. Dove cazzo l'hai lasciato il guinzaglio?

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