Il postino giaguaro

Questa mattina, qualche minuto dopo le 10.
Dormo il sonno dei giusti, dopo una settimana di sbattimenti, di levatacce, di bistecche londinesi in procinto di muggire. Ma siccome ai giusti qualcuno deve pur sempre rompere i coglioni, sforzandosi di farlo soprattutto nei giorni non lavorativi, il citofono prende a latrare dal corridoio. Il postino mi dice che c'è una raccomandata da firmare. Al che io, la mente ancora impastata dal sonno, penso subito che chi cazzo vuoi che mi mandi una raccomandata? Che sarà l'ETR o al massimo una multa. Ecco, sì, una multa: magari le vigilesse hanno letto il post di ieri e, considerandosi bistrattate nella loro femminilità, si sono coalizzate contro di me. Oppure sono i russi, per quei 10.000 dollari che devo a Valeri. Ah, no: quella è la puntata dei Soprano che ho visto prima di andare a dormire. Il fatto è che a volte, la mattina, ho la testa più annebbiata del solito.
Mi trascino verso la porta, misurando a piedi scalzi il corridoio, le basette spettinate da rocker fallito (per dirla alla Brizzi), la magliettina sdrucita di qualche press tour usata come pigiama. Apro l'uscio, e il postino è già lì: ha salito le scale lesto come un giaguaro, e mi molla un pacco color mattone. Traccio una X sul suo foglio, costringo i muscoli facciali a un cenno di saluto, chiudo la porta. Niente cartelle dell'ETR, multe o vendette delle vigilesse cesse: è il secondo numero di EDGE File, ordinato su ebay. Mi stravacco sul divano e mi calo subito nella lettura, gustandomi le tante cazzate sparate dai guru della stampa specializzata, dodici anni fa, sul perché CD-I, 3DO e Sega Saturn avrebbero conquistato il mondo.

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