Il giallo del bidone rosso

Abbiamo imparato a riconoscerli lontano un miglio. A cercarli, un po' perfino a volergli bene. Prima di farli saltare in aria con un colpo ben mirato o con una raffica scomposta. Sono i bidoncini esplosivi, immancabili negli sparatutto in soggettiva dall'alba dei tempi. Tinteggiati in un inequivocabile rosso fuoco, chiamato a distinguerli dai bidoncini ordinari, che quindi esplosivi non sono (i soliti, banali bidoni grigi. O, al massimo, gialli) e che perciò non servono a un cazzo.
I cattivi-degli-FPS, questi bidoncini esplosivi, ancora non hanno capito bene come funzionano. Si ostinano perciò a imbottirne bunker altrimenti inespugnabili, avendo cura di far sì che se ne scorga il corpo cremisi da almeno duecentoventi chilometri di distanza. Postazioni di fuoco tatticamente preziosissime. Balconate e torrette che, altrimenti, garantirebbero loro la supremazia sul campo di battaglia.
Ma il bidoncino è lì, subdolo, e prega il giocatore di colpirlo, onde inscenare la solita teoria di esplosioni, palle di fuoco, poveri pirla proiettati giù dal parapetto e altre tamarrate tipiche di un qualsivoglia episodio dell'A-Team.
Ché un po' di adrenalina a buon mercato non la si nega neanche al giocatore più pirla.
E hai voglia ad appellarti all'IA di questi cattivi-degli-FPS. Quella che i press kit si affannano sempre a definire "evoluta". Lanciagli una bomba a mano da venti grammi, e li vedrai schizzare fuori dai ripari, giusto in tempo per far gridare, a qualche tuo commilitone, le solite puttanate ("Crucchi allo scoperto", "Ce ne sono ancora", "Mangiapatate", "Juvemerdavaffanku"...). Forse anche ricacciartela indietro, mon dieu la technologie, quella granata. Ma fai incendiare con un proiettile un rubicondo bidone da 200 litri carico di sostanze altamente esplosive, e loro, i Franz, gli Abdullah, resteranno tranquilli al suo fianco.
Magari, chissà, ne useranno le fiamme per accendersi l'ultima paglia. Tanto sono cattivi-degli-FPS, e la loro aspettativa di vita è semplicemente risibile.


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